L'Unità - anno VIII - n.25 - 21 giugno 1919

, Due episodi della sap·enza infinita, con cui hl politica este• ra dell'Italia C stata fatta in q.. e:,ti ultimi otto acsi, sono slati raccontati dal Giornale del JJOf»lo, senza che i giornali fodcli all'on. Son• niao e all'on. Orlando abbiano j)Otuton~ smen– tire nè rettificare. Si tratta, dunque. di fatti f•ori contestazione. Il primo episodio è stato raccontato con le acgucoti domande, che contengono esplicita la risposta: « Primo: E' vero n no che nel dicembre ~ 1918 il Presidente <lclh Rcpubt.lica france:te. • Pointaré, invitò, per mez1.o di un a 1torc• « vole deputato italiano, l'on. Orlando a met– • tersi in immedinta rela1.ionc con la Francia « e ln.hilterra per la rkc1ca di un program– « ma comune e di un <:omune piano d'ar.ione? «Secondo: E' .vero o no che, sempre nel <i1 dicembre 1918, il signor Clemcnceau. per « mezzo del solito deputato ital1ano influente, • iavitò l'on. Orlando a prcch,are le aspir.1zioni « italiane per includerle un 1m grarnma comune « e allo i,Copo di farle uionfare mediante un « pi&no d'azione c1,m11ne? « Terzo: E' vero che l'rnl. Orlando rv>n si « curò di rispondere nè al primo, nb al ~econ– « do invito? « Se !'on Orlando - e come potrebbe ili– • trimenti? - <loves~eris1>0ndere affermativa– « 111entea queste domande, n,;Ùherebbe chiaro « che non solo egli non volle ~guirc runica • !ltrada additatagli da Bi.;-.olati cht: poteva « assicurare all'ltalia una soluzione equa delle « aue aspirazioni 1 ma eh<.· non ,·olle o non sep– • pc seguire nC'anche l.t -.trada che avrebbe « 1>0tuto ttssicurarci unil soluzione rnpida e « tale da risparmiarci un'attesa angoscio .. .1 1 « umiliante,· pericolo,a, una :,oluzione. se non e compiutamente giu~ta. conforme ai trattati. e L"Italia nel 1915 intervenne in guerra « per due scopi naiionah. oltre quelli t.enerali: • •• integrare la propria uniù; 2• assicurarsi « il posto che le !-.pelta nel conse3So delle t: grandi nazioni. Do1>0quasi qualtrÒ anni di « guerra e molti mesi di dis· ussioni, il primo • tropo non è ancora cun ..cguito e nulla ci • 153icura il suo conseguimento; e sappiamo « perchè. Si vorrebbero ora sapere i , cri mo– e tivi per i quali anche il "ccondo scopo non è « stato conseguito Vogliamos.1pere perchè dopo « 13. guerra e 1,\ \'ittoria l'Italia è totalmente "'isolata.~ L'altro episodio è non menll gra"e, e risulta da quanto ha scritto il p,ornale del popolo e da quanto un'Ag~nzia giornalistica, L'infonmi=io 11 c, hil aggiunto alla rivelazione del giornale rùmano scn,a - ripetiamolo - rl e ne&>unoabbia osato smentire. « ~oi siamo in grado di affermare • - ha scritto il G1or,,al, dtl pop lo - nel modo e più categorico che il metodo delle trattall\'e « dirette fra italiani e ju.(oslavi è Mato a « un I erto punttl ~dott11to e con successo. « con un successo, che sarebbe stato senz; • dubbio magr,fore, se l'esperimento si fosse « tentato non dopo che la causa era st,,ta f. compromessa, t cl()(' a conferenza aperta, • ma prima della conferenza. Qu ndo il pro– e blema adriatico a1 primi dcli, scorsi) aprile « sì presentav.1 difficili~1mo, da fonte iogle~ « e americana - non da \\"'ilson però - si « tentò di mettere in re'a,ione italiani e jugo– « slavi per accordarsi almeno sulle questioni « economiche, ciò the avrebbe po!uto facili– • tare il compito per la ~1>lmdrmcdelle llue– c stiont politiche. :\fa pokh' i delegati ;.tlla « Confer1.nza da una p:utc e clall' ttra si mo– e stra vano r luttanh ;,1i .,;(intatti, si pe:11SO di e d:trc l'incarico dei ne:,>ziati :t due italiani • e a due jugoslavi fra i competenti che la- • vora\'anO nelle Commi!