L'Unità - anno IX - n.39 - 23 settembre 1920

1GO . ·• 11"ldotti da molti tati d'Europa e <l'A– m(•rica. toglier.ano tota me te il mercn– to esterno, m~ 1 11tr-e il rregirue doganale ltaJi:ino li oblJlignvn n, do\·er dispubtrC' :incbe il rue-1•c:ato interno alla fiempre più t(•milJH<"concorrcuzn flei p~uttori str:1- nieri. • .\Ja ecco intern:-nirc il go,t•r•no c:ou un Jll'On·ido Decreto-legge (di quelli che Gio– litti a,·en1 preso solenne impegno di non fnre mai f)iù !), che eJer11 n 1.20 lire oro Jl<!r<1uinl.a10 il dnzio d'importazione sulle automobili fino a qunth'O <iuiutali; a 115 li1-ç dni J ai 9 quintali; a 95 lit-e dai 9 ai lG quintnli; a 75 lire clai lG ai 2ii. Ma <1ue•to non è che il me.no : per tutte le automobili di pefiO inferiore ai ~5 quintali (e sono la grandissima mag– gioran1..n), oltre al dazio in ragione del peao. c'tl un BOJ>1-oda:llio del 35 per cento del val-Ore. Co•l uu'nutomobile cbe pesi 25 qulnlBli e COIJti, poco più poco meno, 100 mila lire, pagherà per entrare in J t., li« 2500 lire oro di. dazio e 35.000 lire di B<>pradazio,,, in tutto unn somma, di pitl,di 40 mila lire, cli fronte alle quali div~ntano una inezia da ridere Je 15 mila Jire d<"I dazio francese, attorno a cui fi,li e fatto tanto chinllfiO. Pra t.ulte le forme di protezionismo questa che l!i conc<.-de alle nutomobili ,111 11,1,seggio non C'i commuore eccessh·a. J.11eate, sebbene ci sembri un SC'gnoàs,,.al M'-Ort1gginnte quello di un'industria, ekt· .M'era a.vviata, con ifdnncio promettentlc,– l!imo alla conquista ciel ruercnto monclin- 1<'.e che ora 'r ncconteata. di potere siroz. 7,are il consumatore nozionn1e con sov1·n prezzi del 40 per cent.o, o mira. tutt'al più a crearsi con <1ncsti 80vraprezzi nn 1•1-eU1io di e..;portazioue. Ma il Decreto-legge al!ilume per noi una importnu1..i.1 gra,·issima, come indizio della politica doganale a cui ci av,•ia l'iutcryento goH•r11ntivo nelJa ,·ertenzn metallurgica. f:e non siamo proprio elci vilfionari, la successione deJle date ha io 'IIH'~to e:1~ unn forz:1 probatoria decisi– vH: il 7 fi<'tl·(>ml)r(' 11l'Olnlll. Agnelli. COII• f-i~li1•t'(•<lelc~ato dC'l1tt F'iat, ,·n a Bardo– nt'('Chia a tonférirc c·on GioJitti e st...1ùi– Ji"<'<' eon lui l~rimP ha'-'i dPl.t.a<-~rdo. "<'ltc !(iorni "opo (11 ,..,ttcmbre) la. Ga:– artta, Cffi<-ialc puhblitn il Decreto, il qna– JP, ,·on e,.~mpio del tutto nuo\·o. qunf-<l fOi-t-e un vt:1-0 Dec1-cto-cate.naccio, ra in ef4f."<.•uzione il giorno immediatamente sue. ,.e,.iro n quello clelln pubblicnzione. SI dirH <'ertamente che sette giorni non 1101;souoessere stati snfllcicnti per la pre– parazione, la firmn e In puùlJlicnzione di un decreto di cosi grande importanzn. lta, ~ di questa 1lif~1 non ~i daranno dt•lle pro\·e i-liture. essa,.non ha akun vu– lore; chi! non 8i •piegherebbe in tal caso "t·ome mai gli indnstl'iali. con un similt' deereto in 1>reparozione, J>Otes~ro pro– J)l'io in quei gio1•ni lnment.n1-e !"assoluta mancanza di difesa doganale in cui era 1n~:iata Pindui-ltrio :nttomohili~tica; 111' i,.i arrirercbbe a enpi1·c per quale ragio– ne. se