L'Unità - anno IX - n.50 - 9 dicembre 1920

zione. E quando si mettano insieme tut.ti gli alti torni, acciaierie e ferriere, grandi e pic– cole, - molte delle qunll, del resto, dànno prodotti d.i seconda hn-ornzione - si trova che essi non impiegano più di 35 mila ope– rai, mentre, come ho detto, la massa degli operai metallurgici e meccanici sale a 300 mila. Se per l'abolizione del protezionismo side– rurgico qualcuno degli impinnu· di Piombi– no o di Portoferraio, non p0tendo trasfor– marsi, dovesse chiudere, il danno di alcune migliaia di operai - n.i qua.li si donebbe provvedere con speciali sussidi - sarebbe oompensato dall'enorme vantaggio, che ne verrebbe a tutto il resto della medesima classe operaia. E il dn.nno, cii, soHrirebbe un gruppo di capilnlisti per l'o.bbnndono di una parte de– gli Impianti, sarebbe compensato dai van– taggi economici, politici e morali, che rica– verebbe In vita del Paese, anche sotto la Jorma di una mnggiore reciproèo fiducia /rn le varie regioni e di una maggiore soli· dnrietà nazionale. Il problema dello sviluf)po delle industrie meccaniche ha grande importanza anche per la difesa militare. .. La guerra mondiale ha dimostrato che i paesi, che hanno un largo sviluppo della in– dustria meccanica in tempo di pace, posso: no da un momento all'altro trasformare la tndustria di pace in industria di guerra. Cioè, nell'interesse della difesa nazionale, è neceaaario cbe si abbia la più larga indu• stria meccanica possibile, Ma la più larga induat.rie. meccanica poasibile non si pub nlluppare, se non si produce ai minimi co– sUi ed uno degli elementi del oosti è la ma– \erla prima, hr ■u alder■rgla di Sta&o Certo nessuno dl noi pretende il tracollo Immediato di quesU colossi dai piedi di cre&a, che sono le imprese siderurgiche. Oc– cornrà procedere con cautela e per gradi. Perciò Il mio ordine del giorno propone che U protezionismo siderurgico sia abolito gra– d&MUDente n\ro cinque anni. Ma quello che Imporla, è che il Govemo f.accla conoscere senza rilardo la lloea fon– damen\ale della pollUca, che Intende aegui• re da ora lo poi. Deve preparare e pubbli– care ll8IIJ& rllar'do \I plano regolatore dd1a propria ulone nel proUlml anni, In modo da dare a,U Industriali \I tempo dl ada\tu- 81 ftno da ora alla anova !orma di equlll– brlo economico. I.a crlal .non polrebbe -re che clrcoscrit" ta. Quando anche \u\11 gU lmplan\l slderur– g\cl, perdendo ogni aperama di nuovi la– vori, dovessero ad un tratto cessare, non ceuerebbe per queòto che una parte minima dell'lnduslria del ferro: I laminatoi, le traJl– lerie, le Jndustrie meccanlcbe, importereb– bero dall'estero a prezzi più oonvenlenU le ma\erie prime e I prodotti semilavorati, con notevole risparmio dl combuoti.blle e di Ira– .sporti per la marina e per le ferrovie. Dirò qualche cosa di più. Non \utta la si– derurgia è bene che aia in !\alla abolita. Il minerale dl !erro prodotto dalle miniere di Stato bisognerebbe sempre utilizzarlo per e– etrame ghisa e acciaio. Ed è necessario, dal punto di vista poliUoo, che il noetro pae– .se continui a possedere tmpiant..i e ma.e– ~tranze, in modo da non essere costretto o.d Jmprovvlsare ex-,wvo tntt.o. l'industria side– rurgica, in caso di crisi internazionale. Il funziono.mento di quesU impianti side– .derurgici dovrebbe essere coordinato e pro– porzionato con quello delle miniere di Stato. E il rerro cosl prodotto sarebbe utilizzato dallo Stato per i b~gni delle sue aziende, specialmente militari. Lo Stato, insomma, deve mantenere una Industria siderurgica di Stato per i propri bisogni politici. Il ferro cosl prodotto ci co– sterebbe senza dubbio pi9 caro del ferro ... .(lnlerru;ion.i all'estrema sini1tra.). Io propongo una statiu.a.zione e vedo un deputato socialista che vi si oppone! Il Jerro coSi,i prodotto ci costerebbe senza ,dubbio più caro del ferro prodotto dall'in– dustria estera; ma queeta maggiore spesa ,ct sarebbe consigliata dalla ,necessità politi– ca di conser<are in limiti circoscritti l'indu– stria e le maestran1.e. Il resto delle materie prime necessarie al (bisogni dello Stato, e tutte le mal&rie pri- 'LUNITA' me necessarie all'industria libera metallur– gica e meccanica, dovrebbero entrare dall'e– stero in regime di libertà. Dovendo questa industria siderurgica sla. tale essere csercìtatn in perdita, per i motivi economici e politici che ho spiegato, è evi– dente l'im1>0ssibìlità di nrfldnrla ad imprese pri,·nte. Oe,·e essere quindi una impresa statale. .