<,;ioni. Gli incontri « av\·ennero, e sulle questioni cconomid1c non ~ fu estremamente diflìclie fi~,are i punti cl'ac• • cordo. Le trattati, e fur,ino condotte a che « su le questium t~rdtoriali: s, rra git111li e a ro'l(ordart /'a1111.,,.JS1-.nu al/' [1,1/ia Jtfl' b:tia, « d,· FluJM, Ji Zu,1: i rappn:.. ,entanti ju~ « ~hvi ~i pre.,entarono. mt111th d,dlr nr uso11it « ttt..l n=idfi," pcr firmaTe 11compromesso; ma e trovarono t:he i 1,1pprrsrnlc1nli il lràm' "' - « rurro , ice::uloorJUI,. d/ tomprre le lrall,1/ÙY. 1 • due rappre.scntanti irnliani !<0no il signor f. Bensa di Genova e il -.ignor Quartieri di e Carrara, L"ac,ordJ dou, 1 mt•r lirmo1lo il « K'4r110 d(l/a ,,,11 lmz.1 ddJ.i ,nuJi nt il:i/i,;n., d,1 « P,1 i:i. E si 5-arebbe I tutù ,·enirc alla fir- L'UNITA 4 ma anche il giorno dopo la partenza della ~ conuni,sione ». Frattanto noi !..pendiamo due miliardi al mese per fare la guerra in temp) di pace. Una leggenda Circola per i periodici sonniniani di pro– vincia, ma non è stato ancora adottato dai grandi giornali della ì\tano Nera, il racconto che dopo la battaglia di Vittorio Veneto, al• (orchè si venne a trattare l'nrmistizio fra Au– stria e l' ftalia, il Governo francese volesse che Pl'alia si fenna...-.sealla linea del Taglia– mento; e l'onorevole Sonnino si ::iarebbe ancora una \'Olta, novello Farinata, opposto a questo disastro materiale e morale dell'Italia. Ma si tratta di una leggenda inventala di sana pianta per distrarre l'attcn1.ione dei min– chioni dagli spropositi non leggendari dell'on. Sonnino. li quale non ebbe bisogno di fare il Farinata, pcrchè nessuno si sognò cli pro– porre ali' Italia la linea del Tagliam~nto. li progetto di armistizio fu studiato a Pa– dova dallo Stato Maggiore Italiano: c'SSO con– templava diverse ipotesi di linee d'armistizio; fra le diver:;e ipotesi la più larga era rappre– seutata dalla linea del Trattato di Londra; la quale fu approvata senza cliflìcoltà dal Con– siglio militare interallea!o di Parigi. E su que– sta base fu conchiuso l'armistizio. Tutto il resto è una pietO:,.'\invenzione degli ammiratori dell'on. Sonnino. Si comincia a capire? ll Congres<;o per il I ubblico impiego ha votato all 'unanirnilà il seguente ordine del giorno: e 11 Congresso coni;tatando che l'attuale « enorme rincaro della vita gra\'a più special– « mente sulla cl.:..ssedegli impiegati e frustra « ìn grnn parte qualsia!si conquistato miglio– « ramentù di stipendi, chiede al Governo un « energica politica economica che renda pos– << sibi e una progressiva diminuzione del costo « ddla ,·1ta; « 111111/re diduOr,1 la prop1it1 sfiducia nel si– « slm1,1 dti calmieri r dtllti rtgola11unlaeion, tki • prr:;:i, t:he hanno r.tHito al loro scopo, rico– « no!,CCcome efficaci rimedi : « t) una sollecita e progressi,·a diminu• « zione dell'attuale enorme circolazione carta– ~ cea,.r.ausa essenz'.ale del deprezzamento della « moneta: e 2) un'imposta straordinaria, da destinar– « si a tale scopo e da applicanti sul patrimonio 4.: costituito.:,i durante la guerra e in consc– e guenza della stessa ; « 3) l' dùnùra.si' one degli oslacMi proibilil:i • ad og11ilibero commercio coll'tS.'ero,ostacoli che « se git1V0110 ad una pucola oliga,-dna mdus/n'a• « lt, mira11/e a monopolizzare il mercato nasi<>– « 11nle,si traducono ml carovit•eri e sul disagio « ddln gra" massa dei co11s11maloti; « 4) il mantenimento degli impegni presi e dal Go,·erno verso le Cooperative di con– « l,Umo istituite per la eia~ degli impiegati « e da porsi sotto la direlta ,,igìlanza e dire– " zione dei rappresentanti elettivi della classe « stessa •· La classe degl' impiegali dovrebbe fornire le forze piì.1 numerose e più compatte nella lotta contro il protezionismo doganale. Finora e:-.-,a è rimasta a~nte dalla lolla. L'ordine del giorno \'Otato dal Congrc~~o di Roma è indizio interes-.ante e confortante di un nuo\'O orientamento intellettuale. Se esso si confer– n\3"-SC meglio e des-.e origine a una vera e propria azione politica, sistematica, la orga– nir.zazione degl' impiegati diventerebbe davvero una grande benefica foua dell,1vita del paese. L'or ine del giorno d1 Roma, rifiutando anche il si tema dei calmieri e della regola– mentadone dei prezzi, i:: additando nella ec• ccs..;i\'a circolazione cartacea una delle cawe font.lamentali el carovi,·eri, documenta in co- ~ loro che l' ),anno proposto e approvato una se.rit"tà di pcnl,iero non comune nelle organiz- 1.;11.ioni professionali, le qu:ili 111 generale non si preoccupano di altto d1e di combattere i sintomi immediati de. mali, di cui soffrono gli t rg:mh:zati. chiedendo rimedi empirici, che qua31 ~empre aggra,ano i mali. Auguriamo con fer\'Or1.:. che la recente ma– nife-.tazi ne di Roma 5egni il prindpio di un nuovo pcn-.iero e d1 una nu ,\'J azione. . . . li co1wegno per la "cuoia popolare tenuto a Bologna dalla Lega dd comuni socialisti, dalL.l Confederazione gcncr.lle del la,·oro, dal 'indaraM dei mae:,tn sodali-,tl e ,folla Dire– zione del Partito Socialista. h.1 \'0tatl) un or- cline del giorno, in cui riconosciuto che « è • \'fra coscienza ,he la pro\ 'inci:11izu.zione « della ~cuoia elementare - dopo la infelice « pro,·a - debba es,ere annullat.l dal ritorno « dell'autonomia, la quale pur fra gli incon- • "cnienti che porta con 111,\ vale tuttavia a • creare inturno alh se 10\a I,\ più affettuosa t: "impatia •• si a!fem1a « l'urgenza di ridare • ai Comuni, che ~a clued,,nc-. 1a \ICuola,e di e riformare là do\·e rautonomia nt-n è chiesta « e ritenuta ncces,aria, l'attuale Consiglio sco– « la.stico, rendendolo più snello e più libero e ed introducendo in esso la rappresentanza « dei la,•oratori ~- Nel 1911, allorchè fu ,-arata la legge Daneo-Crcdaro, il trasferimento della scuola dai Comuni allo Stato era un dogma so– cialista. l\la otto anni di esperienza hanno di– mostrato che si stava n eglio quando si stava peggio. 