L'Unità - anno VIII - n.23 - 8 giugno 1919

della Nazione annata, il corpo dello S. M. è necessario, rispondendo esso ad una necessaria divisione di lavoro. ~Ia non de,•c essere casta chiusa; non deve avere privilegi di carriera; de\'e cs!tere rigorosamente limitato nelle sue funzioni; de\'C essere formato con gli uffiiciali vera– mente capaci ed ani alle speciali funzioni di preparazione e di direzione. SILVIO GABRIOLO. Il ritorno dalla guerra 1. U11 professore straordinario di una Univer– sità italiana, do1>0 aver 1>assato tre anni in guerra come ufficiale di fanteria, è inviato in congedo assoluto, nella sua rc.;olarmente do– cumentata qualità di « impiegato dello Sta– to »; e, trascorsa felicemente la licenza di giorni quindici con assegni ma senza inden– nità di smobi itazione (la quale compete ai benestanti che vivon di rendita, ma non agli « impiegati dello Stato »), si trasferisce alla sua serie universitaria e, presentatosi al Se– gretario <!ell'Ateneo, ha con lui il seguente te– stuale colloquio: Stg,·. Oh, professore carissimo, sono veramente lieto di poterle stringere la mano. Ella figurava da un pezzo tra gli insegnanti di questa Univer,ità, ma ancora non ave– vamo avuto il bene di conoscerla. Prof. Eh, che vuole, sono stato sempre Jassù.... -Segr. Lassù, lassù ... Felice lei, profe'-sore ! Se sapesse che vita di stenti e di sacrifici abbiamo fatto qui in questi tre anni! Lei non ci crederà: il prosciutto a tre lire e cinquanta l'ettogrammo .... Prof. Eh, lo credo! Però anche i combattenti, lassù, qualche sacrificio l'hanno fatto .... &gr. Sta bene, sta bene, non si nega; ma al– rneT avevano la soddisfazione morale: terre nuove, cerimonie, medaglie.... Ma qui !.•. Basta, non ne parliamo : e Lei, dica, si trattiene qui per qualche giorno? Prof. Per qualche giorno .... ecco: io sono ve– nuto a accordarmi con Lei pei'°l' inizio del mio corso, e intanto a cercare un quartierino per la mia famiglia. &gr. Un quartierino? Ma dice sul serio, pro– fessore ? I Ma proprio Lei ha intenzione di trasferirsi qui stabilmente ? .Prof. Eh, sì.. .. -Stgr. Ma sa che Lei, in questo modo, diven– terà benemerito dell'Università e si acqui– sterà la riconoscenza imperitura del signor Rettore? Prof. Veramente .... non capisco. Non c'è un articolo che prescrive ai professori di ri– siedere stabilmente presso I' Università? Non mi sembra di aver diritto a tanta\ riconoscenza se ob,bcdisco a una disposi– zione tassativa .... ..&gr. Andiamo, professore, non mi faccia l' in– genuo. Sarebbe stato naturalissimo che anche -Lei, se ha la famiglia e gli affari in altra città .... Non sarebbe la prima volta: una scappatina ogni tanto, una diecina di lezioni, e via.... .Prof. No, io ho intenzione di stabilirmi qui. E vorrei ai-punto sapere quando posso cominciare il mio corso. Stgr. Ecco, per orario, le lezioni dovrebbero ricominciare il dieci: se Lei crede, si può metter fuori l'avviso per quel giorno .... Prof. Benissimo. Secr, L'avverto però che metter fuori l'avviso non vuol dire che il dieci ci siano gli studenti. Prof. Cioè ? I Stgr. Pare che gli studenti di qui abbiano deciso che fino al 17 non torneranno a lezione. Lei sa come sono gli studenti : nella settimana seguente a quella di car– nevale c'è sempre stato l'usanza .... Prof. l\la come, anche da quando c'è la guerra, gli studenti continuano ad avere di queste malinconie carnevalesche? Segr. Eh, si sa. Del resto gli studenti, ora, non sono molti.. .. Uno due per corso: qualche riformato, qualche imboscato .... E son gente, Lei mi intende, che vogliono le loro comodità, ... Prof. Capisco. Quegli altri giovanotti che sono L'UNITA 127 lassù, delle vacanze carnevalesche ne fanno a meno da quattro anni; ma quelli, è vero, son gente sana e non ci provano sacrifi- cio.... Segr. E dica un po' 1 professore, per