La Voce di Molfetta - anno II - n. 6 - 11 febbraio 1951

.. 4 LA VOCE DI -MOLFET f A / -La V-ita· Economica Molfettese nel Settecento L'ONCIARIO DEL l 754 . Vediamo ora c~sa ci po"ssano dire i dati demografici desumibili dall'Onciario. Le famiglie c:lel popolo · non erano affatto numerose: si componevano in media, di quattro o cinque persone al massimo, ed è raro il caso, cosi comune,) oggi, di tro– vare, nel popolo, famiglie di nove, dieci membri ; fa~iglie siffatte, in · quell'epoca si tr0vavano piuttòsto tra i ricchi, i no– tai, •i commercianti. A spiegare questo • fdtto potremmo avanz-are l'ipotesi che la natalità sia stata sempra alta, ma che di pari .passo sia. stata notevole la mortalità infantile. Questa ipotesi però va corrobo– rata da una ricerca sulla mortalità nei. registri che si possono trovare nelle diverse parrocchie. .:_ Un ultimo rilievo importantissimo é che in questa epoca il tipo del r,roletario, del nullatenente, pur non essendo- m9..lto raro, è tuttaYia .meno frequente che non oggi. Questo dato di fatto non va sopra– valutato in modo da farci dire senz'altro che· le condizioni dei salariati e dei brac– cianti, nella metà del secolo XVlll, sia– no, state migliori delle attuali. Come gia abbiamo accennato in una nota prece- . dente, il piccolo· appezzamento di terra costituita la forma più sicura di risparmio, ciò che oggi, in altri termini, è costituito dalle pensioni sulla vecchiaia Aggiunge-: remo che questa forma rachitica di pro, prietà {un bracciante non aveva general– mente se non una o due vigne al mas– simo di terra, e una· vigna rendeva annual– meQte, quanto fosse di p~ima. · categoria 2 5 - 30 carlini, ossia dodici giornate la– vorative di un· maestro muratore, tanto per citare uno. dei pochi dati r-;:-lativiai salari nostrani ·che conoscjamo sicuramente) qu~sta forma di proprietà - dicevano - era - tollerate, come é ancor oggi dalle . par– ticolari condizioni arretrate· della · nostra agricoltura. Nello stesso tempo, si ricordi, in Inghilterra, appunto perchè er_apr~valsa una forma 'più -progredita di sfntttamento deJla terra, abbiamo. avuto quellei, sangui– nose espropriazi~ni ai danni della piccola proprietà, ·di cui ha parlato con ta'nta .umana commozione Carlo Marx nell' ul- tima- parte del suo « Capitale " , tanto che il Cafiero, nel suo' compendio, sente il bi– -sogno di intitolarla : Il Martirologio del Contadino. ·comunque poveri ce n'erano., e fin troppi, comè è dato rilevare dall'Onciario. · . E nel già ricordato , _Conto Consuntivo del I 75 4 figurano nu·merosissime sovven– zioni date a povèri, e Ciro Saverio Mi– nervini nella sua «· Memoria >>. prJtesta contro l'accaparramento delle elemosine da parte del Clero di già paélròne di due tèrzi dell'economia della Università. I dati dell'Onciario, se schedati per categorie sociali, potrebbero dire molto di più che ·nòn quanto abbiamo esposto in questè note; si potrebbe penetrare la composi- ✓~ zione, la ricchezza dei vari ceti sociali, si -potrébbero rilevare i passaggi di pro– prietà per lo meno sino al 1 7 68, perché _il r~gistro veniva continuamente aggiornato, come si vede chiaramente dalle postille marginali, tracciate. da a1tre mani, con altro inchiostro. Ma quest0 sarà se mai argomento da tn ttarsi in seguito. Lorenzo Palumbo l Garibaldini a Molfetta nel l.866 Nel maggio 1866, in adempimento ·agli obblighi contenuti nel tratta-lo .qi alleanza stipulato nell'aprile dello s te s s o anno, l'Italia iniziava i preparativi necessari per entrare Ìh guerra a fianco della Prussia contro l'Austi-ia. A Giuseppe Garibaldi, che prec~den– temente si era ritirato nell'isola- di Caprera, fu affidato l'incarico di organizzare un corpo di vokntari, che potessero -affian– care efficacemente l'opera dell'esercito na- · zionale. Il tenente colonello Menotti,i fi– glio