11 Comune, per quanto difettoso, è un or– gano 1>0liticoe aruministrativo piil agile, più sensibile, più soggetto .al controllo degli inte– ressati, che non sia la burocrazia statale. Quando le :-,cuo!e elementari dipendevano dai comuni, c'era nel comune un individuo, l'~sessorc della pubblica h,truzionc, che do– veva cercare di fare andare le scuole il meno male po.;s1bile, per non essere presi) a patate dai padri di f.imiglia elettori. Chi non era contento del modo come funzionava una scuola per i propri figli, sape\'a d1 poter ricorrere al– l'asscs!IOre, e aveva la vittima a portata di mano. E quan<lo le ammin strazioni comunali erano inerti o male inte~zionate, c 1 1.:rano gli isì1ettori dello S1ato che intervenivano a con– trollarle e spronarle; e quest'intervento di un'autorità superiore, che.... non pagava, e obbliga,a i comuni a spendere, dava ovunque dis reti resultati.La rifonna elettorale del 1912, poi, dando ai contadini il diritto di ,·oto avrebbe a poco a poco rese le amministra: iioni comunali più sensibili ai bisogni scola– stici delle classi rurali. Invece proprio mentre si dava li diritto di voto ai contadini 1 si toglievano le scuole ai comuni e se ne burocrotizzava bestialmente l'amministrazione! Cioè, og;,";"i, un p dre di famiglia, che voglia lamentarsi cli un mae;,tro, de\'e prendere il treno per andare dal prov– veditore ; le amministrazioni t."Omunali non hanno più nes:,un interesse per ;e scuole ; gli ispettori, che erano così esigenh 4u,mdo do– vevono sorvegliare i comuni, non esigono più niente .... dal Governo dopo che le spese sco– lastiche sono fatte direttamente dal Governo. li Convegno di Bologna dimostra che firrnn– che i socialisti statolatri c..ominciano a capire che la legge Daneo-Credaro fu uno sprop<>sito malefico per 1:1 cau .. a della 6truzlone popo– lare. E chic<lono che le cuole elementari sleno re:.tituite ai comuni, che dom,mdino di ge:,tirle in auto1;omia, Speriamo che il ravvedimento l,Ì estenda ben pre!-tt0da quello della scuola popolare a molti altri campi. . . Nel grande comizi,, di Gcnuva del 12 giu– gno uno degli oratori ufficìali ha <letto a nome dell.t Unione ligure degli !\mohihtali « Il mal– « gQ\•erno di Roma 3\'via il popolo italiano • al:~\ fame. Genova :ii cmandpi d.l Rum:1, si « renda autonoma, no.n rkono!j1.:a .iltra auto– « rit,\ che ~e stes:-a, cioè il suo J\lunicipio •· C'è in queste pal'olc una é· :1gcr,1zioneevi– dente, !;piegabilis:,:ima con l.t e:-t;1spcrazione pro<lutta dai commemt .tori romani. :\fa la temll"n't..\ è ott1m:1, e va ,n tutti i modi s,·i– lupr,'lt,l e inéorag~iata. L' Itali.\ non sar.~ un p.....e libero, finchè i commendatori romani non saranno stati ri– dotti a un decimo del nu•nero attuale, e con• siderati come servitori umllbsimi e non più padroni prepotenti del pae11,e che li pai:.ra. Al prossimo ,mmero: G,c,1 en. Lm1s.,RDO-R,u1u. Scuole di governo e scuole della nazione. 135 Perchè non aderisco alla Lega La rngiono è molto scm pii cc. Sono intcn·enuto alle prime. simpati• che ndnnnnzc elci • GrupJ>O llorentino • - puro nppnrtcnendo al partito sociali– sta - con la fiducia che gli :unici dcl– i' Unità, nnchc so militanti iu cnmpi di– versi, potessero costituire un sereno cd utile nucleo di studii dei co11creti pro– blemi politici, sociali, amministrntivi del– la vitu. unzionnlc. Non potei nssistoro nl Oouregxo, perohè assento in quei giorni da .l!'ircuze per imJlCgni precedenti. Lu dicMarazio110 di principii non mi trovn, con~enzicnte, nè per la, formn, uè por In sostnnzn. Nou por In