L'Unità - anno IX - n.5-6 - 29 gennaio-5 febbraio.1920

gliere nella massa grigia degli ultimi tletti e dei primi rifiutati. Ma poichè non si va in cerca della giusth:ia assoluta, il problema da risolvere è se il nuovo sistema. con tutte le ~me imperfezioni. non sia preferibile al siste– ma attuale, che apre le porte a tutta la man– dra degli ovts el boves. Contro questo sistema dei concorsi non vale nessuna delle difficoltà sollevate dal Pellegrini contro la proposta ge– nerica di « escludere dalle scuole pubbliche gl' indegni». Tanto più, che ridotto il numero delle scuole pubbliche - parliamo sempre delle scuole destinate al medio ceto -, i con– cor::.i non servirebbero ad escludere gli inde– gni. ma :,ervirebbero a scegliere per le scuole pubbliche { migliori, lasciando che gli altri si accomodino nelle scuole private, sah-o l'ob– bligo di venire a prendere nelle_ scuole pub– bliche i diplomi finali aventi valore legale, e salvo il diritto a provarsi nei concorsi an– nuali, per entrare nella scuola pubblica, esclu– dendone uno dei più fiacchi, che andrà alla sua volta a provvedersi presso le scuole private. Nè è detto che a queste ultime non debbano accorrere anche alunni di valore superiore alla media, attrattivi dalla loro buona fama, dal colore politico degl' insegnanti, dalla como– dità della sede, da altre considerazioni, in chi lo Stato non deve avere nulla da ve– dere. Quanto ·al conttollo su alunni e insegnanti, che secondo il Pellegrini non sarebbe reso più agevole dal diminuito numero delle scuole pU:bbliche, sembra a noi che 11 Pellegrini non abbia visto chiaro quello che è un altro prin– cipi0 del nostro programma, e la cui realiz– zazione, combinata col sistema dei. concorsi di ammissione, farebbe gli i,ueg11anliço1111·01/ori gli ,mi degli altri. Noi chiediamo che si smetta il sistema attuale d 1 esami, in cui gli alunni sono t:saminati dall'iHsegnante che li ha istruiti e ::he giudica così la sua ~tessa opera - l'ap– paltatore fa anche da collaudatore -; e chie– diamo che l'alunno sia sempre esaminato e giudicato, non dall'insegnante che lo ha istruito, ma dall'insegnante che dovrebbe averlo nella sua classe; e quando si tratti di esami finali di un'istituto sia giudicato da insegnanti diversi da quelli che hanno Kl.ttole lezioni. Anche que– sto non sarà un sistema degno degli angeli dèl paradiso: ma sarà meglio del gioco di sca– ricabarile, che fanno oggi gl' insegnanti, nel quale )'insegnante bestia o peggio non trova mai sulla strada un collega che Sii dica: alto là, questo tuo alunno, asino come te, io nella tcuola mia non lo voglio, perchè dcli' ammis– sione sarei responsabile io, e il peso morto della sua incapacità dovrei sopportarlo io. La scuola privata oggi è uh mostro, d'ac– cordo. Quando il Governo moltiplica senza nessun limite le scuole pubbliche. e concede agevolazioni scandalose negli studi e negli e– sami ai suoi alunni, chi volete che vada alle scuole private? I bocciati, aozi gli ultra boc– ciati! E ci meravigliamo chC le scuoi~ pri– vate siano peggiori delle scuole pubbliche? Come volete che nella corsa al ribasso, che le scuole pubbliche fanno alle scuole private, qu~:,te non perdano tutta la clientela 1 salvo la più disgraziata? Quale famiglia, con tanto abuso dei passaggi senza esami a vantaggio degli alunni pubblici. preferirà esporre il suo ragazzo all'esame di fine d'anno nella scuola pubblica 1 anche se abbia a &ua disposizione una buona scuola. privata? La scuola privata - continua il Pelle– grini - costretta dal monopolio degli esami, dovrà modellarsi sulla scuola pubblica. - Do– vrà .