L'Unità - anno VIII - n.41 - 9 ottobre 1919

206 la creazione, da parte dell'organizzazione ope– raia, dd « Co,uigli distrelfua/i del/' Eco110111i'a 11a2io11a/e », una specie di parlamenti locali del- 1' industria i quali si propone\ano di fare in modo sistematko ciò che gli operai avev, no tentato cli fare anarchilamente; cioè control– ln:e le condizioni di lavoro. i metoJi di lavo– ra1.ionc, la \ cndita dei prodotti ecc. Que.!iti Consigli autonomi tc1mcro un Congresso a Mo~ca nel mag~io <lei r9r8, d.d quale sor-3e, come organir.zi' lzione ufficiale del controllo unificato. il « ('.mig/iQ Sufiremo ddl' Economia 11,tzio11ale ~ di(• è l'autorità più .1lta centrale in nrnt1 ii.i. di nazionalizzazione. Il « Consi– glio Supre!l)O » è un dipartimento dello Stato, k: cui spese son in!lnittc ln biland, e il cui presidente, assistito da ~ettc çol!c hi, che costituiscono !"organo e3ecuth·o 1 è con3iJerato cvme nn Commis,Mio o un ministro, ar-canto ;tgli :Itri grandi dipartimenti di Stato. Sorto dall'organizzazione opera'a, il C.:n– si11;lioSupremo la rappre~nta ancor;, in larga mbnra. Dei ~uoi 6g membri. le organiZ?;azioni n,. eleggono 30, mentr~ 20 sono eletti dai « Cunsi~li di~trettu:1li dl!II'economi:.. nazio– nale», 10 dal Comitato c~ccutivo centrale dei Suvict!i (l'organo centrale polit1co), i dai CCJm– missanali o mini~tcri (fìmm1.c-, com11nica– zioni1 ccc.) e 2 dalle società cooperati\'c. Il Consiglio Supremo è un vero parl:unenl<> in– dustriale, in quanto dirige tutla la politica gt!nerate del sistema di naziona 1 i· 1 -,a;1,ionc, .9eo-nza immischi:irsi in questioni locali. tecni– (he o commcri iati. La politica locale gene– rale !ipclla ai e Con.,'gli dishettu:tli », mentre gli affari tu;nid e commerciali sono ne:lle mani di orgrtni intieramentc di:">tinti,per quanto subordin ti. Qutsti on.~ani sono le co5idette • Centrali ». Mentre ogni ramo d'industria è nazionali1.1ato 1 I<: impre!tc singole di ciascuna incln.,tria !:iOno ra~~ruppatc sotto una « Cen– trale t: una e Centrale delle macchine», una « Centrale della lana », una « Centr::ile della gomma », ecc. La distribuzione dei µoteri nelle « Centrnli » segue rigidamente Ja divi– .9i(me degli interessi ricordata sopra. Ciascun Consiglio di direzione delle « Centrali »-, com– posto di nove membri comprende tre membri esperti in questioni p.,Jitichc e sociali, tre tecnici o ~ompeknti dell'indu-.tria in que– stione, e tre cx operai, i primi. scelti dal Con– siglio Supremo, i secondi da 1 le dire1,ioni delle fabbriche singole dcli<: specialit:\ di cui si oc– rupa la « Centrale», e gli o: crai nomint1.ti dal a organiz:r.nzionc operaia de111indu tria in– tere~ata. Le e Centrali » sono naturalmente grandi organizza: ioni: cosi la « Centrale tes– .9ile :+ occupa 3500 impiegati. Ogni « Centrale > traccia ciascun semestre un piano d•:lle sue iniziil.tive in progetto, indicando es:i.ttamente il presunto numero di impiegati, il fabbisogno in combu~tibilc e in materie prime, la produ– zione e altri dati essen;~iali e presentando il :-iuobilancio di rendite e spese. Il finanzia– mento delle singole fabbriche e laboratori è nelle mani della « Centrale~ competente, ma il bilancio delle diverse « Centrali » è con– trollato dal C1>nsiglioSupremo. Le « Centrali » det idono su tutte le questionì tecoiche e com– runt 1,di relatin a tutto H ramo della loro in– du:-,tria; ma 1;on si o<:cupano della direzione rl~lc singole fabbrtl:he, la quale sp:!tta ad altri oi·;ani speci;di cO:,tnuiti a loro volta sulla base del triplice inte1es-;e dello Stato, delP industria e del perl!onale. conformemente a quanto si è visto per le organizzazioni 3uperiori. La fabbrica !