L'Unità - anno IX - n.3 - 15 gennaio 1920

>i lJ\ ,,r•:1 , , ,,, 1.1pt1\ •JJ!\ lJ!>'.'-, problemi della vita italiana Direllore: GAETANO SALVEMINI.,. Direzione e Amministrazione: Firenze, Via S. Zanobi, 11. 64 •• Abbonamento ordinario annuo l. IO, semestrale L. 5.25 per il Regno: Annuo per l'estero l. 15 .,. Sostenitore annuo L. 30, semestrale L. 15 .,. Un numero separato ceut. 20 .,. Si pubblica /I Sabato a ROMA e a FIRENZE.,. C. C. con la posta. Anno IX .clC N. 3 <M 15 Gennaio 1920 SOMMARIO: Un UMnte colcn,.dlo. - La ,uutra!i1:a:io11e ikll'Adr,abà,, L'Cl'..,TÀ. -- Pr1crianl /JuroacJici. - S.-uola e u,rattcr,, GiOVA"IZ-1 .t\',s.uoo. - Fra i J,,c litiganti, t• •· - Si11l,uni. - La Camu,, J: C",,,_ mcrdo d.i lteJKf'o e le tar,§e tJ.,ga,wb". - Il baualà as1«.laUJ. - Il con1.:cpo re11ualc. - Cronaca <Ulla Ur.1. Col primo ,mmero di ques(a,mo l' am– minish·a;_ione della rù 1 ista /1 Unità è staia assunta dalla Società Anonima Editrice '' LaVoce " (Trinità del Monti, 18, Roma, 6) m,mtre la proprielà e la dire;ione reslano sempre i,zterameute di:ll'on. prof. Gaetano Sall'emiui. Dai 1" .febbraio perdo, /111/igli ab– bonamenti e cio che ,·iguarda ùi ge11erale i' ammiuistra1r'o11eJla diretto alla • Voce •. Coloro che avendo occasione di sc,·i11ere al direttore dovessero .fan! comm,icajiom· ammi11istratù 1 e sono pri?l(ati di farlo iu foglio a parte Gli amici dt!.II' l ~nitJ. compreudouo bene da questo a11mm;io che uou de,,e cessare in loro quella fedeltà ammi11istrativa con la quale fin ora ha,iuo sorretto la riJJi– sla; la /or lima della quale è sempre ajfi– data alla loro b11011a 1•01011/ti ,d alla loro propaganda. Questo anno si presta an;i si11golarme11teper la dijf11sio11e delle idee che la rù•ista ha sostenuto e coutùmera a so.,ftt11e1·e. La dfre-;ione conia per ques/o semfr\t ~"!l'appoggio e s,!l consenso dei suo, a,mcz. I.aSocietà A11011ima Editrice«: La Voce», a.'iStm1eudo la geslio11ea,,1111i11islraliva della ri,·ista, darà le seg11e11ti .facilita;ioni ai 11os1,-i abbonati: i'' Ribasso del I o" 1 0 su tulle le pro– pril! e,iijio11i il!-(lt abbo,m/i i11 regola con il paffameuto; 2" hwio !(ra/ls deifo rir•isla l' C'nità opp11re della ril'ista l'Educazione :-.;azio– nale (direi/a da G LOMIIARDO RADICL) a chiunque comprerà i111111 auuo f_i,·e due– cento di libri presso l' lslil11to Biblio– gn,.fico ltalia110, !{estito dalla Società Anonima Editrice • La Voce •. Un tenente colonnello che C03ta caro, è il signor Zaffuto cav. Ger• lando, del quale tJ dott. Carlo Graziosi scrive sulla Rassecna Popolme: « Per il servizio veterinario di 125 qua• drupedi di questo Presidio Militare di Nettuno ~ stato testè comandato il Tenente Colonnello Veterinario Zaffuto cav. Gerlando, pen!i.ionato, già Capo del Sen•izio Vct. del Corpo d'Armata di Roma, il quale viene a percepire i seguenti as-segni : Stipendio netto . . L. Caro viveri . . . . » Indennità di soggiorno • 640,90 91,01 819,91 Totale L. 1550 1 92 « L'indennità di ~ggiomo viene ridotta d1 un terzo dopo I primi trenta giorni fino ai qo; della metà dopo i ()O giorni per tutto il tempo che rimarrà « comandato "'· « li sottoscritto, Capitano veterinario in congedo, appena smobilitato, propose alle com• petenti autorità di riavere la Direzione del• J' Infermeria ca,•alli pre!