~ - Perchè? Ecco un' affermazione gra• tuita. Chi impedirà ad un insegnante privato, che se ne senta Ja capacità, di modificare i programmi e gli orari delle singole classi del ·ginnasio, salvo a presentare gli alunni alla licenza ginnasiale, pen:hè diano prova dei re– sultati dell'insegnamento fatto con programmi ed orari. cioè con metodi diversi, da quelli delle scuole pubbliche? I clericali ci ringrazieranno del regalo, in– sis1e il Pellegrini. - I clericali. Ecco il babau. Prima di risolvere un problema, noi dobbiamo domandare se la nostra soluzione farà pia– cere o dispiacere ai clericali 1 e abbracciare sem– pre la soluzione che fa dispiacere! Ebbene 1 si rassicuri il nostro amico. I cle– ricali il nostro sistema non lo accettano. Per– ,chè quel che essi vogliono è : 1. rompere L'UNITA il monopolio degli esami, ottenendo il va– lore legale per i titoli delle SClJolepri\'ate o per lo meno introducendo gl' insegnanti pri– vati nelle commissioni di e~ame; 2. fare sus• sidiare dal Governo le scuole private; 3. la• sciare che le scuo 1 e di Stato \'adano a rotta di collo, affinchè le scuole private. sussidiate dallo Stato, e rappresentate dai loro inscgnan• ti nelle commissioni di esame, possano bat– tere le scuole pubbliche nella concorrenza. I1 nostro programma è proprio l' opposto cli questo: ed è programma di azione posi– tiva. Della conservazione del sistema attuale, data la crescente ~fiducia e ostilità delle fa. mlglie, di questa si che i clericali avrebbero motivo di ringraziarci. La scuola di Stato - osserva il no:;tro amico - sarebbe inreriore alle scuole pri\·ate per 1rnmerodi alunni, cioè sarebbe d_ebolenella concorrenza. - Come se la forza o la debo– lezza, in queste faccende, si debbano misurare dal numero degli a 1 unni am:ichè dalla l:10~1tà dei rcsultati ! · Nè i respinti .dalle scuole pubbliche sareb– bero «strozzati», potendo e!,si rivolgersi alle scuole private. N~ !;alto prer.zo dell'! scuole private destù,ale a! medio ulo sarebbe un danno: ma limiterebbe la pletora degli spostati, men– tre le scuole pubbliche colle loro borse di stu– dio, cli cui !>i dovrebhe fare larghissimo uso, aprirebbero la via degli studi a tutti gli a• luoni, verammle intelligenli e perdò vùuiWri tui co,uorsi, provenienti da famiglie disagiate. Conclusione. - La radice di tutti i mali è sempre un difetto nella coscienza morale del paese, che soffre di quei mali. E se si riescisse a guarire quel difetto, tutto andrebbe nel miglior modo possibile nel migliore dei mondi possibile. Ma questo non vuol dire che anche le istituzioni non abbiano la loro parte nell'alimentare o per~ petuare certi difetti morali. D'altra parte le riforme della coscienza sono affare lungo, che è più facile invoçare che realizzare. Mentre le; riforme delle istituzioni sono ... possibili. Fac– cian10, dunque, quel che possiamo fare, ~enza pretendere risultati straordinari, ma cercando di limitare il male e sviluppare il bene più che si può. Aspettare, invece, che il rimedio veoga dalla riforma delia coscenza, è non far nulla per combattere immediatamente il male. Anche questa è - intendiamoci - una solu• zione : il nirvana è per i buddisti la massima delle felicità; ma chi va in cerca del nirvana non si occupa di ... politica : la quale' è trat– tamento e soluzione di problemi immediati. Del· resto, anche il Pellegrini, dopo ave1e sostenuto che, piuttosto che mutare gli ordi– namenti scolastici 1 occorre « agevolare in tutti la formazione e lo sviluppo di una più seria concezione deU3. vita, cioè alimentare in essi il senso della responsabilità », finisce coll' af– fermare c.he occorre la riforma delle univer– sità per dare insegnanti più adatti di quelli d'oggi: perchè la scuola è fatta per nove de– cimi dall'insegnante. Ed ha ragione. Ma per• chè anche per chiedere la riforma dcli' uni– versità, non aspetta che sia prima. formata e sviluppata una più seria concezione della vita, essendoci la quale anche la riforma delle uni• versità verrebbe da sè? Questa riforma - senza dubbio necessa– ria e urgente - il Pellegrini vuole