L'Unità - anno IX - n.20-21 - 18-20 maggio 1920

84 L'UNITÀ gogica por la conquista del potere. Pet al– tri movimenti. nuovi o rinnovati. 1:1ardun– que ohe non vi sia posto; che manch:i per essi 1a possibilit.à di inserirsi nel giuooo delle !oJiZe politiche di doma.ni . Sintomi nel movimenti di masse. di.sciplina, di un suo ordine morale: tutto ciò non si risolve empir.icamante, proponen– do la panacea di un rinnova.mento esterio– re, meccanioo, che vengp. dall'alto o da fuo– ri, verbo dogmatico di una fede iriigidita nell'autorità di un istituto millenario o ri– voluzione dì forme giuridiche ed economi~ 11. Ma non è cosi. Osserviamo .i caratteri .. che, valide per sè stess~ e ricostniire su del ,movimenti di masse, quelle stesse che "f'1 .,muova base il mondo. Forme e istituti non socia.listi e popolari Fhanno organizzato nel- 'li'- valgono per •Sè stes.si , Be non siano esprea-- l'runbito dei loro partiti. Abbiamo già O& sione di più alt.a disciplina e di più pro• servato {4} che altrO:,'erso i contrasti di eia& fonda umanità. Non vi sono II inunort.ali se c'è un fermento di vita che li trascende. principi i,; non forme fisse e perenni, per sè NeUo ste.sso a.more per J'organizza.z..ione, nel- sole meglio accettabili; è vana ognj ricerca l'attaccamento ai II capipopolo >1, neJl'affer- astratta dell'u ottimo Stato n. Per questo, mazione di un egoismo <Li .individui o di una soluzione della crisi, un rinnovamento gruppi che non è po.i chiuso ed inerte, ma della vita nazionale può venire soltanto da o volbnt.ario u e fattivo, un pdncipi-0 di di- un rinnovamento delle coscienze. Ogni uo- sciplina, un germe di autooducatione si pa- mo, per esser veramente cittadino, deve sen- lesa e si affenna, di cui soltanto le leghe tire che lo Stato non è ·cosa estranea a sè antibolsceviche, cementate dalla paura, pos- stMso; non è il governo, il Miillstero, la sono negtt.re jl valore. Di questa a.ur ..onomia, Ca:nera, la guardia regia, In burocrazia, il della quale sono ancor tenuti e confusi i • complesso dei poteri pubblici, ma la e<r scgnl. i dirigenti çlei partiti e tfelle organix- scienza di sè e della propria funzione stori- za.zioni avvertono sempre chiaramente i ca, princ'ipio ntUvo di disciplino. degli spi- 1• pericoli n; e poich,è essa si tira.duce gene· r.iti, storia che si ra attraverso l'urto e Ja ralmente i.n una irrequiet«tza delle masse contraposizipone degli• individui e dei: pal" che/ gjà pan.iolmente deluse, volgono a for- titi, doi gruppi e <lelJe classi. me sempre più esasperate di demagogia, Non dunq·ue lo St.ato dall'alto, autoritario altri si associa al timore dei u pericoli Il, e e dispotico; n.on lo Stato-me.rca'llte della <lit-i. pensa che sin. buona politica .aiutare alla tatura comunista, ugunlmente oppressivo e conserva,zione del u dominio su1le masse che forse più largamente parassit.a.rioì nè la sfuggono ai capi,,. Per noi, quella 1ruequie- funzione dello St.nto democratioo giaoobino tozza è già una speranza, se non a dirittura che (spezzato iJ sro,5-0della continuità stori- un principio cl.i bene; è oomunque u.n jndi- ca nel diritto degli individui astratti da1la zio, sia pur n,egativo, di una coscienza auto- vita e considerati per sè stessi) obbediente noma. che si può formare, fuor della cieca in apparenza al feticcio del numero e alla credenza nei poliUcanti di mestiere. finzione del controllo cootitu1..1onaW)estra Più chiari indizi è dato cogliere nei movi- neo alla coscienza. morale e re1igiosa dei cit• menti socialisti di élite, do-ve l'ambiente o- tadini, diviene contrasto di ·egoismo e stru- peraio è più ma.turo e co,mpatto. Ncll'atteg- mento di speculazione e di dominio ai più giamcnto degli cc intellettuali II e degli ope- !orti: ma IO Sfato che vi-vea si ra in· pgni ra.i torinesi di fronte ai consigli. di fabbri- coscienza, in ogni forma di