\la è possibile, ed è un argomento che va. studiato, è possibile c11e il Governo affidi la gestione di quçs1e, 01.iende, a cottimo, a coo– pernti\·e operaie. Qur.qte aziende, infatti, siccome douebbero pro, vedere ad una pro. duzione in quantità determinata, a prezzi politici determinati 1 per un'acquirente co– stante e pagatore sicuro come è lo Stato, non andrebbero soggette aUe alee del mer– cato libero; e si presterebbero ad un esperi– mento di cooperazione, i cui buoni risulta– ti dipendérebbero esclusivamente dalla buo– 'na volontà delle maestranze. Ma occorre che miniere e impianti di pri– ma lavorazione siano statizzati e resi coope– rativi contemporaneamente. L'idea affac· cinta, non è molto, di una cooperativa di minatori, che scavi la materia prima per una siderurgia capitalistica, deve essere re. spinto, perchè renderebbe la cooperativa mineraria cointeressata in tutti t privilegi, che domanderebbero i co.pltalisti della side– rurgia. '.'lè ci dovrebbe preoccupare il gravnme fi. nanziario, che lo Stato sosterrebbe per que– ste statizzazioni. Le miniere elbane sono !!ià J>n>prietà dello Stato, e basta non rinno. vare il contratto di cessione. Quanto agli impianti industriali, eh.e dc>– vrebbero essere espropriati e statizzati, essi sono stati fatti, com'è noto, in larghissime proporzioni coi sopraprofitti di guerra in questi ultimi anni: perciò, secoodo la leg• ge votata nell'estate scorsa per l'avocazione aUo Stato dei sopraprofitti dl guerra, non occorrerebbe indennizzarli. Finalmente la abolizione. del protezionismo siderurgico, che lo Stato ha sempre facoltà di decretare, svaluterebbe assai gl'lmpianU, e oonaenU. rebbe la espropriazione ln condizioni punto onerose. La ■■ova poUtlea operala Quee\a poll\ica di llberià e di buon eeneo non danneggerebbe cbe 11n gruppo riàre&– \111lmo di capi\allatl Coe\oro eono molk> pol&n\i pollUcameote : · controllano pareccbl glomall; dominano nell'ali& burocrazia; manovrano nelle toult.111 parlamentari; mi• naoctano periodicamente lloonitamenU in ma.ue di operai per jugulare Il Governo con l perturbamenti dell'ordine pubblico. Quest'ultimo trucco, che una volta riu• selva lacilmen\e, oggi non attacca più. Per esempio, nella scorsa primavera U cc Fascio di dUcsa sociale" di Rio Marina, nell'iaol& d'Elba, 11 compenetrato del faUo ohe la So– cietà Ilva, a causa della manca.nza di car– bone, e nel dubbio che lo Stato poeea to– gliere la protezione doganale, che dà vita e incremento all'industrio. nazionale si.de • rurgica, sia. costretta a ridurre la sua pro– duzione. con conseguente llcenzJamento di personale 11, invitava tutti i deputaU d·ella clrcoscrir.ione Aisa-Llvorno, fra cul anche l'on. Modigliani, a premere sul Governo perchè rosse assicurata alla siderurgia la protezione doganale necessaria. Al "Fase.io di dHesa sociale II si associò anche li Consiglio Comunale di Rio Marina. :\ta alla comunicazione del Consiglio comu– nale, l'on. :\lodìgliani risponde,,n con una lettera, che è un Hro modello di coraggio ... elettorale, non comune tra i deputati. 11 Que– sta - diceva francamente - non è una que– stione dn risolversi con criteri localistici. La mia opinlane in 1>roposito è nota. L'ho esposta agli elettori nella cO.mpngna eletto– rale anche all'Isola d'Elba. E non ho ragier ne dimostrnrla. Non 901.o, qu.indt, non so– sterrò Il punto di vista di codesto Consiglio comunale, ma mi o.doprerò a far capire a• gli operru siderurgici dell'.Elba e d'Italia che essi non banno alcun interesse reale a sostenere la causa del protezionismo side– rurgico ... I licem:iamenU costituiscono una delle solite manovre, oon cui tanto altre volte, in casi simili, i capitalisti intere9Sati hanno tentato di forzare la mano ai poteri amministrativi e legislativi. Ed io manche– rei di sincerità, se non dicessi