che consista nel permettere, a ogmmo che si sente in grado, di insegnare e studiarP., abolendo rattedre, lauree, titoli! ogni cosa. E ~erto se ci fosse in tutti quella seria concezione della vita e quel senso della responsabilità, con cui il mondo sarebbe assai migliore di quello che è, la so– luzione sarebbe perfetta. Ma come non vedere quel che succederebbe, se nell'Università o– gnuno çhe si sentisse i11 grado potesse insegnare, avendone i mezzi dallo Stato, senza render ~onte a nessuno della propria capacità reale? Perchè renderne conto al « popolo t è rendere conto a nessuno! Con questo non diciamo che in fondo al pensiero del Pellegrini non ci sia una gran dose di verità : bisogna lasciare che i giovani studino liberamente, con gli in~gnanti da loro scelti, le materie da loro preferite ; bisogna farla finita con gli attuali ordinamenti uni– versitari, che soffocano gli studenti sotto la catena dei corsi obbligatori eguali quasi tutti per tutti; e bisogna togliere agl'inscgnanti. uni'• ver · •1.ri - come a tutti gl'insegnanti di tutte le scuole - il diritto di dare essi agli alunni da essi stessi istruiti 1 i djplomi professionali: bibogna anche qui smetterla col sistema, che unisce nella ste~sa persona I' appaltatore e il collaudatore, e cioè istiluùe gli esami di Sia/o. ita anche questa è una ritorma di ordi– namenti, a promuo\·er la quale non possiamo agpettarc che pri1i1a sia sorto in tutti il sen-o della responsabilità: anzi la desideriamo ap– punto pcrchè fa\'orirebbe il sorgere di questo senso di responsabilità, soffocato oggi dai no– stri ordinamenti uni\'ersitari. g. s. ' Cronaci;i della Lega Il 'Convegno Nazionale Ad iniziati\'a della I.eg: a Democratica per n· Rinnovamento della Politica Nazionale, 11el– la seconda 1uùulici11adi mar::o a\'Tà. luogo in Roma un convegno tra uomini di diverse tendenze, i quali, insoddisfatti dei p:.rtiti esistenti, avvertono la aeccessltà di una or• ganizzazione e di una azione politica nuova, rigidamente definita nei principii e nella con– d0tta. Compito principale delle discuJsioni sarà la formulazione di un programma politico. Prossimamente verranno resi noti i tre giorni fis!klti per lo svolgimento del com·egno. e, nella forma definitiva, i temi di discussione e i nomi dei singoli relatori. Le relazioni saranno pubblicate prima del congresso su «L'Unità» e su .: Volontà• e distribuite in fascicolo a tutti gli aderenti. Le adesioni ed ogni comunica– zione si ricevono presso la sede del Comitato Ordinatore del congresso per il rinnovamento nazionale (Roma, Via Ili Novembre 154). •Per faèilitare al Comitato Ordinatore il lavoro di preparazmne si raccomanda di in– viare le adesioni con la massima sollecitudi– ne, e si invit~no i soci a comunicare al più presto i nomi di quanti, non appartenenti alla Lega 1 desiderano intervenile· È da augurarsi che a questo appello ri– spondano quanti con animo schietto intendono al rinnovamento della nostra vita politica, e che ne risulti una discussione scevra di pre• concetti e di limitazioni, guidata dal solo proposito di chiarire onestamente le posizi~oni reciproche, per rc1ggiungere un accordo sin• cero e completo. • li Comi/alo Ordina/ore F. C0i\U\Nl>lNI • E. DALL'OLIO - G. D'ALOIA G. MORSO - G. Ozzo - C. PADOV 0 ANJ M. RUBINI - V. TORRACA. Temi probabili per il Congresso. 1. 0 Lo Staio e iprohlemi della poliliCa inlel'lla: a) la crisi dello Stato italian~ /J) lo Stato e i problemi dell'educazione ç) la riforma dell'amministrazione d) politica finanziaria e tributaria e) trattati di commercio e politica do• ganale /) l'agricoltura e il problema della terra g) lo Stato come gestore dei pubblici servizi /J) ricoooscimento dei sindacati e lo.o funzioni nella produzio,1e i) legislazione sociale I) i problemi delle terre liberate e redente. 2.