L'Unità - anno IX - n.53 - 30 dicembre 1920

L'UNITA DAZ VOCI Secondo la lariffa in vigore Secondo il progetto Tv,ùg I e t glioli \ :11nento del 10 % sul dn.zio del tessuto. .\11me11todt-1 2Q ~. sul dazio del ri– :,;pt•tth·o tc.-.,suto. TrtlJldatr "i Il quintale L. 9, come ultre macchine agrarie. Ili oltr<' 30 quintali, L. 18 per quin– tal<'; eia IO a 30 quintali, L. 20 per tJuintalc; Hno a 10 quintali, L. 22 pn quintale. Utt-JP\ih e &LrU111 ti 11,·r nrU n t.-ti6:lll IJn L. 13'50 n L. 20 per quin– tale (secondo la specie) quel– li co1n11ni; da L. 14 n L. 2'2 quolli Oni. Do r.. 24 n 55 (secondo il peso) per quelli comuni: eia L. 40 n 00 per quelli fini. Utt'rt L1 e ,·o •ll-11o11w J"C'; U.'-\-0 ,}om&t1()J, di lamiera., di !er- ro e di acciaio. L. 3.J per quintale. Valigie di pelle e di J.. 120 n quintale. cuoio. 01> L. 28 a GOper quintale (secondo In specie). L. 2'20 a quintale. V~h~,tr~~tie p~;.L.~!·~le~sWi ~~~~~~t.ale, co- la lo.vorazione del suolo. L. :?i per quintale. Velocipedi. Ventilatori. Vernici. Cia<:;cuno L. 42. L. 10 per quintale. Ciascuno, L. 45. nn I... 20 n L. i2 per quintale, se– condo fl peso. L. GO e 7.o (n spirito o senza) se in bottiglie o tubetti: L."5 e 40 se in tLltri recipienti. Vetro o cristallb in Do. L. ri. L. 13 il · 1uintn.le Con unn moltitudine di \"Oci,il dazio \'8. da L. 12 n. I,.. 43 il (IU.intale, se– <'ondo i diversi criteri tecnici. la.etre. (secondo la. grandezza) quel– lo non' pulite; eia L.. 22 o. 40, quelle pulite. In pnn:i e rottami, esente; in 1 •n pani e rottami L. 2"2 il 1 uintale; Zinco. lamiere e J'ogli, L. 4 pér In lamiere e fogli o tubi, L 35. quintale. li francese in I. raro Satremini, Tu sai bene se io sono UH nazionalista scio, i 11~18, non soltonto per ciò che iiguar– du le runttulstc terriLoriali, 111n anche nc.l cn1111>0 dcllu lingua e della coltura. Tutta– v1a ml pare che l'articolo del dott. A. Réa.n ._,,lln lingun francese in Voi d'Aosta che lt>ggo orn nell'ultimo nu1ncro del!' 11 Unità 11 luut avrebbe do,•uto po..ssnrc senza un breve e, ,1111ne11to. Che ne nensi tu? Averio pu,!)bl.i– ,·uti $80.ta ,uuL noto. vuol dire opprovarlo 11,l-trnmente?' \ rne lrnc.ce pore eccessivo quello che si ,·orrebbe dal governo d'ltaJia: pretendere, . 1"é. che non l'Olomente non !{i mettano osta. q11i a 11unnte ~cuole si facciano sorgere da 1.. t1tuzloni pubbliche e da privo.ti in quello. nille, mogari tutte con insegnanti francesi, nè ostacoli o quante opere intendono fare i \'nldostani per la consor\•oz.ione neJ loro pr11 :,t• della loro lingua materna; ma che inoltra ncllè scuole pubbliche governati~ si 1.lin la prcfere,nw. al francese su (_1uellache l' In lingua J('ttemria della nazione. La. quu– lt·, u.ppunto 1>e1ct1c insegnata in un ambien– te meno propizio e non aiutata dall'opera ùcUr fnmigllo de\·e di necessità nelle scuole 1n·crc un numero d'ore d'insegnamento mo.g. ,giorc del .rmuccse. Prrclie via, diciamolo - ~nrebbe qualche cosa come l'operazione di Origtne per una no.zione ljuelln di non limitarsi solt.ant-0 a lascia.re la libertà predetta a nuclei