L'Unità - anno VIII - n.29 - 17 luglio 1919

La riforma La scheda pel voto. li progetto di riforma elettorale concordato fra il Minìslcro e la Commis,;ioue parlamc:ntarc, stabilisce che le liste dei candidati per ogni circoscrizione debbono essere presentate da al– meno 300 e non pilt di 500 elettori iscritti nelle liste del collegio. Questa dichiflraziom deve esstre corredala, per eia.ram solloscritlort, di ,m ceriificalo, da rilasciarsi dal ,0111pele11/e sù,,faco, ·comprovante la inscrt"z1'ont ella lùla politica di uno dei comuni dei collegio. Questa necessità di tante centinaia di cer– tificati non csiste\·a nella legge del 1912, che introduceva la presentazione di candidatura. Nè è risultato che nelle elc1.ioni del 19[3 le presentazioni sicno state firmate da non elettori. E se una truffa di questo genere av– venisse, dovrebbero pensarci i partiti avversari de: trnffatori a denunciare l'imbroglio per fare annullare tutti i voti dei candidati illegalmente presentati. La. novità oggi proposta non può avere che un solo resultato: aumentare il nu– mero delle cartacce inutili, aggravare di fatica gli uffici comunali, reodere sempre più com– plicate e costose le pratiche necessarie alla presentazione dalle C,lndidature. Peggio ::m• cora: nelle provincie più esposte alle prepo– tenze del governo, i prefetti possono impedire la presentazione delle candidature malviste, col semplice dare ordine ai sindaci di non rila– sciare certificati agli elettori che non abbiano la marca governativa; dove il sindaco non fosse persona sicura, sarebbe mandato un com– missario prefettizio a fare l'ostruzionismo. Gli elettori interessati, certo, potrebbero denun– ciare il sindaco o il commissario prefettizio per quest'abuso : le istruttorie durerebbero mesi e mesi; intanto avverrebbero le elezioni senza le candidature boicottate dal governo ; poi verrebbe la solita amnislia ; la Giunta . delle elezioni convaliderebbe sempre: e il colpo sarebbe fatto. Questa disposizione, in– somma, va risolutamente rifiutata. Parlando delle liste dei candidati, il pro– getto di legge dichiara che « ciascuna delle liste deve comprendere un numero di candi– dati non maggiore del numero dei deputati da eleggersi :t-: dunque può essere minore ; dun~ que può essere anche un solo candidato. Be– nissimo. Ma sarebbe bene rendere esplicito ciò che è implicito, e dichiarare, all'art. 2, che e sono ammesse ile liste contenenti il nome anche di un solo candidato». La ,lista dei candidati deve essere presen• tata alla prefettura non pi~ tardi delle ore 16 del ventesimo giorno anteriore a quello della votazione : e alla 'lista deve essere ac– compagnato il modello del contrassegno figu– rato o colorato, che pennetta di distinguerla anche a chi sia analfabeta. La prefettura at– tribuisce immediatamente alla lista una lettera d'ordine. Ricevuta questa lettera, il c-omitato fa stampare le schede di votazione. Le quali sono analoghe a quelle che sono state 'adope– rate nelle elezioni del r913: solamente, invece di portare stampato il nom.: del candidato, col contrassegno, portano stampata la lettera assegnata all;t. lista, il contrassegno, e sotto a questo la parola prtferifo. L'elettore, mettendo nella busta la scheda senza mutamenti, dichiara èi votare i can– didati di quella data lista, secondo l'ordine di preferenza stabilito dal comitato. Se preferisce un candidato agli altri, non deve fare altro che scrivere in lapi:t sotto la parola preferito il numero d'ordine, che il suo beniamino porta nella lista compilata dal comitato. È un' ope– razione, che può essere fatta da quasi tutti gli elettori: perchè anche gli analfabeti sanno