La Voce di Molfetta - anno II - n. 14 - 8 aprile 1951

., . \.. La_. yit_a·,. ~~\ ·azion_e;ma solo. • I . . la dignità è là chiave. della vita, e I'ones.tàla prima qua– lità, dell'uon:1·0 ·politico~· F. De Sanctis _. s· E T T 1 ! M A N A L.·. E, ·n .. 1 ... D I ·v.-·1 T A C I T T A· D I N A 8 ·Aprile 1951 --Ahr)O II. n. 14 ,, Redazione e Amministr> Molfetta. ~ Via. Ma.rèoni N. g - Tel. 12.-52··,. Abb. (e/e. posta.le 13/5671 Annuale L. 1000, semestrale L. 550, per l'Estero dollari 3 - Una. ·copia. L. 2.5 - Sped. in Abbor}a.mènt_o poqta.Je (Gruppo II) BILlìNCIO COMUNlìLE -- ---------- l • Pubblichiamo l'intervento del Coosigl!ere M. Nuovo duraot~ la Sfdufa del 4 - 4 - 5l. Nella relazione al bilanc;o pre- 1' sentata dalla Giunta si afferma . che è stato costante intendimento della Giunta stessa rivedere gli imponibili per adeguarli ai diversi I redditi familiari ed eliminare le sperequazioni esistenti : come sia . lontana dalla realtà .questa affer- . mazione, lo dimostrano le evasioni venute a galla, quando è comin- · ciata a funzionare la Commissione pe~ la revisione dell'imposta di· famiglia: molti ricchi proprietari di terreni · di fabbricati o di i·n– dustrie pagavano meno di · un modesto artigiano. Qualcuno oggi in · pos;esso di svariati milioni non figura nei ruoli. E' costante piagc del sistema fì– ~cale italiano quella delle evasioni; vedi Brusadelli e compagni. E poichè si vuole andare avanti con pannicelli caldi invece che sulla giusta via del so~i~lrsmo, poichè la- politica attuale è d.ominata ·da quelle person~ che maggiormente dovrebbero essere colpite, è evi- I dente che a fisco finisce se~pre I per premere sui ooveri. Ed è di pochi giorni fa la denuncia ~<?m- j pars1. , sul1a stampa _da, p~rte d1 un ' . fedelt{ còll_aboratore: per non dire· un \ fidele -servitore· del governo demo-c;i-stiano. parlò dell'On. Sara– gat. Senz~. leggervi r articolo vi leg7,erò solo il titolo : Le evasioni ·fisca1i d~l -. grande capitale- ·raggtungorio f. 7_00 "!i-. liardi all'anno. Mentre le imposte tutti i poyeri, l'imposta riù anti– demccratica e dall'altra parte le evasioni all'imposta di famiglia, cioè di quell' imposta che per la sua progressività e proporzionalità, risponde ai piu equi i=rincipi tri– buta~i. E c'è ancor di più. i ricchi chè vengono ace erta ti non tentano ·nemmeno il compromesso ma fanno ricorsi su ricorsi e fanno passare gli anni. Capisco che qui il Sin– daco non· ci ha colpa: tutto al i= iù- la colpa è della Legge che non contempb i ruoli esecutivi. Nla voglio far notare una cosa a questo Consiglio : lf. entrate del Comune sono spremut~ nel modo più vessatorio dalle tasche dei poveri. degli· artigiani, dei piccoli commercianti, dell'operaio, d., lCim– piegato che pagano subito e senza discutere l' imposta di famiglia e sono colpiti dall' impo~ta di. con– sumo. E contro di _lqro si aumenta del 70% il dazi.o, contro di loro si aumenta l'imposta di famigHa. I ricchi o evadono o non pagano. Io credo che sarebbe ora di farla , finita con questa categoria di cittadini evasori. L' Ammini– strazione ha il dovere. di p1ovve– dere e colpire questi re.probi . Laddov·e ·purtroppo la legge non può çirrivare·. il Sindaco usi un altro mezzo e cioè de·n~-nci questa g.ente .ali' opinione pubblica con nome, cognome · e relativo lor,) reddito. e qua,n-ro pa.ga.no d i impo– sta di famiglia. Per~hè, o Signori, è ingiusto anzi addirittura immo- I raie che le tasse e specie la ta~sa ,. indirette· sui consumi popolari sono . . _,,.. . ,di.· fo-migli!1 ~eve essere nag~ta ~ aumentate d, 60 volte- rrspello_ dalla grànde \;,·aggioranza dei n.on all'anteguerra, 'le · imposte su_l ca- ,abbienti e dal cosiddetto ceto ,_,,.,.. l • • pitale sono aumentate di appena I medid, èomposto da cittadini che 20 · volte. I traggono il loro reddito da ..un , . . onesto . e scarso· lavoro da .una Ogni commento diventa. ·inutile. parte, e da· _ professionisti ed ~m– Ora scrndendo .. d~l .,.genera]e al p~egati dall'altra, mentre sfuggono ·partiçolart-~- :cosa_ve~ijimo? "L :~m-- I al ]or~ .rfreciso ·e sacròsantò dovere posta di consu~o maggiòì-ata del I 'dt c~ntri_buen.ti 'i grossi" indu~triali, 70% cioè·· l''imposta .