L'Unità - anno VIII - n.47 - 20 novembre 1919

Un esempio di coerenza .Fnmcesco &ve,·,: direi/ore della Scuola di ap– plicasiOn, di Padova, consigliere regionale per ,I Vendo della « Lega democratica per il rin1UJVQ– "'l"lo della poliliea '1a=ùmale », pubblicaml Rin• nova mento di Arez:o la seguente lei/era, che siamo /,'e/i di riprodurre come docummto di alla coscienza poliui:a e di ro~rmle dignità. Arezzo, 26 ottobre 1919. Cari amici del Rinnovamento, Desidero di ring, aziare i comba~tenti, i so– cialisti unionisti ed il Fascio della Nuova Italia, che mi avevano offerto la candidatura, ed esprimo pubblicamente la mia gratitudine per le molteplici, amichevoli attestazioni di stima, di quanti insistettero perchè io l'accettassi. Voi sapete che i concetti che mi hanno guidato in questa fase preparatoria della cam– pagna elettorale sono essenzialmente questi: Riunire le forze politiche di sinistra, che, riaffermando le ragioni ideali del nostro inter• vento e opponendosi alle manovre tendenti a creare nel Paese la psicologia della disfatta, consentissero in un programma di audaci ri– f?rme e di ri!;anamcnto della nostra vita pub• blica, tuttora infetta dal giolittismo e dalla sua reincarnazione nittiana. In ciò sopratutto doveva e deve consistese la valor;zzazione della no3tra vittoria: nel di– stacco da ogni pavida tradizione conservatrice, anche se ammantata di ipocriti drappeggi de– mocratici, e nel restituire onore alla probità, alla dirittura del carattere, al coraggio sincero delle proprie opinioni; in una parola all'onest..1. politica, della quale il turpe confusionismo giolittiano ha devaJtato la nazione ed il senso, cosicchè l'onestà vien derisa cinicamente come ingenuità, e t'astuzià volpina, l'arte di tenersi in equilibrio fra opposte correnti, colle blan– dizie e cogl' inganni, l'arte di nasconder. sotto la parvenza degl' interessi generali, gl'interessi di persone o di ceti o di classi, vengono am– mirate come la quintessenza dcli' abilità per l'uomo politico o per Puomo di Stato. E sapete che questi concetti furono ... tra– dotti in un programma, che la coalizione cosi– detta democratica non farà mai suo. ed i cui capisaldi erano: costituente, nazione annata, liberisf\10 doganale, maggiore valorizzazione della terra, imposte progressive sul reddito e sul patrimonio con aliquote altissime fino al– l'espropriazione, per le maggiori ricchezze; confisca dei sopraprofitti di guerra: politica estera ispirata a quei sentimenti di democrazia e di giustizia internazionale, che avrebbero do– vuto trionfare nei trattati di Pace e revisione dei trattati medesimi; lotta contro la coalizione p 1 utocratico-governativa e contro ogni forma di continuazione della tradizione giolittiana. Circostanze varie, che voi avete già indi– cato con tutta chiarezza nelle cronache elet– tora·li, hanno impedito che si realizzassero le condizioni eh' io ritenevo indispensabili per accettare la candidatura. Mi permetto di ripe– tere col Carducci: « come volevo non potei 1 come potevo non volli ». Desidero ora di aggiungere una preghiera rivolta pubblicamente ai miei amici socialisti unionisti, i quali hanno deliberato l 1 ao:;tensione: ed è ch\u~si vogliano convincersi a riversare i loro voti sulla lista repubblicana, che rappre– senta princ!pi più \'icini alle nostre idealità. Si convincano gli amici che, come affermai a Sierla nel convegno del '17, l'astensione, in ultima analisi, non sarebbe che un servizio reso alla lista plutocratico-governativa. E spero che quei sinceri democratici, i quali in buona fede si lasciano adescare dagli orpelli radicali e radicaloidi della lista governati\'a, ;prirànno in. tempo gli occhi. Che razza di democrazia è mai quella che ospita nel suo seno i saltimbanchi dela politica; i rappresentanti. dei tru.rls industriali, che s'impongono allo Stato e Io soffocano a tutto danno dei lavoratori e dei consumatori, Impedendogli una politica