di citta– dini pnrlanll nitra 'lingua, ma adoperarsi in tu1ti i modi, con incoroggia.menti tlna.n– zinri e lcgislati\·l, a promuo,,ere- di prefe ronza lo. difh1sione e conservazione, entro i confini dello stato, di lingue che sono, vo lere o no, concorrenti con qucJJn della ool– l.um nazionale. E questo sopra tutto nella Vnl d'Aosta, la cuJ popolazione non è oome c1uelle <lell'All-0 A<lige o dei territori <lolla Venezia Giulia abitati da Sloveni e da Croa– li1 lntlo\c per i tratJnti di . Ge11nnin e di Rnpnllo ,nel nostro Hcgno 1 fon strette da vin– coli sentimentali net nitre nazioni e che per– ciò, i>os~no sotto certi riguardi oonsidcrarsi come irredente e violentate ne.Ila loro Yolon– tà; nm è una popolazione che, nonstante la lingua parlata nelle ram4!lie (al modo stes. so che nelle nlt.1·eregioni italiane si parlano i dialetti) si sente snceramente partecipe e legata allo. nazlon(' italiana e ai suoi desti– ni, nè \·orrebbc mai appartenere, ptù che- al nostro toto, o.Un Francia. Parlare dunque di oppressione linguistica in Vai d'Aosta come la il signor Réan, quasi che il Go\·erno d'ltnlin si potesse ravvicinare al riguardo con <1uello Prussiano nella Po- Val d'Aosta lo11in,orn libc:rot.a., 111ipare J>iù che una in– .;iu:;tiziJ, un 11011 senso. N>ltanto una cc, ... a mi stupisce, se è vera; quello. affermata dal signor Réan, che neì ginnasi VolJosrnnl non s'Insegni 11 fran– cese, 111c11ti·e questa lingua s'insegna In tutti i ginnusi del Regno pt'I' 9 ore seltimn.nnli! O d e per lo meno un equh•oco neJl'afferma– zicnc, on·cro dovono esserci delle rogioni ginstiflcothc della singolare differenza. In ogni n,odo dO.iidcrerci sapere che cosa In Froocrn fnccill 1rnr l'insegna.mento dell'i– taliano nel ;\iunrdo e in Corsico., non senza dtmenticnit• ..,.:-1. O!-l:-trollche <:5saha opposto e oppone In Tunisin all'operturn di scuole italh\llC', ~In pure da pnrte di privati, per rislrnzi:.>ne delle ,nostre colonie colà tanto numerosa. E rredo che tu, caro Sah·emini, non vor– roi negare ospitalità a quesLe mio p-1che ri– ghe, non fMSfl nitro per provocare appunto sull" 11 t·nibt u unn discu~sionC', più che mai ulile orn e necessaria, che Indirizzi 10 pub– blicn opinioni.' sulla nostra politica scolasti– ca, soprn lutto per r-iguordo all'lnse.gnnmen– to delle lingue nei territori allofoni di nuo"·o acquist.o. C. RICCHlt:RI. li 1Per rispondere ndegunta111ente alle ob– biezioni dC'l pror. Rlcchleri contro In tesi da mc sostenuta sui diritti della Jingua fran– cese in Valle di Aosta, è d'uopo di ch,inrir bene innnnii tutto Il carattere, che .gi deve attribuire nHa lingua Crnncese, qunle lingua• non solo famigliare, 1na pure letteraria dei Valdostnnl, rispetto nllo Stato ed nua' ;\a– zione itallnna. di cui I \'aldostani si gloria– no a rn,gio11edi es11ere i figli primogeniti. li prof. Ricchieri dice che in Valle di Ao– sta In lingua france54! è parlato, dalla po– polazione, nella famiglia., al modo stesso che nelle altre rer,ion.i italiane ,i 7,arlano i clfrllelti. Tale asserto è nssolutnmcnt.e er– rato. Stn di ratto, lm·ecc, che la Valle di Ao– sta h1\ il suo tlinlotto franco-provenzale, come hnnno il loro dlnletto 6pecinle tutte le altre regioni di !