L'Unità - anno VIII - n.14 - 5 aprile 1919

,,(convegno degli r 17 -18-19 Aprile " unitari L'UNITA " - dovrà farsi al di fuori e contro la vecchia politica dei partiti. Si dovrà. fare per Leghe di cittadini, vòlte alla soluzione di determinati problemi pQlitici: politica senza clientele e senza .:isservimenti perenni ad una data orga– nizzazione d1 partito: perpetuo rinnovarsi di immediati programmi d'intrecci, d'interessi; e di coalizioni ad l1oc delle fori.e politiche, qua– lunque sia del resto la stella polare della fi– losofia o religione politica su la quale ciascuno profondamente si senta o si voglia orientato. Ciò richiede, da un lato, e d'altra parte reca di conseguenza una vera cducazh,ne politica: conoscenza di problemi e idee chiare; e stacca l'azione politica da quel fisso ed inesorabile aggiogamento ad interessi ristretti di clientele e di persone che si ha nella politica fondata su i partiti, in cui l'uomo perde la sua indi– vidualità, la sua libertà: gran piaga dei regimi deiwcratici rappresentativi, che può essere li– mitata, ma non soppressa anche coffa rappresen- L-~ k,{i(;el che importa {,~ ~rreid3.re una rhposta al\1 autore della lettera pubblicat:i. nel penultimo numero del- 1' Unità col titolo Un uuovo partito. e a quelli (e pare siano molti, specialmente fra i ~iovani) che sono nello stesso ordine d'idee dell' au- tore F. · Risorge sotto altra forma, e con una più decisa tendenza all'azione, una discussione già dibattuta a diverse'riprese nella vect.hia Unità del 1913, che non ebbe allora una conclu– sioae definith•a. Ritornano perfino le stesse parole : la « fonnula », la « fede». Quello che sto per dire, parrà in parte un ampliamento o una. ripetizione di quantv ha detto il Salvcmini altre volte, ed anche ulti– mamente nella prima riunione del << Grup~ d'Azione,. di Firenze; ma :ir.ervirà,se non altro, a mostrare che non sono i soli dirigenti del nostro movimento a pensarla nello stesso modò. Per mc la formazione di un partito di « unitari », se può sembrare attraente, special– mente a giovani che non hanno ancora avuto uu cot1,tatto abbastanza lungo con la realtà, no" è nè oppurturia, nè de:;iclerabilc. A parte ogni considerazione circa J 'azione pratica di un partito, che mi porterebbe troppo in lungo, un partito è un'organizzazione che porta scritti sulla facciata dei principi astratti (giustizia, libertà ecc.), ai quali quasi tutti i partiti potrebbero sottoscrivere ; nella realtà un partito si distingue dagli altri partiti per gli interessi o i gruppi sociali su cui si basa. Senza sciorinare una teorica dei partiti, tanto più che non ne sarei capace, e senza abbon– dare negli esempi, basti osservare lo stesso partito nazionalista, che per definizione tlo– vrebbe avere per base il solo interesse della nazione ; ma non c'è bisogno di dire su qualì interessi invece si basi principalmente, perchè è già stato più volte ripetuto ai lettGri del- 1' Unità. ·.Ora qual~ classi, quali gruppi. quali cate– &orie, quali interessi specifici rappresenterebbe il partito «unitario»? Dovrebbe rappresentare gli interessi di tutti -0 almeno tutti gli interessi legittimi, cioè gli interessi di ne:,suno in particolare. Può esistere un partito simile ? Io dico che forse non può esistere, ma che se anche potesse vi,·ere, la questione della vita deW Um~it e c!ella sua azione è un~altra e più importat~te. Jl compito dcli' U111ìà, ~e può essere reso più eflicace da una più stretta intesa e coo– perazione fra gli << uni1ari », è più alto di quello di un partito: e~so deve e~ercitarsi non al di fuori, ma al disopra dei partiti. L'azione dell'Uiuìà è so_pratutto t;norale, e in~ ~Parere, il. segreto del suo attuale successo e del fascino ch'essa esercita sui giovani. 