il quar– tierino ha tro\'ato gifl da mettersi a • posto? Prof. Ecco, proprio a posto. non potrei dirlo. Uo trovato dDpo tanto B :ir.nc un solo quartiere mobilia·o e me ne hanno chie– ste trecento lire al mese: ma poi hanno voluto favorirmi 1 ,crchè sono profcss lre, e mc lo hanno lasciato per duecentot– tanta. Stgr. Caruccio, caruccio .... non si può negare che è caruccio. ~ta, d'altronde, tutto in questa città costa parecchio. Qui, \·ede, ci sono molte famiglie patrizie che hanno pala1.zi propri, molti comandi militari che hanno requisito i migliori alberghi, e mol– tissimi mercanti, arricchiti in questi anni col commercio dei sumi e del formaggio, i quali, pur di avere quartieri da signori, non badano a spese. E i prezzi, si capi– sce, salgono .... Prof. Già i ma chi non è nè patrizio, nè co– mandante militare, nè mercante di for– maggio, si trova q~i un po' .... imbaraz– zato. Ad esempio, uno che, come me, abbia uno stipendio ,mensile di quattro– cento .... Segr. Trecentonovantasei e venticinque, Prof. ....di trecentonovanta"ei lire, e che ne spenda duecentottanta per il solo allog– gio, non si può dire che colle residue centosedici lire possa dare un vitto molto copioso alla sua famiglia. Capisco, anche questa in fondo è un'economia: si fa a meno della cucina.:·· &gr. Ah, ah, burlone d'un professore, questa è buona davvero! Prof. Non c'è di che: è tutta bontà sua, egregio Cavaliere. Ma, giacchè siamo a parlare di cose.... pro:iaiche, mi saprebbe dire quando mi sarà possibile riscuotere quella tale indennità di caro viveri di cento .... Segr. Novantasei e trenta. Prof. ....di novantasei lire, che mi dovrebbe essere stata corrisposta fino dallo scorso ottobre? Stgr. Ecco, C'gregio professore, i suoi colleghi non militari la riscuotono tutti regolar– mente ogni mese. :Ma Lei finora è stato ufficiale.... Prof. ....e quindi, per rnstigo .... Segr. Che diamine! Dio mi guardi dal far– gliene un carico. Volevo solamente dirle che per poter pagare la indennità a Lei che finora era ufficiale, occorre che giun– gano le opportune disposizioni dal com– petente dicastero di Roma: e quando queste saranno venute potremo dare ini– zio ai provvedimenti del caso. Prof E tra quanto si prevede che possan giungere le attese clisposi.d1mi? Stgr. Oh, questione di un mesetto. Prof. E se proprio in quesio me-:etto io avessi bi~gno della sullodata indetmità per dare da mangiare alla mia famiglia ? Segr. Ah, ah, ah!! Lei stamani è proprio di buon umore, profe,sorc mio. Un profes– sore d'Università che per mang re ha bisogno della indennità caro , i\'eri ! Prof. Che c'è di strano? Segr. ?ila via, profes,ore, ma se lo sappiamo tutti che per i profc:.sori d'Università lo stipendio è un di più, uo' inezia tra-;cu– rabilc: tanto per comprare le sigarette ... Prof ....e per abbonarsi alle rivb.te scienti– fiche. Segr. Le risorse della cattedra!. .. professore, mi faccia il piact:re: altro che indennità caro viveri ! Prof. Ma scusi, Cavaliere: che razza di risorse vuole che mi dia la c,ittcdra, dopo tre anni di guerra durante i quali non ·ho mai avuto un minuto di tempo per ricor– darmi d'esser profes:!lore? Segr. Andiamo, andiamo, Prcfessore egregio : Lei ha ,·oglia dì scherzare .... Prof. Ha ragione, ma non sono io solo, in Italia, a aver \'Oglia di scherzare. I miei rispetti, Cavaliere. Qud /aie poveroprofessore di cui S(}pra. La questione agraria Nei giorni pili tristi della nostra prova suprema, in cui il nemico occupava tre nostre province e sembrava che \'Cnissc meno al paese la forza di provvedere :ti sostentamento dell'e~ucito e della popolazione ci\'ile, nei giorni più neri in cui si videro gli alimenti nece'J'iari alla vita scarseggiare a tal segno da. far temere le conseguenze pili gravi, mille voci si levarono a sostenere l'assoluta neces– sità di dar maggiore