L'Unità - anno VIII - n.41 - 9 ottobre 1919

208 ei<lano tanti parassiti gra~i e pasciuti da fare spavento? O ci tocchcrh d'invidiare i vinti, ctle almeno se ne sono libera.ti d'un colpo? Quando si sopprimeranno i sussidi ai disoccu– pr1.: i, che sono ovunque causa di disoccupa– zione volontaria e immorale? La Società delle Nazioni doveva propo·:,i, fra l'altro, di sopprimere le guerre doganali. La Confcrema non ha avuto ancora tempo e ~oraggio per trattare di queste cose. Ed ecco che qua e là. si fanno coraggio le tendenze protezioniste. In Italia il coraggio diventa sfac– ci:.naggine. Eppure, non ~i rialtivcrà il la\'Oro se non si riattiveranno gli scambi, sopprimendo, -tm~ichèinnalz ..mdolc, le barriere doganali. L'u- 11iro freno agli scambi che ora dovrebb'esserc con~entito ed anzi rigorosamente applicato è quello che colpisce gli oggetti ,.li lusso. il cui c-onsumo è dannoso, immorale, irritante:. Tutti deplorano l'egoismo assurdo di tutta quella infinità di gente - borghesi e operai - 1 hc si son fitti in testa di non dc1,•erpatire alcun disagio dalla guerra. La situazione l'.CO· nomica mondiale impone :...c1ifiii a tutti, re– calcitrare è peggio che inutile: i sacrifizi bi– .,ogna accettarli di buon animo. :\ia l'e~empio di :.ubire i sacrifici dc\'e venire dalle classi più 1olte e più ricche, se presumono di avere un compito direttivo nella sodetà. Soltanto così c:-.s· acquisterebbero l'autorità morale nece->– -.aria per attuare una politica di freno contro gli ,perperi. sia <lei nuovi dcchi, 3ia degli 1 pc.ai. I sacrifizi, che oggi si richiedono, suno in fondo dettati dalla esatta visione e dalla ragione,·ole valutazione dell'interesse di tutti. Sono necessari per evitare il peggio. I ricchi oziosi devono persuadersi d1e, solo privandosi d'una parte dei loro averi, po;,sono evitare di perderli del tutto e di riml!tterci qualcos'altro aocora. Gli imprenditori deLbono persuadersi che solo un'equa partecipazione agli utili pulJ rcah~.zare la convergenza d'interessi fra capi• talisti, tecnici, dirigenti, 0per,1i. Gli operai deb– bono persuadersi che la loro fortuna è legata a quella dell' industria, e che se essi s'ostinano a in~rociare le braccia, saranno i primi ad andare in rovina, perchè i contadini non hanno pun·.o il dovere di dar loro da mangiar~ a ufo. Se, anche senza violenza, la produzione re• sterà al disotto di quanto oc:orre a mantenere Jlequilibrio degli scambi con l'estero, si distrug– gtrà la ricchezza nazi1.1nale,e si cadrà sotto il dominio economico e politico degli stranieri. E se poi il malvolere porterà a tumulti e vio– lenze, s'andrà incontro alla dissoluzione civile, alla fame, allo spopolamento. L'Italia è chiam 1to. oggi, con le elezioni, alla gran prova della sua maturità politica e morale. Saprà es.sa dare uomini nuovi, pieni di fede ideale e di virile risolutezza? ERNF.STO LUGARO. Posta dell'Unità Il liberismo dei socialisti triestini Cara U11ilò, Ho letto il brano tollo dal Lavora/ore di Trie-.te e riportato s~1 l'Unità da Cino Luz– zatto nel suo articolo <u « Afarifla 11au"onale o <a11li ri nazi noli?» e 110nposso negare di es– :sere stato impressionato dall'invocazione alla lillèrt~, degli acquisti all'estero reclamata dalla indu,;tria delle costruzioni navali triestine. Per– fettamente in accordo nell'opposizione a tutti i parassitismi che affligtoono l'Italia e che ries1.:ono ad imporre alla massa dei cittadini gra\"i..simi sacrifizi a vanta::gio di pochi grandi inh.:ressati, d'accordo pure nell' impress:one che le cifre date d d Lavora/ore sulla potenzialità dei cantieri triestini sia frutto di un ottimismo esagerato del gior aie triestino, pur troppo dal• l't•sperienza personale avuta per essere stato dalla -..itamilitare me~so in condizioni di poter ~e ... ~uire anche da lontano qualcl:e cenno del– l'ùpera S\"Oltaper la difesa degli intere!