UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945

vagità; ·un tempo ùi cui senipre i pacifìcato1·isòno traditi, e le nazioni e le società distrntte per ..bar• barie. La coscienza comune è senza limite, infelice; l~ pace della' terra è sconvolta, il lavoro soltanto 11.1,a, pe11a,perchè non dà più ·il conforto sicuro del pa11e,la fa111igl-ia è deso/az-io11e poichè ·il terrore de/la.violen:::aha cancellato il sorriso dal volto dei figli e le carezze dal gesto della donna. Ogni cosa terrena sembra ricordare il vano scorrere dell'esi– ste11:::a. Non fa meraviglia allora che gl-i uomini vi:-uidi quei tempi non indugiassero a risolvere i dubbi della ropria coscienza con un fernio orien– tamento verso estre111e decisio·ni ed a proclamare-il bene del 111editare contro il ·male del lavoro, la pace della castità contro i turbam,e11ti_ della famiglia, il ristoro della. solitudine contro le ·incertezze della vita sociale. La coscienza. infelice aveva. preso il do111inio d<'gliani111'i, ed ognuno. c1u-vosotto quel peso, si trascina.vaper deporlo. Il lmigo e doloroso cammino co11duceva. ai mo11tiimpraticabili, luoghi per ro111itori e monasteri. Deve esserci stato allora come 11110 parola d'ordine da u110all'altrp: il rac– conto di 1111a quiete riconqnistata, di ima. sicurezza nella lonta11a11za, il se11so di essere arrivati per qHellavia a liberarsi dal convulso vivere del piano e dei borghi. D·ifa.ttiil Medio Evo è per un verso, un tempo di ca1mn·inatorie di erranti, e per tti·! al– tro, te111po di mistica. e di stasi; ma colui che cerca ha il modello della strada per la su.a ultinia sta– zione: preghiera., devozione, solitaria piw·ità·in di– pr11denzadel divino sono la solnzione della sua co– scienza infelice. Egli sa. Quanta invidia in noi per quella sapi~nza. L'in-

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