non fosse Ilei" il ricatto delJa ver• teuza melnllurgica dn risoh-ere ad ogni c·osto. il go,·en10 ~ decide:,.:-:e o fare per una :sola inùustrin, un e-osi gra,·e strap– po :iJJ· in1 p<>gno• ~Jenne cl i sottoporre n 1 l'arklmento qualsiui:--i 1iforma, anche temporanea ùel regime doganale. f_; im·ec:e eridente rlie il comm. Agne11i non lrn YOluto la~iru-e Barclon~cbia ~n– za un peiuo 1.;jcuro delle promrR'-e gover. ontive. e <1uesto JX'gno egli lo ba , ·oh.no iwr )"industria da lui amministrata. Yeùremo ora <JUale sar;\, la .!--trenna ri– M."1·vntaolle altre industrie mcccnniche e Jll('t:tllurgiche, e C'he cosa si sarà, riser– w1,Ut pe1· ~ quelln poyera, Cenerentola dell't1lht ,..ide11.1rgia ! L"accordo é intanto assai promettente; ma. è sperabile che in Pa,tlamento o fuo– ri ,·i ~a qualcuno che riesca ad inva]i. dnro il contrlltto prima che esso abbia ]a, sua piena esecuzione. GLI ABBONATI, che desiderano un cambiamento .!'Indirizzo DEBBO– NO accompagnare la domaoda con TRENTA CENTESIMI per la spesa di stampa della fascetta. L'UNITA' Un buon àffare dei comm. Agnelli I mutui– 1°ra i documenti seg1-eti <·be il C-0nsi– ;tlio ùi rahbrita della f( ~iat, ba tro\·ato ru•I carte~gio di cui ~i é intJ)Of.Ses.~ato. l',lm11I{/ pubblica una lettera del 31 ,li– t•(ltni.lre 1919, che I! ns..'-.1i ju1/1·t.'i).'J:lnte pér ,·(•dere come la societù, dcJ eonun .. \gnel– Ji ~ia 1·iu~ita a gundagnare fncilment(l ia f.<'guito :illa SOf.:l)<'mdonede1Ic forui: tu1-e di guerra, la bella f,a()mma di 6.5 mi- lioni. ' "Col Dec·1-eto J9 giugno 19J9 di Jiquicln– zione delle comJI11'880 belliche affidate alla tJostra l"odetà, ed alla eonsoreUa A. 1. A.: 1. All'orticolo 32, ci é stato conce&• Fi.o globr.lmente un indenniz7,0 di lii-e 40.000.000 (<1uarant.1 milioni) per mnnc,i. to ammortame.nto di impianti e di attrez.. ,.aggi e per svalutazioni ru;terie prime• 2. All'articolo 83, è stato pre.-isto il ritiro da parte dell'Amministrazione Yi– litat-e delle J>Rrti J«vorate di materiale bellico esistenti presso le no,;tre Offici– ne J)er il prezzo di L. 32.112.725,78 e fa S-ucce~i\·a recessione a noi di mli ma– teriali per il prezzo cli L. 7.112.725.78 ». Per stahili1-e come si t1·«tt\. di G5 mi– lioni quasi del tutto regalati dal Gorer– D<l nlla « Piat », ba steri.\, pen~1re: 1. Che nessuno o ben pochi degli it0- piat1tti ra.tti daJla. e, Fiat », durante In guerra. sono, dop0 la pace, rimnkti inat– th·i ed inutilizzati; 2. Che ,le materie prime s.ono tntrt enonnementc numentute di valore e ehe ogni ~,·alutazione fu unn, tniffa · 3. Che le parti Ja.-ornte tu.:Ono ado– J)('l'ilte pel' cami011s, ecc., che inve~ di e~re. renllnti alJo Stato, ]o furono ai privati; 4. Che, nd ogni modo, anche /!e qual– che quantit,;\ di J>ezzi hnorati, do,·etf(' ~~re rifusa e quindi utilizzata come mntcrin prima. il nrnggior costo di que– :-te C'Ompensò il danno in modo tale al– meno. da 110n ginstifìrore il dep1·ezza. 111('nto di <1uasi 3 4. nrcordato dal Go- Medioevo! Quukbe :-:ettimana fa l"Amnti stigma,. li11AH"n con parolè roventi l'.att'o c1a ti– rnJrncllo 1.,orgiauo di Gabriele d'Annun– zio che incha,·a. Jmùblicnmeote i Ruoi ar. diti u ti·utidnre a fe1·ro freddo il diserto- 1-e lfL!siano dovunque l'a\·essero incon– trato. Ed in quei caso il giornale socia– li~tn fll'e,·a mgioue da, ,·cadere. lla oggi è l'Aranti stesso che cade nel t·r1m111c l'improverato a, D'.