L'Unità - anno VIII - n.15-16 - 12 aprile 1919

politico nostro, attraverso alle appareDze diverse accreditate dai giornali govcrnativ;, La cam– pagna contro i monopoli di stato e i calmieri e tulta la ridicola. economia di guerra, mirava a mostrare la realtà economica, che si ce– lava sotto Papparenza menzognera. E così di seguito. Fino a pochi mesi fa, l' Onilà ha seguito diritto qnesto programma, non di s/udi'o, ma di azione, illuminando gli italiani sui drizzoni, e e prendevano, in qualunque campo li pren– dessero. E questa era la caratteristica che differen– ziava l'azione dcli' lj,,ilà da quella degli altri partiti, il suo programma dagli altri programmi: i quali sono in genere fissi, ma assai vaghi, e dentro ad cs:,i e' è mezzo di accomodare tutte le cre<lenze, tutti gli interessi. Il programma fisso, che le si chiede e che da qualche mese essa segue, mi pare snaturi as30lutamente la missione de!F U11ilà, e attenui infinitamente la sua importanza. Da che è diventato organo di nn futuro partito d'azione, l'Unità si è disinteressata dei problemi esterni ed interni più importanti e più spinosi. per fissarsi un programma, dc ha un'importanza relativa, tale e quale come tutti gli altri pro– grammi degli altri partiti. L'.{Jmìà va confon– dendosi ormai cogli altri giornali socialrifor– mi'iti. Invece che trarre dall' 011ità un partito di azione, con piccoli programmi fissi, come quelli degli altri partiti, proporrei che dall'Unità uscissero delle scuole, delle a3sociazioni, <lei gruppi, 1 qcaH si proponessero qualche tempo– ranc~programma, e lo studias!-iero bene, e cercassero di menarlo a termine, ma che si lasci~sse all' Vnftà 'continuare la sua ~ra, che corrisponde fedelmente alle tradizioni di l\[az– zini: volere SOj>ratutto e unicamente il trionfo della giustizia, dal quale tutti gli altri miglio– ramenti sono dipendenti. G rn,, Lo~rnn.oso. Per superare il dettaglio La .Dichiarasio11edi principi di Ono dei tanti è un eccellente piattaforma di azione concreta ed immediata per la costituenda « Lega De– mocratica ». Ma vi manca il lievito anùnatore. (Se non fosse una parola abusata dirci : rivo– luzionario). Un programma di rinnovamento politico e ,s.lciale - quale è, quale deve essere il nostro - presuppone la esistenza, la conoscenza e la utilizzazione di forze sociali per la sua attua– zione. Su quali forze si baserà la Lega? Sulle classi lavoratrici e sulla media borghesia più intelligente e più moderna, nonchè sui ceti intellettuali meno inquinati dal settarismo. Non tutti questi clementi si possono ~pingerc all'a– zione presentando loro un elaborato progetto di riforma per la ra1>presentanza proporzionale -0 uno studio per la sicurezza navale pctPA– driatico. Noi che proveniamo dai partiti di avanguardia, qualche ccsa vi abbiamo pure i■1parato. Ogni movimento di partito o di gruppo ha due a.spetti: uno dinamico (prupulsore) ed uno pratico (realizzatore). l)er esempio, l'on. Turati si scandalizza quando i ... uoi elettori gridano viva Lenine e viva la Russia. Io penso invece che quel fermento rivoluzionario, quel grido buttato :n faccia alla neghittosità della nostra classe dirigente, sernrà all'on. Turati ed ai suoi seguaci in riformismo, per realizzare quelle conquiste graduali che il proletariato - anche se leninista - non disdegna mai. Private i ca1>0rionisocialisti di questo pun– golo esterno, e sappiatemi dire chi darebbe ascolto alle loro richieste. Voi potete o~ervarmi che questo giuoco può es:-.ere pericoloso. Ed io vi risp'indo che in questo doppio aspetto sta tutta la nostra vita politica, presente e passata. Dice il primo comma della « Oh hiarazio– ne »: "E' fondata una Lega Democratica per il Tinnovamc11to della vita pubblica 1tJliana ». Trovo troppo ristret a qm.:sta formula e limitata a una qttestione fo:1uale più che sostanziale. In sostanza non vorrei che l'opera degli «unitari» si limitasse a rendere pili rincera l'espressione della \'Olontà na.,ionale; a domandare perciò la riforma elettorale o a L'UNITA combattere le violenze del governo nelle ele– zioni. Occorre perciò materiare queste