L'Unità - anno VIII - n.32-33 - 7-14 agosto 1919

L'Ul\UA ~I\C· - Le missioni italiane ali' Estero Cronaca della Lega • Qt~i , id'io gente pit'! che :iltro,·e troppa » Come dopo le , itt ,rie tedesche dei 1870-71 g-\i ufficiali del Grande Stato l\laggi,... rc tedesco fos3ero divenuti i regolatori del mondo mili– ta··e e civile tcdc3co, data la mentalità tedesca, ~i p .. ò, in certo modo, capire. La s-uerra franco-tedesca fu una guerra inanovrata, strategica. L'arte militare ebbe al– lora modo di mettere in campo tutti i precetti frcdericiani e napole,mici. Le battaglie di \VUrth, di Gravclottc, di Spichcrn. di Sedan furono i risultati di piani, concepiti già prima della guerra e poi mirabilmente attuati. l\loltke e i suoi scolari, tutti addetti allo stato maggiore, crnno dunque stati i ,·eri artefici delle vittorie tedesche e della grandezza della Germania. La grande guerra europea 1914- 1918 ha, invece, segnato la b;iocarotta dell'arte militare, della strategia: gli artefici della no– Mra vittoria non sono stati gli ufficiali dello Stato l\laggiore, ma i contadini guidati da'::,tu– denti, impiegati, avvocati, ingegneri, tutti gio– vanotti borghesi, vestiti, per I' occnsione, di grigio-verde. Dei tre rami dell'arte militare. logistica, strategia e tattica, gli ufficiali <listato maggiore ebbero in questa guerra, a occuparsi cli logistica per quel tanto che occorreva a far pervenir rinforzi (e spesSO nè a tempo nè in modo alcuno), nelle trincee in via di essere auaccate dal nemico, o di sferrare esse stesse i 'attacco, a fornire viveri e acqua alle truppe combattenti, ad accudire a tutti i sen,izi d'in– tendenza. La funzione della str&tegia si ri– dusse a tenere sc~ierati, l'un contro l'altro, su di un fronte interminabile, due eserciti co– lossali, con a tergo, artiglierie immobilizzate, che martellavano giorno e notte, e aspramente si contendevano il primato nella cruenta g:aa dei colpi sparati. La tattica, poi, non venne, questa volta, certo, messa in Opt!ra dallo stato maggiore, ma dai fanti gJreggianti in tena– cia nelle piccole, pers1.veranti, conquiste di terreno. Giovan! laureati, maestri di ginnasio {quan– ,do arrivavano a penetrare nei sa11ctasanctorum dei comanài di divisione o di corpo d'armata) in quattro battute riuscivano a impossessarsi del!~ usi cktte /"mlid~, nncho G.i quelle dei rt!parti opera:iom~ nè più nè meno che se fos~ero stati ufficiali del corpo di Stato maggiore. In tre mc:--etti di corso spccia~ a Torino, a Pa– dova o a Parma, costoro avevano imparato quanto, in tempo di pace, gli e/elfi ufficiali del- 1' esercito permanente imparavano in tre anni di scuola di guerra: ed alcuni tra quei maestri di ginnasio non avevano neppur fatto il corso 1.rimestralel Non s'intende quindi donde abbiano gli ufficiali di Stato Maggiore tratto quella pre– sunzione di illimitata capacità e quei titoli di benemerenza, per cui sono creduti degni di ri– vèstirc cariche e di compiere missioni, che esulano completamente dall'arte militare. Già alt e volte abbiamo rilevato i gravis– simi danni. che vengono al nostro Pa.esc dal– l'assegnare a capi di missioni civili, politicl,e, diplomatiche, economiche, ufficiali dell'esercito pe!'manente e