\olia; ma possiede inol– tre una lin(lu.a lctleraria, quale la lingua francese, compagna e 1>rodotto perfezionato del proprio dialetto, come la lingua it.alia– lllO. nelle oltre regioni d'Italia, è compngna e p.rodo to perfe:z.ionnto dei suoi ,·ari e nu– merosi dialetti. E Jell'uso costante nella Valle di Aosta di lfuest.n. lingua letteraria, che si adopera in tutte le mnnlfestationi della vita pubblica 1 ci\·ile e religiosa, hn\·vi pure In chiara ed incontrovertibile testimonianza nella pubbli- cnzione di tutti i giornali della \"alle in lin– gua francese, cli lutti i /Jullctins delle varie e numerose a.ssocinzioni locali, e della A u.– yusta Praetorm,, la importante Révut• de penile et d'action rtgio,1aliste. Ln cultura. francese dei Valdostani è stata lcolmenle e mngniflcnmente riconosciuta. neUn fliform.a Sociale ciel SC'nntore Einaudi, nel nu111erodi gcnnnio-frbbrulo 1~2'0. cc l"no dei più \·a.lidi nrgomenti - scrh·e lo. Hiforma socialt - per provare l'attitudi– ne clcll'Itallo. cli nggrcgnl'e n sè in un rt'gi· me di libertà, dì nut.onomin, cli rispetto etni– co e culturale i gruppi di ultra lingua e cli nitro so.ngu(', test.è inclusi nel suo conflne settrntrionnlc, è dato dal secolnre esempio di fraternn unione fra I popoli italiani dcl Piemonte e le genti di idioma. francese della \'nlle di Aostn, la'cui Hllnl(' de\·ozione nlla pntria comune si manifestò nella buona e nella nn·ersn. sorte con costanza di fode e fer,•ore cli eroismo leggendario. .. Cnn delle più nutentiche glorie della storia nozionale splende, invero, in cotesta tradizione regionale, che t 1,1tcreue comune vrescn•are, rin1•iyorire e difendere tlai ten. tativi di assorbimento livellatore, per man– tenere intatte, con le forti caratteristiche, le irmdin.nti virtù. Onde devesi valutare col più cordiale plauso ogni srorzo, che dalla miglior part.e Jl q·ucl colto\e civile popolo '\·enga. compiuto n rh 'enclicn.re , vivificare e diffondere il patrimonio di idee, di senti– menti. di ctùturn, di cui è materiata In sua snida e tetragona uniHl ~plrituole, frutto g-l'nhle dello fu..ione armonica degli ele– menti rarattrrifltld delle due ~azioni sorel– le, rro le quo.li <pu:sUardimentosi Valligiani gettnno 1111 ponte di mutua comprensione, di lnborinsn cooperazione, di feconda simpatia. "Risponde n Iuli scopi e s'Ispira a siffatti iclC'nli la prc~ente pubblicazione (Augu1ta Prodoria cora~giosn.mente intrapresa da un gruppo di nmici, eletto cenacolo di ope– roso inlclletlunll 1 trno locnle. Al buon rocola.