L'Unità - anno IX - n.36 - 2 settembre 1920

flcio crnlrnle di metcreoiogia, per conclude– re che in qunsi due terzi d'ltnlin. mancano le condizioni hworcvo1i ad una coltivazione 'Cielgrano veramente redclitiz.in .. A tutti 11uelli che conoscono appena ap– pena i primi rudimenti cli politica econo– micn e noto rhc l'imposizione del daz.io sul grnno diYcnnc unn artificiosa necessità, ap- 1>unto quundo nlln granicoltura furono adi– biti terreni per i q1101i il prezzo di vendita sul mP.rcato liberu 11011 sarebbe stato suJfi– cie.ntc a coprirr il costo di produzione. Que– sta nrccssltù del dazio (artificiosa, ripeto) giovò mirabilmente ai proprietari delle ter– ro più fertili per ottenere un soprareddito, il quale fu poi o.ccrcsciuto n più ripre.se , mnn mano ('he, con rrstcndersi della gra– nicoltura, si t10, 1 ette Iicorrere n terre sem– pre meno ndoite. Proposte come quelle accolte dal )Iinistero con la demngogin doubte /ace degli on. Gio– litti e Labriolo, ci 1>romettono nient'altro .!he questo: una diminuzione del valore com– plessivo del prodotti agricoli, per H passag– gio delle terre do iinpiegh1 più rispondenti olla loro natura n rormc di cultura meno adatte e perciò meno produttive; e ci pro– mettono la prospettiva di un aumento di da– zio sul grano, forse non necessario finchè duri l'altezza dei cn.mbi, l'oltczrn e la diffi– coltà dei noli, e rnttuolc insufficienza del prodotto mondiale,; ma prevedibile e sicuro non appeno si torni olle condizioni normali, 0 quasi, del mer.,:tto monetario e del ton– nellaggio e riacquisti pieno. efficienza la pro– duzione ngricola, in paesi ancora parzial– mente pnrnltnali dal colpo apoplettico della guerra. E' dunque dannoso alreconomia. nazionale e all'interesse dei consumatori (quindi an– che, e soprntutto, dei lavoratori} proporsi di estendere la coltura del grano, ed è asstlr– do pen-sore che con essa l'Italia possa r!– nuncinre all'importazione del grano o limi• tarlo in misuro note,·ole, permanentemente. Mnn I mano che lo. popolazione cresce e i ~eti cnmpngnoli ,•anno sostituendo nl pane gial– lo e alla polenta il pone bianco e la pasta (come hanno fatto o ratto già in molti hto– p;hil, il fabbisogno del frumento andrà lar– gamente Cl"(>Sccndo,e l'aumento _delJa ~ro· rlil'lione basterà nppena a soppenrc al1 au– mento ciel consumo, e a ricondurre la nostr~ cconomin. granario. press n poco olle cond1- ztoni del p('riodo anteriore alla guerra. . Tn ogni modo quest'aumento dt produzio– ne è dn ottenere non con l'estensione, ma oon l'intenslflca1.ione dello coltura: m~ q~e– t1tn.presuppone la vittoria co~tro _pre_g1t~d1zt e trn<llzionnJlsmi; presenta r1sch1, nch1ede anticlpn1.ioni dt capitali, implica anehe ---:- 80 nnche in grado minore di qu_nnto alcu_m temono o spC'rnno - aumento d1 ~ano d o~ pera (diminuendo pertanto la riservo de~ braccianti disoccupati) e non offre pretesti altrettanto facili allo largizfone gover~at1- va di premi e, specialmente, di ~rote1.1on~ -doi;t;nnole: perciò si può star certi che nè _1 produttori assumeranno spont~neamente ~– ntziatlve tn quosto senso. nè 11 demagqp– smo ignorante e grossolano chied~rà provve– dimenti per suscitarle. Quanto al nostro Gruppo Parla~entare, ci auguriamo e speriamo che non s1 atten– go. o.I colTlodo e nssurdo Sistema di assi~tere a broccia incrociate n questa nuova testimo– nianza dell'Impotenza borghese a risolvere, t più urgenti