L'Unità - anno VIII - n.7 - 15 febbraio 1919

Pel convegno degli L ·Rbbondrm:;a delle odm011i nll'ùlea di w, co11- ngn, dtgli amici dell'Unità, e l'interesse delle Ji.s<uu,Oni, the i1Jtor110 o q1ttst'idea S<HfQso1le, ci amsitlùm i a umtùman: la p11bb!icaziOne delle ltl– lert, d1e ti f'tnieugono . . Yd 11umerq p/°Qs,)imo,o al 11itì fili rii Ùl 911e!l1J del 22 Jcbbrai'o, flringeremtJ le a·tle, ed e,)Jxu·Tcmo le idu, du: quest' amichewle e ,,#Jimc, s~·ambio di m:d11/r ci ho Slllfgeri•c. Xli[. 26 gennaio 191(). l' 1 ~r la data sarei a1wh'io d'avviso che oc\.'.orra attendere tempi pili propizi che, d'.,hron<le, non potranno t;udare troppo. Per la sede Firenze ~arcbbe adatta come posizione centrale: però se al corwegn1J par– tedpa:1scr , anche altri gruppi cli studio, ~~rcbhe f,1r::.e preferibile i\Ii!ano, dove il convegno acquisterebbe maggiore rilievo e troverebbe ambiente favore\·Òlc. J 1\\ iando la mia ade:;ionc. sento di com– piere l~n _dovere: :-;onoda poc~ tempo 1... •ducc dal fronk per una seconda ferita: fra le truppe c,Jmb.,ttcnti, e particol.1nn(.:nt:: fra gli ufiìciali, ho .,\olto. sulle direttive date I' Umìà, una. intensa propaganda. cercando di far cono-,cerc nel modo migli0re i problemi nazi• nali dell'Austria, le teo– de m;-11.ziniane. ccli convincere tutti della necessi– tìt ,:i tale, iQderogabilc del « clelcncla Austria v. E posso b.•n dire che quc:;t I propaganda ha datu i suoi frutti: intorno a me ho sentito crcM·ere 1 anche nei momenti di attesa ango– sciosa. la volontà della resi.,tenza e della lotta fino alla rboluzione defì.nitiva ·dcl nostro i on– flitt0 cnn l'Austria. Ho potuto constatatare quale eco profonda 1 quale import<tnza vitale di fede e di movimento abbia avuto il « delcnda Austria» lancià.to dal prof. Salvemini già n<.;l 1916, ripetuto dd valentuomini, come alt,l ::upremo di volontà, nel :ziorni più difficili. PRor. PIETRO V ACC'ARt. libero docente R. l·ni,·. di Pa\'ia, Xli'. Z. (i., :z8 g(·nnai1./ 1919. Quali dovranno e:.sert: i temi <licfo,cussionc del t:"01wcgno,degli « unitarì »? La CO.:$a pare a mc cosi evidente, che l' ave\·O :-.ottintesa: tema dcl:a nostra dis u;;;-,ionçsarù l' attivitiL dcli' Umt,ì e ùegli 1mit111 i. L'intento, l'op_!::ra!t il Jìn~ delr Umlri è uno, chi.ui ,s1mo: educa&io11e di una classe dirigmk /orni/a ti/ ruf/ilra jJ()/ùÌqr, mccllllnte 'io stu/lì() concrtlo 1Tti /Jroblcmi otwnli. Gli amici ùe111 liutri -..ono collaboratori di que:-.t'opera, swolgcndola \·e1-...n -..è :.t ·:-.~i e verso gli ilhr. Come si. esplica c1uc .... ta auività? 1.) Come studio e di:-.cu,sionc, <mzi tutto ne, giornale; :?.} te più ;nupi<11ncnte)portando cia:.cuno lo spirilo rmitaJio nella propria con– dotta di fronte ~Ila vita pubblica e politica. E perciò propugrl,mdo ognuno nei circoli, nei quali vi\'e (famiglia, amici, colleghi, concitta– dini ecc.) la diffu:sione di quella probità di cenoscenza e <l'azione, che è l'ideale stesso dell'Umìrl. Qui hanno luogo tutte riuelle ini.,,iati\·e lecali, che :sono prezio{i-.:-iimc. ma da làsciarc alla ma!Ssima libertà e \·ar:etù di forme dovuta alla iniziativa dei ~i.rigoli. come ritrovi d' a– mi\.·i, propaganda, interventi> pratico in questioni en.momichc. culturali, poiitkhc, -,ia locali sia ·aa1ionali. È o de\·e e-,sere l' umìt1rio un partito poli– tico? .