di stato maggiore e ufficiali Gi cavalleria richiamati. Già altre volte abbiamo lamentato che di campo emerito del sultano rosso, valorosis– simo cavaliere e buon comandante di brigata di cavalleria, è per l'ennesima ,·olla destinato a capo di una mis::,ione politica, e q•Jesta volta va nella Slesia superiore a occuparsi di eco– nomia, di scambi, di commercio, di cose che non ha mai studiate nC pensate. Il {;o\onnello ,Gabba, che è uno dei nostri migliori Capi di St,1to maggiore di Corpo d'Armata, viene malamente adoperato quale capo di una missione c· mmerciale in Russia. E i membri che fJn parte di quelle missioni sono tratti da giovani ufficialetti di cavalleria, di complemento o effetti vi ! L' incOn\'eniente di destinare alle mis– sioni degli incompetenti si \'Crifica anche (seb– bene in più tenue misura) riguardo ai nostri corrisp:ndcnti all'estero. Giornali, che pas– sano per organi del governo, hanno inviato a Berlino e a Vienna dei gio,·ani digiuni del tedesco e del francese, quanto di ogni più elementare cultura. Avveniva, a volte, che Scheidcrnann e Erzberger, a mo' d'esempio, volendo comunicare indirettamente col go– verno o. con la pubblica opinione italiana, in– vitassero a colloquio qu;ilche rappresentante della stampa nostra ufficiale o ufficiosa, ma il colloquio era tutto una torre di Babele e si svolgern su di un terreno che non era per l'appunto un terreno di. ... coltura! Visitando le capitali ~traniere e vedendo cosi mal rappresentato ali' estero, e cosi mal sen•ito politicamente e diplomaticamente il no– stro paese, in momenti importantissimi, quali quelli dell'armistizio, veniva fatto di pensare allo stupore del Poeta, nel quarto e quinto cerchio dcli' Inferno (tra i pror!ighi), quando si rivolge a Virc,ilio e gli chiede: • .... Maestro 1nio, or mi dimostra Che gente è questa, e se tntti fur cher:ci Questi chercuti.. .. Ed egli a me: Tutti e quanti fur guerci .... della mente .... Ora noi crediamo che sia necessario che il ministro degli esteri, personalmente, assuma la respons:tbilità della scelta che vien fatta delle persone chiamate a far p:irte di missioni, e ..:rodiamo c!lo il :1u,·~t> gV'-'<"~non()t¼-s:-i debba. neppuro disinteressare del!' invio che fanno i giornali italiani dei loro corrispondenti al– i' estero. Per il bene, per il decoro, per il prestigio del nostro Paese noi chiediamo al Ministro Tittoni che dimostri nella scelta delle persone, chiamate a coprire certe cariche all'estero, una mano meno infelice del su.o predeces- sore. G. B. KLETN. PaccoOpuscoli dellaVoce e Opuscoli dell'Unità Scritti in modo chiuo e popolnrc, dedicati :i que– stioni prntiche e politiche. OPUSCOLI DELLA VOCE, 1. La qutsliom menilio11alt, pp. I 38 . . 1.50 2. G. B0RGA TTA: Che cosa è e che cosacosta il p,.olnionimto rit /1(,lia, pp. 93. 1.- 3. 1. ZA~GWJLL: LJ suffragi.sie, pp. 24 . 0.50 membri di quelle missioni fos,ero 9ei gio,·ani 4. A. CABIATl: O;ntro gli :uccherieri. . 