<tldlaria di Nettuno che aveva tenuto per dodici anni in qualità di Ufficiale ,·et. richi ..mato in scroi':iò un;a as• sr;.;111: In tale condizione il sotto:.tCr,ttosarebbe venuto a percepire i ~eguenti a~~"sni : Stipendio . . L. 000,00 Indennità di Pre~idlo. . . » 68,26 » » servizio speciale » 22 1 i6 » Scuola » n.76 Totale L. 1t3,j8 • )la Ia prvpo~ta n.:m ,enne accettata». Laneutralizzazione dell'Adriatico Secondo 1 giornali del 10 gennaio, si tro– "ano a contrasto. nelle trattative di questi giorni per la soluzione del problema adriatico, per la parte militare del problema, tre pro• po~te: a) la neutralizzazione della costa slava, da Fiume al confine dell'Albania, senza ecce• zlonc, nè per porti nè per isole; b) la neutralizzazione limitata a quei porti che possono essere fortificati e che sono o possono diventare basi navali: quindi Sebe– nico e Cattaro entrerebbero in questo criterio, mentre i porti dalle spiaggie esclusivamente commerciali potrebbero e~re lasciati liberi dalla ser,•itù della neutralizzazione; e) la neutralizzazione di tutte le coste, italiane e slave, dell1Adriatico, :salvo la im– bocc,1tura (Brindisi, Vallona), che cor.tinue– rebbe ad essere armata dall'Italia: la quale soluzione farebbe dell'Adriatico un golfo esclu– sivamente commercìale, di cui l'Italia terrebbe le pone c,,ntro la im·asione di qualunque flotta extra adriatica. Delle tre soluzioni, la seconda deve essere o:.tlnatamente rifiutata: perchè la neutralizza– zione dei soli porti. che tradizionalmente sono con,idcrati come basi navali, non toglie alla Ju• goslavla che la possibilità di avere delle drcad,umgltts. )fa queste hanno fatto il loro tempo per tutti. Nella guerra navale mOOcr• na, quello _checonta è il piccolo naviglio leg• gero e sottomarino : e per questo basta anche un porto commerciale. La neutral zzazione della sola costa slava rappre:,enterebbe una servitù unilaterale, di cui gli slavi avrebbero motivo di essere offesi e scontenti. La neutralizzazione dcli' Intero Adriatico a \'rebbe le seguenti conseguenze: 1. toglierebbe agli Slavi ogni motivo di -.entirsi scontenti per una ineguaglianza offen– siva di trattamento; 1. interdircbht l'nuesso oll'Adriattco a qua• /, nq,u jlolla mi/tiare di qualu11quePotm:a; 3. toglierebbe bensì ali' Italia il diritto di tenere arsenali e armi nell'Adriatico, ma di questo diritto l'Italia non saprebbe che farsene, finchè la costa sla"a rimanesse disar– mata; 4. lascerebbe sempre ali' Italia il domi– nio assoluto dcli' Adriatico, perohè l'Italia po· trebbe chiuderne con le sue flotte la entrata e la uscita, a chiunque, beninteso, non avesse flotte più potenti. Il giorno, in cui il patto di neutralitzaz.ione fosse violato dagli Slavi, l'Italia armerebbe anch'e!-!,3. le sue basi navali nel!' Interno del• l'Adriatico. E a questo -.copo, come garenzia per una eventualità di que:,1O genere, l'Italia de"e ottenere la cessione d1 qualche adatta Isola foranea nel medio Adriatico, per correg– gere l'a,soluta inferiontà delle sue coMe. Questa soluzione, che noi del\' Oiuìà ab– biamo sempre propugnata, è stata accolta nel programma del • Gruppo parlamentare del Rin– no\'an.ento •· :\la la propaganda della Consul– ta, degli Stati ).laggiMi, della Dante Alighieri, della Trento e ·Tribte, e di tutte le altre bti– tulioni nazionaliste, che da cinque anni impe– blano l'Italia, ha sempre ignorato questo pro– blema \'itale per l'Italia. li programma ufficiale governativo italiano è ~tato fino a ieri quello del Trattato di Lon• dra: una parte della Dalmazia continentale e u· a parte delle isole ali' Italia, e la neutra– lizz.azitne della restante co:,ta slava. lJ pro- gramma ufficioso, invece, era quello della con• quista di tutta la CO!