\ununzio, (1uunùo puLhlica senza una parol.:.1 di COIIIOl(•ntoo di ri,;ervn, una ('OrJ'Ì!-IJ)()ÙÙt'll• zri ,du Torino, in cui, doJ)O u\·c't· rif(•rito. ht notizia <1clla, libertà. J)l'O\"\•i:-:oria con– ce,,_,. all'industriale De Benedetti e ùclla. i-.ua pre!-unta fuga all'estero, si t4bnclu– <le ('01} QU<:'Ste testu::iJ i no role : (( / (,'()Hl· p<19ni Hl-Orli; ran Dick a Garamcllo, de– ro110 rsscre rcndicati dai C01npagn.i la– roralori. La yiustizia t>rolcta,-ia, defXI 8(1- /"JI',· c-o'pirf' l"assa8SÌ'>IOancltr wll<r sua /11ya, all'estero». Non l' qui Ù ca.so di prendere 1e clife– .e de I De Bcncdctt i e di considcm t'e co– me \"an~elo la ,·crs.ione data del Huo at• 10 do1ento ùalln staJ.Ilpn conservatrice. :-chlJcnt• l'.-1.rtrnli stesso aLbia Jlo,·uto a111m~uere che gli opernt furono i pri– mi u sparare contro la, sun casa. 1 e deb– ba. quindi logicamente oonfdderare il SllO atto come un eccesso di difesa, e non co– me un .puro e ~mpliro a~ssinio. Ma, C'Ornunque In si giuùithi, r,e,eta da do– mandi1rli-i se l'invocnzfoue alla vendetta. ('(i alla giui;.tizia proletaria, che deve col– pire ,111elieaJl'estero, non sia un eccita• mento Lell"e buono ntromicidio. ~ mai po~ibile che il socialismo, dalla, ~un vuotata run1jonc di scuola. di civil– tà. sia, dic,ceso ad un livello cosi b8.3SO e ,·ogli.1 in tal modo, eccitando gli istin– ti crhninosi di indiridni ànCOHCienti o fanatici. rappresentare nO!j l'avvento <11· una. ~ietà migliore, ma no ritorno aJ. lledio E.-o? (0 per gli edifici scolastici La l~gge Casati 13 novembre 18.:>9 procla. l)lò l'obbligo dei comuni itnlinni <li prov. vedere alla scuola elementare in proporzjo– ne delle proJ)rie facoltà, & ser~ndo i bisogni dei loro abitanti. Per "fare eseguire tale ob– bligo l'art. Efl del regolamento 9 ottobre 18$, n. &i>3, ripetuto ed ornplinto dai rari regolamenti posteriori, ordinò che i comu– ,u provvedessero a loro spese al locale, ai mobili, ol materiale didattice necessario, e prescrisse çhe le scuole dovessero essere sa. : J~~ri, In luoghi tranquilli e decenti per o· gni riguardo. Per aiutare i comuni che ,·o. lessero costruire degli edifici scolastici tgie– nicii lo !Stato si impegnò ad accordare loro dei mutui di favore, anuuortliznbiJt in un certo numero di anni, dietro il pagamento di un interesse, che s'è venuto riducendo sempre più. Parve cosi al legislatore di aiutare le regioni più povere, ma questo scopo nobilissimo è stato frustrato, perché le provvidenze che nella mçnte di chi le ela– borò rnlravanb specialmente alle regioni meno agfote, hanno Yisto daJtn forza delle cose spostata la loro orientazione in modo Ucciso \·erso le regioni più ricche. Rqlo■I rfc:chc: e: rc:glnal povere: 1Pochi doti statistici basteranno per di• 111ostrnre gli effetti non equi nè giusti