incr mento alla nostra produzione agraria, di imprimere un impulso vigoruso e moderno ad un'indu:itr:a, che è sempre stata a ragione considerata la nostra più grande e ~icura fonte di ricchezza. Durante 1a guerr.1 difficoltà d'ogni genere si oppo..ero alla pratica attuazione di un pro– gramma di riforme, che avr bbc richiesto ben altri mezzi. ben altra preparazione e soprat– tutto ben altro concorso di circostanze favo– re\•oli, per dare qualche fa,·orevole risultato. In pratica, con la mano d'opera ridotta ad un minimo i:nprcssionarue, sen a concimi, col bestiame decimato dalle requisizioni, coi tra– sporti accaparrati in buona parte dall'autorità militare, con mille impedimenti e difficoltà bu– rocratiche d'ogni g·enere, l'agricoltura dovette ridursi a vivere alla meglio, sulle poche braccia dispon'bili, sti'llolate dagli alti prezzi dei prodotti e dai cospicui guada(?ni, che senza dubbio poterono essere realizzati dagli impren– ditori agri oli. Quella larva di organiz7 ... 1.Zione,che fu detta mohililazùme acraria, poco o nulla potè fare; e sarà bene che scoippaia al più presto, per non intrakiare più oltre il libero ritorno alle condizic ni normali, e la possibilità di studiare ed attuare nuove forme più sane e reali di coordinamento produttivo. Ora che gli incepiJamenti e le limitazioni vanno lentamente scomparendo, e che la smobilitaz:one si avvia a fornire i principali elementi per la ripresa agricola, occorre assolu– tamente che l'opinione pubblica non perda più di vista il problema grandioso della no– stra agricoltur:1, e non lo lasci ricadere nel li_t.nbo dei luoghi comuni, ove lo si è sempre tenuto finora ad :1mmuffire. Con l'agricoltura si collegano questiont' non solo economiche, ma anche politiche e sociali, di così vit ile importanza, che è asso– lutamente necess:uio rompere finalmente la piccola cerchia deoli ambienti e dei giornali t~cnici, in cui essa è conosciuta, amata e so– stenuta. Non de\'e essere più permesso oramai a coloro. che affrontano con lo studio e con l'opera la vita politica del domani, di igno– rare, almeno nelle lint•e generali, le car;ltte– ristiche e le esigenze principali di una que– stione, che è fr;l le nostre maggiori. L'U11illi si sforzer1 di lumeggiare di mano in mano alcuni dei più importanti aspetti di essa; per ora vorrei chiarire alcune conside– razioni preliminari, che po,sono servire ad orientarci. . . . L'agricoltura" nelle sue condizioni tecniche cc1n~ in quelle ec'lnomiche e sociali, è una industria caratteriz1.ata dalla sua stretta con– nessione con l'ambiente, nel quale sì S\·olge. In Italia, ove si ritrovano le più dispàrate condizioni di clima e di terreno, l'a~ricoltura è per necessità di co ..e e:!ltremamente varia e multiforme. N n facil; dunque a studiarsi e a conoscersi. Lasciamo stare le frasi fatte, con le quali si suol salutare l'Italia come il giardino d'Eu– ropa. Purtroppo ncll.a vecchia esprcssic>ne af– fettuosa si pecca di molta superficialità e di molto ottimismo. Fu gi,·1sfatata dall0 Jacini la leggenda che l'Italia sia un paese parti– c0larmente favorito dalla natura. « La patria nostra», egli scriveva « eq:ettuata la pianura « del Po e poche altre pianure minori, è uo << paese di montagna. anzi di ;1Jte montagne « in molta parte dirupate e ino,piti; e 11 fatto· « di essere assolutamente improduttiva una non « piccola esten,ione di essa è dovuto alla « Natura ed è invincibile. Riguardo poi allo « spazio a cui si auribuisce la denominazione di « produtti\'0 1 perchè censito, non bi~gna dimen– « ticare che una buona metà del medesimo è « coperto 1 in tutte le regioni alpine ed appenni- « niche, di alluvioni. di ghiaie, di molti ruderi di « fore.,te. di magri paicoli di mont-tgna non « suscettibili di miglior,unento; nel centro « della penisola di sterminate maremme; nel