– re di rervidn ntti,•itlL intellettuale, acceso in ambiente tanto propizio alle opere di perse– vernnzn, di f<'cle,d•inh'lligente propaganda. educntivn, si ,·olge con entusiasmo cordinle il rniglior \·oto nostro di crescente fortuna u. In queste condi1.ioni como è mal possibile nccettnre lo tesi del prof. Rkchlcri, che tro– ,a ti:c-eorna In uostrn glu'ilD pretesa. che In lingua mnternn e letterario. dello. Valle di Aosta abbia nello scuolr pubbliche governa– lire il posto c1·onore, che lo ln~un italiana. ha in tutte I<'regioni, in cui essa e la lingua. letteraria delle popolazioni: posto d·onore che avrnnno domani le lingue tedesca e shwn nelle scuole delle regioni annesse, dove <p1elle lin,gu(' rnppresent.ano, coffie ,1 fron– cese ad Aosta, e l'itallono n :"otilanoe a Fi– renze, In. llngun materna e letteraria delle popolazioni? 11 pro!. Ricchlerl pensa che sin addirittu– ra, piit che tm'inyiruti;ia, un non senso par– lllre di 01mreui011e li11a1tistica in Valle di Aosta, :"oliconsenta il prof. Rlcchierl di ri– rerire te seguenti parole scritte dall'onore– vole )lnrconcinl, meglio edotto delle vere condl7Joni del nostro paese, nel Corriere .d'Italia del luglio.scorso: u Chi non conosco la gente Valdostana e non sia. \;ssuto accanto od essa per studiar– ne cd apprezzarne rn11i1no, non ha l'idea dello ,tato di profonda amare;;a, in etc.i co– testa 9enle 1i trova di fronte alla 11olWca di · 11crsecu:.ione, che lo Stnto ha. compiuto oosl n lungo, cosl tenacemente contro In. sua lin– gua ... Un primo ntto di violenzn politica in– degno di un r,ne'1.eoostltuìtodi in Unità na– z.ionnle in opplicnzlone di nltissimt princi.pii di libertà, h1 rompiuto dn un Oe..:rcto Pre– rcltido 9 dicembre 1883col <1uolesi ordina– vo tnssntivnmC'nle di cessare l'uso del fran– cese in tutte le scuoio della Vnlle.... ,1. Resta solo u chiarire pC'I'ultimo 1'eql1looco relnth·o nlln assenza dell'Insegnamento frnn· cose nel ginnasio di Aosta. Dioo infatti nella. mia lettera e lo mantengo: 11 Che pensare clell'esistcnrn, in un~ --regionedi lingua frnn– cese come In nosh-u·, di un istituto seconda– rio esclush·amente italiano, senza neanch.e una cattedra di francese al Liceo ne una soln ora di francese ne.Ile prime classi del Ginnasio o. Vbglio con ciò nlludere all'as– senza. assoluta del h-nnceso nelle diu prime claui del Ginnasio, lo quale assenza e cosl comment:lta da un professore stesso di Gin– nasio, il rimpinnt0eprofessore Eugenio Va- 217 gno de Pa\"a, lena.cc dHensore d('tla causa ,·aldost.nna: c, trgunlmonte chinro. è In que– stione del Ginnnsio-LJceo ... O\'O a lungo oo– stitul iL france,e In lingua predominante n(>ffin&egnnmento. Esso vi restn oggi, come in lutto H Regno, nccnmpnto fra. In. tena e la <111intn. Ginnasiale, senza preludio R\·anti, come dopo, senza. conclusione: cc materia 11 fra molle altre <li secondaria im1>oria.nza. 11 L'unico risultato dell'intervallo è di far dimenticare ai giovanotti durante le clue prime oinnasiali q\1el po' cli norme gram– maticali e cli pratica della lingua france~ che essi nvevnno appreso alla scuola. ele– mentare, forzando cosi Il Proressore, in ter– :.a, a rifarsi da capo con spreco deplorevole di un orario abbnstnnia limitato e che po– trebbe impiegarsi in qualcosa. d'infinita· mente più utile. u ;\è potrei sottncere, facendo appello alla mia e~perienzn cllrelln, di quanta messe prezioso. di richiami storì,ci letterari, lingui– stici, di quanta. solleticante