problemi, nè _sicontenti di f~~ re una critico. negativa e inconcludente, m ottesn che hittn In terra dh·enga proprietà collettiva: non ci dovrebbe volere molta pe– netrazione per capire che la questione deL pnne e il pericolo che la nostra produzione sia messa per il vicolo cieco di uno ~cono– min chi11M, non è un puro e semplice aspet– to (\ella crisi del regime borghese, ma avrà una forte e disastrosa rispercussione su11e future sorti del proletariato, anche trion– fante e... dittatoro• 1 • Giudizi cos\ unanimi, provenienti da fonti cosl diverse, doHebbero bastare per seppel– lire un progetto inutile o rovinoso: eppure se Giolitti vorrà, vedremo la Camera ap– provarlo integralmente a grandissima mng– giornnza e lo sla1npn d'ogni colore seguitn– re a solutore nell'uomo di Dronero il salva– tore ed il ricoslrullore dell'economia nazio– nale! Errata•corrige Nell'ultimo numero <lell'U11-ità sono in– corsi nlc-nni erl"ori <li stnmp.a, troppo più grofl!-ti d<'ll'nrdinnrio. Ne11n pl'irrrn pn~inu~ 1 1.H~l~ttultinm e nell'ultimo ri~o. la paroln finarnwnte nt. corretta formalmente. X('lfo ~rondn pn~inn. tcr1.a, colonna. 1::t Punta Piano11a_. è clivent~..tai Punta Pro·11011a. Sel1a !de~sa pn~ina,. quarta, colonna,, linea, 30. i catu.,U dirent..'l.rono i cereali. Nella, stessa pagina e colonna, linea. 41. le coste italia~<' dh·enta-1·000 le co,te ooleariel L'UNITA La burocrazia nelle terre liberate Il. Ricostruzione e disoccupazione .\leutrc H('lluno crH ingombra. di tanti 111ilital'i (solo :1 rnct1ì cli mn1·zo f11rono a1- lontauati 1110!1i dei !)I romandi clic l'ave– rnno ifclizintu pe1· (·i1H1uc mesi) un gran– de 11u111erodi [unzioun1·i furon chiamati inuanzi tCllll>O, sen1.;1 che_ ce ne fo&-sebi– sogno, per dare all'Jtalia l'illusione che la vita l'i$0rgC\·n r11pidnme..nte nelle 'l1et·– re liberate. Non parliamo dei maestri elementari, fatti venire di pie'no inver– no in paesetti d'alta montagna ~oza che ,rncora ,·i fo~sc mezzo di sorta J>er apri– re le ijcuole. A Belluno si riaprl il Liceo con mrn J>opolazione scolastica, di due allied nel p1·imo anno e di nessuno nei succcssh·i, e di questi due allievi uno ..:!r:t della Cittù e uno della Pro"incia. E ~11"('Ll)c. .~ato cosl ovvio dare Joro un sus– sidio e T1rn11di1rli a Pndm•a o a, Viceu1..-1. Inve<:e 110: Lh:og1rnva, poter dire che il .Litoo di Hclluno ~•ei·a ria,perto ! ' )[a.lgrndo questi" gu:1 i grossi e piccoli, verso In Jine di u1nrzo l:1 vita, comincia– rn dan·ero a 1-i~orgc1-c. La citta, a p1·iJna vi~tn, a,·cva, l'nspctto qu:uri noi-male, seb– bene una visita anche rapida ueH'inter- 110 dei qunrtieri, f;1<•CS.<ie ,·etlcre .-moo1·a elo<1uenti le trac('e deJle varie inn1sioni. T uegozi 11:i riaprivano, la gente ritorna– ,-a, si ,·edrnrno ,·ecchic conoscenze, il co– mincinre della buonn $itngione disponern alla nlucia e allo speranza. Si stobili– ,·nno servizi automobilistici privati per l'Agordino, n Cadore, Vittorio Yeneto, J>er pas$eggcri e merci. :ila come si procede,·a, nella ricostru– zio'ne vera, e propria? Dopo Cnporetto erano Rtnti istituiti nlle dirette dipen– denze del Comando Generale del Genio e con attribuzioni e nutorih\ di Comandi di Grnio d'Armata, tre Uffici Staccati per lavori di clitci,a, col compito di prov– re,lere a lln, sistemniione. difensiva delle linee n\'l'Ctrate. Dopo Vittorio Veneto questi tre rftlci el>ùero l'inrarico di prov– ,·edere nllu ric.