L'Unità - anno VIII - n.47 - 20 novembre 1919

232 elaborare lefgi tecniche, che vi sia troppo ac– centramento di lavoro - tutti lo ammettoro; ma a questi mali ~i può porre rimedio decen– tran~o molte attività agli organi locali, mentre i vari organi consultivi potrebbero più effica– cemente elaborare, preparare nei più minuti dtttagli, pendere magari l' ùu'siah'va di leggi tecniche. Organo cl:mmlliw, con pari rappresen– tam;a delle varie classi, deve appunto rimanere il Consiglio Supc,ivrc.: del Lavoro il cui parere potrebbe anche diventare obbligatorio per tutte le leggi del lavoro. Tra gli argomenti portati dal Rigola per la riforma del Consiglio Superiore è il seguente: ~ il grottesco del nostro sistema rappresenta– tivo a base democratica (egli afferma nel Pro-– hlt'llli del Lavoro 1919; pag 178) gli deriva dal- 1' essere niente altro che pura finzione giuri– dica. Guardiamo un pò addentro alle cose; in questi ultimi tempi vennero promulgate molte leggi di carattere sodale senza il consenso del Parlamento. La legge sugli infortuni in Agri– coltura è stata appro"ata dal Senato ma non ancora dalla Camera dei Deputati, se mal non ci opponiamo; ed è già entrata in vigore dal 1° Maggio. Ultimamente il Governo ha appro– vato per decreto-legge l'assicurazione contro l'invalidità e la "ecchiaia, che è quanto dire una legge che impegna il bilancio dello Stato per decine e cliecine cli milioni di lire all'anno senza consultare il parlamento e non è impro– babile che, con !o stesso sistema ~i adotti ~a legge delle otto ore preparata dall'on. Turati non come deputato ma come membro dd Con– siglio del La"oro. È vero che tutti i decreti– legge recano in calce la fmrnula sacramentale; « questo dec1eto sarà presentato al Parlamento per essere con\'ertito in legge dello Stato~. ma non per questo la camera ces<:ndi funzio– nare in questo ca~o <la semrlice corte di re– gistrazione». A tali critiche dell'on. Rigola si può con– sentire, senza per altro accettare la radicale liforma del Coi ~iglio Supeliore. Che imror– tanti leggi sociali siano state approvate con templicc decreto, che l'approvaziQnC del Par– lam::nto sia troppo ~pesso formale, è, vero; ma da quelle critiche si può dedurre che occorre nel nostro paese stimolare un più attivo eser– cizio dell' attivit:\ parlamentare. In· quanto poi agli inconvenienti di una affrettata approva– s.ione del' parlamento, questi potrebbero essere io gran parte ov\'iati, quando gli organi tecnici come il Consiglio Superiore, potessero elabo– rare le leggi sociali; e molte leggi venis~ero ·demandate agli enti locali. Le giuste critiche alla mancata o deficente attività parlamentare de\'ono portare, dunque, noi riteniamo a perfezion;. re~ non ad abolire tale altività, che per ora rimane la migJio1e garanz1a liberale inventata dagli stati moderni. I consigli locali. Ma ,) problen1a più vivo da affrontare era quello posto dal qua1u, que~ito dei consigli locali del lavoro. La Confedcr?.zione del Lavoro non se ne è accorta; e dietro ad esso lo ha igncirato anche la Confoderazione dcli' Industria. li • con vf'gno nou <: bte tempo di pronun– ziarsi categoricame1He su questo quesito » afferma il Rigola (c1,·. cit. p. 1 i9) i ma noi non crediamo che non si ·abbia tempo di af– lrontare un problema d. q::esto genere. 11 silenzio è voluto. Inratti\ pcrchè delle minoranze possano imporsi al paese. I erchè la dittatura degli operai delle citt:\ Ios.