rivendica• zioni.di carattere m()ra/e; renderle strumento e mezzo di ph\ ampie conquiste sociali, ispi– rate al carattere dei nuovi tempi. Sarà questo l'unico mezzo per rendere - queste conquiste di carattere morale - più facilmente realiz– zabili. La nostra non deve essere una giustizia astratta. che si limita a dare ~pressione effet– tiva ed efficace ai vari interessi sociali. Ma deve altresl tendere a spostare o a modificare questi interessi sociali nei loro rapporti reci– proci. Giustizia concreta quindi. Va bene che nella Dichiarazione non man– cano' affermazioni di principio, favorevoli alle classi lavoratrici. Ma tali affermazioni SO'lO poi sminuite nella loro effica-:ia dinamica dalla .. elcncc1.zionetroppo dettagliata di troppe ri• forme. Quando noi diciamo che • gli aderenti alla Lega intendono per democrazia la lotta con– tro tutte quelle ineguaglianze giuridiche e di -fatto, le quali, non corrispondendo a nessuna funzione utile alla società, debbono essere rifiu– tate dalla coscienza morale come privilegi pa– rassitari» - diciamo una cosa giusta. Ma quando noi scendiamo a particolari provvedimenti, che qualunque conservatore può approvare, ridu– ciamo l'efficacia della formula democratica suddetta. La bontà di una riforma qualsiasi non sta tanto nella riforma in sè, quanto nell'ùzlen.zùme di coloro che se ne fanno propugnatori. Bisogna evitare quindi - se si vuol dare efficacia rin– novatrice al nostro movimento - che esso si presti a infiltrazioni conservatcici. E questo non per spirito di parte; ma per impedire che certi elementi dieno opera di adesione formale al nostro movimento, non di convinzione e di volontà risolutiva. Oggi è una grande confusione nei cuori e nei cervelli. Occorre guardarsi dal pericolo che il nostro movimento raccolga le simpatie di molta gente pacifica. çuel che esso acqui– sterebbe in est~nsione, lo perderebbe in in– tensità. E allora? Costituiamo pure la Leg,1.democratica, con programma politico di decisa battaglia - senza obbligare gli aderenti a lasciare i vecchi partiti. (Sarebbe questa una utile prova di tolleranza politica in un paese così settario). Ma diamo all:t nostra azione un colorito che superi il dettaglio, che valorizzi il parti– colare. Se per i socialisti è Lenine e il bolscevismo, per noi democratici questa bandiera è Maz– zini e la repubblica. ALIGirfERO CIATTlNI. Niente nuovo partito! Giungo coll'ultimo corriere. Ma eia molti anni io seguo I' Ullilà, e posso dire che nella valutazione di certi problemi della vita pub– blica nazionale, nel modo d'intenderli e sulla necessità di agitarli, mi sono trovato con essa quasi sempre sulla stessa linea durante il tempo che mi trovai alla direz;one delP Im~ zialiva ed al Segretariato Politico del Partito Repubblicano. Ed oggi che intorno al!' 011ilà stanno stringendosi uomini di buona volontà democratica ncll' intento di un'opera di stu– dio, di propaganda ed anche di rinnov.imento nel seno dei partiti (troppo spesso attardati dalle consuetudini o in~ralciati dalle preoccu– pazioni parlamentari), desidero si sappia che anche io sono presente e disposto a dare, per quel poco che può valere, Fopcra mia. Questo, s'intende, purchè non ne esca h10- ri un Partito nuovo, nel qual caso io ho già il mio partito, che, nonostante le sue possibili deficienze e devi:?ziooi, non ho intenzione di lasciare. Non credo, però, che si commetterà tale errore. li direttorn di.li ' Umià è troppo esperto nocchiero per lasciarsi sedurre dalla proposta Zagari. La costituzione di un Partito democratico• unitario segnerebbe la fine di quellaUfile(un1.ione, che l'Unità ha esercitato e potrà esercitare tra uomini di tutti i par– titi. Intanto - come pl"imo risultato negativo - mo ti cÌ,e attualmente aderiscono al movi– mento dell' 01'ilà, poichè esso si s,·olge nel• l'ambito di tutti i partiti, ritirerebbero la loro adesione, il giorno in -.;ui si trattasse di sce– gliere tra il Partito, a cui già appartengono, e il nuovo. L' Oiulà, poi, che oggi penetra un po' dovunque come giornale cl' idee e di studi sui problemi attuali, troverebbe, solo pel