della <.lfstribuzlone territoriale del mutui di fa· \·ore, i quali sono sempre affluiti numeroet noll'ltalin settentrionale e sono sempre sta– ti scorsi nel mezzogiorno. lnlatli, per la legge 18 luglio 1878, nu– mero 4460 - In prima in materia - i co. muni del nord, come si rilevo clnlln rcJa. rione Co~roclini, ebbero mutui per oltrr 15 milioni, mentre ni comuni centrali toccoro•. no poco più di tre milioni, o e al meridia. nall poco meno di cinque. L'Halin sPtten• lrlono!~, con una popolnzfone superiore di appeno 1111 quinto a quella dell'Italia meri. Jilona.le. Ai.t.cnn.e.....i.Ltciilo di QJ1nn10-1.u_c1ato ol mezzogiorno, pure essoodo in condizioni e<"onomi<'hepiù floride, e non o\·endo quin. d1 bisogno dei mutui di favore. La Jtue successiva 8 luglio 1888, n. 5516, consolidò Jo stato di cose instnuruto nel pe• rlodo precedente, perchè in dicci turni furo• no conces\i comples,sivamente i-ij mutui dei quali: ' 335 all'Jlalia settentrionale: 63 ~entrale Il meridionale L. 13.787.~I li :!."i$.3i9 ,, 2.161.:/()() Come si vede, le regioni del sud non solo ebbero una miseria di fronte. n quelle del nord (rispettivamente 2 e 13 milioni), ma restarono nl disotto della stesso Jtnlin ccn• trale, che ha una popolazione inferiore al– le metà di quella del ~,;zzoglorno e -delle isole (milioni di abitanti 15,G!'Italia setten– trionale, 5,7 l'Ttnlia centrale, 12,3 l"ltnlia meridionale e 1e isole). E, purtroppo, nien· te di meglio s.i fece con Ja Ieage 15 luglio 1900, n. 260, per effetto dell1i qOOle lo Sta· tQ distribul 22 miJioni e mezzo nella ,nt– su rn seg\1cnte: 13.708.000 lire all'llalia settentrionnte 2.176.?50 ., centrai• 1.632750 11 meridionale li di!lòlhcllo tra nord e sud, tra centro e ~ud, L'Ome- si rileH1. facilmente, acul a.nco– rn, pcrchè, mentre ol settentrione forono tinti più dì 13 milioni, e cioè più di 8'ìS lire per ogni 1000nbitnnti, alJ'ltalia meridionale tu concesso poco più di un ottavo di tnle somma, e cioè 132 lir.e per 1000 abita.nit, In misuro notevolmente inferiore alJ'Italin. medtn., che ebbe m lire: il triplo! E ~nanche In legge 15 luglio 1906,n. 383, rhe pure è stata batteuatfi col nome di u legge del meuogiorno 11, non ha portato a 11uesto i \·ontaggi che sarebbe stato logico nttcndcrscre. Questa legge poneva a carf'co dello Stato un ten.o della spesa, ma, pure essendo diretta questa disposiz.lone a veni– re in aiuto a11e provincie povere dell'lta1ia meridionale quasi csclueivament.e, e di al– cune regioni mene agiate· dell'Itd~a cen• trnle, flni per aiutare in 908tanza più quc- ste che quelle. perchè dei 4 milioni e rnczzo accordaH fino al 1~. J'ltnliu centrale ottenne L. 2.186.i-59 e J"Itnlia meridionale 11 :?Ai5.298 ~lancano f dati del periodo 1908-1912, mn questi dHficilmente si sottr88gono ntla nor– ma del trentennio 1878-1908, slcchè molto giustamtnte è stato scritto otto anni ra che gli aiuti offerti dallo Stato a, Comuni per la costruzione e il resta.uro degll edf.ftci sco– lastici sono stnU pre\·alcntementc utilizzati in queJle regioni, che avevano meno blso· gno di quegli aiuti per essere