-.a imporsi ~dla nazione, occorre l'ac<:entramcnto dei poteri. L'autono– mia non consente dittatura. E <"OSÌ avviene, che mentre a chiacchiere i socialisti italiani parlano di decentramento, in realtà essi sono i più energici statolatri, poichè dal pavido Stato borghese acccntrantorc, e dalla corrut– tibile burocrazia, vengono i favoritismi più forti e gli aiuti più larghi. Le due Conredera1ioni, mirando a dare i più ampi poteri legislativi al Consiglio Supe– riore, m,n potevano quindi affrontare il pro– blema dei Consigli locali, ai quali pure delle funzioni aHebbero do\uto affidare; sono stati in ciò perfettamente logici, e han dimostrato, e on il loro silenzio, di a\'tre ben chiara vi– sione dei loro interessi. lJ Rigola solo ha espresso la sua opinione personale (civ. cit. ! ai. 79). Egli riti ne utile o Bi L'UNlTA la costituzione di consigli regionali o distret– tuali secondo le norme sovraindicatc per il Consiglio Centrale. Il Rigola desiderebbe che questi consigli a\'essero una certa autonomia; potessero cioè, se non proprio promulgare leggi nell'ambito della loro giurisdizione almeno emanare ordi– nanze, stipulare convenzioni e firmare regola– menti aventi forza legale, e ciò s'intende mediante l'approvazione del Ministro del La– voro. Se i Consigli locali non godessero di questa facoltà e fossero dei semplici istituti consultivi diventerebbero una ripetizione inu– tile dell'ufficio centrale. Però il Rigola stesso non è molto persuaso di questo suo progetto. « D'altronde - egli soggiunge ~ l'auto– nomia sarebbe molto relativa dapi:oichè, i consiRli locali sarebbero col G1.,verno centrale e col Parlamento negli stessi rapporti del Con• siglio Centrale •· E, per la prima volta in vita nostra sentiamo affermare cose di questo ge– nere. • Piuttosto la questione - dice il Ri– gola - va conside1ata dal punto di vista della spesa. La ~ola preoccupazione seria che noi ab– biamo è < he col dar vita ad una infinità di organi e organetti si finisca per creare nna costosa burocrazia che, aggiunta a quella che già abbiamo, costituisca un aggravio impos– sibile». Pare un sogno. Un organizzatore proletario italiano, che si preoccupa della spesa ! Anche questa questione particolare, noi non possiamo lasciarla cadere senza innestarla ad uno dei punti essenzialVdel nost10 pro– gramma, che reclama le autcnomie regionali. Convinti fautori della necessità di un pro– fondo decentramento amministrativo e legisla– tivo regionale, temiamo tuttavia che l'idea dei consigli locali provinciali e comunali del lavoro, con predominio delle classi operaie, con potere -deliberativo, portereLbero - in un pri– mo momento - alla dittatura delle minoranze operaie e padronali sulla intera nazione; in un secondo momento, quando potessero sor– gere clei consigli locali dell'agricoltura, del– !' impiego ecc. ad un pericoloso confiitto di interessi e di classi. I diretti e i malanni esa'minati al centro, per il parl:..mento del la\oro, filierebbero alla periferia altri diretti e altri malanni, per il sorgere dei vari parlamentari locali. La \'ia è un'altra, e ha come idea anima– trice il concetto di autonomia nella più rigo– rosa unità. Una attività legislativa, regionale. per le leggi locali, sopratutto di carattere tecnico economico noi la riteniamo necessaria, ma questa attività dovrebbe essere affidata ad organi che rappresentino tutte le classi. Il si– stema di elezione non r,uò essere, almeno per ora, che la rappresentanza proporzionale ;: sur– fragio univer~ale. Non sappiamo se tra dieci, o 2nche solo cinque a1mi, sarà da preferirsi un altro sistema cli elezione che, ad esempio, sia basato sulle rappresentanze sindacali. Se il giorno che metteremo da parte la rappresentanza proporzionale, l'organizzazione sindacale avrà preso da noi tale sviluppo da inquadrare tutte le clas~i, tutte le correnti d'interessi, di tutte le minoranze, vedremo sulla base di tale organizzazione, di trovare il mezzo migliore di rappresentanza. Oggi çccorrc tenere ben presente che le rilppresentanze elette dai sindacati sarebbero espressione della volontà di minoran✓e privi– legiate, poichè la grande mas:-a agricola ita- 1:ana è disorganizzata. Quale dovrebbe e~sere 1 1 ampiezza della p· testà legislativa regionale non si può fissare così, con un tratto di penna; occorre un esame minuto, e forse una clas))ificazione rigorosa, che non è difficile quando in tale lavoro si sia mossi da due idee basi; la prima e! e le nostre regioni, profondamente diverse, per vi– vere di più inten~a vita possibile di lavoro, hanno bisogno di leggi