-\Imeno nell'ordinario :significato, credo di no : è una tendenza. è un metodo ; non è una dottriua. Dunque non puù volere uu programma o catechismo da formularsi una v-,lta tanto. Ben::.ìpotranno tutte le minoranze un,.lan'e (numericamente. ben piccole, ma vivis– sime - se vorranno - di valore) in un dato momento politico svolgere un 'azione conver• gente - dirò cosi - ciascuna operando nel– l'ambiente e nei modi che a ciascun riescano più aC'cessibili. Potranno coi;;ì di volta in volta ~orrcre intest (principalmente per mezzo del giornale e <liquesti convegni): un afliatamento pii1v;.tstopotrà formarsi in vista di un dato ane– •imento. o problema ecc. (Ricordo quel che s1 fece, prima della guerra, costituendo la Lega Antiprotezionista). Ma credo - ripeto - che a tutto ciò debba l.1sciarsi la massima libertà, elasticitù di modi e di forme: noi siamo per •iJ nostro stesso carattere di minoranza a vi/a. unità morale di cultura. di metodo. di carattere. non un or~anismo politic-◊: nè <lob~iamo irreggimen– tarci, cristallizzarci in alcuna forma fissa. Quegta sarebbe necessariamente esclusiva, ci frazionerebbe, ci diminuirebbe, annullerebbe la nostra forza. Credo dunque che il Convegno (primo di una serie che auguro lunga e feconda) debba 'darci : conoscenza personale e rassegna delle nostre forze, se.ambio d'idee e propositi; ~ che sulle iniziative locali (che, in ogni caso, in questi tempi di appena iniziato assestamento. saranno ancora molto più' allo stadio di dt!si– derii e propositi, che di attua;,:ioni) sia piut– tosto il caso che ognuno riferisca. quel che avrà fatto o crederà possibile di fare, eh~ il ca:-;o di costruire sin d 1 ora schemi e programmi. Di quel che verremo poi realizzando dei propositi nostri, credo sarà molto consigliabile tenere un notiziario 1 una breve cronaca, nel• l'Unità, per opportunità di miglior collegamento ccl informazione tra i lontani umìarl. L. E. xv. « O la nostra attuale gioventù ha la forza morale di lavorare ten:1cemente una decina d'anni a crearsi una ~uova cultura politica e a'd organizzarsi in una nuova classe diri• gente dc! paese. in modo da potere sbalzare di seggio tutti i vecchi padreterni sostituen– doli con elementi migliori : oppure anche que!:ilO rinn(lvamento morale prodotto dalla ituerra si ridurdl ad un nuovo fiasco ;_ ( U11i– Jà. I I gennaio 1919)~ Siamo grati ali' 0-nità di aver concretato colla consueta acutez1.a e precisione il pro– blema dei problemi. Ciarlatani della politica ne abbiamo molti, troppi. Per noi gio\'ani sa– rebbe delittuoso l'andare ad aumentare que– sta tnrl>a amorfa. Possiamo e dobbiamo par– tecipare alla vita -dello Stato 1 ~olo quando avremo sviluppato in noi dei valori concreti. Questo sviluppo incomincia oggi per la vo– lontà chiara in noi di o,..gani1.zare le nostre coscienze. Non abbiamo fiducia che in noi. « Non crediaÌno che il governo possa far oggi nulla cli buono ». I nostri giornali quotidiani rap– presentano un'insidia alla nostra. sincerità, pcrchè per la· rnaggi 0 or parte son..:>portavoce di interessi estranei e pericolosi. Non c' t forse in Italia un graricle quotidiano indipen– dente. La campagna contro Dissalati - creata artificialmente coi soliti meizi semi-terroristici: censura, noti,de ufficiali ed ufliciose, ecc. - ci ha mostrato quanta vigliaccheria covi .... negli esponenti