La Voce di Molfetta - anno II - n. 1 - 7 gennaio 1951

7 Gennaio 1 9 5 -~ STA TURE D'_UOMINI FRANCESCO ·PI CA ·Fu_ uomo di grande probità morale e intellettuale, ma sopra tutto un carattere, nella so~tanza e della forma. Non fu un' anim~ arida di sentim~nti delicati e profondi, anche se li nascondeva sotto la scorza nella sua austerità. Laureato in legge, dopo breve esercizio professionale, si ritirò a vita privata, de- - dicandosi all'amministrazione del suo non I grosso patrimonio, fra cui alcuni appez- zamanti di terreno, che condusse con cri– teri illuminati con grandè cura. · Aveva un cuvallino sardo, che lo con– duceva in campa:gna, per guidare il quale non- usò mai la frusta, mo. parole, e qual-– che volta discor-i, che il cavallino pareva comprendesse. Fiaccato dagli· anni, il ca– vallino· fu mantenuto per alcuni ar1ni in pensione, e morto che fu, ebbe sepoltura n'ella villa dell'affezionato uomo compagno. Ebbe per i contadini premure delicate, e vi fu t._empo che le sere le passava nella loro Lega, prodigando -consigli e ammae– stramentI. La sua probità era così µopolare, che per anni fu costretto ad esercitar.:: fun– zioni di privato giudice di pace, con n– sultati mera vigliasi e sempre con disinte– resse proverhiale. Un piccolo proprietario agricoltore, che per riconoscenza vo1Ie mandargE un pa– niere di pere, fu costretto a portarle _ad un orfanotrofio locale. Un· giorno assistetti ad una scena, çhe non dimenticherb mai: Un contadino, ritornnto dall' .~meric,\ dopo dieci anni di assenza, venne a domandargli le pratiche da svolgere per separarsi dalla moglie, che, second.:> alcune· dicerie, lo aveva tradito. Don Ciccillo gli c.hiese : Prima che tu partis-i; tua moglie ti fu sempre fedele? -. \Jon posso ingannarmi l'anima, fu I LA VOCE_DI MOLFETTA sempre onesta dicci, fra consiglieri e assessori. . La· minoranza, dopo· · le elezioni, s'era - E le dicerie- -sei sicuro che rispon– dono a verità ? - Cosi mi hanno detto i m1e1 rarenti - E quali rapporti corrono · tra i tuoi parenti e tua moglie ì - d~messa, e non partecipò mai alle sedute consigliarj.- Ridotta di numero l' amministr~– . zione continuo a vivacchiare alla meglio, ma in data l luglio 1904, . in seguito al - Ci sono stati ·litigi per ragioni di interesse~ ·_ E tu durante la permanenza in America hai avuto relazione con altre donne? . risultato delle elezioni per la rinnovazione del terzo dei· consiglieri, _ che dettero la vittoria ai dissidenti, il sindaco Picca, seguito dalla giunta, dette le dimissioni e per tutta la sua vita rimase: in disparte, - Come tutti gli altri, non sono di legno io! · avendo la vita pubblica in gran dispetto. -- - Vuol dire che anche tu hai tra-– dito tua moglie --·· Ma io sono un uomo ! --- Bravo merlo; e ·credi che le donne siano di legno? -.- Ma è un'altra cosa. No, caro_; le donne hanno come gli u_omini necessità e debolezze. Se vuoi seguire il mio consiglio, · torna da tua moglie. Le dicerie non sono prove; e e dovesse sussistere colpa, non dimen~ tlcare che c.nche tu hai peccato. Hai figli? Ne ho· trl! · Ti consiglio di tornare dai tuoi figli. [v11 sembro che r uomo non fosse con-– vinto, ma -dopo qualche giorno Don Ciccillo mi disse che~il marito •si era rap– pattumato con la moglie, e che c.,era voluto del f--ello e del buono per convincerlo a non ·sporgere querela c~ntro i parenti. Francesco Picca, socialista convinto, ebbe la sua ora di celebrità, ma fu di breve durata, perchè dopo ùna triste esperienza si ritirò, disgustato dalla malizia