sociali, tributarie, ter– riere, di lavori publ:lici, stolastiche con det– tagli profondamente diversi da regione a re– gione; che tale diversità di dettagli deve es– sere nei limili delle leggi nazionali. Affermando questa unità legislativa regio– nale in confronto a coloro che vorrebbero una attidtà legislativa professionale, dei vari con– sigli del lavoro regionali, noi non di~cono– sciamo la necessità di una legislazione locale, no tec.nica, per le var;e mdustrie e per le varie zone agricole. L'elaborazione di tali leggi per trebbe e'-sere affidata indubbiamente ad organi professionali con semplice funzione consultiva, e più che consulti\'a c.i , era e propria elabo– razione delle leggi. Si potranno ripetere alla periferia, con di\'ersi poteri, quello che si è detto per il Consiglio Superiore del Lavoro al centro. E. a questo riguardo, esistono già degli organi tecnici, comunali e provinciali, sorti spontaneamente, con più scmplic:.i e ru– dimentali funzioni; tali organi sono gli uffici provinciali e comunali del lavoro, che hanno per ora solo funzioni consulti\'e, statbtiche, di conciliazione, sono in parte organi burocratici, in quanto hanno funzionari stipendiati 1 di ruolo, e in parte elettivi, con rappresentanza dei con– sigli provinciali e delle organizzazioni. Spesso le rappresentanze sono attualmente nominate con criteri disparati; si tratterebbe di unifi– carne il modo di costituzione, di organiz1.arc tali Uffici in \'arie seiioni proressionali che esprimessero varie categorie, e che a lor volta si potrebbero fondere in nn consiglio, costi– tuito dalle varie sezioni e rappresentante tutte le classi. Questi uffici del lavoro dovrebbero appunto avere funzione di elaborare le leggi e i regolamenti regionali del lavoro, con fa– coltà di iniziativa, presentandoli Per l'appro– vazione ai Consigli Provinciali. Le funzioni tecniche ed ispettive, statistiche rimarrebbero sempre affidate alla sezione costituita da fun– zionari di ruolo e tille funzione dovrebbe es– sere collegata con gli organi statistici e ispet– tivi che esistono al centro. Noi vogliano con ciò delineare più che un sistema. un punto di vista di risolu1.ione del problema. Conclusione. In conclusione, il progetto delle due Con– federazioni, non è che un tentativo di due minoranze alleate per soddisfare i loro inte– re~si particolari, a scapito della nazione. La Conrederazlone del Lavoro ha circa 800.000 aderenti, la Conredc1azione generale dell'Industria rappresenta 48 associazioni na– zionali o regionali, queste volontà messe in fascio non v'è dubbio che costituiscono una minoranza cli fronte alla nazio1e, ed anche alle sole classi vroduttive della nazione. La– sciando infatti anche gli operai non organiz– zati i ~li contadini (e ci riferiamo ai dati de– gli infortuni) sono 10 milioni. Di fi-onte a questo e a tentativi simili la nostra linea d'azione è ben chiara. Noi ci tro– viamo ancora di fronte al connitto tra Nord e Sud; tra operai e industriali organjzzati, con– tro gli agricoltori non organizzati, i mezi.adri i piccoli proprietari del meridione e del centro. Opera nostra non può essere che quella di difendere gli indifesi e i dispersi, di orga– nizzare il proletariato meridionale perchè possa · difendersi dal pròlct~niato del settentrione. Il contadin" <lei mezzogiorno si potrebbe dire due volte proletario, egli ha infatti due padroni: il suo e il <"Ompagno del nord che cinquanta anni cli vita italian,.1 hanno armato di privilegi. )1ell' idea u~itaria che ci anima. noi ~·ite– remo i danni enormi cli un attrito violento, ma siamo convinti che solo dopo vi~orosi atti di volontà e di energia il proletariato agricolo di tre quarti cl' Jtalia potrà riuscire a far rispet- tare i suoi diritti. FAUSTO ANDRR.o\NJ. La carne burocratica In questi giorni tutt;1 la litt:\ di Roma è senza carne: non se ne trova 11è congelata nè fresca. 