<J Problemi di poliliCa es/era a) trattati di pace b) politica coloniale cd emigrazione. 3. 0 Orga11izzau"o11e e au"o,1epolilièa. Il Gruppo di Torino 11 problema a/luale, che ci ha preoccu– pati a Torino, appena superata l'esperienza elettorale, è stata la preparazione culturale dei giovani e la formazione rapida di un buon gruppo di propagandisti. Iniziammo nel dicembre scorso una sçuo/a di educazione politica. Volevamo che fosse 23 scuola, ossia lavoro organico e continuo di formazione spirituale. Ogni accademismo do– veva essere evitato. Bisognava ottenere vera c~municazione di vita e partecipazione di at• tività. >Jon un maestro ed alcuni scolari, ma collaboratori vivi, legati da omogeneità e in• timità. Una dozzina di giovani che lavorar sero insieme per giungere a nsultati comuni. Uno solo che guidasse la discussione per evi– tare gli smarrimenti e le discontinuità 1 ma nessuno inerte e passivo. Assoluta tocpera- · zione e non dilettantismo di individu'.. . Dovèmmo accontentarci per la manc&nza di locali e l 1 csiguità di clementi preparati. di in:ziare una scuola sola 1 che fu fatta in via XX settembre, 6o (presso Energie Nuove). li pro_gramma doveva essere e~senzialmen - te : conoscere e commentare la nostra di– chiarazione di principi, polemizzare coi vari progr:unmi di partiti politici, discutere ampia– mente ( problemi politici essenziali. Intanto mettere a disposizione dei partecipanti un buon numero di opere fondamentali per la trattazione delle varie questioni, in modo che l'azione, di propaganda perdurasse, dopo la di– scussione, nelle meditazioni e nello studio di ognuno. Questo lavoro fu cempiuto in due mesi at– traverso una ventina cli discussioni. 1. 2. Che cosa vogliamo (Chiarimenti e commenti). 3. Partito· popolare e mentalità cattolil a (Piero Gobelli) 4. Stato e Chiesa per i cattolici (p. g.) 5. Il partito socialbta (p. g.) 6. La socializzazione (p. g.) 7: Nazionalisti - QueJ>tioni coloniali (Contradittorio F. Sturaci e P. Gobetti) 8. Gruppi democratici, radicali, liberali di fronte agli Unitari (p. g.) 9. Problemi costituzionali (p. g.) 10. La riforma i burocratica (M. Mar..:hcsini) 11. La società delle nazioni (p. g.) 12. La terra ai contadini {D. Ascoli) 13. Protezionismo e liberismo (E. Ravera) r4. Il problema del Mezzogiorno (G. Stolfi) 15. La questione della scuola (p. g.) 16. Le opere pie e lo Stato (D. Iona) 1 i• L'esercito 18. 1 problemi del lavoro (M. A. Levi) (p. g.) I primi risultati sono ottimi. Anzi tutto i giovani, che hanno partecipato alle discu~– sioni, s. no ora aderenti alla l!ga nostra. Mol• te delle discussioni sui vari problemi sono state scritte dai singoli relatori e verranno pubblicati in giornali amici e simpath:zanti. Infine, e questa è la prova più chiara del– l' efficacia del!' opera svolta, si incominceranno in febbraio quattro nuove scuole condotte coi medesimi criteri dai giovani che hanno par– tecipato al primo corso. La prima sarà fatta da M. A. Le,•I e da D. Iena in via Michelangiolo I I ; la seconda da P. Fillak e eia E. Revera, in via Palestro 1 ; la terza ancora da P. Gobetti in via XX settembre 00. (Presso quest'ultimo si rivolgano gli unitari torinesi che in qualunque modo intendano partecipa1e al lavoro); )a quarta scuola femminile in via Madama Cristina 9 dalle sig.ne l\1archesini. Per questa via, che proponiamo aKli amici unitari delle altre ci{tà, non dovrebbe <tSSe1e difficile in qualche mese ottenere una cin– quantina di giovani preparati a svolgere un'a• zione pratica profioua. I Abbonatevi subito: la forza di I un giornale settimana/e 'è tutta negli abbonamenti :: :: -:: :: :: :: .,,ic GLI' AB B ON ATI, che desiderano un cambiamento d'indirizzo, DEBBONO ac- compagnare la domanda con TRENTA CENTESIMI per la spesa di stempa della fa- scetta. "" .,,ic .,,ic .,,ic .,,ic .,,ic ""

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