UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945

<lclla nostra intellettuale libertà, le con<lizioni di un'ope– ra cli civiltà educatrice, che dovrà illumipare cli sè, della sua antica grandezza, il sentimento di una nuova uma– nità - di quell'umanità cui noi, oltre le rovine e le crisi, per la sua felicità, !'avremo tramandata. E tale felicità ~arà solo il fìore cli un sentire la ragione come poten– za della ,·ita e la vita come atto reale della razionalità. Volontà di chiarezza nella coscienza : altrimenti, se non si avvererà la patetica profezia di Valéry circa i lirici moderni, già pronti a ridursi in una società travolta alla condizione allontanata di Pindaro e di Menandro, si farà certo, senza indugÌ'o, il sentimento di Block, che, deluso di una ri,·oluzionc fallita, di una schiavitù riba<lita. ci segna il destino di quei giovani pieni di vita, « che muoiono prima di a\'ere amato». J.uc1,1NO ANCl,SCIII LE DUE VIE Della situazione storiQa e <legli intellettuali - e 1larlo lJtti <legli intellettuali puri, come sarebbero gli artisti o i pensatori - s'è discusso tanto, ch'io non mi sento più la voglia di persuadere nessuno. Preferisco tagliare netta la questione e ciascuno stia doYc vuole, e sappia dove sta e che responsabilità si assume. Di qua gli uni. Il cataclisma è forte, essi concedono; ma la storia altri ne ha subito e non meno potenti e non perciò è uscita dai cardini. Non occorre esagerare, che è sempre ingenuo e di cattivo gusto. La struttura fonda– mentale della vita umana rimane: le virtù o piuttosto i di [etti degli uomini - chè i difetti fanno storia, e non le virtù - saranno domani quelli che sono oggi e furono ieri. Vi è morte, miseria, desolazione sul mondo, ma. se Dio yuolc, nell'alto, dove l'aria è pura, e inconta– minata, l'arte e il pensiero proseguono nel loro ritmo immortale. Forse non s'avredono del dolore o della gioia del mondo, chiusi nel libero gioco della fantasia e della ragione, o tutt'al più il dolore o la gioia rientrano in tal 8

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