1a sola spiegazione del sistema creato dal– l'on. Murialdi per l'a,segnazione della :arne congelata. spicgherù ai lettori le cause del– l'attuale mancanz:1 1 senza che vi sia bisogno di commenti. I macellai per a\·cre la carne congelata dovrebbero depositare 5 giorni prima l'impor– to nelle mani del veterinario sig. Ryggeri - l'uomo di fiducia dell,l Commissione comu– nale - il quale a sua volta deve versare questo denaro in una banca e quindi passa.rio alla Commissione militare .... (non si spaventi iJ lettore, ma è proprio cosi! Nella fetida c.:ame congelata c'è - e come non dovrebbe essere? - lo zampino della burocrar.ia militare). La Commissione, avuto il denaro, farà ve– nire la carne dai frigoriferi di Spezia, i quali frigoriferi ~ono sempre in \'ertenza con la detta commissione perchè non vogliono fare i depositari della carne di Roma! (Co,rùrt d'Italia, 29 01t,6re 1919). Chi paga? 1l 24 ottobre è stata notificata al Ministro dei Lavori Pubblici la seguente diffida: ~ Sulla domanda dell'Azienda Agraria Ma– rino Guffanti rappresentata dal comproprie– tario AY\'Ocato Piero Fogaccia, Viale Giar:j– c.olense n. 66, Roma j « Premesso che l'Azienda Agraria Marino Guffanti proprietaria delle Tenute Montespac– cato e Casafotto, po_ste tra la strada di Boc– cea e la Via Aurelia, fece domanda a cotesto Ecc.mo Ministero di avere in appalto la co– struzione della strada N.:? dell'Agro Romano attraversante le tenute Casaletto e Monte– spaccato. « Il Genio Civile compilò il progetto della strada e lo comunicò all'Azienda .4-.gr:uiaGuf• fanti per l'offerta di appalto. " Che il 13 ottobre 1919 J'ing. Taffuri co– municava al rag. Ugo Polia, ragioniere della Azienda Agraria Marino Guffanti, che l'ap– palto della strada era stato accordato a certo Serafini. • Che ove tale affermazione fosse corri• spandente a verità, sarebbero stati lesi i di– ritti dell'Azienda Agraria Marino Guffanti, con sorpresa procedendosi a quell'appalto che dì diritto spetta ad essa Azienda Agraria Ma• rino Guffanti proprietaria delle Tenute attra– versare dalla strada. • lo sottoscritto Uff. Giucl. del 3° Man– damento Roma coll'atto presente faccio al Ministero dei Lavori Pubblici rappresentato da S. E. Pantano formale diffida di sospen• dere qualsiasi trattativa d'appalto per costru– zione della strada N. 2 dell'Agro Romano, tra Boccea ed Aurelia attraversante le tenute Casaletto e Montespaccato, pronta essa .'\Eien– da Marino Guffanti alla stipulazi~ne del con– tratto d'appalto rer costruzione della strada 1 e riservata ogoi e maggiore e diversa ragione ed azione, ccc. Commentando questo documento, un set– timanale di Roma scrive: « Chi è questo Serafini? È persona di Macerata, cd è conosciuta come persona di grande influenza elettorale ìn quel collegio. Toh ! guarda, combinazione: il sottosegretario ai lavori pubblici, on_. Ciappi, 'ii porta nel collegio di Macerata ». 'Cronaca della Lega S'è costituito i1 gruppo di Gorizia della Lega con i seguen1 i aderenti: 1. Prof. Piero Boue. - z. Prof. Ervino Pocar. - 3. Prof. Mario Camisi. -4. Professore Eugenio Simonetti. - 5. Prof. Emilio Mulis. - 6. Prof. Biagio Marin. - i• Gino Morassi. - 8. Gino Gionchetti. - 9. Corrado Prinsig. - 10. Nino Paternolli. È stato invitato il direttore del Gorinski :-=lovencèa far parte della Lega. Il programma. di studio e d'azione è il se- guente: .1. Probl. dei danni di guerra e indenn·zzi; 2. Ricostruz. economica; 3. Probi. Ce.rovi.i.rio del nostro Friuli; 4. Probi. dcli' Autonomi;i provinciale. 5. Probi scolastico. 6. Relaz. con gli Slavi. Pubblichiamo anche questa settimana il giornale ed omet– teremo il numero prossimo. Tutti gli abbonati, che non abbiano pagato l'abbonamento, o che abbiano ancora da pagare il secondo semestre' 1919, sono vivamente pregati ad in– viarne l'importo al più presto: ciò per non aggravare il lavoro dell'ammlni– strazione con l'invio di circolari e per evitare inutili spese postali. I Abbonatevi subito: la forza di I un giornale settimanale è tutta negli abbonamenti :: :: :: :: :: :: ':ri.pocra6a Galileiaa.a, 'Via S. Zaaobi •· 64

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