eco– nomica e una politica doganale, la qu.tle per• metta sul serio l'accrescimento della produzione agricola e lo sviluppo dèlle industrie non pa– rassitarie? Che razza di democrazia è mai quella di Nitti che dopo tante belle promesse tribu– tarie, comincia coll'applicare una tassa sopra un consumo popolare (il vino), e di fronte alla minaccia degli industriali, rinfodera il progetto L'UNITA per l'imposta pro~ressiva !,Ui r~dditi e sui pa– trimoni e pel prestito forzoso 1 e ne fa ora an– nunciare un altro pili mite e un prestito \'0- lontario al 3 1/2 per cento: rinunciando alfa nominatività dei titoli industriali, che solo po– teva garanti:-e le frodi dei pescicani per sfug– gire al pagamento dell'irupost;? E se l'imposta è più mite verso le grosse fortune, chi pagherà se non i poveri cristi, che la democrazia radi– cale vorrebbe tirar dietro di sè? Che razza di democrazia è mai quella che invece di avviare il paese \'Crso il liberi~mo doganale, comincia coll'accrescere le tariffe e col proibire l'impor– tazione delle macchine agricole e degli aratri (oh I ironia della sorte: doveva proprio esser l'aratro il simbolo di un rappresentante del- 1' llva I), in attesa che l'Uva abbia trasformati i suoi impianti? E che intanto fa languire sempre di più l 1 agricoltura e diminuir la pro– duzione inattesa che l'industria siderurgica possa realizzare nuovi forti guadagni sulla pelle del consumatore? 231 Questi :sono i prob!emi a cui bi~gna guar– dare: altro che sventolar bandieroni democra– tici, sotto l'egida di una sea1 occulta, che lascia poi i !,UJi adepti liberi di praticare i! loro anticlericalim10 tirando !e sottane ai preti, e magari biascicando rosari nelle case dei con· tadini, senza convinzione religiosa 1 ma solo per amore della medaglietta! Gradite, cari amici, i miei cordiali saluti e i sensi della mia affettuosa gratitudine. Pror. FRANCESCO SEVERI. La riforma delConsiglio Superiore d lLavoro Fra i mille programmi di rinnovamerito dei nostri i:.tituti 1>0litici,che pullulano in questi mesi. accanto a progetti vaghi e imprecisi, ri– spondenti ad a!>pirazioni sentimentali indistin– te, è stato presentato un progetto corlcreto, completo, pur con le sue volute lacune, il quale risponde a correnti d'interessi ben de– finite e notevoli. I due progetti pri!sentati recentemente nelle adunanze della Confederazione Generale del Lavoro e della Confederazione Generale d--:lle Industrie, coincidono nelle loro linee essen– ziali, forse concordate, tanto che esaminan– doli, non avremo, per brevità. che a prendere quello dèlla Confederazione del La\'oro, che è pill completo nei dettagli.· Da molti sintomi si vede, da qualche tem– po, delinearsi in Italia, un affiatamento seru_ pre più intimo tra la Confederazione Generale dcli' Industria e la Confederazione Generale del Lavoro, non tanto per intendersi :.ui mi– gliori mezzi della produzione, quanto per ot– tenere, con le loro reciproche opposte in– fluenze sullo Stato, un trattamento µrivilegiato che vada a scapito degli interessi dcli' intera nazione. Questa alleanza ha vari scopi importantis– simi, ma pur !sempre secondari, di ottenere leggi tributarie, lcgi:..lazionc sociale, assicura– zioni sociali di favore ; lo scopo vero, essen- • ziale a cui mirano gli mdustriali, cd a cui aderisce, più o meno completamente, la. rap– presentanza operaia è invece quello di imporre alla nazione tariffe doganali ultra protezioniste, che mentre artifici<,samente garantiscono gli alti prezzi' a favore degli industriali, garanti– scono altresi gli alti salari a favore degli operai. Il mezzo migliore più semplicistico e ra– pido per ottenere tale scopo è apparso alle due Confederazioni, quello di propugnare la costituzione di un parlamento del lavoro. che a\·esse potere deliberativo, facoltà completa <li legiferare. in materia di lavoro. li Consiglio Superiore del Lavoro. Il Consiglio Superiore del La\'oro, creato con