11 vantaggio grandissimo. che la lettura dell'C– n,~à ci ha dato con l'a.ccrescere la nostra col– tura, è pur sempre inferiore al bene che il giornale ci ha dato, facendoci conoscere degli uomini che a,·evano e hanno per guida una umìò: quella fra il pensiero e la parola e l'azione; fra quello eh~ si dice e si sc~ive in pubblico e quello che si dice in privato: fra la propria coscienza e i propri atti. Quello. che abbiamo imparato dall' lJmìti, è che non esiste una giustizia per sè e una per gli altri, nè una libertà per sè e unà per gli altri ; che se la violenza è da biasimare e da combat-;~ qua~~i;; vf;ne clal cosicfètt0-al- · to, f anche da biasimare e c_la combattere q~~an_~~ ... vi~e _,daC ~~si~e.tto. ~-bas~;, --s-; t;;a~ non a far valere i ;>ropri diritti, ma ad oppri– mere il diritto altrui; che bisogna a"ere il co– raggio di manifestare e so~tenere le opinioni che si credono gim,te, anche a costo di e~re chiamati antipatriotti e traditori; che non bi– sogna vergognarsi di confessare i propri errori, anche :;e ciò può farricTe'rcgl'i ";.-i'VVéf"sarì;"clle ~no_ due ~~ali,!~~~ gli indi~i-~ ~~r i ~poli e ~ na~i~ni, si che pe_r queste sia lecito e anzi lodevole ciò che è biasimevole per gl'individui: che non.si deve parlare di un argomento senza conoscerlo, senza averlo studiato e ponderato. L'Unità ci ha insegnato a pensare, a stu– diare, a fare il nostro dovere, ci ha dato la fede nella verità) nell'onestà.: cihai,'isomma~ 'ctatoTn.g"ran pa·r~e- ;~;;Il;~ f~de nella vita, che forse ci sarebbe mancala, se avessimo guar– dato solo negli altri campi. ~~ I i fronte a tali inc:stimabili benefizi, che importanza può :1verc la costituzione di un artito, dato anche che fosse possibile? L'imp~rtante è che l' unitar;o segua non tanto le idee dell' Unith su ogni singolo argo- mento, perchè da esse si può qualche volta dissentire, ma le, spirito, l'indirizzo morale dcli' U11ittl in tutte le sue azioni, sia pubbliche che private. E qui non ho bisogno di ripetere quel che ha detto il Salvemini, sull'azione che può svolgere pgnuno nel proprio campo. Ja11su ;>ropordollale. LmoJ E.uERY. Conclusione? li partito non è necessario, ;1 nè7ppo,t7,iio. (Se ì e,Ìidal c;;;,;;,gn'ò il nuovo· )f'" gruppo d'azione" di Firenze partito nasc'tfs'e. mi affretto fin d'ora a segnare il mio nome frn gli inscritti). GIANN01'TO PERELLI. ~nte nuovo partito I L'Unità ha costantemente allontanato da sè, come un pericolo. il chbattito su concezioni di filosofia politica, cioè le eterne dispute teori– che ~u liberalismo, socialismo. democrazia, ecc. ecc., attenendosi invece fermamente a quel conc,-elismo o pr bltmis'1lo .... che è inutile spie– gare agli 11111~orii che cosa sia. Questo fu un primo e decisivo passo. Tut– tavia, l'esperienza degli anni ~corsi ha ormai fatto, c,;orgereil dubbio, sentire il disagio che anche questo studio realistico possa finire con l'essere accademico, per quanto della pili onesta, severa e ad un tempo fervidamente appassier nata accademia. Ed ecco, per evitare d1e l'o• pera dc I' U11ità resti accademia, il bisogno di qualcosa, che sia più asione.- ecco il secondo passo, con l'avviata costituzione dei Gruppi d'Azione. Ora molti di noi si domandano se dobbiamo infine giungere alla costituzio11e cli m, partito politico. Un ~1ltro passo verso di dò è nella proposta, degna di grande considerazione. che 11110 dei to111i ha presentata nel n. 12 de l'Umìà Da questa in intendo rifam1i direttamente, per affermare qualcosa di più. Non riµeto qui i dubbi e ritegni personali, che molti. in vario modo e misura, e sopra tutto i piìl m'aturi d 1 anni, che hanno un pas– sato politico, nutrono a questo proposito. l\Ia la speranza de I' U11ilà st.'1,si o no, nella gio– ventì1? Se si, come io credo, allora bisogna tener presente anzi tutto questo fatto: che l' e1rrieu:a della guerra ha per sem/we messonel 101,gut dei giovrmi (anéhe cli quelli - parlo con conoscenza di causa - che più fortemente, pez; gusti e per educa;:ionc si i,,entivano atti– rati verso le