apertamente che mi sembro dovere di tutti i pubblici consessi, non seceindare queste manovre, ma smascherarle 11, Anche noi passato settembre, in occasione del grnnde sciopero metallurgico, che portò alla occupazione delle fabbriche, ci ru un tentativo da porle degli industriali, per impegnnro i dirigenti della Fiom a se• conda re, •o almeno a non contra.stare nuove domande di protezione dogo.noie. Ebbene, leggo nella Critica Sociale del settem.bre scorso un articolo editoriale: u Siamo liE!ti cli poter segnalare l'esempio dato do.i diri– genti In Fiom, che esclusero senz'altro, fino dal primo momento, la ·possibilità che l'aumento di salari potesse conseguirsi con la promessa cli aiuta.re o tollerare che gl'in– dustriali ottenessero dal Governo quell'au– mento di protezione doganale che essi richie" dono da tempo. Essi hanno, in tal modo, aNermato, coi fotti, che non è lecito n nes– sunn categoria, per quanto numerosa e !or– te, di opcrat, cercare di conseguire miglio– ramenti, li cui onere debba poi cadere sul– la collettività; il che segna un progresso ri– spetoo alle altre lotte anteriori: il che è tanto più notevole in un momento, in cui lo stesso ministro del lavoro proponeva que• stn via di uscita, per la quale erano man– dati allegramente alla malora glt r.teressl del Paese n. L' ladastrla meeea■lea Quanto ai capitalisti metallurgici e mec– canici, essi si tro\'ano in una strana situa– z.i011e.I loro interessi li porterebbero a rl• vollarsi contro i siderurgici. E la crisi del settembre passato, in cui i pesclcanl della siderurgia diressero la battaglta e condus– sero alla disfatta la intera classe industria. le; la crisi del settembre, ee le notizie che mi pervengono sono, comi! spero, esatte, h& avuto il vantaggio di far comprendere a molti Industriali metallurgici e meccanici \I grave errore che banno oommeMO, aolld&,. rizzandosi coi siderurgici; hanno capito che Incatenandosi poll\icaroente al alderurglcl, legano Il vivo col morto. Ma eal\ano a rom– pere la catena. Perchè la eeperienia dl que– aU ul\lmi quindici anni ha dimostrato che 1 liderurglcl sono padroni del Gcnemo. · B l m..Uarglcl e I IM<Canlci \emOno che, vincendo ancora una vol\a la battaglia po- 11\lca, i elderurglcl, al riparo delle nuove tariffe doganali, tacciano delle rapp.-.-lle con\ro gli Industriali, che cerchino di rom– pere il loro giogo. Inoltre li fenomeno della concentrazione lnduetrlale, cui ho accennato In principio di questo dlscor-so, ha meeso nelle ma.nl del slderurglcl le rappresentanze economiche e politiche, anche degl'induatriali metailurgl– ci e meccnnlcl. L'Uva, per e&emplo, dopo aver concentrato molte tmpre&e slderurgl• che, st è integrata a:ssumendo lo sfruttamen– to di miniere di ferro, di mU',!anese e di li– gnite; hn croo.to una grossa società d1 navi• gazione e due cantiert navali, ed ha tl con– trollo su parecchie società d1 costruzioni meccaniche e navali; e quindi parla anche a. nome del meccanici. 11 lavoro inverso ha. ratto l'Ansaldo, che dalle officine meccani• che, do.i cantieri navali, dalle offlclne di al– . lesti mento è risalita verso la siderurgia: e cosi si è resa solidale con l'llva. La Fia\ ha ratio come l'Ansaldo. E queste oocle\à do– minano le organizzazioni di classe, e pa-r– lo.no in norn& di tutti, ed eslgono per tutti protezioni che crescono 1progressivamente dalla ghisa Hno olle macchine. E i metallurgici e i meccanici minori sono trascinati con la. corda al collo dietro al carro dei grossi dominaOOri. ~1n l'assurdo della situazione creata. d.1 questa solidarietà fra sfruttatori e sfrut.t.a.