>~ieco– nomici d'Italia pre,~ I, Conferi nza intcralleat 1 di P~1rigi, sono port.ito a sv lutare di molto que•t1. apparente manifestazione di un pro• gramrn , economico schiettamente liber,1le. Ci troviamo, a mio vedere, di fronte ad un altro caso di gente che rngiona coi criteri della perfetta libertà <.conomica quando qu~·~ !ta farnrisce una parte della attività propria salvo poi, f rte dell'adesione del pubblico a L'UNITA quei principi, a fargli tacitamente accettare i peggiori gravami a lutto ed esclusivo torna– conto della propria cla-:se. Bent intesù che, mentre i principi di Ji. bertà vengono pubblicamente alTennati, alla 1ealizzazione dei prov,·edimenti di aggravio pubblico s\ lavora· nel segreto delle alte con– venti ·ole, nel seno delle Delegazioni o Com– mi"sioni alle quali è affi lata la cura degli ac– cordi commerciali, E così riesce meglio il colpo. Cosa direbbe infatti il pubblico se oltre a .!-.Cntire le loro recrimina,doni contro la « poli– tica di gretto protezionismo·del Governo ita– liano a fa,•ore delle acciaierie italiane che essi combattono perchè non è giusto lasciar la no• stra industria navale languire, aspettando la buona grazia dcll'Ilva », conoscesse anche con quanta forza essi lavorano per far trionfare il loro sistema di tariffe, per il quale intende– rebbero far affluire al loro porto le merci di– relte alla Boemia e provenienti daWAmerica? Basta dare un'occhiata ad una carta geo– grafica, per rendersi conto che i prodotti americani diretti alla Ceco-Slovacchia per le linee di navigazio11e molto più brevi ddl'At1a1.– tico e ckl Mare del Nord e per quelle fluviali, più economiche,dell'Elba verranno a costare infi. nitamente di meno per noli dei trasporti di quelli che fossero fatti passare per il l\Iediterraneo e l'Adriatico e poi per le vie di terra it:i.– liane, jugoslave, austriache. E, ,pure è la que~tione tariffaria che deve essere, per gli armatori e navigatori triestini, vin;a a Parigi e per quel rbultato es.si lavo• rnno alacremente e nulla conta poi che i con– tribuenti di tutta Italia provvedano per le mani del Governo a versare nelle tasche de– gli armatori tutta la differenza fra la somma reale del costo dei trasporti dall'America ai porti dell'alto Adriatico e quella che eS!>iri– scuott-rebbero dagli speditori per indurli a pre– ferire la "ia per sè stessa più lunga e più cara. Massima libertà, insomma, nella importa– zione delle materie prime per -le costruzioni dall 1 c~tcro e proprio dalla Boemia, ma, nel tempo istesso, forti premi di protezione che sotto una forma od un'altra sarebbero pur ne– cessariamente pagati dai contribuenti, perchè essi po~ano, per la concorrenza ai navigatori C.iileri,fare per 5 quel trasporto che in realtà costa 10 1 diretto (ironia delle cose!) alla stessa Boemia. Non è giusto che il prosperare della in• dustria navale, an< he del porto triestino, ven– ga fondato sui sacrifici sempre maggiori dei contribuenti, thiamali a pagdre i premi, le SOHenzioni e tutte le forme del già troppo mo– !3truoso parassitismo delle industrie nazionali. F. A. POSTILLA Ho citata il passo del Lawralore non per dare una prova delle idee liberiste trionfanti fra i socialisti di Trieste, ma soltanto rer di– mostra1e che le stesse mdu<;triepill sane delle costruzioni navali hanno interessi contr,•ri a quelli dei cantieri legati ai gruppi siderurgici. Che in altre questioni i socialisti triestini possano trovarsi d'accordo con gli industriali per chiedere favori e privilegi al governo è probabilissimo. ma non rientrava affauo nel mio tema. Per quanto però riguarda le condizioni di tariffe che si cerca di ottenere a Parigi per aiutare lo sv iuppo, o meglio per impedire la rovina del pono di Trieste, sono di un'opi– nione diametralmente opposta a quella del nostro collab. ratore. In fatto di noli maritlimi un maggiore per– corso di qualche centinaio di km. non ha in nes• sun modo qucll'imponanza 1..he l'A. vuole asse– gnarle. Eppoi la differenza di percorso, piut– tosto forte per le provenieuze dall'America del Noni, scompare del tutto per quelle dal~ l'Amcr.ca del Sud, e tliventa favorevole a Tiic~te per le provenienze dal Mediterraneo, dall'Oceano Indiano e dal Pacifico. La que– ~tione delle t~riffe, nei riguardi del porto cli Trieste, non ~i riferisce qu ndi. o si riferisce in minima parte ai noli rnaritt mi, ma riguarda sopratutto i trasporti