UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945

nostro sforzo; è questo il solo nostro modo e la nostra sola ragione di esistere: conv.iene, cioè, non già adagiarci nella quiete e· irritarci nell'asprezza dei dogmi, ma lavo– rare alla dichiarazione delle idee, mettendone m rilievo la interna ricchezza di vita, riscattandole dalle «chiusure» e dai limiti imposti. Allora, ci si domanda con ansia se 11011 sia cosa davvero opportuna considerare, come finora abbiam considerato, nostro dovere: - il difendere e l'affinare problematicamente e senza remore gli « strumenti » della cultura, questi sensibilissimi prodotti di un faticoso e prolungato esercizio, che, di– menticati, potrebbero esser perduti per sempre, e si sa, poi, che gli strumenti son forme che garantiscono, oltre le pause di felice invenzione, la continuità di un lavoro; - il salvaguardare con risolutezza quella libertà della ricerca scienti fica e teorica, estetica e morale, che consen– te il gioco naturale e spirituale delle ragioni della verità, c. insieme, quell'autonomia del pensiero che fonda l'au– tonomia anche dei singoli campi della vita della cultura, sicurezza di un limite che non può essere spezzato senza confusioni delle lingu~ e dei principi; - il" dar garanzia :ili 'esistenza non solo. ma anche al Yalore defla «persona», cli quella persona che, pur nella propria irrepetibile angoscia. porta in sè con evidenza una piccola figura del mondo; - infine. quanto ;illa stretta condizione delle lettere, il far prese,-lle che, se non si voglia a tutta forza una decadenza senza giustificazioni e senza più speranze,.. non ~ possibile una re11ot!alio radicale e improvvisa. ma. si. nell'assoluta libertà dell'immaginazione poetica, il lento e continuo rinsanguarsi, nello svolgersi c01wenie11fe e legato. di una Forma faticosamente conquistata ilei secoli. Qnanto a questi, che, finora. son stati i motivi del no– stro lavoro. 11011 vediamo oggi ragioni efficaci di muta– mento, anzi vorremmo di nuovo ribadire con risolutezza il nostro convincimento della loro necessità. Sembra dav– vero che le guerre e le rivoluzioni, nella violenza mecca– nica dei loro moti fisici. non nnitino, 11011possano 111utarc lo svolgimento naturale della verità artistica. scientifica e teorica: possono agire momentaneamente sulla labilità del costume. oppure addirittura soffocare per qualche tem- 6

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