forma - pcrchè, se non si vuole, nncorn, costituire un vero o proprio • Llnrl.ito, si ba tutta Pnril~ ·di volersi incnmmiunro per quellu. ,·in. Po• drouissimo, chi crede, di scguirlu. l"o, u questo punto, credo mio dovere di one– stà e sinccriL;\ politica di lnscinro f:li amici dell' Unit<l, e di procedere per lf\ mia, strndu.. Non por In, ROstnnza. PerQhò In, t l"ic· ga, » Vuol csser·o unn. l'innovnzione doJln, dcmocrnziu, mentre io, ft.mmnestrato nu– che dagli esempi, che si s,·olgono - fino ad un certo JHtnto ! - sotto i nostri oc– chi, della prico che si sta tramondo ,, Pnrigi, non credo che la democrazin possa salvarsi o rinno\~nrsi se non ricmpicmlo le sue vecchio formolo nstrutto col prc.– ciso co11t.on11to clollo nspirnzionì dello masso l1worn.trici. Per dire In cosa in poche parole, Rccohc, mn. espressh·o: Jn. democrazia, o sur.\ socialista, o nou sar1\. La • Lega•. 1inò giungere fino a questa conclusiono 1 Ancora: come diceva benissimo Prez– zolini in una dello prime n.duunnzo del Gruppo, noi convenuti eravamo tutLi (ab– sit .... olo,(Ji.K,m, verbis) intollettunli, critici, studiosi. I/azione politica - in qun,lnn– qno campo si svolga, - abbisognn. nnoho cli questi; un por essere offloicnte, devo es– sere aziono di mnsse. Non credo nll'effi– cienza dello. • Lega •, se non chicdorà., qualsiasi problcmn. agiti, qualsiasi so1u• 2iono proJ>ngni, il concorso delle masse. Di quali 1 - TI Salvcmini mi pnrln.vn . un giorno doi contn.dini, specie di (1 uolli del .l\fozzogioruo, dimcnticoti dall1\ propn.– gnuda socialistn, che fece sua Je,·o. degli opcrui dello industrie, ccl in pnrticolnro di qul'lli dfl Nord. Non conosco snfll– cientcmcnte le questioni per lliscutcro quesVopinione. Ma, si capisco benis'Jimo, io non potrei, socinlista. militnnte, nsso– einrmi nd un movimento <·ho mirnsso 11. scindere lo forzo proletarie, orgnnizznndo i coutndini, 11011 gii\ insieme, mu. eont.ro gli oporni, l'unili\ di Classe del prolotn– rinto 0SSC'11douno dei cnpisnldi dell'a– zione politica del mio partito. Ohe so fosse voro dio nd un tale risultato 11011 si è ancora giunti, ed anzi si è agito in modo c•onlrnrio nl raggiungimento di tnlo effetto, hiSOA'lllL fnr di tutto per mutar rott1 1• e non uccrcsccre il dnnno ed il l}Cricolo cli 1111 nntn.gonismo di c1l.fC'gori<•, chc1 per i fini del socialismo, vn tolto di mezzo. Chi mi conosce, sa che, se io rimnn~o nel Pnrtito soriali$ta. milite ,di~l"iplinnto. di e:,lrcmn debtrn. lo faccio per unti<'r" fedelt1) nd un' idcn, e non certo per am~ bizion<· pcri;;onnle. Non ho proprio In t-a• gom:. <lel.... r•oltivntore ili ,·ollrgi (oltre il r(•Sto, sn.roi troppo pigro ....). N<'J>JH1r mi off<•1ul<• grnn che la sflduc•in, protln.– mnll\ dnll:" • Legn. », in tutti i vecchi partiti. ;\la, 1wr lf ragioni rllt• ho tlt•ttc, 11011 credo c·h<•thi milita nel purtito so– rinliRta po.;-.a aderire a11a • Lt:l.!'fl ~. or– ganismo. &e nou ancora partito, politi,·o, mentr{' ,\Vr(•bl,o potuto adc,rirt· ad iuir.ia – ti ve, forHo lliiì feconde, di Rtud ii n.nc• llc, e soJH'a lutto, rii indole politi<•n,. lo, al– meno, rh•olvo il mio caso di ('0scit•nzn co,l. Cio non mi imp<'dir,\ tli soguin•, (•OI mnggior intt 1 r0'iSl'. razione della « Le~a »

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