0.50 blasonati, altrettanto abili giocatori di bridge , 5. Cu.11L1.o CAVOUR antiprotezionista: .Il Co»siylio ccnfra/o elci/a « J,e9a De– ,noc,-edica 1>ir il 1·i1wo1 :mnen.lo clella poli– tica nazionale :+ • . ,•;miitosi iu. Roma nei gio,·ni 23 e 24 lngl-io, ha p,-eso atto con com.pioce,,ea del fatto, che la Lega, dopo le incertezze dei p,·,:m1'. mesi, ,·accoglie ade– sioni seu1,pre pi h numerose, e che molti gn1,p11ilocali. son.o in via d.i costUuzione. Per coonlineu-e e iutensificeire l'open, di propagaiida e di o,·awiizzozione, si è deliberai.o di 'tlO·minarc un 3eg1·etario po– litico. L'11f/ìcio è stato afliclalo all'avv. Ugo Ruffolo. Occo,.,.cndo 1uui nolet'ole spesa mtmsile :al f11,nzio11emiento dell' ·ufficio, si invituno ,: soci ci intensificare la vropa,– ganda 1>e1· la isc,·izione cli. nuovi soci: quelli che non hcumo ancora inviato la qtiota di adesione. sono p,-egati a farlo seuza rilar(toj si ha fiducia che i soci piti. ar1iati '<.°"!r.1,·au110 conf,·ibu:ire con versa– menti straonli·na,·i alle spese del pt·ossi.nio semestre, che 110n sm·e1•tmo itiferiori alle lira 1000 111.c;,sili. ll Consi9lfo si è occapnto di •molte al– tre ·que1,i!,;,1ii 1 cli c,,,; renderemo conto ai nostri lettor,:, vici vict che lo spazio ce lo co11,senti1·à. Per on, 111,erillmonotizia immediata la deliben1sio11e s'r,lla q11,estioneclo9anc,le, che abbiamo riferita ù,. alfra JJ(u-le del gior– ·nnle; e q1tclla sulla 1·ifo1·ma eletto,·ale. A q1'csto 1·i9um·do, prese iu esame le.. . p,·011ost.e J>ecmo o Bou.om.i, f11,conuuz.icato · ai gioniali il seguente orcline del yior-n.o: « ll Consialio centrale clellci Leaa De• « mocrat-icci per il 1·-i,1,1,ovamcutoclella po- « litica nazionale, « presi it1,esame gli emendamenti Peano ot e dei soci!Jlisti autonomi s1d p,·ogetto di « rifon11(i elettorale « Afferma che la 1·a1>1Jresentanzapro– « porzionole è 1'11compalibile colle, facoltà ... che si 1wctende lasciat·c all'eletto,·e di « distribufre i suoi voU fra i candidati « di liste Jiverse i • dcplor(, che U g,·11,ppo dei sociaUsti e auto·nomi· abbi<, iniziato la sua vita pa·r– t 1i.1r::ot1~r,./;1,· c.s.ta ,w,l,~i. ',1- .!I.i:_,:,, :;i,]idnla « mauovr<, giolittimia; « inàta tutte le fot·ze 1Jolitiche, che hanno « combattuto il collegio uninominale, ad • opporsi con eguale energia alla, mistifi.– « cazioue, elle la 111a99iot·anza 1uu-lam.en– « tare lente, dell<i 1·a1Jp1·eserita11za p,·opo,·– « zionale; • eci nfferma la.necessità che ,a 1n·ogetto « concordalo fni Jcr, commissione parla men– « tm·e e il 9ovenw, Jntr 110n cosUtuendo « 111ui forma perfetla di rappresentanza « proporzionale, venya. accettato ccn di sci– « JJlina nei suoi elementi csseuzioti da t1dti « i gnippi sin.ce1·ament.e p1·oporz.1.onalisti .. come il j)U, adatto a superare in questo « momento lettia.110vreoslruzionisUcheclella « op1Josizio11e ». A chfrn·imcnto (li qu.est'orclinc del 9,io,-.no, il Co11siglio com.JJilò una memo1·ia, che flf– pztbblicata nel giornale La Calabria del 27 lugl·io, e la r9amente distribuita fni gior- 1ialisti e deputati. La 1·iprod1Lciamo, pe,-che ciiutu a c:,mprecle,·e le discussioni che av– vengono alla Camera in questi giorni. e danzatori di fo:c ltoll quanto i9'noranti di tutto il resto. Passiscdlito,·dù,alida L.Emery, pp.3 I. 0.50 .._., 6. LA q~shOm sessuale, pp. 7i . . . 1.