UOMO - Anno III - n. 2 - giugno 1945

24 MAURIAC E IL ROMANZO Parecchie volte, lra noi amici, s'è aperto il discorso sul romanzo e spesso la passione ne fece una discus– sione accalorata, persino giovanilmente intemperante. Qu11ndo Rubino stava in Liguria, nella \'Cechi a casa di Ccriana odorosa di ulivi e di lauri, un fitto car– teggio si svolgeva con Milano e s'aprivano clamori: fra gli amici era il più nervoso, impennante cd ag– grediva gli argomenti con una specie di furi,1, come di chi ba fretta di sbrigarsi e andar via. Gli ultimi mesi di guerra spostarono gli interessi e i più, tra noi, presero e-li verse strade; tutta vi 11. ba– stava un accenno, una sola parola e ci si ritrovava da lontano; persino diù rigori del Nord riuscivano ad arrivare, dagli amici lassù sperduti, i cartoncini viola delle e Postkarte > a rinfocolare gli antichi discorsi. La e Lettera sul romanz.o> di Porz.io volle tenrnrc un cp11nto, nell'intricata geografia e mettere ordine alle molte parole. Rubino si era subito ripromesso di interloquire; proprio in quei giorni finiva il saggio che qui stampiamo, che doveva sen·ire d'in– troduzione al libro e Del romanzo> di François Manriac di nostra edizione. Ma non ebl>c tempo. Nei giorni dcli' insurrezione milanese un tragico incidente lo tolse ali' improvviso, con la stessa fretta di sempre ed ora non ci restano che queste poche carte, a buon ricordo. L'autore di questo saggio (1) è lo stesso M a1wiac esegeta della ·uita di Cristo: più di rado lo supplisce il romanziere. Ne rendiamo subito avvertito il lettore che sperasse trovar in queste pagine una disamina iniparziale a (1) LE RO.VA.N, treizième cahier de la dixhllitiihne sfrie (lei Oaliie1·s de la Q1timza·ine, P<wis 1928, diretti cla Marcel Péguy.

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