ph) ricche di risorse flnonziorle e meglio fornite di aule scolastiche. Per non lasciare dubbi al riguardo, sarà bene riportnre dalla Rda:.ione Corradini il prospetto statistico delle somme nccordot&– dallo Slnto pel trentennio JEf/8·t908: Emilin L.10.189.181,15(,llt per IOOob.) Piemonte ,, 11.i91.479,70 (300 Lombnrdiu " 13.342.5118,43 ( 07 Liguria u 3.309.456,IO(307 Veneto " 9.036.536,ìG (213 Lazio o 2.188.480,00 (189 Toscona 1• i.728.179,21 (184 ~Iarche • 1.896.136,20(!74 l'rnbriu • . 636.380,00 ( 97 Puglie • 2.980. 150,00(151 Basilicnta 553.300,00 (I t2 Sardegnn 838.100,00(IO.I Compnnia 11 2.384.200,00( 74 Sicilia " 2.600.615,83 ( 73 Abruzzo e )I. 11 • 838.600,00( f>.1. Cnlabria 11 • $1.900,00 ( 24 La me-dia fl'.<'llerale del regno (205 lire· per ogni JOOabitanti) è superato i,n tutte le regioni delrltolia settentrionale e finan– che rnddoppiotn (Emilia), mo. non è rag– iiunln cln ne~~'-uncompartimento del Me1- zoglorno, ùo,•fl ~i \·a da un maxinwm di 150 n<I 110 minimum ùi 2-i centesimi per perso. nn (Colubrln). Che se Jnll",•1;1;nme d-;lla distribuzione dei mutui prr n·..;-hme si ~ccnde a quella per pro\"Ìnl'ie, i-I ,:os1tono os1;1;en·arE1 differenze nn"corn più gi_gnificati\'C. Prendiamo una qualunque pro\"incia del nord e confron– tinmola ron una quolunljue provincia del sud di egual(' ()Opolazione: In prima ha alte. nuto sistemnti<'nmente più di quanto sin stn. to dnto nlln seconda. Facciamo un co,;fronto tra le pro,·incie di Alessandria. e di Bari: la prima ha rlcenllo più di 3 milioni e mozzo e la secondo non hn O.\·uto che 900 mila li– re. Peggio è accaduto aBa pro,·incln di Sa– lerno in paragone olla prO\·incin di Bolo– gna meno popolato: Salerno 110 a\lulo 273 mila lire e Bologna 2 milioni e mezzo. :'.\la. il confronto tra Bergamo e Cosenzo è on• coro più sintomatico: la provincia di Ber– gamo ha contrntto mutui per un totale lii 295 mila lire e Cosenza lo trent'anni non hn ottenuto nullo, come pure non hn avuto niente In pro,1ncin di Trn1>ani; in compen· so alla provincia di Cremona è stato asse· gnato più lii,. un milio.ne. Questa cattiva distribuzione territoriale dei mutui per gli edifici scolastici ha avuto una grande importanza nella determino• zioue dello stato Igienico delle aule, come è rnclle rile\•are dal seguente prospetto: Aule di cui dlaa. ne.I 1909 buone medloorl d•U.e :'\ord 33158 11714 1~25~ 78ffi Ctntrn ~.n~ 2121 3637 2806 Sud 18937 3603 6337 8tiG Per ogni 100 aule, ve ne ernno dunque buone modioori diu.datte 4'.8 31.2 23.3 nel Nord i1).3 39.!!, 30.~ . Centro 19.5 33.5 43.2 . Sud Ecco, tradotti in cifre, gli effetti dell'a• zione trentcnnQle dello Stato italiano: J'Ita– lin moridionnle aveva tante aule disadatte (e la parata disadatta dice troppo poco) quante ne D\"evn di buone il nord! SQalllbrlo fra comune e: eomanc:- Sarebbe pi?rò un errore grave limitare l'ano.lisi e lo. critica dell'opera stntnle at soli squilibri regionali e provinciali. L'an– titesi tra chi non ha denari, ha scuole pes– sime ed è lasciato a se stesso, e chi ha mez.

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