– U, fro pescina.11io pesci piccoli, è dimostra– to dtllle domande mostruose, che i mecca– nici !!Onooostretti a rare, per compensarsi di ciò che debbono pngare ai siderurgici. In una memoria presentata nl Governo, nei 1917, sulla polizza dogn.nale del dopo guerra, hanno domandat.o addirittura che tutto il fabbisogno dei prodotti neoesaari al paes\ venga riservato all'industria nazio– nale: cioè hanno domandato il divjeto asso– luto di importazione d.i qualunque prodotto meccanico. Ma 11eanche questo noo U contenterebbe. Nel 1917 domandavano anche di potersi co– stituire legalmente in cc Ente regolatore del 205 18,·oro nazionale 11, al fine di c c evito.re una esubornnza. cli oltre ditte concorrenti,,. Do– mandnvnno insomma, di poter fn.re una ser– rata del Gran Consiglio: dopo la quale nes-– suna nuova ditta industriale potesse sor• gere in Italia senza. il permesso dei beati possidente,. arehbe il cooperativismo dei comuni me– die\'oli esteso aJla intera nazione: un nuovo feudalismo industrinle, che si dividerebbe l'Itnl1a in zone d'influenza e ci tagliegge· r-ebbesenza Crono. E ridurrebbe la industria meccanica itnllnoa alla più miserabile orga– nizzazione tecnica, che si potesse immagi– nare. Perchè, abolito. la concorrenza estera, abolita ogni concorrenza interna, quale ro.lr brica avrebbe più interesse a migliorare la tecnico. della produzione, a ridurre i costi, a dim.inuire i prezzi? Nel medio evo era vie– tato ai soci delle corporazioni di modificare i metodi del lavoro e i tipi dei Prodotti; era vietata ogini concorrenza fra i: soci; e al bru– cia.vano per mano del boia le merci prodot– te con metodi nuovi. L'Ente r~olatore del– l'industria. meccanicò. italiana rovinerebbe con multe, e magart manderebbe ln galera og~i ingegner~ od operalo, che trovaaae mo,. do di produrre più a buon mercato. Ma molti industriali meccanici e metal– lurgici subiscono contro voglia la onntpo. tenzo. siderurgica; e non domanderebbero di meglio che di potersi liberare dalia cate– na, che li nggloga ad una organlzzadone di sfruttamento. · Le .... ,.■Nbllltl del Gonne E qui al preeenta la reaponea!>llità del Parlamenio e del Govwno. Se QuuU lndu– s \rio.li sentissero che eale\e nel Parlamento un serio movimento contro la pnpo&en1a siderurgica, noi troveremmo In eeal certa– mente un appojlgio, che 6no a queato mo– mento non c'è stato, percbà, mancando un movimento poll\lco antlelderurgloo, noa ap– pariva poealblle una nuava b.U.,llL Orbene è dlapoa\o Il Parlunen\o ad Impe– gnarsi in queeto davere 'di liberare \I "– dall'oppr ... lone del pro\ellonlamo llderur– glcoT ~ Il Govemo che cosa Intende di !are? li Governo il &Hen\e da q.- dlacuulone, nelle peNOne del preaidente del CoaalClio, del mlnla\rc dell'lndua\l'la, e ciel ministro delle 6nanze, c:Joè del \re minletrl compe– tenti ed lnteresaa\l: de mimmi, ·- curai pTaeto,. Ne settembre scorso, durante la crili me– tallurgica, li minla\ro del- lavoro, on. La– briola, in una interv!eta al Mcitin., au cui ebbi occasione dl ricblama"' l'a\tenzlone della Camera In sede lii lnt&rrcgazlone, ac– cennava. alla possibilità di nuove protezioni doganali, che l capitalls\l avrebbero potu– to ottenere, in compenso dei maggiori sala– ri, che avrebbero pagato agll operai. L'ono– revole Labrtola, poi, ebbe a dichiarare, su mia interrogazione, che quelle parole erano state pronunziate solo in 'Via d'ipotesi e non rappresento.vano un impegno del Governo. Ma pocill giorni dopo, -: sempre duran\e la. crisi, - fu conccseo un forte aumento di pro\edone doganale alla f(at. Che cosa vuol dire? Quale vuol ....,,., la polltica del Governo? La mozione presen\a\a dall'an, Bianchi invita' il Governo a prendere provvedimenti. Credo che la Camera non s.i debba Umi\are ad un invito generico di questo genere. Oc• corre che In Camera definisca in forma con. creta e impegnnUva qua.le deve essere la po– litica siderurgica del Governo. A questo mi– ra il mio ordine del giorno. Concludo, onorevoli colleghi, ricordando le parole di un tecnico tedesco, che nel 1918 ecriveva.: u La grande industrio. siderurgi– ca è ln tult.i i paesi ln principale rappresen. tante del pensiero prote7Jonista. Se essa è ollminatn dalle Hle degli interessali, la fa– lange protezlonlsta. verrà ad essere senslbil• mente indebolita 11. Per l'Italia, dovrebbe essere questo l'ora di demolire <!IJeato siot&– ma di parassitismo economico, di affarismo finanziarlo e di comizione giornalistica e parlamenta.re . Se la Camera attuale avrà Il corngg1o di procedere a questa demolizione, essa si ren. derà benemerita dell'avvenire coonomico, politico e mora.le del nostro Pa.ese. (Applau- 1i - CongTatula:ioni).

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