-in!,,ola è gestita da un « Diret– tqi1.> >t, dit consta di 3 membri, o di 6 !-e ia fabbrica è grande e solo ec1,;czionalmente di 9. Di questi membri, un terzo (i membri politico– ~oc1ali) sono nominati dal Consiglio supremo; un terzo (i tecnici specialisti della direzione della fabbrica) dalla «Centrale»; e l'altro terzo dagli operai dello stabilimento. La no– mina dei membri operai del « Direttorio>> è fatta dai medesimi per il tramite della loro <i: commissione interna 1, 1 organo questo che era onnipoteutc durante ii regime anarco– ::.indacali:,ta, cd esercitava insieme le funzioni del Consigliu supremo, delle « Centrali » e del « Direttorio ». Ma oggidì, Ct me LOnseguenza della vittoriosa politica di ce ntralizza:r.ione sta• tette e del movimento iniziato da Lenin per rnffor1.are la disciplina nelle fabbriche, le« Com– missioni interne» non hanno poteri degni di nota e non sono più che dei dubs d! fabbrica L'UNITA o .;::ocietà per la assistenza mutua e di ricrea– zione. Sembra che essi siano stati privati an– che del diritto di presentare reclami diretti al « Direttorio » della fabbrica: cd è fatto degno di nota 1ammcsc.o recentemente dalla Prm•da, clv: i rappre,cntanti delle « Commissioni in• terne > nel « Direttorio » collaborano con grande zelo coi loro (,;ollcghi nell'interesse della disciplina della produttività. e di tutti i fatlori che· operano nel senso di un aumento di prodm:ionc. Tr.1cciato, cosi, nelle sue grnndi linee es– senziali il i:;istem<L russo del\ 1 orianb1zazione so– ciali-ila della produzione, il ct1rrispondente ri– leva come a tale sistenrn sia mossa spesso la cr;lka di ccce<i:si\·a complicazione e come si lamenti il burncrati,mo. la lnsufficieoza di coordinazione, la disonestl1 burocratica, per quanto 1uesfultima dallo scor5O inverno ~ia Hata punita colla fucilazione dalla Commis– si ne straordir:aria. « Ma. continua il corri- ~ ~pondcnte, tenuto conto del disordine russo. <lello stato retrogrado del paese e della man– c,1.111.1 cli ul) corpo competente di fun1,\onarii, il v,1S/o ,. Nmt1iJ1110 / ,vom in ma11iera lollcrabil– "'mle but>11a e, per quanto non si pos~a sempre ~ccverarc le due c:i.u:,e, 1:>cmbrache la causa prindpalc dcllc1 dispcrat.i situazione della na– zionalizzazi1Jnc, :mr.ichè i! cattivo sistema, sia lrt mancanzn di combustibile (carbone) e dei mezzi di comunicazione; tutti ostacoli eredi– tati dal pr·ccdente Governo prov\ isorio. Quanto sia clispc1ita la situazione lo dimostrano i 5 mi– liardi di defi• it n I bil:rncio dell'ultimo seme– stre del CousigLo -;uprerno ». A•·traendo però, dalla controversa c1uestione se la nazionalizza– zione si;1 o no buona in linea di principio, il corrispondente o~erv.i, « du l'orgaNi'zzauOne formale, sulla rorla. del 6Ù-'ema di 11as101.