dcll'opini~ne pubblica. E il fotto di llissolati stesso ci avverte che non possiamo formarci a credere in nessun par– tito, cioè non possiamo cristallizzarci in una a cettazione e in una altcsa comoda e frcd<la. Gli uomini migliori - come Bissolati - hauno fatto parte per sè stessi ; non sono un partito, ma hanno le coscienze. Ci resta solo lavor re seriamente da noi -enza preoccupazioni esteriori. Solo rafforzan– doci intimamente creeremo la nuova forza politica, che sarà ir. con.dizione della vita no– stra. Le nostre conclusioni provvisorie, i nostri dubbi li verremo esponendo, senza falsi rite– gni e vili timori, al lume di una franca di. scussione. Perchè noi non ci possiamo accon– tentare di parafe. Le lasciamo ai professori di certi contradditori .... Non saremo numerosi, ma fratelli con fratelli. E stretli in un blocco di sincerità, snrcmo una forza. V ,cino avverti– mento e guida. aaraverso le vie traven,e della politica italia~a odierna 1 ci auguriamo di ave• re il consiglio amichevole e retto dcli' Umtà. PIERO GoaETrT (nel!:.. rivist:i. Eu~rg,:e 1m0Vt!) XVI. Zona di guerra, 3 febbraio 1919. Li idea del convegno degli « unitari» è ottima. Ma conviene fissare dapprima i temi da discutere in modo chiaro e preciso. Il pro• gramma di rinnovamento della nazione è va- unitari ,, sto e complesso ; e perciò bìsogaa che ognu• no di noi, tornando alla vita civile, costringa · la proPria attività politica entro limiti ben definiti, cosi da dare il ma~imo rendimento. Ogni citt:t abbia il suo gruppo di giovani di– sposti a tutto osare e· tutto dare per vincere. Pochi, ma con una fede profonda nella pro– pria misSione. Capitano A. Z. XV1J. Roma, 2; !,!Cnnaio 1919. Mando anche io l'adesione al Convegno. (Non so se potrò intervenire, per la mia veste). Credo che l'unica cosa seria da discutere sia quella dell:t nostra organizzazione. Siamo ( !l'W.i isolati, in ltalia, in contrasto con la mentalità generale degli italiani, come io te– mo? e allora restiamo separati, e viviamo la nostn:~ vita di gruppo o frazione: Abbiamo il modo, invece, di muovere un'importante parte · degli italiani, senza confonderci con altri ? e allora fuori, ,·ediamo i mezzi e il numero noslro. Programmi? Idee? Ne abbiamo fin troppe! Ciò che ci manca è il modo di concretarle n<:lla \'ita. nazionale. G. P. xvrn. Inc:1, 31 gennaio 1919. 1. 0 Perchè è già stato detto che è bene dar modo di intervenire al convegno anche agli ufficiali pili giovani, non mi pare che possa essere fissata ora la data, essendo ne– cessario, per il raggiungimento del fine sud– ~ett(), aspettare cli conoscere quando potrà essere libero .almeno il maggior numero degli uflìciali. Possibilmente il convegno dovrebbe aver luogo non più tardi dell'aprile e preferi– bilmente in marzo. 2.° Credo sarà presto r.aggiunto l'accordo nel designare Firenze a sede del convegno. 3. 