collaborazione ca, c'è, in fondo, 1ra .i lugohi comuni del umana, dalla. famiglia., dal comune, dal sin• dottrinarismo comunista, una volontà di daca.to di classe al1a _conviycn1.aarmonica concretezza. uno sforzo di inserirsi nella in una società volontaria che sJa int.e.g.ra- realtà, un tentativo di conquistare insieme zione e garanzia di svjJuppo per ogn1 na- coscienza e diritti di produttori instauran- 7 Jone assodata. do la democrazia della fabbrica, e di realiz- Cosi, l'fodologia democratica si dissolve zare, a traverso la fabbrica, il u loro n Sta• e si ricompone nel senso storfoo della d~ to; insomma, un modo di porsi i problemi mocrazia. Per esso, la democrazia non ha QOliticidei proJetarinto che è molto ]onta.no senso se non in quanto processo cosciente del verbalismo dem.agogico comune agli di partecipazione sempre più viva e più in- ambienti socialisti. JI problema del comu- tima cleeli spiriti alla vita politica e socia- nismo si identifica quasi, po~ esso, con quel- le, che è ragione di disciplina e cli libertà; lo di una cosciente disciplina. di lavoro. gli istituti, le forme concrete dc.Ilo Stato si Nel partito popolare, la stessa idealità re- rlnnovano e cadono di fronte ol1e nuove for- ligiosa diffonde tra le masse la concezione me, ai nuovi istituti che nelJa cosctenza di elica e spirituale del problema. politico come coloro che li propongonò--e nelLei concrete problema di disciplina morale; me.ntre le ne- condizioni storiche sian pronti a sostitu.1J"S1 cessità politiche che sos1.ituiscono al dogma a quelli come conquista ed espressione di cattolico la. formula aoonfessionoJe, alla fer- più alta umanità. rea autorità del cattolicismo ortodosso un vago spirito cristiano,. per la. indetermina– tezza che ne deriva pongono la possibilità di u.no sviluppo che oltrepassi, con le in– tenzioni del Valicano, quella formula; di una religi9sità che si risolva n'e:llecoscienze e divenga a sua volta coscienza. vera ed au– tonoma del contenuto etico dello Stato. Cosl, le masse italiane accennano g.ià a rompere i limiti ideologici e politici dei loro partiti; e non è privo di significato osser-' varo' che i po.polari e i socialisti temono u– gunlmente, oggi, una prava elettorale che potrebbe anche dare (a giudizio dei capi} ri• •5Ultati inattesi, e indebolire gravemente il Joro II dominio sulle folle)). Lo Stato e Il rinnovamento morale. 12. l..a politica italiana non si esaurfsèe dunque nella gara delllagogica tra popolari e socia1isti per conquistarsi le masse e,. di conseguenza, il potere. Oal1a crisi dei p81f– titi liberali e democratici, dallo stato d'ani• mo di quei gruppi della media e piccola \\orghesia che la guerra ha non meno delle c}.assi popolari sconvolto ed aperto a meno an,,,..ustiofi1.zonti, dalla stessa irnx1ufota in– soffarenza delle masse può sorgere ed affer– mars\ un movimento che, ponendosi il pro– blema della politica na1jonnle come proble- •ma di clisciplin~ cosciente, cioè di cosciente Jibertà. \enti il rinnova.mento della vita pub- blica it.811.ana.. · Popolari e socialisti cercano la soluzione ~i quel probJema fuori della coscienza delle masse: queHh osseuuienti alla Chiesa, che è istituto estrooieo a.Ilo Stato nazionale e può essergli contro; questi agitando una ri– vpluzione <Li ordine economico che o;otrochP– rebbe sotto il peso dj nn enorme Stato-mer– cante ogni libertà. )fa la crisi dello Sjato italiano è crisi di coscienza nazionale. La inerzia delle masse di fronte alla formazio– ne dell'unità; ·la politfca della Chiesa volt.a ad impedire che lo classi popolari fossero tratte a vivere intimamente la vita del Re• gno; Ja degenerazione <l'elio Stato che a classe di governo, chiusa in sè stessa, ha fatto suo organo di speculru,;ione e di cor– ruttela· il sommovimento della guerra; Io cresce~te agitazioni della folla fuorviata dalle opposte demagogie e pure inconscia– mente tendente alla conquista di una sua l:J o Bi F,;,rmare I quadri. 