dell'Eroe, gia verso la meta di mag– gio si era stabilito con il · suo quartiere militare .a Terlizzi, mentre a Molfetta aveva preso stanza un reggimento al co- - -ma·ndo del tèn. col. Specchi. Per tale ragione la nostra città fu invasa da I 500 volontari in camicia rossa, ed ardua sì pre.,ent6 aHe Autorità del tempo la loro provvisoria sistemazione. Le dieci monache del convento di S. BenedettJ, con !e un– (.lici converse, in seguito ad ordine del sindaco fv1aurizio Fraggiacomo, dovettero· abbandonare precipitosamente la loro di– mora e rifugiarsi presso le suore, che oc– cupavano il convento annesso ✓alla chiesa di S. Teresa. Nel pomeriggio dello sesso gio~nò, 27 maggio, altri 500 garibaldini vennero ad accrescere il numero di quelli che già si erano stabiliti nella nostra città, trovando alloggio nel conv-ento dei -Padri Minori attiguo al tempio della Madonna dei Mar– tiri. Il giorno -seguente, altri 700 volon– tari prendevano stanza nel convento dei Padri Cappuccini. Gli ufficiali furono ac– colti con simpatia nelle case delle migliori famiglie molfettesi, che spontaneamente a– vevar{o offerto l 'o~pitalità. Il tenente En- . rico· Corrado di Montesarchio .fu ospite della famiglia Capochiani, ed il ten. col. Specchi prese alloggio in casa Pappagallo. Per Menotti Garib&ldi : era sempre a di- • 11 Febbraio 1951 sposizioneuna stanza del Palazzo di Città, che egli occupav~ nelle soste che di fre– quente faceva a Molfetta~ Frattanto si provvedeva all'appronta– mento dei reggimenti in vista della par– tenza ormai prossima. Il I O giugno Me– notti giungeva nella nostra citta per pren– dere conoscenza dell' 8 ° reggimento, qui di stanza. Una folla numerosa e plaudente lo accompagnò fìno · alla sede comunale ·col canto d~gli inni patriottici, eseguiti dalla banda locale durante lo svolgimento del corteo. Prima di ntornare a Terlizzi, Menotti si fermo nella villa del sindaco F raggia– èomo dove, in suo onore, s1 tenne un banchetto .. Al « brindisi » il sindaco de– clamò dei versi, da lui composti per l' oc- . cas1one: F ratei.li , infra le gioie del convito infra l'ebb1ez~a dei !Jicchier spumanti, ci tr~tvc:1glia_ un dolore indefinito, onde tutti sentiamo i cuori affranti: Ah! dell'Adria e del Tevere la riva Io stranier di ..,far nostra ancor ci priva. . Ma il Leon di S. Mar-.:o un fier ruggito tragge, e paura nel tedesc? infonde: fremente quel ruggito in. fino al lito ', del Tevere si stende e si confonde; e già scossa Venezia e Roma intanto, dei Dogi e insiem dei Bruti innova il vanto. Gariba_ldi risorge, e dal suo soglio . oggi rinnova il suo giuro tremendo: una dall' Alpi al mare Italia io voglio, é col mio sangue il mio giuro difendo: oi qui fratelli ·ancora noi giuriamo, che Italia tutta liberar vogliamo. - ' E tu, Menotti, testimon sincero dei nostn voti, al padre tuo dirai, ,,, che finchè suol d'Italia ha lo straniero non cesseremo di combatter mai: così l'Italia d'ogni parte sciolta, regina tornerà la terza , olta. · • Pochi giorni piu tardi, precisamente il :, 3 giugno, una ben diversa atmosfera gravava sulla cjttà. Improvvisa si diffuse la notizia che il ten. col. Specchi si era suicidato ccn un colpo di pistola. Aleardo Specchi, nativo di Milano, era di origine svizzera; -il èognome stesso era la forma italianizzata dell'originario - Spék. I inotivi, che indusst'ro il valoroso ufficiale all'insano gesto, vanno ricercati nel turbamento· d'animo subito nell' appren– dere la notizia che il comando del suo reggimento era stato affidat~ al pari grado Menotti Garibaldi. Un suo biglietto, rin-· venut() nella camera del suicida, valse a chiarire immediatamente la incresciosa si– tuazione, in cui sfava per essere implicata la onorabilità della fa.miglia che lo aveva . . ospitato con simpatia ..

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