•ali'sza- 210ne tlrrboraladai sr11_1iels r,J si l bm ar,h le/tata, e che, oltn· alla mancanza di combustibile e di materie prime, è stnta la. debolezza clegl: t1omini - ,ir.i, però non inerenti al-sist~ma– che ne hanno dl'tcrminato il fall"mento. Che ciò 5.ia, :sozgiungc il corrisµondcntc, lo prtsurno dai r.1pporti ufficiali 1 secondo i quali in certe provincie e in certi r;uni di indlhlria i « Ct>n– sigli distrettuali >) e le « Centrali » funzionano molto meglio che in altri. Molto ben or. ~rniz– zato ·cml,rn il Consiglio distrettuale U~Io.sca e la « Centrale tessile» e, dato che i mag– giori stabilimenti tessili oono a ~fosca, ivi si trO\"ano le condizioni migliori <li succe:,:so in un'industria plrticolare. Mentre altri stabili• menti sono qu.1.3iinoperosi. I' induc:;tria tessile di Mo~ca l:t\·vra per quattro quinti. L:1.stampa bols<evka attribuisce questi risultati all'energia del capo della « Centrale», l'ex esiliato Ragin che è riuscito ad arlattare parecchie centinaia di fabbriche a nnove materie prime e a. nuovi processi di lavorazione s. Non meno importanti !sono le conclusioni cui giunge il corrisJ)Ondente. « La precedente de ,crizionc, egli s~rivc, della n;tzionaliziazione sovietistic:,, è forse troppo fa rnrevole. Ciò per~ chè mssuna relazione generale è stata data dd catlivi risultati, dal punto di vista finanziario e dell'adeguato soddisfacimento dei bis-1gni della nazione. Una corr spondcnza dedic:ita e~dusinuncntc a queste materie pre;-.cnterebhc un quadro molto brutto. Nondimeno le opere comr,iute dai Soviets nel campo dell'organiz1:a– zi,·ne, non sono da di!tpre Jarsi, considerato il clisorclin · politico, L, fame, 1 bancarotta e la pussùme dei mmici rslen,i, che ince::pp<f-noi capi bol-.t'e,·ichi, il Cimsigl,OSupremo,colle sue dr1:ase ra'111jic1::1011t~ è 1111'0P,ra. <onsùlerei:ol e contras:n crudamente colla sterilità di \'ask imprese dei prerc,lcnti regimi <li Lrnff e Kercnsky ». I Abbona'cvi subito: la forza d; I utt gior11alc settim,u,ale è tutt,, negli abbonamenti :: :: :: :: :: :: r CJE.SAR Sooieti Editrice LibrariA Ascoli PICENO - - - ------- A/Jbiaiuo 1mblJllcato: KhllDlO CESARI ('OS' f: E COIIF. f'l':IZI0~1m\ n l'l'.ILIA .. Lo scrutinio dìlista con la Rappresentanza proporzionalE :: F.l~Jp,nto l'Olume!lo ili 16con fac,,aimili= e.t"mpi 1 applic:.u.ioni della nnou Jene ekuoralo - L. 0.40 ~mmissioni scrivere: CJE.SAR-Ascoli Piceno n La lega antibolscevica Dmtquc abbiamo ,m·allra Unione-Po– polnrc (s!Nmo couH' (' di,,emlfo di moda l' OfJ[Jellfro popolare ù1 (jttesJ; tempi di .... ass<t!J!Ji ele//o,-ali): /' Unione popolar·e nn– LibolsrC'vic·a. To del/" Unioue couosco solaweute (a1J– pcllo e lo statuto. mu , 1 ou ho il 1Jiacere cU co11oscerr lr pe1·sour dc' s11oifo11dafo,-i 1 pe1· cui uon so M' sia o 111e110 -nno. cosa seria e ~e i-alga la peua di occuparsene. Ma facciamo conto che ge,·iu sia: e occu– JJiamoceuc lwet·e,aeutc. prr dfrc in p1·01Jo– silo il JJarcr 11osfro 111,odesfissimo. Ecco: pei· cii.;chr riguanla fili scopi della rr. I'. ,1.. pal'lo degli scopi veri. si ca1Jiscc, 1ton 801o cli quelli p1·ofessati. si possono fan• tre ipolesi: Primn ipotesi: l'l"nionc si pro1Jo11eve– rc11ne11te solro11e11fe di vreN•ufre e repri– mere -il bolscel"ismo lil_)n russo. inteso co- 1110 d'illaf111·a del prolela,·iafo; 01·aonizzala. da m1 arnJJpo di auv<'11fm•i<!1·i e cli liotfri- 1rnri borghesi. fn q11e.do c aso il 1101:fro pa– rer<' è che l 1 opeJ'C1 dc/In Cuioue sia. afl(tlto i11ufifc. Tn Llal-ia ,;/ pen'cofo di m, bolsce– vismo del ti1Jo swlde!fo 11011 esiste. e 1wn esislc per parecchie ragioni: f' Italia t la.