>ta orientale dell'Adriatico, o per lo meno della :palmazla da Zara alla foce del Narenta. La s.Jluzione, che con,iste nella occupa– gione di tutta l.1. costa orientale adriatica, ri– solverebbe senza dubbio a fondo il problema navale dell'Adriatico. Il problema anzi sarebbe addirittura soppresso. Ma ipsofiuto sorgerebbe per I' Italia un nuovo formidabile problema : q,ullo d, difendere al di là del/' Arlrinlico la lu,t• ghWi11111 fro11/ùra terrestre di ,m ats,, che ci darcblu mùwni contingmti di ln.u. Roma, avendo occupata la costa dalmata per assicurare il commercio adriatico contro i pirati, dovè occupare il retroterra, fino al Danubio, per assicurare la Dalmazia. Quando gli Slavi occuparono il bacino della Sava, anche la Dal.nazia fu perduta per l'Impero. I veneziani, che occuparono la costa, fu– rono lungamente turbati nel loro possesso da slavi, magiari e turchi. E I' Al.Uitria, padrona della Dalmazia, dO\·è anch'essa occupare la Bosnia. Chi ha voluto far credere al nostro paese che con.la conquista della Dalmazia si risolve il pro• blema marittimo dell'Adriatico, ha dovuto na• scondcre che in realtà se ne suscita un altro, e gravissimo, di difesa tc:rrestre, « gravando le spalle delle generazioni future di uno sforzo im– mane, costringendo l'Italia a un apparecchio gi• gantesc.:o di forze di terra» (colonnello Barone, nel Giorm,le tl'Itali'a, 30 dlc. 1914). In caso di guerra fra noi e la Jugoslavia, e in generale fra noi e qualunque Stato, che !:litrovasse nel retroterra di una Dalmazia lta– li:rna, è chiaro che l'Italia dovrebbe pensare sopratutto a difendere per terra I suoi centri vitali del nord, sulla barriera alpina, siste– mata grazie a questa guerra con la conquista del Trentino e della Venezia Giulia. Là. po· tremo attendere alla concentrazione delle ner stre forzi!, - giacchè questo è in sostanza il valore e la funzione delle linee di confine. Ora quale nostro stratega potr.\ isolare un esercito sulla striscia litoranea della Dalmazia, a rido~so delle Alpi Dinariche : un esercito unito alla patria solo dalle comunicazioni ma• rittime, per quanto sicure? Quante e quali forze preziose distoglierebbe questo fronte alla dife:.a cs.:,enziale del territorio? Quale enorme flotta mercantile non sarebbe necessario immo• bilizzare per i rifornimenti nell'Adriatico, che sarebbe ben più necessaria per usi più vitali? E quali probabilità di utile movimento di forze in co-.ì stretta lingua di terra? Non douem1.1 dunque abbandonarla senz'altro? O il buon senso si è perduto del tutto m questa guerra, O posud~re la terraferma dalmata s,1rc66t urtam,ntt ptr l'Italia., dal pu11totlt':•istomilitare, unadcbolc::a f1111estc1 de.IlaflOStradifisa terrùori'ale. Che se l'Italia non a\·ess~ tutta la costa orientale, ma allo Stato dell'altra sponda ri– manesse il territorio dal Naroota ad Antivarl. o il territorio da Traù ad Antivari, abbando– nato dal Trattato di Londra, allora la fron– tiera, che noi donemmo difendere, sarebbe senza dubbio più breve, e quindi minore lo sforzo terreJ;tre neces-.ario; ma allora occor– rerebbe proteggere contro le forze marittime sla\'e non solo le coste italiane, ma anche le comunicazioni con l'esercito distaccato in Dal– mazia : cioè dovremmo. fare nell' Adriatico uno sforzo assai maggiore di quello che sa• rebbe nece .. arlo alla ~mplice protezione delle coste italiane ! Insomma, il programma di conquistare tutte le coste dcli' Adriatico sorprime bensì il pro• blema navale 11ell'inter110 dt!l'Adriati'co, purchè l'Italia sia In grado di impedire l' lngresiD di questo mare a qualunque flotta proveniente dal di fuori ; ma crea un enorme p,·oélr,11,1 I/i d,fua terra/re. E Il possesso di una parte ~la delle coste continentali limita bensì il problema terrestre, ma in compen90 lascia in piedi anzi aggrava Il problema navale. 