13. Dalla propaganda e dall'applicazione di questi principii può trar vita un movi– mento che (voJgendos.i contro lo Stato di og• g1, burocratico e parassitario, che non e Stato ma governo; non rusciplina ma op– pressione, non integrazione ma negazione di libertà) affermi, cli Jrontealle deviazioni demagogiche, che lo Stato de, 1 e rinnovarsi anzitutto Lllelle coscienze, come. disciplina morale. come consapevoJe~a deUa funzio– ne storica di ciascun individuo, di ciascun gruppo sociale; e tenti per tal modo dì rj– solvere 1a crisi dando -vita-a uno Stato che · sta ve-ramente, nel senso pieno della paro– la., Stato nazionale, Stato italiano. Socialisti e popolari, organizzando le mas– se Snora inerti 9 sbandate, adempiono ad una !unzione che è, sotto questo aspetto, so– cialmente e nazionalmente necessaria. Ma la inquieta insofferenza delle masse, che quei partiti contengono scontando cambiali che non saranno pagate, può fnl'S1 in avveni-re n.p·erta volontà di liOOl'nz-ione.Quel movi– mento potrà allora toccare il Suo scopo. Ora, dobbiamo !armarne i quadri. Se il proble– ma clell'ltalia è jn sostanza. il problema di una classe dirigente che non esiste e che de"·cssere a.degnata alla. sua funz.ione, b questo, formare i quadri. iJ primo compito che si presenta a chi tende all'affermazione ,di un centro di azione politica. che non vo– glia riprodurre tutti i difetti dei partiti esi– ~tenti. Formare i quadri: ciò non vuol dire chiu– dersi nei cenacoli u int.ellettuali n, esaurire in ~iesti ogni azione, far del dìleltantismo pi~ 1·ipT0\ 1 evole che In stessa brutale affer– mfilione di una schiotta violenza; non vuol dire separarai, staccarsi dalle 'masse, con– trapporre alle organizzaz'ioni operaie e oon– tadine le organizzazioni uintcllettuali Il, che p11ma avvalorano tra i lavoratori il mito di un .coltura cli classe, prezzolala e asser– vita al capitalismo borghc.se . Vuol dire, anz.i, a.gire tra. le masse, com– prenderne l'animo, seguiTne i miglior.1 1 rl· vivere i loro problemi; ma non c1 concedere I)' non uattenuare 1, non ucompromettere Il, acquistarne ad ogni costo il favore, non temere di perderlo; lavorare in pochi se occorre, senza iniendimcnti di successo im- 11 medJato, senza oicoole ambizioni di potere, senza illusioni; insomma, formare in noi il nostro Stato e diffonderlo nella coscienza delle masse, che lo facciano proprio. Vuol dire sopratutto re,tdersi ragione dei singoli problemi della polil.ica italiana e prospet– tarne le soluzioni -e insist.ere su (Juest.e e farne oggetto di assidua propa,ganda, per– ché si raffarli e si diffonda l'abito mentale di quel u concretismo 11 che, opponendosi aJ. la propaganda pa 1X>laia e alla inconsiatente mentalilà demagogica, restilu.e.ndo il senso della resppnsabilità politica, assume valore morale e educativo più alto che qualsiasi astratta esortazione. 1E vuol dire imporre quei probler.Qi, nglre perchè quelle soluz.ioni si realizzino per quanto è possibile nel giuo– co de1el opposte tendenze, anche per tal modo avvin.ntio le masse alla conquista dM loro Stato; poichè gli istituti, le forme co– st.ituizonali e giuridiche, se debbono essere a lor volta conquista delle coscienze, inJlui– soono poi su gueste in quanto, determinan– do nuovi modi <li vita, pongono una con– dizione necessaria di nuovj sviJuppi La crisi dello Stato e I problemi della vita Italiana. 