-ostruzione delJe terre li– berate, unitamente ai vari Comandi di Genio d"Armata. Il I Ufficio Staccato ~'insediò a .Belluno coll'incarico di pro"– ,·edere a una met<\ (quella, meridionale) di questa Pro\·incia e a, m1 terzo della, Pro,·incia di Treri80. Il Zoldnno e il Ca– dore \lennero in\"ece nttribuiti al Genio della n· Armata. Ri redc subito che sa– rebhe stnto più razionnle una divisione pe1· Prodncie oppure per Regioni natu– mli. quul'ern, nd esempio, la, ,·alle del l'iaxc. Sulle p1·imf il Oeuio Militare lavorò c1u11i:;i esrlusiv11mente dn sè, ma, ben pre– sto, col l'iatrluire dei profughi, prese ad a:s.surncre operni borghesi dei due sessi. - Nel dic-embi·e gli operni del I Ufficio non erano che duemila, mo in seguito il loro numero aumentò iu proporzioni hnpres– sionanti. :Erano diecimila nel gennaio,. ,·entimi1a nel mano. All!.\ fine d'agosto quando il I cmcio si sciolse. ~bbeue grn fosf:ero licenziate oltomiln donne, resta– rano pur tuttadu trentatremila operai! E come an<lò la tosa? Due furono i mo– tivi: il, ri1orno dei profughi, e special– rnent(\ il ('nngedo cieli<' (');p.:.,;i. Quando nei primiR~imi mc~i i] lm·oro del I Ufficio :1pparirn jnq1ari :ii hi~~ui. c'ernno a Bellnno Lremila .\Jpini rhe sfonrno nel~ <·:1:.:crmc ad ozi:nr. Ernno quasi tutti del ('i1·con<lnrio. minnt-0ri, muratori e ma– JJ<)rn li J>Cr In ma~gior pnrte. A loro si ,ln,·e,·:mo le t·olo~sali mine {le maggiori di tutta la guerra mondinle) e gli ardi– th,:.:imi 1:Hori the .-;',erano esep;uiti nel i,,:ettore cl1•lle Tofnnc e del Piccolo La– g-:1;,.uoi. Costoro, ri1leto, re~t:.n·nno iner– ti. 1111•ntt'(' c·e1·a tnnto da rifare. Al Co– ma111lo tll•I IleJlO:,:ito~I 1° .-\Ipini, l'r\iu– t:rnte ~laf!giore C'hbe a dirmi elle ben vo– ll•tHieri li nn·1.·l,he1·0 nwssi a disposizio– ne di <-ili<·<·he~i.:-ia, pur<·hè fossero stati 1·ichiesti: ma 1i:1n• c-l1e il Genio non vo- 1<.>~ emuli a<'tilllto n sè: altri dicevano che s:trcbhe :dato ne<·es~nrio pagarli co– me operai borgl1e~i. ~l:l il fatto che que– sti Alpini non i,;'impil•~•HoÌlo 11111i, e· che ve,·w la fine cli frhl11·,1io parre a. tnttl nu p1·0,·,·edimento ùi g1•i1nde ~ ;1ggc1.za queUo elci Governo, il l(tlille ~tnbiU che i mili– tari delle ter,·e libemte (esclusi gli Uf– fitiali). se dal ri~prttiro Siuclnro fosse dkliiarab1 utile Ja presenza in paese, do– vesse1·0 "enir ~ubito c-ongeclati fino alla <·J:.1:,:~e del 1895 <·ompresti. Com'el'a natu– rale, tutti qunnti si pl'ocurnrono il do– rumento e i;;e ne tornarono borghefii. Se nonthè Je loro cnse per l'appunto non a,·en1no "90ffrrto ,11wc;:i nulla. perchè qun– si 1-Cmprc quolctnu) della loro famiglia era rimn~to ~ul posto durnnte l'invasio– ne; e il Go\"Crno ebbe sulle gpalle una 111:,s.~a cl"oper:1i <li grnn ]unga. superiore al bisog110. Si 1>ensi che nella, Pl'ovincin di Belluno, rhe a.rera- nell'in,·erno del 1911 circa clugentodiecimila abitanti, er:rno ~t.iti co1H:e~i,.incJlo stesso anno ben scssautamila p:1ssaporti per l'estero. lfancaru110 quas,;i le industrie; i pro– ,·t•nti del suolo in gran parte montno~ ed aspro, e1·;i110 ~<·H1-sis.