in generale :-lcrivere i numeri di due cifre. E chi uon sa scrivere ne'anche qucs1i, può farsi scrivere il numero, prima di andare a votare, da persona cli sua fiducia, t un espediente in– gegnosi'!.Simo e semplicissimo. Questo ~iqtcma presenta, per altro, l' in– conveniente grave di costringere i comitati a una spesa as..:ai grave per la stampa pri– vata delle ~chcde : pcrchC! non sì tratta più di stampare le schede per uno solo dei vec– chi collegi uninominali, ma di inondarne una circoscrizione, che può comprendere fino a venti dei collegi antichi. Inoltre, la presenta– zione dei modelli della sche la alle sezioni L'UNITA elettorale elettorali, che era già lavoro attsai grave nei Yecchi collegi di un centin:tio di sezioni al mas,iruo, creer:\ un lavoro ancbe più schiac– ciante, quando le sezioni di\'enteranno migliaia. Sono difficolt:\ insormontabili o quasi per quelle minoranze, che 1·:mno scarsi mezzi fi– nanziari e organi:1.1.azioncincipiente e limitato personale. Ora solamente le grosse organiu;azioni dei partiti ufficiali e le danarose camorre affaristiche possono <=ssere:ioodrlisfattcdi que– sti ostacoli, che si sollevano contro i movi– menti cli av;rnguardia. Se si introducesse la sched.t unica, conte– nente i contra,segni di tutte le liste, stam– pata e distribuita alle sezioni per cura delle preietture, tutti i gruppi politici - ricchi e poveri, maggioranze e minoranze - si tro\'e– rebbcro in eguali condi1:ioni di concorrenza. Il presidente del seggio consegncreLbc, in cia– scuna sezione, l t sched1 unica aWclcttore; l'elettore, ritiratosi nella cabina, segnerebbe col lapis un quadratino mes,;o accanto al con– trasc;egno della lista eia lui prescelta; scrive~ rcbbe anche, volendo, il numero del candidato preferito; e restituirebbe la scheda al presi– dente. Il pericolo della scheda girante si po• trebbe facilmente evitare. Nè c1ucsto metodo di votazione presenterebbe per gli analfabeti - che, ripetiamolo, non sono idioti - nessuna spedale difficoltà. Il computo dei voti. Lo spoglio delle schede sarebbe fatto nelle singole sezioni. Come l'Unità ha piò vol:e spiegato, que– sto metodo presenta inconvenienti gravissimi: i brogli più disonesti sono sempre avvenuti durante lo spoglio nelle singole sezioni, specie in quelle dei comuni rurali. Nella circoscri– zione plurinominale, i prefetti, padroni del telefono, saranno informati ogni dieci minuti dei resultati dello spoglio nelle singole se– zioni; potranno, quindi, in alcune decine di sezioni, presiedute da agenti del governo e sottratte al controllo dei partiti, fare aggiun– gere e toglier voti a liste e a candidati se– condo i bisogni del QlOmento. Occorre - lo ripetiamo ancora una volta - adottare il sistema inglese: sottrarre lo spoglio delle schede alle sezioni locali, e concentrarlo se non in un unico ufficio - chè colla grande circoscrizione sarebbe opera troppo lnnga - in sezioni circondariali. È questo, anc~e, il solo metodo, che assicuri davvero il segreto del voto. Riuniti nell'ufficio centrale i resultati di tutte le schede, si procede alla distribuzione dei mandati fra le varie liste, e alla procla– mazione degli eletti di ciascuna lista. La distribuzione dei mandati fra le varie liste avviene col metodo, che è :iotatoadottato dalla Germania e che fu spiegato nelP Unità del 15 febbraio pas.qato. Eccone la spiegazione per comodità dei nostri lettori. Supponiamo che in una circoscrizione si debbano eleggere dieci deputa.ti , e che scen~ <lano in campo le liste I, Il, Hl, IV, ognuna d~lle quali abbia riportato il seguente numero di voti, su un totale di 1 q.bio elettori: Lista I \'Oli 50.550 » li . 