ferroviari. Con ·un'abile JlOliticadi tariffe ferroviarie l'Austria era riu– scita e far di Triestr. non solo la fortunata concorrente di Vcne,da e di Genova, ma an- che dei porti del Mare del Nord, attirando ad essa il commercio della Boemia ed una parte anche di quello della Baviera. AWabilità dei nostri dehgati a Parigi è ora affidato il com– pito delicatissimo di ottenere che sulle antiche ferrovie austriache, divise ora fra Jugo-Slavi, Austriaci e Czeco-Slovacchi siano mantenuti in favore di Trieste le vecchie condizioni di ta~ riffe. Non si tratta dunque cli protezioni!3mo o di nuovi sacrifici che si chiedano ai contri– buenti in favore cli pochi capitalisti, ma di un dovere sac1osanto verso una città che non deve essere costretta a rimpiangere. come causa di rovina, la propria unione ali' Italia. G. L. L'acquedotto pugliese Sar:\ bene che le altre regioni italiane non si disinteres3ino della questione dell'Acque– dotto pugliese sol perchè è.... pugliese. Cento milioni del denaro dello Stato sono impiegati nell'opera, lo Stato ha avuto finora la intera responsabilità del!' impresa; lo Stato è re~;pon– sabile degli sprop.-tiiti compiuti finora dai suoi legislatori e dai ~uoi burocratid; e lu .-lato sarà responsabile degli spropositi futu1i ~e con• tinuerà a commetterne. E la responsabilità amministrativa. n tetnica si tradurc- 1 al ~olito, in responsabilit,\ finanziaria. A quali condizioci l'onor. Bonomi abbia escluso, com'era divenut, as:;oluta necessità. il senatore Bombrini dalla impre,a 1 non sap– piamo .lncora: ma già e! cominciata la lotta, fra i deputati puglie:;i, per essere nominati d,tl Governo presidenti della nuova ammini~tra1.ione autonoma dcli acquedotto. Si dice, anzi che il decreto di nomina sia già pronto a vantaggio dell'on. Vito Luciani. Orbtne ~ necessario che sia evitato questo errore di affidare la direzione di un'azienda assolutamente tecnica, qual' è quella di dare l'arqua da bere a d:ie milioni di uomini, ad un uomo politico. L'acqua non <lew .'\vere nessun colore .., poiitico: de\' 1 essere limpida e a buon mercato, e niente altro. E se il Go– verno considera l'ammini$trazione dell'Acque– dotto come materia di mercimom parlamen– tari, il deputato t:he sarà presidente dell'am– ministrazione ne farà certamente materia di mercimoni ele:torali. Cli m mini p lit ci debbono essere del tutto esclusi dall'amministrazione dell'Acquedotto. L 'ammini:i.trazione deve e~sere affidata a un direttore generale tecnico, che deve avere la esclusiva responsabilità e libertà nella nomina e nel licenziamento del personale, entro deter– minate norme disciplim.ni; e de\'e e,serc retri– buito, oltre che· con un adeguato ~tipendio, c.:on una equa partecipazione ag!i utili, che :,upc– rino un detenn nato limite minimo, e deve es– sere confermato periodicamente in ufficio; e nel caso di iicenziamento deve avere diritto a. 1·na equa indem1ità. li controllo sull'opera del Direttore Gcne– r.de tecnico d(.!veessere affidato a un Consiglio di amministrazione, formato cùn membii, che in parte sieno nominati dal Governo tra i tecnici, in parte sieno delegati dai Consigli delle provincie interess;,te, e io parte sieno eletti direttamente dai consumatori dell'acqua, cioè dagli elettori delle provincie ser\'ile dal– l'acquedotto nello stesso tempo in cui saranno eletti i Consigli provinciali, JI Consiglio di am- 111inistra1.ionedovretibe aveN le funzioni di approvare o respingere i bilanci, nominarc 1 confermare e licenziare a voli pubblici il Diret• tnre Generale Tecnico dell'azienda, sorvegliare l'andamento dell'amministrazione. E deputati niente: nè come Presidenti, nè come Direttori, nè come Con~iglieri. La c.tr • riera di deputato o di senatore, anzi, dovrebbe es<;eredichiarata incompatibile con qualunque ufficio di amministraiio1 e e di controllo nel– l'Acquedotto. Un deputato che voglia f.tre il proprio do\'ere di deputato, non ha tempo neanche di l<:ggere tutte le carte, c-he gli ar• rivano come deputato: imm.iginar:,;ise avrebbe il tempo di occuparsi dell'acquedotto, .iltro che per intorbidare le acque con turpi liltrazioni elettorali. Si