UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

L'INTERPRETAZIONE MARTI IETTIA JA DI KANT È da poco trascorso I' a11niversario della morte del filosofo Pietro 1Uarr,'netti, spentosi il 23 marzo t.')43. Questo saggio 1•uol essrre un omaggio alla memoria del Jl!aesrro. « Una filosofia separata dalla tradizione filo– sofica è sempre opera puerile ed inutile, piena di vanità e di illusioni. L'approfondimento del pas– sato rende più modesti ed indifferenti, meno ac– cessibili ai sentimenti personali e più invece alla serena soddisfazione di continuare in silenzio con umili fatiche un'opera immortale» (1). Apriamo il nostro studio con questa chiara e perentoria affer– mazione del 1 1 lartinetti, che suona come un ammo– nimento e serve di guida ad intendere tutta l'ope– ra sua, come storico della filosofia e come maestro cli pensiero, ed illumina la concezione austera e re– ligiosa che egli ebbe della vita come ricerca della Verità, e della filosofia come sforzo concreto e quindi personale verso l'Assoluto; attraverso il quale l 1 uomo si eleva ad una esperienza mistica in cui la filosofia coincide con la religione. La preoc– cupazione religiosa è costantemente presente ed ine– liminabile nel pensiero del Martinetti, nel quale 2,

RkJQdWJsaXNoZXIy