La Voce di Molfetta - anno II - n. 5 - 4 febbraio 1951

6 I I TEATRI 01 Lo storico molfettese Michele Romano .da notizie tradizionali accerta ·che nel Se– minario, fin dal· tempo del vesco~o Cele– .stino Orlandi, morto il 1 2 febbraio 1774, esisteva un teatro des.tinato ai giovani ·come palestra intellettuale. A quelle re– cite morali ed ai trattenimenti - musicali partecipi va anche la parte più ·colta della cittadinanza. Al principio del secolo XIX viveva a Molfetta Felice Fiore, che aveva comple– tato gli studi a Padova e viaggiato molto all'estero, formandosi .una vasta culturale. Per la sua intelligenza era stimato dallo scienziato Giuseppe Maria Giovene e· fu nominato dal governo di re Gioacchino M u.r a t decurione del nostro Consiglio Comunale il 20 novembre 1808.. Nel 1 809 era s~ndaco Ignazio Sigi– smondi, che fece iniziare la costruzione di · un teatro comunale ; ma solo al sin– daco Felice Fiore nel ~ 8 1l spettò l' o- \ nore dt inaugurarlo con l'esibizione di una compagnia di cantanti. Nello stesso anho furono rappresentati due drammi « Ester » e « Giuditta » , composti d~l Fiore e mu– sicati dal reverendo D. Vita.ntonio Coz– zoli. Alla morte del sindaco Fiore, avve– nuta il 28 dicembre 181 I , la cittadi– nanza molfettese tributo soleuni on~)fanze, memo1e e grata delle ,opere pubbliche create dal solerte amministratore. -. ·r rascorsero circa 27 anni prima che il sindaco Giuseppe Capelluti pensasse di migliorare l'ambiente con decorazioni e con un prospetto più ·aderente a quello del Palazzo di Città, cui il teatro era annesso. Dopo le nuove nozze· di F erdi– nando li nel 1 837, il Oecurionato di Molfetta supplicò il sovra'uo che si de– gnasse onorare il nostro teatro col nome della regina Maria Teresa. Il 25 ottobre I 840 l0 scrittore Cesare Malpica, passando -da Molfetta, assistette ad una rappresentazione_ nel nostro teatro, e così lo descrisse in ... Il Giardino d~ I– talia - Le Puglie » « E questo teatro di Molfetta è una miniatura tutta splendente, tutta leggiadra e· tutta adorna. L' orche– stra è forma la da dilettanti del paese che nulla lasciano a d_esiderare. La platea é ingombra di spettatori, i palchi· popolati I da gentili donne, e da ~ignori gentili>>. • 1 _l sindaci Capelluti cd Angelo F raggia– corno s1 resero ber!emeriti con una co– spicua donazione a favore . del teatro co– munale. Nel 1865 vi fu eseguita la magistrale opera del maestro Vincenzo ·val ente, « Roberto dei Gherardini » , the nello stesso anno fu data in scena a Pinerolo. Nel gennaio ·18°67 si alternarono negli spettacoli lirici i soprano Clara Rosmunda e Maddal{,na Brucioni. P~r l'importanza acquistata sin dal 1 860, il teatro di Mol- • LA VOCE DI MOLFET'f A MOLFETTA fetta_ fu iscritto nelle agenzie teatrali di l'-Japoli, Roma e Milano. Sufficiente per circa 400 posti, l' am– ministrazione monarchica nel 190 I voleva dargli una capacità di 7 5 O posti, ed anche di più. Per tale realizzazione, lo assessore ing. Antonio Spagnoletti e l'ing. Domenico Valente dell'Ufficio tecnico co– munale intrapresero lo studio del progetto F acchinetti. Ma con la venuta del fa– moso reaio Commissario Giacomo Amato, che rimase fino al 3O luglio 1902, fu sospeso ogni progetto di ampliamento, né I '.amministrazione radicale - socialista che gli tenne dietro s'interessò della faccenda. Il teatro, abbandonato, fu abbattuto nel 1913, durante il sindacato di Mauro De Nichilo. Ancor oggi si vedono gli avanzi, mentre un~ parte fu trasformata in uffici del Comune. * * * Il 1. ·aprile 1909 venne inaugurato il teatro in legno costruito nel giardino di Santa Teresa in Via Torre del Pane per conto di Giovan Battista Attanasio. Splen– dide rappresentazioni liriche si susseguirono in questo teatro, ma il più grande suc– cesso si 9ttenne il 7 agosto con !a messa in scena