può aiutare l'"Unità" pagando subtlo l'abbouamento, sen;a aspel– ta,.e so/lccita-,Joui, che richiedono ingenti spe'te p"stali e rendono più gr,1v.; 11 Ju,•oru dell'ammini arazione. o Bian o Non si può arare! Un no~tro amico agricoltore, che avc\'a la disgrazia di po-;sedere un impianto per ara– tura con quel tanto di buoi, che gli era stret• tamante nete~ario per funiionare, visto e con– siderato che durante la guerra le requisizioni militali gli disorg;'lnizzavano periodicamente J1impianto e lo '-·ostringevano a ricerche alfa.:,. nose e costosissime di sempre nuovi buoi, - si dcci:-,e fin;.ilmente a smettere i buoi e a comprare un trattore americano. Nel trattore, nel luglio scorso, si ruppe un peuo. Si affrettò a chiederlo alla casa, che gli aveva fornito la macchina. Alla richiesta, fatta il 25 lu~lio, è ,·enuta in data 1 ° settembre la seguente nsposta: « Siccome questi pci,zi lì avevo esauriti j>(r 111011cm1io d/ ufor.'1Ùm11lo perrhè il AFi11isler,N /11t/o q1usl'am10 1101: mi ha concessi permessi d'ù1t– po,1azùp1e di Imi/ori, per il pi..icere di servirla. prontamente, diedi subito ordinazione ad una officina di qui, che li pose immediatamente in lavoro e mi a--sicurò la fornitura per il 12 dì agosto. « Sventuratamente sui primi di .igosto anche i mctallurgiri cli Modena per solidarietà !ii mi• :;ero in isciopero; e tosi tutte le officine di qui, compresa !:i mia, 1.;onoora chiuse. « Ho cercato :mc.:hea Bolo.'!na ed oltre. ma pare· che •ia la :,tc~sa cosa; e gi:\ da qualche giorno ho scrittù <t Bari per vedtre se vi ,ia un,) stabilimento, che non avendo ·lo sciopero, possa fabbrica mi questi pezzi. ,. « Non dubiti che io metto la massima pre• mura; ma se il l,Joverno non torna a riaprire le importazioni, e riaprirle davvero, e non con una C!.:ce,.i,in..:: che sebbene di poche parole, per es. .;,:macchine agricole e pezzi di ricam– bio », \"ieta l'importazione di tutto». lntant,1 p,,n. Nit ti ripete: « Produrre, pro– durre, produrre». }>rodurre che co~a? Granù , I pae'ie 1.:011 trattori importati, o milioni agli inclu~triali di Dante fcrraris impedendo I' im– portazione delle macchine agricole e pezzi di ricambio? Frammenti della vita italiana Lacedonia Nel collegio di Lacedonia - perdO!··ate ombre di i\fandni t.: De Sanctis - 11 Go,•emo sta esercitando una spietata persecuzione con• tro gli elettc-ri. che rivoltati da una ventennale prova cli inettitudine, stanno per mandare a gambe all'aria il deputato uscente, on. Ca– pa Ido. Però i cittadini di Lacedon ·a hanno sete. ~on è una 1.1~talo 1 : chi vuol bere, senza cor– rere il ri-;..:hiodi pren lersi il tifo, deve com– prare l'acqua di Monticchio a nove.soldi il litro. Ebbene: da molti mesi giau nella R. Preft.t:– tura di Avellino la delibera1.ione relativa alla continuazione ùci I 1vori,interrotti a cau-.a della guerra, che dovewmo, o dovrebbero, fornirt: di a~·qua vidna e po 1 abile il Comune. La de– liberazione non torna col visto pcrchè il Regio Prefetto non v ;o) \'edere. Nel comune di Lacedonia un mulino, gio– \'andosi della po~izione di monopolio, aveva. 1lu'°antc la guc·rra C'!C\'310a 6 lire il quintale il prezzo di macin:.i1.ione del grano. Due cit– tc1dini volcnkro~i si :.issodano per I' i1upianto di un nuovo mulino, che faccia concorren1..a all';mtico: questo sol9 fatto determina la di– scesa da 6 a 4 del prcu.o di macinazione. Il nu0\'O mulino è a posto. Perchè funzioni non manca che il \Jeneplacito del signor P1efetto. Ma questi si ostina a negare la concessione, per non clanneggiare l'altro mulino, tenuto, manco a dirlo, da un elettore dell'on. Capaldo, Va da st: che contro il malcapitato comune, retto da un 3indac.-,> t:he, vedi caso strano, pre• tende regolare da sè i fatti della sua coscienza, fiocca ogni momento la mmaccia del non de– siderato commissario. E intanto nella furibonda mania di trovare ca!)i di accus~,, si giunge per• fino ad imputare al sindaco che il cimitero, costruito cent'anni or !;0no, sia situato iu luogo franoso!! (dal Rtimovammlo di Cat:111zaro). Tipoirntin Gnlilci:m:r., Via S. Zanobl n. 6~

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