31.509 Ili • 21.214 • JV . I 1.297 Per dete1minare quanti deputati spettano a ciascuna lista, si div.de la cifra dei voti riportati da ciascu11a lista per 11 2, 3 e suc– cessivamente fino a 10. Lista I VOTANTI. • . 50.551) Lista Il kista 111/Lista IV 31.509 ·I 21.214 • ~ Divisi per I 50.550 31.509 21.214 11.297 ' • . 2 25.275 I 15.754 1 I0.607 5.648 • 3 16.850 10.503 7.071 3 765 4 12.637 7.879 5.303 5 10.110 I 6.30t 4.252 6 8.425 5.251 7.221 fino a 10 I Fatta que~ta operazione, si raccolgono i :o quozienti più alti, che noi abbiamo stampati in grassetto: e si a'lsegnano a ciascuna lista tanti deputati quanti quozienti ciascuna lista h1 ottenuti fra i primi dicci. Si ha, cioè, que– sto resultato: Lista I voti 50.550 deputati 4 • li • 31.509 » 3 • Hl » 2r.2r4 • 1V » I 1.297 Stabilito, cosi, il numero dei mandati di ciascuna lista. si proclamano eletti in ciascuna lista quei cand dati, che hanno riportato il maggior numero di voti di preferenza. Le circoscrizioni provinciali. E' noto che la rappresentanza proporzio– nale tanto meglio funziona quanto più larga è la circoscrizione e più grande (;; il numero dei deputati da eleggere. Perciò molti vorrebbero circoscrizioni regionali, che riuoisitero dai 30 ai 50 collegi attuali. Il maggiore vantaggio cli siffatto sistema sarebbe quello di permettere ai singoli gruppi economici, professionali, cu\. turali, ecc. di associarci in organizzazioni elet– torali spontanee e conquistare una rappresen– tanza parlamentare proporzionata alle proprie forze reali. La Commissione parlamentare, per non sfi– dare troppo direttamente il misoneismo del padule giolittiano, aveva stabilito che le nuove circoscrizioni elettorali dovessero comprendere almeno dicci dei collegi attuali. I gioiittiani, nelle trattative di questi gior– ni, hanno tentato di ottenere che ciascuna delle attuali provincie costituisse una circoscri– zione elettorale. Che cosa vuol dire ciò ? Le nostre 6ç provincie - non parliamo del Trentino e deÙa Venezia Giulh, perchè non hanno ancora una organizzazione definitiva - si distribuiscono nel modo seguente: Prov. con 20 dep. - Una: Milano. » • 19 » - Una: Torino . • 17 » - Una: Napoli. • 15 . - Una: Roma . • • 14 » - 2: Genova Firenze . » 13 » - 2: Alessandria, Caserta. • . I2 • - 4: Cuneo, Bari, ~ovara, Palermo. . 10 • - 5: Catania, Lecce, Pe- rugia, Potenza, Salerno. . • 9 • - 2: Como, Udine. • • 8 . - b: Bologna, Brescia, Ca- tanzaro, Cosenza, Mes- sina, Pavia. . . 7 . - 10: Aquila, Avellino, Bergamo, Cagliari Cam- pobasso. Padova, Reg- gio Calabria, Treviso, Verona, Vicenza. • 6 . -5: Chieti, Foggia, Gir- genti.Siracusa, Venezia, 5 . - 12: Ancona, Caltani- nlsetta, Cremona, Luc- ca, Mantova:, Modena, Pisa, Reggio Emilia,Sas- sari, Teramo, Trapani. . . 4 . - II: Arezzo, Ascoli, Be- nevento, Ferrara, Forlì, l\facerata, Pesaro, Pia- cenza, Ravenna, Rovigo, Siena. 3 . -3: Bcltuno, Massa. Car- rara, Porto Maurizio. 4 . -3: Grosseto, Livorno, Sondrio. Da questo specchietto si vede come la com– missione parlamentare sconvolgeva l'impalca– tura elettorale di 52 su 6g delle attuali pro– vincie: anzi ii può dire che le sconvolgesse tutte o quasi tutte, pcrchè alcune tlell1.:prov:n– cie minori non potevano essere riunite, per ra– gioni di contiguità, che :l taluna elci~ 1 7 pro– vincie maggiori. La oligarchia giolittiana. non potendo ora– mai può difendere il collegio uninominale, ha cercato di so:stituire ovunque alle organizza– zioni collegiali le organizzazioni provinciali. Queste già esistono e funzionano per le e/e::io11i dei co11st°gliprovmciaft:e sonoquasi ovunque in mani giolittiane. Inoltn.:, meno numerosi sono i de– putati. che una