11 problema militare dell'Adriatico, l'ltalia non può risolverlo se non con la neutralizza– zione totale. Gli autori del Trattato di Londra eùbero un barlume di intelligenza, allorchè si avvlderu che la neutralizzazione poteva servire all' Itct– lia. :\la, spezzata in due la Dalmazia. impo• sero la neutraliv.azione della sola parte che abbandonavano agli Slavi. E non si avvidero che o la neutralizzazioae sarà rispettata e allor.t non è Il caso di occupare una parte della Dalmazia; o non si può ... redere ;,, -:.·ia tlS· so/u/a che sarà &empre rispettata ed t· evidente che può sempre essere \'iulata - e per questa e\·entualità è uule non trer varsi impegnati !;ulla terraferma dalmata, e CO"itretti a un enorme impiego di na\·iglio comme. clale e militare per assicurare i rifor• nimenti alle forze abbandonate al di là dcL mare; ma la prudenza più elementare cunslglia, di limitarsi a prendere nelle isole foranee quelle sole b'asl, che sieno necessarie a sor• vegliare la costa nemica e a reprimere ogni tentativo di aggressione. Per hnire, non suà in.>pportuno ricordare in qudl\ui diventi modi l'ammiraglio Thaon dì Revel ha rl-.oluto il problema militare del,'A· driatico. Nel Trattato di Londra l'ha risolut, prendendosi una parte dalla Dalma1.la, Nclln prefazione ad un opuscolo del com:rndaote Roncagli, pubblicato nell'estate del H)18, lo ha risolto domandando per l'Italia tutte le coste orientali dcli' Adriatico. In una lnter\'i• sta concess.t. alla Tribuna nel dicembre del 1918, ha fatto distinzione fra il possesso dcli' lstria e e il dominio della costa dalmata. La serietà tecnica di certi militari di professi ,ne è fatta tutta d1 questa lega ! Pescicani burocratici Mentre è ,;ul tappeto il problema della ri– forma della pubblica amministrazione, nel Mi– nistero cli Grazia e Giustizia, sen1.a ne!'>!tuna ra~ione di scr\·izio, alla chetichella, è statcJ va– rato un nuovo organico, creando nientemeno un nuovo direttore g~nerale e ouo nuovi po• sti di capi,divislonc cd equiparati, sopprimendo vice\ersa arbritariamentc cinque posti di se• gretario'. CicJ nJturalmente ha 1>0rtato di con• seguen?.a la promozione di tutti i funzivnari del :\linistcro al grado superiore, con un aumento individuale di mille e d1 duemila lire a te~ta, senza contare le altre milleduecento t:he sono state conces:-ie a tutti i ftrnzionati dello Stat,, dal decreto del 19 giugno r919. 1n altri termini, il personale ammrninistra. tivo del Ministero di Grazia e Giustizia in quindici giorni ha aumentato ti proprio \ti• pendio di oltre duemila lire. La "iproporzione dd gradi nel Minbtero di Grazia e Giustizia ha raggiunto questo colmo: 94 funzionari fra segretari, primi segretari e capi sczlonc't e 38 fra direttori generali (4 vire direttori generali, 3 capi divisione, e i-1pet– tori 31) ! E tutto ciò si è osato clandestinamente con un sibillino articolo nel decreto 27 fcbbrJio u. s. '!oUI riordmamento delle cancellerie giudiziarie.

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