e mezz giorno e nelle isole. di terreni acquitri– -« nosi 1 fonti perenni di malaria, per tacere e << delle crtle :,enesi, e delle 11111rgit puglie– « si, ecc.». E sebbene la pianura dell'Italia settentrio– nale ricordi in gran parte per le sue colture le terre migliori dcli' Europa centrale, e in notevoli tratti del centro e del sud si abbiano esempi di bclli<,sime coltivazioni erbacee ed arboree, dobbiamo ricor,larc che il nostro è pur sempre un paese dai monti impoveriti e denudati, dai torrenti impetuosi mal reg-,lati, dalle vaste zone malariche a coltura esten~iva, d tlle regioni si ibonde in cui la produzione diviene aleatoria e spinge a masse gli emi– granti oltre l'oceano m cerca di più umane forme èi ~ita. Condizioni naturali adunque forse piuttosto contrarie che favorevoli, senza dubbio assai disformi e tali da dover essere affrontate caso per caso con metodi e con mezzi diversi, te– nendo conto dei sistemi tradizionali già esi– stenti, ma mettendc in pratica i dettami dei ritrovati tecnici più moderni. • .. Altra caratteristica dell'a~ricoltura è quella di trovarsi in i_stretto rapporto con le tradi– zioni storiche. le condizioni sociali, le con– suetudini e la mentalità delle popolazioni rurali. Questa connessione, che pur sussistendo, risulta assai meno C\•irtente nelle indu$trie manifatturiere, dà la chiave di certe situazioni per le quali in un ambiente talora climatolo– gicamente ed agrologicamente fdvore,·ole, si riscontrano tenacemente abbarbicate forme di sfruttamento antiquate e imperfette, che è molto difficile modificare e superare. Questi esempi di cristallizzazione sociale, •che culminano nel Mezzogiorno coi due aspetti del latifondo e del'a proprietà polverizzata, hanno una enorme imponanza nel nostro paese e debbono essere affrontati nel loro complesso, senza di che ogni tentativo di ri– soluzione parzille purament.! tecnica e esclu– sivamente giuridica è destinato a cadere fatal– mente nel vuoto . Altra caratteristica daJporre in rilievo si è che l'agricoltura può essefe esercitata in estesi territori pur con redditi netti rçlativamente bassi.:simi, senza che per que$tO venga abban– donata dalle popclazioni, che vi attendono e pur mantenendosi elevata la ricerca delle terre. Questo fatto, che si verifica frequente– meHte in montagna, e rende cosi dura la vita degli alpigiani, si complica con l'ignoranza ben nota delle nostre laboriose plebi campa– gnole, e concorre a tener basso il livello della ricchezza e della vita civile in molte parti d'Itala. Si aggiunga ancora che l'industria agricola è la sola che si eserciti in tutto il mando se,,za segrth: alla luce del sol.! anche in senso me– taforico, pubblic.-.ndo e dando la più larga diffusione alla conoscenza ,'f quei ritrovati, che possono servire a migliorare e ad a.Jmentare la produttività. della terra e del be~tiame. In essa, a parità di terreno, di clima. di mezzi di lavoro e di accesso ai mercati: realii:za i più alti redditi quell' im ,rcnditore, che sa meglio e prima degli altri applicare i metodi più per– fe1.ionati di coltura, i quali sono patrùnomo di lui/i. Di altre c:iratteristiche ben note agli eco– nomisti basterà appena far cenno: esse si rife– riscono alla lentezi:a inevitabile nella maggior parte delle forme di esercizio e nelle trasfor• mazioni agricole, alla intrasferibilità dei capi– tali investiti nell'agricoltura, alla va.tiabil,tà dei suoi risultati in dipendenza dcli' andamento delle stagioni, e via dtcenèl,. Di tutte bisoona tener conto, quando si Yoglia affrontare la risoluzione dei problemi agrari italiani. li trascurare le esigenze parti– colan di questa industria e il considerarla alla stregua di tutte le altre, costituisce un errore, nel quale cadono spesso molti economi!;ti e che bisogna evitare ad ogni costo. <:oo le

RkJQdWJsaXNoZXIy