~imi. Ln masi-.a, dei gion1ui e degli uomini emigrava: di pri– rnarcra, in Oel'urnnin,, in I~\"iz.7.era, in Fr:1uci:1, in Aostri a e tormwa~ d'ottobre con un gru1.zolo di sette nel ottocento lire, per riprendere, alla, nuovo prima,·e- 1·a. In ria d'oltre confine. , Perciò uu nuoro pl'oblemn si presentò im provriso oltre c1uel10 de11a ricostruzio– ne, ed e~tremumente grave: il problema. della disoccupazione. Snlle prime il Ge– nio aveva, accolto <li buon animo e con una. certa lnrghezza quanti s'erano offer– ti, uomini e donne, anche se poco abili o non necessari, considemndo tale as– sunzione in servizio come una forma lar– vati, cli ,~1ssidio. Ma, poi, col congeda– mento dei militari, e col ritorno quindi degli uomini alle Joro fnmiglfe, si 'f)Cnsò di mettere in Jibertt\, le donne che, sah-o poche addette alle lavanderie, in rcnlb\ non facerauo quasi nulln; nrevano ,•itto, spes80 anche alloggio e cinqne o sei lire al giorno iper stare qualche ora, BUiia strada a spez1.are S88f.i e ghiaia. :Ua se era stato facile stabilire per le opel'11ie uno fonte di gundagno cost co– moda durante In guerrn, ben altrimenti diftìcilc fu cii togliere quello che ormai nou ave, 1 n J)iù ragion d'ef.l.8er<", e ~-ignificn– ra semplicemente un abuso. A poco J>cr volta, però tutte le operaie, i raga~zi sotto i dicin6Sette noni e r.H iiomini oltre i seas::tntadnc, furono licen– ziati; mu J'ntrluenza degli ilmohilitn-ti cli– ':_Cnnc senll)l'C più impressionnnte. ~i ag– gitmga che il Seg1•etnrinto degli Affari Cirili del Comando Supremo, per preve– nire. le rit'hiei,;te dei sociali~t.i, eoncef-*-ie a ta111ùuro battente a tutti gJi OJ>e-rail>or– ~ht!i,,:inlle dipènden1.e ciel Oertio MiUtare, l'ul":ll'io tli otto ore e una tabella. di pa– ghe co~i laute (.'Ome orni s'erano viste. l :\runicipi ne furon◊ spaventati, e quando nel 111;-i~gio !'on. Fradeletto visi– tò la contrada e gli fu prospettato che cosa umi sm.·ebhe succc.i-.so quando, scom– pur8a l'nntoritù 111ilitn1•e, i :Munictpi e J"inclnstri:1 pri, 1 nff1 n,·c~sero dO\·utl) as– sumere i ln\'ori n tondizioni co~i roYino• ~r, l1ia~iruò ;11wh'egli in lutti i modi il 1u·o,·YCdim?nto, 111n non ~ppe e uon po- . tè 3Jtro. Siccome poi l'n1lpetito viene mangiando, gli opcl'fli vollero ben pre– sto d1c dalle J}ilA"heminime si pass.1ssc a ,~uc·.Jle mas8it11e. Bnstò che l'Ufficiale Capo di qualche cantiere isolato larghcg– ~in~!"reun J)-0' ,•crRO il massimo nello sta– bilire le paghe, perché subito si rreasi:.:e il JH·rcedeu,te; (• gli 01-.e1-.1i de:,?Jialtri can– tieri JH·etentl<'~~ro un trnttnmrnto u– guale. Per farla brc,·e. gi:\ alla fine di luglio tulte le pngbe errrno qua~i al mussimo della tabella.. 1fa alnwno nve~sero la,·omto ! Chi co– me me per \'enti giorni ha. aruto in cns:1 !49 dnqU(• operni Jh-·•· 11ccomo<lnrc due pn\'i– ruenti e due $-O0itii, riparnre <·inque o ~ei t1.~ri e rimettere :.1kuni vetri alle fi. nestTe. pnò di1·e rbe ,ute soprnfflua nves– i'-ero di fon~ il meno possihile. \hi non Ji ha dsti non io-i 1·e11deC'0nto ,le] come non la,·01·a~!'SCl'O e J.>..'l~~ft$;Sero i giorni sen– z,1 conc·luder 111111:1 ! 1•; ciò flCI' dne ra– g_i{mi: pagavu il O0\·erno, quindi era co– me se ne!-:~u110 paga~sc; bi~ognnvn nnda– re adagio, pc,·l'hè l:1 C'llC('flgna duras~e più a lungo. 1•~ in ,·eri li), le 101•0 idee i,;nlla, perler.ione del regime collcttidstico era'n degne di Rtuc1io. Inoltre rrn ornrni JH"('– ,·nlsa ttlln nuonl iden: 1>oten1uo e do"c– rnno f.ll 'e i pro1>ri 1·omodi app11r1enendo :1 tene ~n~ntu1·l1te. e anJndo fatto la gner– ra. E ormai ~·era formata Jn con\"inzio– ne, che Ja 101·0 :is~nnzionc in ~rvizio fos.~e da",·ero una forum Jar,·ntn di sus– s.