legge 29 Giugno 1902, su proposta del– Pon. Zanardelli, più come un atto di politica sociale offerto dal governo, che come una vera conquista delle forze ,,ivc a favore delle quali il nuovo organismo doveva poi funzionare, è un corpo consultivo: esprime cioè pareri sulla opportunità di promulgare certe leggi di ca– rattere sociale e operaio. Può pronunciarsi sull'opportunità di accordare deroghe all'os• sen-anza di queste le;:rgi dopo che sono state promulgate dal P,lrlamento, collabora col mi– nistero alla formazione dei regolamenti. ma ()On può in nes..,un caso rendere esecutorie le sue deliberazioni. Nel consiglio attuale i membri delle cale• gorie professionali sono in minoranza, di fronte alb to\alità dei membri di cui è composto,.dci quali fan parte deputati, senatori, burocratici, studiosi 1 rappresentanti della mutualità e della. cooperazione. Un recente questionarlo proposto dal mi– nistero alle organizzazioni per consultarle pri– ma di. procedere ad una riforma del Consiglio Superiore, fissava il probi· ma in quc:-.ti punti sostanziali : 1. Quali gruppi di industrie, di COmmerci, del\ 1 agricoltur,l de\'Ono essere rappresentati nel consiglio? 2. I membri del consiglio devono essere eletti dalle organizzazioni professionali dell'una o dell'altra classe (padronale e operaia) ov,·ero direttamente dai datori di lavoro e dagli ope- e rai inscrilti in appoiite liste elettorali distinte per classi? 3. Quali nuovi poteri e quali nuo"e attri– buziori devono assegnarsi al Consiglio Supe– riore? 4. È opportuno costituire Commissioni mi– ste, Consigli misti locali, composti in egual numero di datori di lavoro e di operai? La riforma proposta dal C. d. L. li progetto di riforma proposto dalla Con– federazione del Lavoro, tende a dare il pre– dominio alla parte operaia a srapito della agricola. I gruppi rappresentati nel Consiglio sareb• bero 20 per le varie indu.;trie e commerci in confronto di due gntppi dell'agricoltura, che dovrebbero a,·cre diritto ad essere rappre– sentati. Le delimitazioni professionali proposte ri– sultano inratti le seguenti: GRUPPI DELLE INDUSTRIE E COMMERCI: I. Metallurgiche : a) siderurgiche, h} mec- canica, e) meccanica di precis'.one. IL Edilizia, costruzioni e affini, laterizi. III. Cartiere e fibre industriali. IV. Industrie poligrafiche e affini. V. Tessili: a) seta (filatura e tessitura), 6) cotone, juta ed altre fibre tcssili 1 e) lana. VI. Trasporti: a} per vie cli terra (a tra– zione meccanica e a trazione animale), h) per vie acque (mare 1 porti). • VII. Comunicazioni: addetti ai ser\'izi po- stali e telegrafici. VIII. Chimiche, tabacchi. IX. Vetro e ceramica. X. Miniere, cave e saline. Xl. Legno e affini. Xli. Vestiario e abbigliamento. Xlll. Alimentazione: a) conserve, caseifici, zuct.herifici; b} panifici, pastifici, pasticcerie, molitura; e) albergo e mensa. Xl V. Ser\·izi domestici e pubblici - assi~ stenza sanitaria. XV. Commercio e im1>iegopri\'ato e pub- blico. XVI. Insegnanti. XVII. Pubblici spettacoli. XVill. Idro-elettricità e gasometri. XIX. Pelle. XX. Diverse. .t\GRICOJ.TURA: I. Salariati: a) avventizi; b) fissi. Il. Conduzione famigliare: a) me1.zadro; 6) piccoli affittuari a conduzione diretta. Oltre questi, dovrebbero essere chiamati a far parte del Consiglio i seguenti rappre– sentanti: I. un dato numero di cultori di scienze sociali eletto dalla parte o:"eraia; 2) un dato numero di cultori eletto dalla parte padronale; 3. una rappresentanza del parlamento; 4 una rappresentanza delle c~operative; 5. una rap– presentanza delle affittanze colletti,·e; 6. una rappresentanza dei com.uni; 7. una rappresen– tanza delle flJSQC1fluOfli di piccoli proprietari; 8. una rappresentanza delle società di mutuo soccorso o di previdenza. 