- 1. Durante l'e1>0cacritica dell'armistizio, quan– do gli ;.litriStati dell'Intesa avevano a Vienna e a Berlino (riferisco qua,que ipse mlSerrime vidi) il fior fiore dcli' intelligenza e competenza na– ziona\e, nel!' economia, uel commercio, nelle finanze, nel giornalismo, noi non avevamo che una caterva di giovanetti ufficiali, gi:ì più so– pra descritti, che tutti profondevano quattrini dello Stato a mani piene nei pili cari alberghi e con le pH1bdle compagnie, dimostrando più voglia e attitudine a divertirsi che non a ren– der utili scrvizii alla patria. I capi missione, poi, non erano all'altezza del loro compito, che dO\·cva svolgersi in campi troppo diversi da quello di loro competenza ordinaria. l\Ia allora alla Consulta imperava il grande taci– turno. Oggi le cose sembrano però ancora andare per l'u~ta china. Il Generale di Cavalleri:i, Romei, aiutante (Scritti di G. Sorci, A. Forel, P. 1''"uà.G. A. Levi, R. ~lurri, R. Assagioli, M. Grassini-S.-.rfatti, G. Pnpini, G. Amendol:., M. .T..3bore Resoconto 1 ° Conng:10 per 1:i Questione Sessul\lC)! 7. I. BRESINA: I noslr-ivlCinislav1~ pp. 23. 0.20 OPUSCOLI DELL',UNITA, 1. C. Bosc0LO: La rapprtse11la11za pro;,or- :t'onale, 2• rist. pp. 3:? . . . 0.30 2. LEGA DE)IOCRATICA PER IL RINNOVA– MENTO DELLA POLITICA l'TALIA~A: Che cosa t'(Jg/iamo, pp. :?4 . . 0.20 3. La nforma burocrati'ca, pp. 64 . . . 0.70 4. A. DE VITI DE MARCO: f prohltmi del dopo guerra, pp. 54 . . . . . . 0.50 Gli abbonati dell'Unità possono avere que– sti dodici opuscoli del v;1lore complessi\·o di lire i, per lire cinque. Spedire \·aglia alla Voce, Trinità dei Monti, 18 1 Roma. Il panachage Peano-Bonomi. La diffcrènza essenziale tra il metodo con• cordato fra la Commissione parlamentare e il Ministero e il metodo prop sto dagli on. Peana e Bono,{1i è questa: che, prescindendo dal voto di preferenza, col progetto della Commissione l'elettore ha diritto ad un solo voto· di lista, mentre col metodo Peano-Bonomi sparisce com– pletamente il voto di lista come affermazione della volontà di scelta dell'elettore fra i di– versi partiti. Per conseguenza, dato un collegio di Io de– putati, l'elettore, che secondo il primo metodo do\"eva votare in blocco per tvtti i nomi di una sola lista, salvo a indicare la propria preferen– za per uno di questi, nel secondo metodo in– vece ha facoltà di ,·otare per dieci candidati scelti fra le varie liste. Ecco le conseguenze del sistema Pcano– Bonomi: I . .FahifieauOne della volonld politica del– l'tlellore. - Mentre col metodo della Commis– sione parlamentare l'elettore sa a quale partito vuole affidare il mandato, nel metodo Peano– Bonomi si trova nell'asiloluta impossibiliti. di prevedere quale sarà il risult:1.todelle scelte in– dividuali. In questo metodo i seggi sono asse– gnati ai singoli partiti, deducendo arbitraria– mente la forza di questi dal concorso di scelte personali determinate da criteri disparatissimi. Si scambia cosi il peso numerico complessivo dei voti riportati dai singoli candidati di una lista, con una opinione politica omogenea, che è del tutto inesistente nei \·otanti. Col pretesto. insomma, di rispettare la \il.,crtà dell'elettore di optare fra i c,rndidati di ciascuna lista, se ne falsifica la intenzione. 