fatto della cç>stituzione del Partito, chiusa la via ad ogni ulteriore penetrazione, e la sua influenzc1 rimarrebbe nel partito come organo di Partito. E ciò senza contare che il Partito, pur sor– gendo con tutti i buoni propositi, con un programma ben definito, con uomini schivi d'ogni personale interesse o ambizione, fini– rebbe (anche se in più strcltta misura) a pren– dere la forma, la qualità e i difetti degli al• tri Partiti. D'altra parte un Partito ha bisogno cl'mi programma, di principi direttivi. L' Umià vuo– le, invece, prendere volta per volta posizione di studio e di battaglia sui problemi concreti del momento. Ripetutamente essa ha manife– stato il suo agnosticismo di fronte al probJe. ma fondamentale dello Stato. Nè s'è mai po· sta la domanda se per caso tutte le riforme non debbano scaturire da un concetto fonda- ,, mentale e preciso sulla costituzione e sull 'or- dinamento dello Stato 1 per potere armonizzarsi tra loro, e perche le une non facciano a calci colle altre. Ora \I Owìà (sarei per dire il di– rettore dcli' lfmlà) è disposta a rinunciare a questa sua posizione d'indifferenza verso il problema centrale dello Stato, per modo che l'eventuale nuovo Partito possa prendere posi– zione di fronte a tutti i problemi particolari dello Stato in virtù di t.na concezione gene– rale, che per il sottoscritto e per i suoi amici si esprime anche nella parola Repubblica, che per gli unitari potrà esprimersi con un'altra formula, con un'altra parola, ma dovrà, ad ogni modo, esprimersi ? Non insisto. L'unica cosa buona che - secondo me - possano fare gli amici dcli' U– nità, è quella di formare una unione di uomini, che non intendono la politica come una cosa allegra, bensì come un dovere civile, nel quale si deve porre studio, seriet~ì, onestà di mezzi e di fini. L' Omià continuerebbe ad essere un centro di studi e di elaborazione d'idee, so– .pratutto di studio, a cui ci rifaremo e ove verseremo la parte più positiva deUe nostre esperienze e delle nostre idee 1 perchè ciascuno cli noi - quale che sia il Partito al quale appar– tiene - ne approfitti. Per l'azione: un'intesa generale con rapporti molto frequenti, uoa Commissione che si tenga in relazione non noi, e si riunisca spesso; e poi ciascuno a la– vorare nel proprio campo. Potremmo così avere il grup1>0degli unitari socialisti, il gruppo dei repubblicani, dei radicali ecc. E perchè no un gruppo tra i funzionari dello Stato amici del- 1' lfiuìà? Pcrchè no tra gli ufficiali? E così via. Non sarebbe un partito. Sarebbe, però, qualche cosa che agirebbe su tutti i partiti è-– che porterebbe dovunque una volontà di rin– novamento e di azione. Ed è il meglio - io penso -- che si posSa desiderare. OLIVTERO ZUCCARINI. Per chiarire le· idee Gli eirticoli della sianorci l~o1nb,-oso, del Oiattùii e clelfo Z.u.ccc,rin,iriclriedono alcn11i chiarimenti, a.ffincli~ le, discussione non co·rra pe,·icolo di dcvicwe. Anzitutto, deve ri111a,1.e,·e ben ferm.o che emche se il prossimo con,vegno acnentle degU ~unitari.,. deliberasse lo coslituziou.e cl-i un ve,-o e p1·opf"io pa,·tito, l'Unità ri– mar-rcìper l'e,vvcnirc ciò che è semp·re stata: organo cli studi politici, indipendente cl<, qualwnque orycu1,izzazione, partitante cli nesswn, vartito, accademica, di nesswnc, ciccadem.ia. Per questa pa,·te la, sir,nora Lombi·oso puù stm·e tranqu.Ula. .Anche perchè non ci .!!!,nbra di ewe,·e i,~ ncsswn modo, in qu.esti nltimi mesi, niocli{icato l 1 indi'l·izzo e gli scopi clell 1 Unità. Abbt'a·mo,è vero, declicato -rm.e, l)a'l·le del nostro spazio alle, discus– sione, che appassio11a i nostri am'tci, se con.venga loro costitufre o no un nuo·vo partito: •ma anche questo, in fondo, è un p1·oblema concreto: e comunque sia 'l·iso– iuto, resta e -r·esterà semp1·e un problemo,, 93 11011, il problenia del nostro gio1-nale. Na.tu, nd·mente, avendo oce1ipatouna parte dello spazio co1i queslo problema, abbia•mo do– vuto acccwiton.cwne altri: in, questo la 1io– st•1·a collcibon,trice ha 1•a,gio11e;m.a si.ii 1Jroblemi (l,i politica estera, iu quesl.e ul– time setlùncme, eivremmio avuto beu