La Voce di Molfetta - anno II - n. 14 - 8 aprile 1951

• 8 Aprile 1951 Inchiesta sulla Stringe veramente il cuore ve– dere un gran· numero di lavora– tori assieparsi il mattino vicino al nostro palazzo di città in at– tesa della "" firma » per la disoc– cupazione, osservare le varie « so– cietà » popolate di gente giocare « a tre sette » o seduti fuori a godere il sole. A ciò si aggiunge spesso lo spettacolo di cittadini costretti a ricorrere a manifesta - • • • l z1onì 1noecorose per ottenere un pò di lavoro, chiedere cioé qu~Hi che sono i sacrosanti rÌiritti alla vita. E nè solo· questi sono i di– soccupati, poichè non pochi sono coloro, tra lavoratori del braccio e della mente, che non iscritti a sindacati o legl:e, · non sbraitano, non ~•agitano e prde– riscono imprecare, si l e n z i o s i ; I « alla mala sorte » • Noi abbiamo la fortuna o sfor– tuna, chiamatela come volete, di avere nel nostro piccolo parlamen– to cittadino ben 40 consigli{ ri. Ebbene non ho mai saputo che ! tra questi vi sia mai stato alcuno che abbia proposto ur:'inchiest,i sulla disoccupa1ione. Ciò è vera– mente -grave se si pensa ,,che i~ questo dopoguerra il· problema della disoccupazioue si é rivelato come il problema numero uno così nella nostra come nelle al-– tre città - d'Italia. E' chiaro che tale problema non può es~ere avviato a soluzione se i responsa~ili della cosa pub– blica non si rendono conto innan– zitutto dell'effettivo numero dei disoccupati e delle loro qualità specifiche. Si rende, quindi, ne– cessaria un'indagine vasta e pro– fonda che, determinando in modo chiaro le condizioni attuali, rac– colga ordinatame,·te quei sugge– rimenti che giovino ad un siste- matico miglioramento delle capa– cita professiona)i della nostra po– polazione lavoratrice, ad un•altra e regolare occupazior e, tenendo conto de 11 e concrete possibilità del nostro c0mune. lo - non so se questa proposta trovera coòsenz.iente gli organi re– sponsabili e già odo qua le uno tacciarmi d'ingenuo o di « povero illuso » • Forse varrà la pena di ricordare che, nella valutazione dei. risultati, una fonda mentale im– portanza ha as<unto una simile inchiesta in città e comuni di al– cuni stati moderni : e ciò sia ai fini dt Ila formazione di una opi– nione pubblica seriamente prepa– rata ai problemi collettivi, sia ~i fini di una ben_ fondata condotta di chi amministra la cosa pubbli– ca. Mi si dirà, for Je, che siamo in 1 ta~i~, dove. ~utto è generico e I superficiale. Rispondo che anche LA VOCE DI MOLFETTA disoccupazione. quì da noi vi furono tali hpl d'inchiesta. quelle che precedette– ro le tariffe doganali del 1 878 e del I 887, che spesso posero pie– tre basilari per fornire i presuppo– sti conoscitivi sulle condizioni di vita dei contadini del Mezzogior– no. Alcuni si limitano solo a de– nunziare lo stato di disoccupazione altri a lamentarla, altri a servir– sene come ·mezzo per i propri fini politici, mentre questo flagello della disoccupazione permane ampio e pervivace, contribuendo a creare un circolo vizioso che nulla risolve. Invito: ·pertanto, i nostri con– siglieri a presentare al prossimo consiglio comunale una proposta per la cosiituzione di una com– missione che svcÌga una seria ed approfondita inchiesta s·ulla disoc– cur,azione cittadina. Sono sicuro che questa permet– terà di avviare a soluzione que– siti sui quali il silenzio ed il di– sinteresse non giovano che a soJ- : lecitare odi ~d incompreijsioni. - ILPULO DI MOLFETTA ATTRAVERSO GLI SIUDI DEGU SCIENZIATI dopo aver praticato i loro saggi, fattane la relazione .in proposito, passarono quel n i t r o all 'esa_me del laboratorio chimico di Napoli diretto dai chimici D. Vito Ca- . ravelli, D. Gaetano De Bottis, D. Nicola Andria e D. Angelo F asano. In seguito alla relazione favo-· revole inviata nel maggio 1785, la nitriera di Molfetta fu dichia– . rata di regia spettanza. · (conUnua) F. S. Risposta a~ una lettera In data •';6- 3 - i 95. il Sig. Rielli ci inviava un'altra lettera nella quale ci fa sapere di essere abituato « a tutti gli umori e a tutti i sa pori del trasformismo politico... » . . • La dimostrazione delle vostre restrizioni alle libertà del pensiero è confermato dal fatto che di proposito avete mu– tilato il mio scritto omettendo e censurando non sappiamo se per paura o pe~chè la politica governativa è da voi condivisa il· seguente passo: «Pensionati ridotti I agli estremL come tanti stracci umani da un governo inetto e servile, che lesina il pane a que– sta gente, un teinpo operosa e pioduttrice per contribuire servil– mente e contro gli interessi na– zjonali a1la ~pesa per una nuova ·guerra » • Il passo fu da noi omesso per Esiste a r\1olfetta uno sprofon– damento detto « Pulo ,; , che :rpj- ' sura circa 450 metri di circonfo.