14 .. N~ry è nostro compii.o parlare di pro– blemi blngoll e di soluzioni concrete. Crisi di masse, assenti finora dalla vita naziona– le e spinte dallo sc01wolgimento delJa giier– ra ad agire per un rinnovamento che i par– titi, ne.Ila pl"cdica.zione di ogni giorno, indi– cano nelle formule e nello forme esteriori· crisi, insien1e, di dirigenti, che staccati dal~ le ma-s~, !uurno fatto dello Stato un n,mico parassitano e soffocatore, la crisi dello Sta– to può risohersi soltanto opponendo aJle predicazioni demagogiche iJ concetto di un rinnovamento morale, conquista dì una di– sciplina che è •,la rngione stessa dello Stato 'e della Libertà. Con questo spirito i problemi della vita nazionale debbono essere affron– tati e risoluti. Di fronte alla Chiesa, non la. formula ne– gativa dc.I separatismo libera.lei che, volonta– riamente cieco, lascia lo Stato senza dtresa dinnan1J alla negazione cattolica de.I suo contenuto spirituale; ma l'rupplicazione ri– soluta di un giudsdb..ionalismo ugualmente loniano dall'oppressione e dal passivo disin– t.eressamento che volentieti ielimentica di applicare le stesse leggi vigenti di controllo. E contro ogni pretesa tendente a negwre la sostanza etica e educativa dello Stato, l'af– fermazione di una "libertà di educazione che sia .invece, espressione di queJla sostanza, di una libertà che nell'autonoma fonnazio– ne degli spfriti trovi iJ suo limite e la sua legge. Ma di fronte alla invadenza, dello Stato centralista. e burocratico, strumento di spe– culazione e di priviegio, la tendenza ad una libertà non soltanto estertore, ma intima, non soltanto formale, ma. connaturata oon la coscienza dei cittadini, che affermi e rea– lizzi, gradualmente, ma con salda fermezza, il liberismo doganale ed economico neces– sario a rompere i.gruppi parassit.. '1.ri e a dar più largo respiro all'agricoltura italiana a alla più gran parte cl.ella stessa i.ndustria; un re.gime federale e decentrato nel quale larghe autonomie nel campo amministrati~ vo e, in misura pur limitata, nel campo legislativo siano riconosciute ai centri na– turali di vita comunale e regionale; la com– petel\.za tecnica delle rappresentanze di ca,– tegoria, ìibera.inente elette e costituite in consigli locali e nazionali con voto delibe– rativo, da.i quali, nel caso dj conflitto costi– turionale con la Camera, possa farsi appel• lo al referendum popolare, e che· wssano inoltre secondo il grado di coecienza tecni– ca e morale delle classi hworatrici, render– le più largamente partecipi nella gestione deJle aziende produtth·e. Uno. tendenza, in– fine, -che neWa graduale conquista della li· berlà, attui in sè e negli istituti costitu1Jo– na1i dello Stato il libero reggimento repub– blicano, espressione di libertà rcalizz.a.ta ne:l– la coscienza dei cittadini :\fa, sopratutto e innanzi tutto, l'opposi– zione rigida, intransigente, assoluta ad ogni alJaTgfUilento delle mansioni Bi.alali, aJla tr– nace resistenza del vincolismo burocratico e dcll'nffflrismo che gli è naturale compagno, e che oppone con quello tutt.e lo sue forze ad ogni tentativo di soptressione; anzi, si a~grappn. tenaoo al ironco dello Statuto, • e lo costringe nei suoi v:incoli, e ne a.ggra– va la crisi Conclusione. 15. Può darsi che alcuno creda di avver– tire una contrad.diz.ione nell'interpretazione dei fatti politici che hanno dete,rminato questa crisi e nelle tendenze che riterùamo valide a risolverla.: 11 insomma, siete per lo Stato o contro lo Statoi» potrebbe chie– derci. E può sembra.re un giuoco di parole rispondere che siamo insieme per lo Stato e contro lo Stato. Ma, se si considera che la stessa parola . può signiflc&re lo Stato qual'è, monopolio \ di pochi, estrarleo, anzi nemico alle masse che vedono in e.ss o solt.a.nt ,0 1o strwnento di domi.nio dei politicanti, degli affaristi e dei burocratici, lo Sta.OC> sorroca.tore della pro– duttività naz.ionale, lo Stato esteriore delle connivenze e delle repres.sio.ni, delle corru– zioni e dej lauti profittii oppure lo Stato che diviene, in ogni cittadJno, coscienza del– la funzione storica che fn esso si adempie, o, di conseguenza, disciplina, morale e ra– gione di Jibertà, lo Stato intimamente viivo in ogni individuo e in ogni aggregato soda– le, che si fa nel loro sviluppo e si rinnova nella conquista del1a I loro libertà, principio di autonomia e di ieduoazione civile, la conLroddiizone sparisce, il giuoco di parole R.