UOMO - Anno III - n. 4 - dicembre 1945

gioco, come la morte di mille formiche o lo spavento di un nido di uccelli nel gioco di un bimbo. S'è dello che l'arte, o il pensiero, era in crisi? ?IIa «crisi» è parola troppo comoda che dà serietà storica all'arte e al pen– siero lllancato: ciò che è bello è bello, ciò che è vero è vero e non si facciano altri discorsi. Arte e non arte, filosofia e non filosofia; si tolga di mezzo questa fungaia nata non si sa di dove, difficile da classificare che fa trallla tra i due poli. li ciclone è passato; scoliamoci di dosso la polvere. Ricominciamo dove lasciammo ieri il buon la,·oro dell'arte e del pensiero. Gente fortunata, questa, e anche distinta. :--Jons'esalta– no. non fanno gli umanitari, la sanno lunga sugli uomini e sulle cose. loro. Difendono l'ideale sulla feccia del mon– do. la libertà dell'arte e del pensiero. restaurano la loro forllla pura ed immacolata sui mille compromessi della vita. Però vè qualche responsabilità ch'essi si prendono e di cui devono essere avvertiti. Prin,a fra tutte è quella di pensare che quanto è accaduto e acca– de intorno a noi sia un semplice incidente storico. È una responsabilità teoretica e pratica: teoreticamente, cli 11011 ,·edere altro- che gli effetti più appariscenti, d'ignorare l'intreccio profondo delle cause e dei rapporti, la loro trallla sottile. Praticamente, di accettare la suggestione rii una insensibilità egoistica, di limitare il giudizio sugli eventi e sugli uolllini ponendosi fuori cli essi. su un piano di indifferen7.a e. per cosi dire. cli imlllunità. C'è in questo allcggialllento non so quale pigrizia morale che si scam– bia per buon gusto. Seconda responsabilità: di credere che gli uomini sia– no sempre gli stes i e nel fondo sempre uguale sia la ~trnttura della loro vita. Anche qui responsabilità teo– retica e pratica. Da un lato è un ragionar superficialmente sull'astratto, un prender come natura umana qualche ele– mento g-enerico e considerarlo g-enericamente, ,nel suo Yalore più nominale che concettuale. Guerra ci fu sempre e g-nerra ci sarà. si dice; ma tra la guerra di Ett~re e qu~lla di Hitler di identico 11011 c'i: che il nome e tutto è diverso, fuorchè il fatto che è in sè generico ed a~tratto ciel morir per ferite. È, in fondo. un non pren– der sul serio la storia nella sua complessità e varietà 9

RkJQdWJsaXNoZXIy