degli uo– mini, a vita privata, nè ci fu verso per indurlo a riprendere il suo posto di lotta. Rimase socia lista convinto, mà si ap– parto dalla lotta, pur non lesinando i suoi consigli e -la sua cooperazione. In seguito ad una famosa elezione am- . ministrativa, dopo molte insistenze, accettò la carica di sindaco. l repubblicani, già a~ministratori del comune, ésautorati da alcuni scandali chiesero ed ottennero la collaborazione dei socialisti ; questi accettarono a patto che l~ lista .dei ·candidati ,fosse composta dai due partiti. La lista uscì dalle urne trionfatrice, e sindaco, secondo gli impe– gni assunti in· precedenza~ fu proclam~to Francesco P-icca. Lo zelo~ la serietà, la competenza, la fedeltà al mantenimento ddle promesse fatte in periodo elettorale; emergono come un monumento di rettitudine e di competenza. ( repubblicani del tempo, abituati - ad . amministrare con spinto di parte, per mantenere la compagine elettorale, pur es: sendo entrati nell 'amministrazic ne, essen– dosi convinti. di non poterti addomesticare l'uomo, che non si _ prestava e che non si prestava e che non si sarebbe mai prestato alle loro pretese" di ritornare ai vecchi" sistemi, determinarono la -crisi dell 'am– ministrazione dirnett~r1dosi in numero di L'amministrazione Picca ridusse il da– zio sugli sfarinati - pane, farina e pasta - e susseguentemente abolì completamente tale dazio. Per trovare i fondi necessari al pareggio del bilancio dopo questa ri– forma, istituì la tassa di famiglia con ta-– riffa progressiva. A poca distanza di tempo deliberava un concorso del Comune per l'impianto della Camera del Lavoro, a cui. seguiva l'importante riforma tributaria dell'abolizione delle barriere daziarie, con il passaggio dal comune chiuso al comune apert~_- Fra gli altri. provvedimenti non bisogna · dimenticare la deliberazione della refezione scolastica a favo re · degli scolari poveri delle elementari, non adottata sino ali' ora che da poc9issimi comun; in Italia. Per <Jli avversari dell'amministrazione Picca, fra i qua,li _vi erano molti Gres Bonnets· delle classi borghesi, tutte queste riforme puzzavano di demagogia, e natu– ralment~, per timore che queite conquiste potessero estend<ersi ad altri ·campi, ne votarono l'ostracismo. · _Fecero di tutto per chi~mare all'ordine l'uomo nuovo, ·ma visto ~he quèsti era duro come un· macigno- lo buttarono a mare, affibbiandogli il. soprannome di cbiancone. Credevano di fargli offesa, ma il popolo si impossessò del nomignolo; e per tutta la .;ua vita Don Ciccillo fu chi~ncone. Durante il ·fascismo, pur essendo fuori della vita politica militante, un brutto gior~o fu arrestato e - condotto in carcere, con un vecchio fucile da caccia sulle spalle, sotto l'accusa di deteneré armi non de– nunZ,Jate. Nel mio ·{/. Borgo » gli dedicai le se- guenti ottave : Vi fu chi volle pt'endere sul serio La carica, che vennegli 'affidata Contro sua vo':Ylia e contro desiderio-; ,,, . E con faJca rr10Ite volte ingrata, Sollzvando clamore e putiferio, Mantenne fede aIIa promessa data, Creando il nuovo e migliorando i1 veçchio Con lucentezza ·nitida di specchio. * * * , Gli incolse male, chè i politicanti, I1np-azienti di dargli Io sgambetto, Si mutarono in botoli ringhianti, Cbe mordono ora il piede, ora i1 garretto. Si disse che era andato troppo a vanti: Nelle riforme, senza alcun rispetto Del quieto vivere, della tradizione, E non cedendo, detto fu chiancone. SERGIO AZZOLLINI .. ......

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