<Xjuista un significato. • Siam.o contro quello, per questo Statoi e ç auguriamo ç!le nella vita politica italia– na fli arfermi un movimento che, contro ogni van.a parvenza di 11nno\"ament.o esteriore, po.ssa ro1mar nelle masse la çoscienza del– lo Stato nazionale. conq_uistando n.ll 'ltnlia. la sua li.bertà. FEDDUCO COMANDINI GIOVANNI Ozzo i clericali e la Dalmazia ll Secolo ha raccolto alcune osservazioni sulla politica adriatica del Po.Ttito Popo– lare, che sono degne di seria considerazione. ., I popolari della Venezia Giulia - os.ser– u va il giomale milanese - si 6000 da poco u schierati apertamente oon Je associazioni 'ic patriottiche, sportive, nai..iona:Liste che o. 11 Trieste, nell'Jstria, nel Friuli, nella Dal– cc mazia, consapevoli o no, so.no stati sem- 11 pre agli ordini della propaganda dal.mati- 11 ca. Questo schiera.mento dei cattolici trie- 11 strini è pasteriorc al cong:re&SOdi Napoli, udove - particolare molto notato nella Ve• 11 ne1ja Giulia - su due mila telegra.mm.i di 11 adesione non fu data lettura se non di• 1c due: quelli provenienti, appunto da Zara 11 e Sebenico. E fu precisamente dopo il - 11 Congresso di ~apoli che don Sturzo ordi- 11 nò alle SCJ'.,ioni adniatiche del suo partito e( d.i aderire esplicitamente aJl'o.g.itazione al- '' lora allora avviata nella Venezla Giulia 11 dai partiti e dai cirooli diremo cos: i:-a- • 11 triothici, mentre fino allora i u pbpolari n 11 triestini avevano niantetruto un attegg1a- u mento riservato nella questione territoria- u le. .ed avevano anzi nicchiato pochi giorni 11 prima, qunndo cioè gli altri partiti ebbe: • 11 ro a richiedergli di unirsi a loro nella pl'lc>- 11 gettata azione di monito e di protesta, in 11 diICDa ·del patto di Londra e contro la pan- 11 elusione, che si diceva imminente, d'una uti.ntesa italo-jugoslava. A San Remo si recò ,, una deputazione d'ex irredenti adriatici u per adempiere all'incarico di scongiurare ,e in articulo mortis II la definizione del con• u fine orientale sulla base di un possibile ac• ,,corda col governo di° Belgrado: in caso e-– e'; stremo avrebeboo dovuto rimettere ai capi ,e delle Potenze alleate un indirizzo di pro– c,testa. AJla comitivÙ. composta degli on. Pi– cc tacco, Ziliotto, ecc. si aggriuns; per la pri- 1, ma volta il capo dei 11 ,popolari II triestini. e< Gli adriatici stessi, anche quelli che non ,1so.no di parte p:attolica, s·espressero cUéen– o do che ossi erano \"enutii a San Remo fl– ccdando nell'apf)Oggio del partito popolare. ccCon lai caduta di ~itti questo andrebbe al ~(Votc.t-ee toccherebbe ad esso di rea.lima.re u il patto di Londra; in.tanto conveniva che 11 la questione t,erritoriale rimanesse aperta u e si evi la.va il gualio tlelle trattative dire.t– u te con In Jugoslavia che sarebbero state t< un vero disastro 11. . Anche la Tribuna annwu.ia che il P. P. si è orientato verso il patto di Londra, e ciò ,,d'accordo con la destra. parlamenta– re n, che rappresenta ne.Ila Camera le ten– denze degli Stati )1aggriori della. guerra e delJa marina. Se ra notizia data dalla TTibtma si rea– lizzerà. essa darà grande luce sui fatti os– servati dal ecol.o. E risulterà chiaro che la èrisi del )·tinistero Nitti è stata provoca- .. ~ ta dai Popolari, d'accordo con gli Stati Mag– gjori della guerra e della manina, pe'f-iÌn– pedi1'C le trattative di Pallanza, da cui si temeva risulta&<seun compromesso adriati– co accettabile per le persone di buon senso e di buona fede. Il Corriere d'Italia è saltato su tutte le furie 'per la notizia data dalla Tribuna. et :"\on vale la pena di s.menUre - esclama, ,.

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