– Una e 11011 shrna, /' lfolia 11011 a isolata, dal 1·cslo del 111011<10 cit'ilc. /" ltct!ia 110n lui mmto 11110 rza,;s,,io. I" llrrlia 11011 t\ state,. scou{ìtta iu uue,.,-a. f llcclia è ,ma 11azio11e sloricame11le cclesseuzial,11e11te « l.orahese•, l' Italio. insomma, i> l'Italia, e 11011 è fa Uussia. crnzi è e/ella. Russia; per molli pm,U, /'m1litesi perfelta. Questo. per ·,·a!Jiouare ,l pdori: ma. si può dimoslrm·e che iu lfalia il pericolo di 1111, bolscevismo al/a, nissa 11011 esiste, anche m·{Jo11umlcmdo a. posteriori. C'è stato 11,11 momento 11ellarece11lissi111a. storia, cl'T– talia, in cui si ebbe,·o tutti i <lati per •un serio espel'imcuto <li bolscevisn,o: g_uel mo- 1m!,llo [11, Capo,·ello: ebbene abbiam 't:isto chi' COSII è 8/ICCCSSO al/ore,: l'a.ttimo è {U!J– !Jilo e del bolscevismo 110n ('i fn necwchc l"omU,·a <f1rn tcntnfil'o: qnolli che dovevano osare, 11()11 osarouo. e le forze sane della nazione cl1be1·0, sc11;1a più, sfo1·zi, il sopra,:– 'l'C1tlo: e pcrchè i bolsce,·ichi d' Ttalia allora, non osm·ouo? pcrrhè ebbero lJrecisa /'iu– tuizioue rlcllCtcosfil11;:io11als -im111unit<i dc/,– l' Italia da certi morbi, pc,·ch~ Pbberope,-– spicua.. l' impr<'ssioue che l' Ttalia el'a o,·– gcmismo troppo « bo,.g.',cse..,,. e t ro1J))0 « li– bende » (dico « bo1·gltese» e « liberei/e» nel se111Jo lmouo, come potrei dire 4<.democro.– tico»), per poter mai co11senti,·e, 11eauclte in via, rUespe1·imeuto, 1111a. q11alsiasi « clit– tatnn, >>. El' Tlalia, se fit abolsccvi<"a nel novembre clel.l917, do1Jola,s onfittc!, abol– scevicn sa1·ù a fo1'tio1·i 1,el 1919, dopo la, vitlo,·ift, 11onosla11lc fili sforzi combinati delle auloriliì civili e militc1-ri,<leidal11w– lo111c111i e elci massimalisf · per SJJÌll[Jerlc1- allr1-deriva in scuso opposto. Se dunque il 1Jcrico/o clel bolscevismo alla russa i11Jfalia 11011 esiste, 11011 esiste neanche. u.è jJ0CO 11è puuto, l'opportunilà di 1ma lega, antibolscevica. Anzi l' islUu– zione <li tale ICfJCI-!iJJJJCffe iuopportmw, perchè f'ssa ha l'al"ia di in1·enlare un pn– testo per le11itlimare 1rna reazio11e, di da,-e consisleuza ci 1111,'oml,ro, e così.. mentre rui– m.enta. l'inquietudine e /'allarme nell'opi- 11-it'ne pubblico, può, se occorl'e, a9ire eta elemento 1n·orocalo1·<'· Seconda ipotesi : l'/'. P. A. è cl'eat« essc11zi<1lmeufco11mw scopo cli tutela, del– l'online pu&blico 1 in visl<i di tnmu.lli, scio– JJeri, <li1uosh-azioui,e com1Jitosuo lH'Ccipuo è quello indicalo m:l comma d) dell'art. 2 1 «ar9i11cwe coutr<rnl<rrr oani mcmifestazio- 11.c 1·it'oluzioucn·in, ccc. i,, E ollora, d-ico io, invece di c/1icu11orsi U. P. A .. si chiami U. e. 8., IJn,ione cli Pubblica Sicurezza, e si co,,i•enga che, in tale i1lotesi, la duci azione 1wn è che 1111 duplicafo di qriella, pe1· cui it i\linisfe1·0 cle!Jli I1tten1i hci una s1Jeciale organizzazione e 11n apposito bi– lancio; ctu,1Jficoto che come t,itti i duplicati, dovrebbe m.•er fm1zio11e solam-eute cli s,w- 1·oucrre /"originale rt'cut,wlmeufe smar.-;fo: •il quale suuu.,-imenlo, finora, non è ststo percmco segnalalo: dupHcc,to per;coloMtJ. incostiluziouale. t·froluziouario nel scuso pe!)giore della parola. rrerz,, i1>0te~i: I' Unioue è staia creata. col solo ccl 1•11ico scopo di « a1!011lcrnare da//"_lfolia il pericolo di 1111a riuofozioue">). ma 11011 il pericolo rli 1wa rivoluzione bol– scevic,11 ·ma Mbbcuc quello di ,rna rivolu– zione qualunque, il pericolo della l'ivolu– zione. E allora i signori del/' UUio11e 1J0- po1m:e m1tibo/3c•euicalmllino la maschen,, lascino slarr il bolscct 1 is1110,lascino stare -il popolcu·ismo, e si