-idio e ei1e CK'-i f0,..Sè.1'0poco meno che impiegafi deJlo Stato. B pensi il lettore se tali comodi pt·c• giudizi una volta radicati ~i po~saoo estirpai-e tnnto fncilmente ! Oli 01:>erai" starano <:osi bene sotto il Genio )lilita- . re che si giunse perfino ad nrcre nn eso– do di muno d'opera, dnlle scarse indu– st.J•ie p1·ivute. e dai 1·a1·i npp,dti di l11vo1-i. pubblici, qual erti il fnruoso ponte su1- l' Ardo, ,·c1·so il I lJflìeio Staccato. E si noti che ((uaudo ciò av\'enivn (nell'ago– fito specfalmrute) le mercedi ernno già lircllnte c1ua:.:i donrn<1ue. lJ trapasso era. proprio dovuto llJ desidèrio d'andare do– ,·e si fosse pagati sen1A1 fnr niente. Gli stessi sod:ilifiti, malgrado il loro antimi– litarismo, uon desideravano punto che il I Ufficio si sciogliesse, pe.rchè, dicevnno, un organiswo civile non an-ebbe avuto tanta copia, cli mezzi a sua disposizione. Inolt1·e non volerono che si fncessero la. rorare i prigionieri austriaci per lni;:cia.– re il laroro agli operai itnliani. E Jn. fama deJla gri111cuccagna s'era tnnto dif. fusa, che allTfflcio Operai del Genio giunsN'O jJei-liuo a chiedei· lnvoro operai" da Cam1>0b118-80 e cl.1 ncggio di Calabria. Si aggiung,1 che il Comando del I l)ffl. cio, malgrado la solerziu innegabile de' suoi Ufficiali, non r,otevu, far miracoli. Si tr·attu,·a ùi un'intera rflgione ~uddi– vi!>.l, in quattro Comandi cli l"'J-Ona, con più di h~urnm.ila opcrni borghesi e quat. tro o cinquemilit militari! I c·nntieri re- 9tavano affidati a. Cftlch11i smbnJterni del Genio, r,.pe~--o di c11pnritù, molto limita– ta,, con ~,·nr~i~imi titoli di i,;tndio, trop– po giovani per itn1>orsi a qunttr'O o ein– <1uecento e talvolta R mille OJ>erni. E poi nnche per et-isi il lfl\'OJ'Oera sovrrehinute. Ne seguiva, cbe tn $01lllllll de11e COfle si riduc-cvn nelle mani df'gli Assistenti di <1ualità ed attitudini cli\'ersc; e qd<'sti spesso fo1·ma,"11no ,·1•icche 1 onde fnvori– tismi e inevitnhili querimonie, oltre a, un ingeute ~,}CrJ>erodi m11te1·inle. Hagione di Jamcntje!a1 fra, gli ~perai cl'8 il uon fn11ziou:1mento dell'l"fllcio r.A– q11ich1r.ione :-ialnri cli Pnclovn. Jmpi:rnta– to dopo Vittorio Vrneto nl fine .:qlpa– rente di lic1uidnrc ngli 11ntichi operai i conti 1·ima!i-1i in so~1>(."SO a causa del ri– pieg~11nen10. in renlrn per fnr npparire' meuo inutili ('in<1ue o sei fra Generali e Colonnelli, ~el1bene prendesse nddirittn– ra l'aspetto d"un .Ministero, funzionò 1rnùis$'imo. Alln fine di settembre, dopo quai.:-i un anno, <1unsi tutti i conti arre– trati e1-ano nnc..'()lil eia paga.re. Finito o <·onclotto 01 1 buon punto il 1:n-oro di riparazione degli edifici, hi– j:,logn:l\'a, ora trovare clelle altre OJJCI'('. B ,·erarnente non ~•ll'(•ùhero mnucate, se si foh~ attuato F-11bito un piaoo 01·ganico. Co~truzioni fcr1•ovh1rie e stra– dali, un intero i!lii;;temn d'impianti idro– elett1·ici dn c·o!:itruirfii d'accordo coll'in– dustria, 1>rivata 1 avrc-1.ihero potuto fornire lavoro n mig-li.da ù'operHi, e gion1r vera– mente alla. lll'odu<'in e nll']tnlia, tutta. lla anche tJtti si 1>1·0,·eclettea spizzico e a sbalzi; accanto a lavo1-i d'indiscutibi– le utilità e opportunit:) politica, come la. fen·oda Toùnch-CoMfoa-Calalr,0 <li Ca– doi-e. o le carroz1 ... 1hili d'allacciamento col Trentino, ~i fecero altri la, 1 ori inu– tili, come una ~trnda Cf'tlus.i,•&mente mi– litare ~pra Loz1,0 di Cadore, di cui non ~·era. sentito il hiso:no in due nnni òi

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