dispute teoriche e filosofiche) se 11011 prop,ia la capaaìà e la for::a si(ura, cerio 11 duùlerio, il bisogno d~l/'a;io11e. E allora, se è vero che I' Umìà ha lavorato sinora: 1.) a screditare tutti i partiti tradizionali, non sul terreno della dhcussione dei principii e programmi massimi, ma su quello dei pro– grammi miniini, dei problemi concreti ed at– tuali, su quello dell'attivit:ì. realizzatrice; 2.) a favorire, per contro, qualsiasi pratica, chiara e Ùmitata coalizione di forze politiche diverse in vista di immediate detenninate rea– lizz zioni; - se questo è vero, allora dico che la via è segnata, e si presenta ben chiara, ed è la seguente. Ai giovani, che (:;i dice) vogliono una ban– diera, un Partito, un credo, ma in verità vo– gliono pinttnsto, quelli che valgono qnalcosa, chiare direttive d'azione immediata, 110n bisoe g11a prtsmfart "'' 1111M!(J partilo. Noi dobbiamo anzi in tutti i modi fomentare la dissoluzione dei vecchi partiti (compresi i nt/QV1~ come il P. P. I.!), e non già dolercì, come d'un'impo– tenza, del nostro non !>3per sostituire o eone trapporre ad essi un nuovo partito, diverso di intenti ma formalmente analogo. Noì dobbiamo essere il fennento della nuo– va educazione politica, e questa - se :.i farà nella riunione ciel 30 marzo, ripreso in esame il problema della migliore preparazione del prossimo convegno degli « unitarl », si è tro– vato concorde nello stabilire definitivamente l'ordine del giorno nella fonna seguente: t. Dichiarazio1,e dei principi.; 2. Organizzazione e tattica; 3. Riforme politiche e amministrative (rap– presentanza proporzionale, lotta contro la bu– rocrazia centrale, riforma del\' amministra– zione); 4. Nuovo ordinamento militare; 3. Problemi delle terre redente; 6. Problemi •folle provincie invase; 7. Emigrazione ; 8. Scuola pubblica e scuola privata; 9. Se e in quanto sia attuabile l'idea della « terra ai contadini~- Il convegno dovrebbe discutere i primi due temi in seduta plenaria fra la mattinata e il pomeriggio del r7 api ile; dal giorno 18 aprile, potrà. dividersi in scz,ioni, per la discussione di tutti gli argomenti; le proposte delle singole sezioni potrebbero essere presentate per I' ap– provazione definitiva nelle sedute plenarie del 19 aprile. Rimessa iii discussione la <i: dichiarazione dei principi», riconferma la necessità che la discussione cominci proprio da quest'argomento ma si riconosce che dalla « dichiarazione » deb– bono essere esclusi tutti gli accenni a « deter– roinate soluzioni di singoli problemi immediati e contingenti », dovendo la e dichiarazione» servire solamente a chiarire se i convenuti hanno un orientamento comune di fronte alle correnti fondamentali e permanenti della vita contemporanea. Si prendono accordi pcrchè il progetto di "dichiarazione» pubblicato nel– p Unz'là sia rielaborato con questo criterio e pubblicato nel prossimo numero del giornale. affinchè il nuovo testo possa servire di base alle discussioni. Si prende atto che sono iniziate le pratiche per la _istituzione di «gruppi di azione» anche a Pisa, Bari, Bologna. Il« grup~~ détiOera di riunirsi il 13 aprile, alle ore 15 1 nella solita sala della Biblioteca Filosofica. Si pregano vivarnenté gli amici, che intendono partecipare al con– vegno del 17-18-19 aprile, di darcene al più presto notizia per facililare il lavoro di segre– teria. Vorremmo evitare gl' inconvenienti di un concorso inaspettato di persone assai più numerose di quanto non ci aspettiamo. Il convegno si aprirà la mattina del 17 aprile alle ro nella sala della Biblioteca Filo• sofica. Piaz1.a Donatello, ,5. Per arrivare dal centro in vicinanza della sede del convegno, basta prendere in Piazza del Duomo ìl numero 6 1 e scendere in Piazza d'Azeglio e prendere a sinistra; oppure si può prendere io Piazza del OuOiJ,O o in Piazza della Stazione il tram di circonvallazione, scendendo proprio