- · renza e 22 di -profondità. , paura. La sua importanza fu mess? in luce dal nostro concittadino scie:iziato ed accademico Giu~ep- i pe Maria Giovene, che, ali' eta : di 26 anni, si aggirava nelle grotte del « pulo » · per avvalorare le : proprie ricerche scientifiche sulla I scor:erta di. una cava naturale di salnitro. Nel , 1780 il Giovene ebbe occasione di recarsi a Napoli e fece conoscere il risultato dei suoi studi al suo mecenate e protettore Abate Ci.ro Saverio Minervini. Dopo qualche çinno, e ·propria– mente nel 1 78 3, questi credette oprortuno inviare a Molfetta il naturalista Abate Alberto F ortis di Padova, suo amico, per~hè constatasse « de vi1u » la portata della produzione naturale di salnitro esistente nell~ grotte del « pulo » • Il Fortis, dopo il suo sopra luo– go, confermo all'Abate Minervini che il « pulo » di Molfetta era veramente una nitriera naturale. Di tale scoperta il F értis informò immediatamente il Governo nella rersona del Ministro Acton, che era in intimi rapporti col Minervini. ' Per incarico del re furono inviati a Molfetta· i chimici: Giuseppe Melchiorre, Don Giuseppe '! airo e Francesco La Vega ufficiale del corpo d.t?gli ingegneri. Costoro, « In quanto alle proposte con– crete » e « in · che modo si pos– sano, non diciamo risolvere, ma almeno alleviare » le sofferenze· della povera gente, la Voce fa– rebbe bene rileggere - se pure le ha lette - le, proposte veramente concrete della Conf. c·en. ltal. del . Lavoro, passate ormai alla storia come il piano della C_G.I.L. ». 1 Giriamo agli Amministratori '. p~rchè risolvano il problema della disoccupazione· a Molfetta sul Pia– no suddetto: è un sindacalista « Segretario responsabile de 11 a locale C. d. L. » che preser ta proposte concrete. « Nel mio scritto... ho ir,feso denunziare ali' opione pubblica là grave situazione dei lavoratori di MoHetta ... senza tuttavia dovermi sottomettere al filtro de1la restri– zione e del convenzionalismo i:;ic– colq borghese o ad altra ·forma- .lità limita trice ... ,. . . ·· Anche il Sindaco·« denunciò >) ali' qpinione pubblic ~ che (' la di– soccupazione ... in questi ultimi due an'ni ha raggiunto proporzioni al-- I farmanti, fino a comprendere ol– tre 5.000 unità » e denuncio anche il carcere « il· più infame d'Italia », ecc. ecc. e free tutto ciò senza doversi ~ottcmette-re a restrizioni, ecc ... 3 Dopo di che il carcere con– _ tinua a detenere quel primato di infermità e i disoccupati a strin– gere la cinghia. Come molfettese ( a b i t a n ti 58.000) e meridionali, protestiamo , ed es;g;amo che a reggere una Camera del Lavoro sia mandato un Segretario, oltre che respon– sabile, capace e · serio. Siamo, è vero, dei meridionali, ma credono gli alti papaveri della C. G. I. L. che sia a nostro riguardo, ·que– sta la miglior tattica politica? Caro . . Gadaleta, - Una nota al mio scritto / quat– lrin; degH altri. ospitato nell' ul– timo numero del tuo. settimanale. Da persona amica molto cor– tesemente mi si· fa rilevare che l'ufficio di tesoreria è assolto per conto del Comune · dalla locale Filiale del Banco di Napoli. e non già del Ragioniere Capo del Comune. Inesatta quindi la mia afferma– zione che la nomina di G. Ga– daleta art. 220 Rag. Com. e Prov. avrebbe potuto· rappresen-. tare motivo di nullità per l' ele– zione avvenuta dei Revisori ·dei Conti per il 1947. Tanto per dovere di onestà. Amico di ·me stesso, ma so– prattutto amico della vèrit~. Grazie.· -s. FINOCCHIA RO N. d. R. -- Il Consigliere Gadaleta Girolamo, nella seduta consiliare del 4-4-I95 I_ faceva rilevare la impreci– sione con questa lettera corretta. Per debito di verità, la lettera stessa ci era pervenuta martedì mattino, r.ome risulta dalla data. Il nostro dialetto Chenzirre: animai~ bastardo, spu– rio, ad es. un mulo nato da un cavallo ed un'asina; perciò usato anche come epiteto offensivo. Dal greco kanthèHos-asino. ca · pedènne : perciò, per questo. Dal Iat. Quia per inde. cràt!sceche: verme parassita inte– stinale nei cavalli. Dal lat. cossas tarlo. < ascre : impiantito, pavimento ; il diretto corrispondente etimolo– gico in italiano è << lastrico )), - dal Iat. ostracum, greco Òstrakon, col ~enso originario di coccio di terra. prègge : è parola antica ; signi– fica garanzia, malleveria, cauzione, e la persona· s+essa del .garante. Dal francese piège, ingl. pledge, diffuso per il tramite dell'uso corh-· merciaie. macchiecville: inganno, astuzia, ·gherminella. Ridotto ai minimi terminj è tuttavia ancora ricono– scibile il sommo Macchia velli, unico g}unto dei gr:-indi italiani ne11'alveo de11a tradizione popolare. f arfarello · .,

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=