dovizia. di SU& sidi didattici, noi insegnanti del Gi.nnasio inferiore, ci sentin1no privnti per questa ignoranza ufficiale ciel tr~ncesc 11. Doti. A. RtAN. Ili. Pubblicai senza osservazioni l'articolo del doti. Réon sul francese ln Val O' Aosta, per– chè - data la verità dei ro.tu in esso no.r- - rati - mi J>nrevn, e mi pare tuttora, anche dooo In lettera dell'nmico Rlrchtcri, c11e l Valòostnni nbbinno 11 diritto di pretendere un pili lenle rb,pNto del loro diritto a stu– diare !-UI serio ndle scuole pubbUc-he, pagate col loro denaro 1 la loro lingua lett9- rnri(,. (.►ur-llo che fa In I• ru.ncia, nel Nizzardo, o in Coi ,.ko, o in Tunisia, e quel che face,·a la Prussia in Po~nanin, o. noi, cnro Rlcchie,. ri, non de\e fare ne cnlùo nè freddo: l'Ita– lia non deve o·ud:-ire o scuola do.Ile brutalità nnzionalistichr altrui; de\e cercare nei prio· cìpi dt1lln giustizia. e d('ll buon seneo la &0lu– :tionc llei problemi propri. In Voi d'Aostn l'·e un nucleo di popolazio– ne di sentimenti schiettnmente italiani, ma di lingua rrnnccse, lo. quale vuole oonser– \·are hL propria lingua. f: un suo diritto incontr~tn.bile in uno Stato libero, come vuol essere il nostro, purchè Lo studio del fran cesc non escluda la sicuro. conoscenza della lingua letteraria dello grande maggioranza della naz.ione, a cui I valdostani npparten· gono: nè i vnh.lostnnl disconoscono questa necessità. Ora, ridurre nello sauole medie di Val d'Aosta, come se f088lmo nel resto dell'Ita.– lin, l'insegnamento del francese, alle nove ore della 3•, 4• e 5• ginnasiale, e dtsorganir.– znrne l'insC'gnnmento nelle elementari, è negare ai valdostani Il loro dlritl-0. E se 1&– cessimo lo stesso trn.ttnmonto nell'Alto Adi– ge Oi tedeschi, o nella Venezia. Giulia allo sloveno. saremmo altrelto.nt.o ingiusti, come in Val d'Aost.a. tinn nazione non hn nullo. dn perdere dallo csistenz.n. di minoranze allogene, che studiano seria mento la lingua materna: an;i, queste minornn;e dovrebbero essere il vivaio deyl'inseonanti di quelle lingue neue. scuole della m.aggioran;a. Quel cho Importa è che le minoranze sleno soddisfatte del toro staio: ed elemento Condamentale di questa soddisra1Jone è il rispetto leale della lingua. Ancora un secolo ro, si o.mmettc\'ll di ma.– lo. voglia, nei confini di una. nazione, il ri– spetto di una religione diversa da quella della maggioranzn. Oggi, superato il pro– blema religioso, slomo ancora a dover di– fendere il Uiritt.o linguistico contro il rer– \·ore dell"unHormltà! SI vede ohe è più facile spinJ;ere gli uonlinl n macellarsi n. milioni, che convincerli a \·l\·ere e n Insci.or vivere gli nitri come od essi pnre o pince! g. ,. Mèmorandum l'(eJ 1910 gli implegnti dello Stato erano 116.707, e C081.UVOOO 76A milioni. Nel 1915gll impiegati ernno di\"entati 339 mila., e cootavano 912 mUlont. Oggi abbiamo 470 mila impie.gati, e co– stano circa G mllinrdi, cioè In metà dello entrate del bilancio. Le ferro\·ie occupano 100 mila impiegati. che costano 1900 milioni.

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