UOMO - Anno II - n. 3 - giugno 1944

24 confluiscono cun maggiore suggestione quelle cor– renti speculative (neoplatonismo, spinozismo) dove filosofia e religione s'incontrano nel profondo e la metafisica diventa teologia. Sostenuta tuttavia da una forte esigenza razio– nale, la filosofia del Martinetti vuol essere un rin– novamento teoretico cleJla vita religiosa e questa esigenza lo guida nell'interpretazione che egli ha dato di Kant; nel pensiero del quale egli trova la formulazione più rigorosa e completa di una fon– dazione razionale della religione, spinto dal convin_ cimento che l 1 esperienza religiosa non può avere valori obiettivi se non è ragione; e non è ragione se non è la conc1usionedi tutta l'esperienza umana. Nel quadro storico della filosofia contemporanea, divisa nei suoi indirizzi più significativi da invin– cibili irrigidimenti dogmatici, e caratterizzata da un comune fondamentale ateologismo che la mina nella sua validità umana, la filosofia martinettiana si pone, pur nel suo rigore critico, con una netta intonazione religiosa, suadente e profonda, non di– sposta a sacrificare il valore etico della persona ai miti dell'Irrazionale e della Storia. Se si guarda a questo valore educativo della filosofia, il pensiero del :Martinetti è ancora da scoprire, e il ritorno a una meditazione di quei problemi re1igiosi che ne costituiscono il nerbo, può essere il segno non fallace di un ritrovamento su un piano di umanità della inasprita coscienza moderna. L'interesse essenzialmente metafisico della sua mente lo porta ad uno studio assiduo e profondo cli Kant, dal quale eredita il compito di aprire, attraverso l'impostazione critica del conoscere 1 la strada alla soluzione del problema metafisico. La filosofia di Kant non è per Martinetti teoria

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