-che, c,olpjsce commercianti e · beati ·p~~sidénti. .. E non ci si venga a dire che tutto· ciò è esagerazione perchè noi ·siamo in grado di fare nome e cognome di questi signori. Perci6 insistiamo· che l' Ammi- I • LETTERALDIRETTORE del Prof. TÒMMASO :FIORE permettimi di ringraziarti dello invio che mi fai del giornale di cui hai la direzione. nistrazione provveda in un modo Mi pare di avere perfettamente qe alunque. Noi abbiamo sempre afferrato che non vuoi farne un detto per b9cca del Consigliere giornale di partito, ma una specie Avv. Altamura, c h e vogliamo di omnibus su cui ogni cittadir.o imporvi la nostra collaborazione è invitato a salire, e magari qualche foslo c'è per gli amici dei paesi anche se voi non la vorreste e ve lo abbiamo dimostrato in molte o~casioni. Ma voi non avete fatto nulla per farci perseverare in questo nostro etteg~ia-mento di buona volontà. Gli amici della << Voce di Molfetta >> scambiano questa nostra buona volontà, nell'interesse generale dél e omune per impo- I tenza o debolezza o addirittura vicini. Che cosa vuoi che ti diça? Siamo al detto di Mussolini: Qui non si /a politica. Quanto ciò sia educativo, tu lo comprendi. Ma tu credi di convoglrare effettivamente gl' interessi dei cilladini ~ Intorno a che? Intorno ~ quale idea? Non voglio negare l'utilità di certe qui.stioni dibattute da te, in cui hai raggiunto anche un gra– dito successo, come la quistione per complicità. Noi non ci fare- del frigorifero. In certe altre qui– stioni, la sistemazione di un im– piegato, per esempio, a te non in !r.re ~sa solamerde di salvar e Tizio o Caio,. ma di stabilire un sistema di correttezza tale, che sia gare nzia di continuità verso tutti anche per r avvenire. mo trascinare in una polémica con questi amici; ma rl'altro canto . non fOssiamo a lungo fa cere ~e f . - I non voghamo che questa nostra ; ~ I prudenza venga interprtté.!a dal- I l' orinione pubblica ccme acquie- I f>cenza o che so io. Spe<.ie quando que!:.tO settimanale denuncia: Jei fatti, del restJ da noi accertati . . Noi a bbiarr.o il doYt=.reda que_ sti 1::anchi di far sentire il nostro rr.onito, per lutto quello che nel- 1 · amministrazione •di questo Co· mune non va. Perciò noi pur comprendendo· le difficoltà in c.ui Mi sono spiegato? Ho sentito raccontare che una volta Prampc– lini, consigliere comunale verso il 1890, si oppose~ con meraviglia di tutti, ~Ila costruzione di un vespa siano di pubblica utilita. Tutta la città protestava contro di lui. Egli disse semplicerr.ente che gli operai vi lavoravano in condizioni niente affatto igieniche, e che egli n9n vi avrebbe iran– gli amminis lratori H dibattono, dato suo fratello. E' chiaro che perchè · siamo alieni dalla · facile -I' educazione fociaEsta faceva ve– critica e sopratutto dal fare del- c1-ere al nostro compagno quello la demagògia non. possiam~. non. che sin a1lora I?ODvedeva nessùno: • L -;_ l' .. , ... .:. .J·I e. d I (!µelio che nemmeno r alta ispira- nc.uarra re atte:nnone.ae ~1n aco 1 • d I V 1 · · • · · · • 1 zrnne e J nge o aveva sugge- e della· sua" Giunta d 1 I ; ammor.fn o 1_ j ~ rito in tanti sec.o i! · · ad a~mi~istrare col senso di giu- I SFero che. tu n~n m{.dica che stizia ~ nel caso concrete .ddl'im- ! si . tratta di poco, ciò su cui ri– posta:~·di -~àmiglia a colpire· i r_ed-· i c~iamo la_ tua ~ttenzione: C'è un dl .t 1· le t. d ~ - · •t signore d1• costa che scnve a te e \'a 1 e a esonerare 1 c1 - · . . · ·; . . . _ , .. su « Le process1on1 della. Setti- tadm1 che non goadaonano nem- ~ t · t b I b li I . . 0 man a .... an a ».., e u • e e o o meno Io· stretto_· ·n~c~sario rer hai lasciàto correre s·ul numero vivere ; cosa_ ovvia in. un comune l del I 8 marzo. No~ ,conosco l 'au- 1 . . , dove ci sono molti disoccupati. - ; tore di questa- nota, e n_on è qui-

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