poco da dire, salvo che 11,011, avessimo vo/111,to ripetere fi,,,,oalla sta,,,,chezza ciò che i no– sh-i lettori sanno e riswmio; e q-um1,tocii problemi cU1Jolitica,interna, non dipende deilla nostra volontà se in qu,esto m.01ue-11-to la, maagiorcuiza dei ,,,,ostri lettor·i sen,tc · Ropra tutto la necessità di orientm·si, , i.on con st,.uUsii problemi concreti, nic,con l'aiuto di norme di condotta ·menoaeneriche che non sia ·il sempl·ice « trionfo della gi-iMtizic, ~, in questa 9e-nerale inquietudine degli spi– riU, in qu.est'inte1·rogarsi, a.iializzco-si,_1·i– classificm·si, ridefmirsi di tntt-i gli 1,oniini, cli l11,ltii gru.ppi, di t-u.tti i partiti. In secondo l·uogo occo1Tetener p,·esenlc che lei grancle maggfo,·m1,za delle persoti,e, che pat·lecipcino alla prçseute d-iscussione. è fo'l·mata da incUvidu.i, che non ha,w,o fatto mai parte di edemi.o degli attuc,U pa1·l.iti, oppU'l'C 'Ile sono usciti per s{id.ttc'ia nei loro metocU e specialuien.te negli uo·m·iini, che vi fo.nno lo pioggi<, e il bel temJJO, e non intendono aderire ci nessm1, patto (t(l alcuno di essi. Una disc1Msio1i.e{re, queste 1>ersone e quelle, che co1itiwumio e, 1wilita,·e in alcu,1ia dei vecchi pa1·titi, à ve1-{ettamiente inAdile. Liberissimi q1,esti 1iltin1,'i (U 1·imanet·e dove sono, e di conti- 11,11,m•e, se lo c1·edono utile per la loro cot– fu,ra politica, a leg9e1·e l1 Unilà: ma t,,c.tto ciò che essi, dfrmmo J>et· consigliare quegli altri a non fo-nnare nessun 1iuovo pa rf ilo, no,1, può cive1 ·enessu.na eflìcucia,. Pc,·chè o essi giustifì.cano il loro consiglio co11, la considermzio11,eche ,;. JJ<u-titisono pieni cli pe1·'tcol·i: e q11,egli altri clomm1.det·mwio, perch-è, allot·a, essi, i consiglieri, stanno in 1.uipartito. - Ovp1u·e giustificheranno il consiglio con la considerazione che 1,n partito buono già esiste, ed è q1wtlo de~con– si9lieri; e queali altri non 11,evorra1mio sapere, ver la ragione che... 1i01i ne 110- !]liono sapere. Insonuna, quelli fra gli a1nici del– l'Unità, che Juiwno u.n pm·tito a cui cre– de,-e e i11,c11,iniilitlu-e, farebbero bene e, non intervenit·e i.,.,, ,ma discussione, che 1m,ò e dove interessare solamente coloro, che non ha.11,no partito: i qtc.aliaN"iverattno maya1··i alla conch.1,sioneche 1m pa,·tito non sia. ·necessarto o sarebbe dannoso; ma ci Cl'l-rivera·mio,caso 1nai, j)et· vili clcl t-u.tto diverse, eia chi ha già lei casa fatta, e non sente n,essu1n bisogno di ·uscirne per cer– cat·ue 11,1i. 1 altra o pet· dormi'l'e al sereno. In terzo luogo, tion sarà male eliniincwe l'equivoco, secondo il quede l'Unità « uon « s·i è 11u,i posta la doma,idc, se pe1· caso « tutte le rifo1·m.e non debbano scaturire « da wu, concetto fondamentale e preciso « st1,lle1,costituzione e snll' ardinmnento « dello Stato, per pote,· arnionizzarsi [re, « loro e perchè le ·wne non faccimio a calci « co11le alt-re •· Basta leg9ere l'Unità dal 1n·i,no ,nwne,·o ciel 16 dicemb'J'c 1911 <ique– sto numi.ero del dì 12 ciprile 1919, tJcr ve– dere che fra yli stndi da 11,oipubblicati non ce n'è uno solo che faccia a calci col– f altro, e che wn concetto fonclamentale e preciso ci ha sempre g1t,iclato in t,,. ,tta.la 1wstn, 01Jerc,:Cll è il concetto di ·wn'azione democrat·ica pe,· la. conquiste, di riforme concrete ci-ulenh'cmnenle democratiche: -il concetto cli 1oui clem.oc1·azi<, 11,011, l)arolciia, non ccmiorrista, non traclih·-ice sislematicc, cle9l'ideali e elcimetodi clemoc,·at-ici, qual'è qtiella, che è r<11>p'l'esentçttu, cioè -hnprj{jio– natci e disonorata, ùi tutti i pcirtiti 1iflìciali e t1·aclizionctli dette, democ,,·az;e, italiana. Quel concetto fondamentc,le e pnu;iso constc, cli molti elementi concatenati lo9i– camente 9/i 11ni cogli altri, co1ne può 1·i– s11,ltcwecleill'c,bbozzo di « dichian,zione di princip-t », che pubblicalo in uno elci pas– sati 11,11,meri detl' Unità, d.-isciisso l'lmge,– mente cogU a.miei d·i Ffrenze e di Roma, lu, ass1mto la fornia del vrogelto pubbli" cato in questo numero, e sarà rid·isciisso dal convegno di Fi,·enze in nna disc11,s_ '

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