chiamino sh1cel"lw1en-tC' e semplicemente cousert 1 alori. rcoziona·ri, sanfedisti r simili. (dall'Tfalia <lei popolo) A. M. Gli ispettori per le scuole primarie Innam:i tullo cerchiamo di riassumere con la maggiore brevit;\ i precedenti ùi questa fa– mo.3a riforma per la quale si sono sparsi fiumi d'inchiostro. Coll'applicazione della legge 4 giugno 1911 n. 48i, le c.lire1,in: cliclattiche vennero abolite, e i direth1ri diventarono opc lrgù vice ispet– tori, così come potevano diventare agrimeu– ~sori, ingegneri idraulici, o flebotomi, o poli– ziotti. E a chi protestò e a chi ricorse e a chi dc.mandò di tornare direttore in quei Comuni che ottenevano l'autor:omia scolastica, Ministero e Consiglio di Stato risposero che il vice ispettore rappre~entava una promozione in grado, perchè gerarchicamente l'ufficio e111 superi'ore a quello cli direttore. Perciò, non e-.3cndovi lesione d'interessi nè materiali ni: morali, n n pote\·a esservi ra– gione e motivo a ricorrere. Così i trasformati, presi per fame, dovet– tero accontentarsi del titolo di regio vice ispettore; ma cffctti,·amcnte non furono mai incaricati di fare le veci del!' ispettore. Dopo una lunga agitazione diretta a rin– novare gP inconvenienti prodotti da quella ineffabile crca'ura crcdarlan.t c.he si 1.hiamù regio-vice-ispettore, è vénnto fuori il D. L. 2i aprile 1919 n. 771, che sancisce un altro canon~ di dirilto amministrativo più < J.tra.bl – liante che mai: lo Stato, e per esso ma Com– missione delegata, delibera la promozione dei vice is~ttori a ispettori - e sta bene : ma deve anche decr~tan-, inappellabilmente, una nuova metamorfosi involutiva, per la quale i non promO!-si non re-,·ano più yicc i~pettori, ma !iono collocati. a dch esta o d'ufficio, nel ruolo dei direttori didattici, che risorgono come Lazzaro, dalla tomba in cui erano stati sepolti. A questo punto richiami::mo tutta la be– nevola atten,done dei nostri lettori. Durante gl! ;mni 19r2-19I3, con un atto d'imperio molto discutibile, lo Stato soppresse le direzioni didattiche, e obbligò i titolai i a ,fare i vice ispettori; ora abolisce i vice ispei• tori e li caccia nelle direzioni didattiche. che sono rlconosciule come uffici !tubordinati. In– somma, ques• i dlsgrazi;"tti \'ice ispettori, e specialmente i vice ispcltoii reclutati in forza dell'art. Si della kgge 4 giugno 19 I r, sono proprio carne da macello ? Non hanno garanzie, non hanno contratto d'impiego, non hanno 31.lbilità di posto, non hanno diritti, non hanno nulla? Che nell'Ammini~lrazione scolnsticil del Regno d'Italia debba essere disfatto oggi quello che ieri- fu tessuto, è cosa ormai tradizionale: ma che un pO\'er'uomo in sei anni sia tre volte · trasformato, cambiando titolo, veste e funzioni, com.e un Fregoli della scuola, e in ultimo, per coronare la sua carriera sia degradato, tutto questo è un caso veramen te upico e buffo ntlla storia della burc,crazia nostrana e stra– niera. Ma altre e più g:randi enormità \'i sono in questa così detta riforma Jspcttiva, che porta la firma - non sarà male dimenticarlo a onore e gloria del riformismo massonico, dell'on. Berenini. Il D. L. 27 aprile. oltre i 659 ispettori, crea un'altra classe di funzionari: duemila di– rettori didattici ~o\·emativi, che fra indennità e stipendi colle nuo\·e tabelle, costeranno allo Stato non meno di 12 o 13 milioni.

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