1 rappresentanti degli operai delle industrie, sarebbero dun1ue in maggioranza, non solo perchè le loro categorie sono 20 contro 2 dell'a• gricoltura, quanto per il fatto che essi nomi– nano i cultor: di scienze sociali, i rappre– sentanti delle coo. erative, delle affittanze col– lettive, e che in gran parte di operai delle città son costituite le società di M. S. e di prev.idenza. Sembrerebbe che le categorie agricole po– tessero riprendere un certo soprnv\·cnto, per il loro numero, per mezzo della rappresentanza differenziale propugnata dal D'Aragona, di– fensore appunto dei lavoratori agricoli, t: poi– chè - secondo tale proposta - la parte ope– raia per ciascun gruppo e sottogruppo avrà diritto a un rappresentante come minimo e a uno in più. per ogni frazione di 100.000 oltre i primi 100.000 e quindi, se le categorie del- 1' agricoltura sono due sole, in confronto alle 20 dcli' fodustria, poichè ogni 100.000 Ja~ora– tori avrebbero diritto ad un rappresentante, l'equilibrio potrebbe in certo qual modo es– sere ristabilito. Ma a parte il fatto che gli operai delle industrie potrebbero sempre riu– scire, con un certo numero di stud!osi, con i rappresentanti delle cooperative ecc. ad otte– tenere la maggioranza; il predominio degli operai sarebbe garantito dal sistem1. elettorale; la tendenza predominante nella Confederazio– ne del Lavoro è stata quella di dare i rap– presentanti alle sole organizzazioni, ai sinda– cati i poichè ancora in Italia e per molto tem– po ancora solo gli operai sono organizzati, è evidente che essi potrebbero facendo valere il loro nu·nero di organiz1.ati, nominare un m \to maggiore numero cli rappresentanti. Che que3tO sia il tiro che gli operai 1:li– rano a fare ai ,contadini lo conferma il fatto che i rappresentanti dei piccoli proprietari, n 111 dovtebbcro essere nominati dai piccoli pro– prietari, ma dalle loro associaziom~ il cui nu. mero, per, il carattere individualista della pic– cold proprietà, è naturahncnte, molto limitato, Le attribuzioni del Consiglio. Garantitisi cosi la padronanza del Consiglio Superiore del Larnro, mettendovi una misera rappresentanza delle classi agricole, tanto per illudere gli ignari: tanto la Confederazione del Lavoro che quella dell' industria mirano a darC. al Consiglio i più ampi poteri, organizzandolo come un \'ero e proprio parlamento. Il Consiglio dovrebbe a\'ere pieni poteri sia per convocarsi, sia per formare il proprio ordine del giorno; le sue deliberazioni dovreb– bero essere portate per la ratifica dinanzi al Parlamento, entro un termine da fissarsi per legge, trascorso tale termine senza che il par– lamento si sia pronunziato, la decisione del Consiglio del Lavoro entrerebbe automatica– mente in vigore. Qualora il Parlamento si di– chiarasse favorevole a modificare o respingere le decisioni del Consiglio del Lavorv, le deci– sioni stesse sarebbero di nuove esaminate dal Consiglio, ma la seconda decisione del Consi– glio diventerebbe e:secutiva. Il Ministro del Lavoro dovrebbe essere liberamente scelto dal Consiglio Superiore del lavoro. Qualora si costituisse un Parlamento del Lavoro di questo genere, poichè i problemi in– volgono tutta la vita economica della Nazione, e le leggi emanate da que:..toParlamento avreb– bero ripcrcuhltione :n tutti i campi, in tutte le' sfere d' interessi 1 è evidente che una minoranza governerebbe la Nazione e la di-.ciplinerebbe con le sue leggi. E la prima cosa che farebbe questo Parlamento sarebbe naturalmente di im– porre alla nazione un regime ultra-protezio– nista. Se poi si vole3se dare un Parlamento ad ogni categoria, fare anche un Parlamento del– l'Agricoltura, del mare, dell1 im1-iego, etc. etc~ è evidente come da questi Parlamenti 1 ognuno dei quali nel legiferare perseguirebbe i suoi ~nteressi, contrastanti con gli altri non riuscia– mo a vedere la via per conciliare e ridurre ad unità le deliberazioni contraddittori di questi molteplici poteri legislativi. Che in Italia 1 come m tutti i paesi moderni, il Parlamento soffra di malanni, non possa bene

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