in Piazza Donatello. I nostri amici troveranno camere a lire 4 ndl'Albe,;gu Fe11ic, in Via Cavour, poco distante da Piazza del Duomo e dalla Stazione, e a lire 2.50 nell'Albergo Coro11a d'Italia in Via Naziona– le, a poca distanza dalla stazione. Chi vuole es– sere sicuro dell'alloggio, ci scri\•a subito perchè noi si possa fissargli fino da ora la camera da lui preferita. l f /2 chi di guerra .Ca-ra Unilil, 87 · Penuelthn: di co11an1tulànu.i teco del -rnaguifico articolo, che Imi 11ubblicalo su.ila scalatn, che s'id rnr[Jici, for-nilo1·i e nu.ovi ricchi d<inno ai collegi elettonili. Questi, ca1tdi 11 ati delle ùulusfrie di 9ue,.,.a é delle fon1itiwe di Sl<tlo clov,·eb– bero badwre (1, qticl e/te fm11no: dovrebbero mettere 1t,n.a nia[Jgiorc llisc,·ezfone nell'uso dei lo,·o, bene o -male acqnistati, quat– t,·i,11,i.Il l-rOJJPO stroppia: non. provochi"110 br·ulalm.ente la rivolta monile dell<' jJCr– sone oneste.- non obblighino la pa,·fe n1,i– aliore del paese <i divenlm·e bolscevica pc,· <lisyusto e 11e1·clisperazione che 11011, ci s;c, altra i:ia per ottenere un 110' pUi di giu– stizia e di pudore. Gli cu1,11,i 1 che si civvicin.mto, sarm1,no difficili per tutti.- i m.iUowi, che i 111wri ricchi si pre1uu-u'H0 o BJ)ettde,·c per csse,•e depulaU, non evileJ'(mn,o nè mio sci-Opero. nè nnci ,·ivolta ; ,n.o volue,Yumo verso gli scioperi e le t'ivolte la sim1Jatfr, attiva o per lo meno l'acquiescenza pc,ssivc, di l4tfti coloro, che l'a,·roycmza politica, spt«:lorata e {o,·tmiala, clQi nnovi ·ricchi av,·ù. dis9u– stett,;, cd esaspera.ti . E nei giorni to,·bidi ci sani qualcwuo che ricorderei i bac~a,wli elettorali, a cu.i i sident r9ici si preparano ci cuo,· leyge,·o. IJ(I . .Russia i11seani.' U~O CHE ~0~ VUOI~ l)fVE~TARE DOl..$CEVICO. ~etture raccomandate Giustino Fortunato ha avuto l'ottima idea di raccogliere in un volume Il Afezzopiorno agra-io qual'è, Bari, Laterza, 1919, lire 5.50, gli scritti, che Eugenio Azimonti ha pubbli– cato fra il 1907 e il 1917 sui problemi agri~ coli def Mezzogiorno: - scritti, di cui la mag– gior parte sono usciti per la prima volta nell,l nostra ll111lli. L'Azimonti è un lombardo, alunno della Scuola Superiore di Agricoltura di Milano; da quattordici anni vive nel Mezzogiorno, prima come ~irettorc della Cattedra ambu– lante di Potenza, poi capo deW Ufficio regio– nale di Napoli della Federazione dei consorzi agrari, che gli ha dato occasione di girare per lungo e per largo il Napoletano e la Si– cilia. È anche fittaiolo e conduttore di propria azienda nell'alta valle dell'Agii. Nessuno me– glio di lui, dunque, è in grado di trattare con indipendenza di giudizio, preparazione tecnica ed esperienza pratica, del problema agricolo del Mezzogiorno. E i suoi scritti, rac– colti insieme, costituiscono una delle letture più suggestive e più istmttive, che si possano• fare su quello che è tanta parte del problema nazionale italiano. Mentre pullulano da ogni parte giornali agrari, pieni di ciarlatanerie piramidali, - il più pericoloso di tutti è, com'è bene facile immaginare, quello messo su dal Gùruale [dei tkficienli] d' flalia -, noi raccomandiamo cal– damente ai nostri amici, specialmente ai gio• vani, lo studio di questo volume, che è degno di comparire fra i migliori, che sieno :;tati mai pubblicati sull'Italia meridionale. Opuscoli dell' ••Unità., Per cura della Soc. An. Editrice la Voce, Trinità dei Monti, 18, Roma, sarà pub– blicata una serie dì nostri opuscoli, il primo dei quali di Cleanto Boscolo, è de– dicato alla Un opuscolo di pag. 32 cent. 30. Depo– sito generale presso le Messaggerie Ita– liane. 1 gruppi dell'Unità e tutti i nostri amici possono acquistarne dieci copie al prezzo di L. 2.50, cento copie al prezzo di L. 20, mille copie al prezzo di lire 180.Dirigersi all'amministrazione dell'Unità. ' I lfl • -t 1 {J (

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