della « Norma >> diretta dal ma- 1 estro Leopoldo Mugnone con la parte– cipazione· del soprano Hoffman. A ricordo della indimenticabile serata artistica e del ciclo delle recite sotto la guida dell 'in– signe direttore d'orchestra, fu apposta una iapide dettata dall' avv. Pietro Fon tana. .Scaduto il contratto di 5 anni col Mu– nicipio il teatro di Attanasio fu demolito per rendere libéra quell'area. su cui il Co– mune si riservava di fare erigere un grande teatro. In Via V~ttorio Emanuele - nell'aprile 1 91 4 sorse . il teatro << e(, ciale » in gran parte in legno per iniziativa privata. Com– pletamente distrutto da un incendio nel pomeriggio del 30 agosto 1919 durante alcune recite liriche, sul medesimo luogo sorse « La Fenice >> che tuttora esiste. Il podestà -A~miraglio Stefano De Dato. il I 6 settembre 19 ~ 6 inaugurò nell'aula magna della . Biblioteca Cò~unale una mostra di I l progetti per il nuovo teatro comunale, che doveva sorgere in via Torre del Pane. Vincitore del concorso risultò l' ing. Giorgio Guidi di Roma, ma il pro– getto aspetta ancora di essere preso in considerazione da qualche Amministrazione comunale. F. s. &~IR2ll\Y/O 27 oennai(I 1951. ·O/elitL ._Jlla11ia di dlngeUJ- e r/2,ina 'Vangati p_avleei p_a ai p_a1<enl i ed agli awli ei il 4u0- a 1<-1<itJ-0-. dbtgu,i. · - c.4 Febbraio1951 SPOtiT Molti avevano _definito l'incontro col Manduria una partita di. ordinaria ammi– nistrazione. Questa valutazione, suffragata dal posto _ in classiffica della squadra ospite, stava per essere mandata a carte quarantotto. Ciò dimostra che i pronostici preventivi, richie- sti da· qualche lettore, · possono incorrere in errori poco edificanti per un giornale che vuole es:ere di orientamento nella risoluzione concreta _dei problemi sportivi. I nostri opportuni interventi non sono itati dettati dal. .. senno di poi ;· hanno anticipato risoluzioni efficaci. La partita ha ayuto due volti diversi, corrispòndenti ai due tempi: 45 minuti di gioco nullo e 4 5 minuti di gioco brillante. Durante i primi 4 5 minuti, si poteva avallare_ la tesi della partita di ordinaria amministrazioI_?.e? E' vero, il predominio era evidente ; male realizzazioni mancavano. -- Il fattore vento? Ma il goal del Man– duria non fu segnato controvento ? Comunque tutto è bene quello che fi– nisce bene, e 5 reti contro una danno l'esatta misura della nostra superiorità, E' da notare che il largo punteggio· a nostro favore ai é realizzato a seguito di spostamenti di ruoli nella linea attaccante. Ci è sembrato di intravedere, specie nel secondo tempo, una virata di gioco tutta a sinistra; Montron·e-Milli-La Forgia. E' questo il migliore sistema per realizzare ? Certo, fino . a quando il gioco non è scoperto. Domenica scorsa la mossa fu azzeccata anche perchè La Forgia non aveva di fronte un avversario degno di lui. Però non possiamo giustificare un si– stema unilat~ral~. Forse il direttore tecnico aveva intra– visto il punto debole avversario e consi– gliò bene. Ma, dopo esserci assicurato un rassi– . curant_e punteggio, non si poteva dare anche al repàrto destro la po~sibilita di farsi luce? Si assiste anche ad una differenza di ritmo nelle due riprese; la prima fiacca !a seconda più volitiva. Questo è un grave errore che bisogna eliminare. Molte volte il ritmo é imposto dall'avversario e bisogna reggere dal pri– mo all'ultimo minuto .. Col Corato occorre lottare strenuamente per tutti i 90 minuti di gioco. Nell incontro scorso Parmeggiani ha confermato la sua bravura ; la Forgia ha mostrato le sue doti di giocatore- completo ( speriamo che possa mostrarsi tale contro tutti gli avversari diretti che gli saranno di fronte). De Pinto ha fatto una partita onorevole. Forza Sparlotti ! A Corato... bisogna vincere .

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