circoscrizione dc\·c eleggere, e più facile è costituire una lega di resistenza fra i deputati uscenti: se per es. la provincia di 155 Sondrio (2 deputtti) dovcs,e fare collegio a sè, gli on. M.arcora e Credaro non dovreb– bero fare aluo che presentarsi inr.siemeper ca– varsela im,ieme; se la provincia di Sondrio dovesse, invece, cs~ere affo~ata in quella dj Como (9 deputati), il problema elettorale di– venterebbe più complic,1to; peggio ancora se Como e Sondrio dove.,scro far massa con Ber– gamo! Ecco pcrchè i giolitfrini hanno cercato di salvare dal naufragio almeno le provincie attuali. Perchè i nostri lettori vedano con chia– rçz1.aquale importanza abbia, per una sincera rappresentanza proporzionale, la eEitensione grande o piccola delle circoscrizioni elettorali, sarà opportuno che e'isi vedano i resultati, che avrebbe questo metodo di conteggio dei \'Oli, se la circoscrizione, anzi che essere di 10 deputati, ne C(1mprendzsse un numero mi– nore. Supponiamo, cioè, che gli stessi r 14.6jo elettori, che abbiamo presi in esame nel capi– toletto precedente, siano raccolti non in una unica circoscrizione d1 JI> deputati, ma in tre circoscrizioni, rispettivamente di 2, di 3 e di 5 deputati; e che in queste tre circoscri– zioni essi si dividano proporzionalmente fra le quattro 1,ste della ipotesi da noi presa in • considerazione. Avremmo i seguenti resultati: Circoscrizione a due deputati Lista I Lista Il Lista lii I Lista IV VOTANTI .•• 10.110 6.303 4.242 2.259 -----1--- --- --- --- Divisi per 1 10.110 6.303 4.242 2.259 • 2 5.055 3.151 2.121 1.129 La lista I avrebbe un deputato; la lista II un altro; le altre niente. Circoscrizione a tre deputati Lista I Lista Il Lista III ILiata IV VOTANTI, , , 15.165 9.454 5.363 3.398 -----<--- --- --- --- Divisi per 1 15.165 9.454 5.363 3.398 2 7.582 4.727 2.681 1.699 • 3 5.055 3,151 1.454 t.132 La lista I avrebbe due deputati; la lista II uno; le altre niente. Circoscrizione a cinque deputati Lista I Lista li I Lista lii Lista IV -----1--- --- --- --- VOTANTI, . • 25.275 15.754 10.607 5.648 -----,--- --- --- --- Divisi per 1 2!1.275 15.754 10.607 5. 2 12.637 7.l,17 5.303 2.824 3 8.425 5.251 3.535 1.882 . 4 6.319 3.938 2.651 1.162 5 La lista I avrebbe tre deputati; la lista II uno; la lista lll uno; la lista. IV niente. Sommando insieme i resutati delle tre pic– cole circoscrizioni e confrontandoli con quelli della circoscrizione di dicci nomi, si ha che lo stesso namero di elettori, pur distribuendosi sempre nelle stesse propor1.ioni fra quattro liste, riesce in una circoscrizione di dieci deputati a far trionfare 4 della lista. l; 3 della lista II: 2 della lista. ill; e I della li,;ta IV; mentre quando è sminuziato in tre circoscrizioni mi– nori, dà 6 deputati alla lista I, 3 alla lista U, 1 alla. lista Ili, e nessuno alk1 lista N. In– somma,quanti meno deputatide\'e eleggere una circoscrizione, tanto più agevole vi è il soffo– camento delle minoranze: cioè tanto più ci si avvicina agli stessi rcsultati del collegio uni– nominale e dello scrutinio di li:1tasenza propor– zionale. Resultato pessimo fra tutti, la. neces– sità in cui si trovano le miuoranzc (che nel caso preso in esame sono quelle delle liste U[ e 1 V) cli confondersi per non lasciarsi derubare dalla maggioranza e dalla minoranza 1>iÙ forte . li compromesso. Fra la Commissione parlamentare, che ti– rava a rifondere tutte le provincie in circoscri– zioni di almeno 10 colegi, e i giolittiani che tiravano a conservarle tutte, ha finito col for. marsi, come avviene sempre in quc,ti casi, un compromesso: saranno rifuse le provincie che

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