2. Iruj/icaci gara1JZÙdi lea//à fra candidati della slessa lùla. - Si pretende di evitare, col panachagt, la lotta internccina che sorgerebbe fr:1 i candidati di ciascuna lista per disputarsi i voti di preferenza fra gli elettori del proprio part:to. Ma il Jxwaehogt non e,•ita questa lotta: la cambia. di forma. Consente cioè che un can– didato cerchi di prevalere sui compagni di lista procurandosi ;.1desioni personali fra gli elettori degii altri partiti. È vero che i voti personali così conquistati disgregando le liste altrui, sono utilizzati anch\! dai compagni di lista, in quanto concorrono ad aumentare il numero dei seggi, che possono spettare alla lista. Ma men– tre l'e\'entuale conquista di un altro seggio ri– chiederebbe :•accaparcamento di una massa di \·oti c:ipace di sµostare un quoziente, bastano pochi voti a spostare la graduatoria nel\' inter– no di uua lista. Si a,•vantaggcrebbe:o <lique– sto si::,tema i candidati più disposti alle subdole manovre. 3. Con/us,Onismo polih'co. - l\Ientre col metodo della Commissione parlamentare le coa– lizioni per la costituzione di una lista unica, cioè Guel che I 'on. Bonomi rifiuta c.omc « pana– dwge dei comitati elettorali», debbono svolgersi alla luce del sole e sotto il controllo dell'opi– nione pubblico., col sistema Peano-Donomi, il pannrhng, consente 1~ coa\lzioni t'cl i merc;– moni più immortali e inc<,ntrollab:!i: ir.''\tti i. partiti o le clientele possono accordarsi per presentare liste incomplete destinate a inte– grarsi nel segreto dell'urna. 4. SlN1lt1/a:10msleale d,lle liste avversane. - I partiti poi,sc,no sabotarsi a vicenda le li– ste: cioè un partito, che sa di dover perdere qualche nome della propria lista, rovescia qualche centinai~ di voti, tanti da non spo– stare un quoziente, sul nome elci candidati peg– giori o più opportunisti delle altre liste, con lo scopo di classificarli innanzi ai più intelligenti, ai più battaglieri. 5. Inferiori/Il creala agli anal/obtt1: - Nel sistema della Commissione parlamentare, l'analfabeta può con estrema facilità esprimere il proprio voto cli lista e di preferenza a\l' in– fuori di ogni concorso altrui; nel metodo Pea– no-Bonomi l'analfabeta è costretto a lasciarsi preparare da altri la scheda. li. In che cosa l'on. Peano e l'on. Bonomi si distinguono. Dijfertnze dei mdodi Peano e B0110111i n·– spello al segreto del volo. - Nel metodo Peano l'elettore esercita il diritto di scelta fra tutte le liste, col votare una scheda, che può essere o tutta stampata. o tutta manoscritta o parte stampata e parte manoscritta. Ne consegue che l'ordine dei nomi stampati e manoscritti può mutare facilmente da scheda a scheda, e il se– greto del voto è annullato. Nel metodo Bonomi qucst' inconveniente è cliu,inato, pcrchè la scheda dev'essere interamente stampata e l'e• lettore non solo può portarsela con sè, ma de– ve riceverla dal seggio. e inoltre può utilizzare quelle che troverà nella cabina. Dijferenze dei me/odi Pea110-Do110111i rispello alla delumùra:ione della cifra e/ti/orale. - Nel metodo Peano la cifra elettorale è data dalla somma dei voti individuali di ciascu a lista. di\•isa per il numero dei candidati della detta lista. Querlo melodo 1to11 sopprime le mù1ora11ze, che 11011 possauo presentare lislt compie/e.

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