0 Pur non escludendo che possa essere opportuno discutere qualche questione d' inte- 1osse generale, sulla cui scelta non mi pronun– cio, ritengo che il convegno mancherebbe al suo scopo essenziale se :nou si proponesse come argomento principale, e se non risol– \'esse, il p1oblcma 'dell'organizzazione degli « unitari ». E poichè la parola organizzazione è troppo abusata per significare di per sè ciualcosa di concreto, esporrò quali possano essere a mio parere gli argomenti da trattare e i criteri da seguire per risolvere il problema. Si tratta di istituire fra i lettori dcli' Unità un legame meno ideale di quello che possa essere rappresentato' dalla lettura della stessa rivista. Ora, siccome I' Umìà ha fini di studio e cli azione, bisogna cercare i mezzi perchè gli unitari possano con più stretta coopera– zione studiare ed agire. Per lo stndio 1 si dovrebbero procurare agli unitari libri e anche possibilmente riviste at• tincnti ai fini e all'azione del giornale; e ri– tengo che ciò J>Otrebbe essere ottenuto strin– gendo accordi con un organismo già c,istente in Firenze e gi;l legato in parte all'Unità: la Libreria della. Voce. Ma sia quella la via o a:Itra, l'importante è che il materiale di stu– dio sia procurato, e, per quanto è possibile, a condizioni accessibili anche ai meno I icchi. Si potrebbe anche esaminare se sia opportuno riprendere la p11bblica1.ione di 0puscoli di pro• paganda, decidere circa la formazione di sot– togruppi locali e circa la loro azione (confe– renze), e principalmente ritengo opportuno che sia discusso il programma d'azione del• 11 Umìà nei prossimi mesi e, in relazione ad esso. siano as~egnati ai convenuti, secondo le rispettive competenze, temi o argomtnti da svolgere a mano a mano nel f!'iornale, secondo 11ordinc che naturalmente sarà stabilito dal Direttore. Per quest<• ampliamento e approfondimento dell'azione dell'Unità ci vorranno naturalmente dai quattrini, e dal numero degli intervenuti 1 e dalla loro disposizione a metterne fuori, di• penderà lo stabilire fin dove si potrà giun• gere. _Per esempio, era. già stata affacciata una volta l'attraentissima idea di un quotidiano, ma benchè io .sia un uomo di fede, non mi 37 pare lecito sperare per ,ra che l' idea possa. essere attua.ta, pcrchè ritengo che fra i futuri congressisti non siano per abbondare i 11ou– ve01u; ric/1<s. ln ogni ca~o dovranno essere stabiliti i modi per raccogliere i denari necessari, cioè 1 mediante obla1.ioni, o azioni, o contributi pe– riodici. lo sarei per quest'ultima forma, per– chè cestituisce un vincolo più stretto e più continuo fra gli associati. Accettando 1 1 ide'.1 del contributo periodico, per l'attuazione "i potrebbe prendere per modello il Tourin, Club, con gli eventuali adattamenti che fosser• giudicati necessari. Le considerazioni da mc svolte mi sem– brano così ovvie, che non dubito dcli' incl■- sionc, nell'ordine del giorno del convcgno 1 del numero: Organinazione degli «unitari». G1ANNOTTO PeRELT.r. XIX. Spezia (Via Chiodo. 21 ., 3 febbraio 1919. D'accordo, in massima, pel convegno. Ma domando se prima del convegno e oltre il. con\·egno non ci sia qualche cos'altro da fare subito. I prussiani d'Italia hanno levato la cresla. in modo provocante ; si sono afforzati di molteplici elementi confluiti da ogni parte. Ia nessun momento, neanche dei più gravi della. nostra vita nazionale, sostenere difendere pro– pagare le idee dcli' [/nità è apparso così dove– roso e così necess-.i.rio. ' Ma dobbiamo pur confessare che noi sia– mo un poco isolati e dispersi ; anche fra noi stessi : ci ritroviamo in questo giornale, ma ~nza ~apere l'uno dell'altro, nè chi siamo oè quanti siamo. Per esempio qui a Spezia i• conosco appena un abhonato al giornale: •a certo ce n'è altri, e oltre questi ci sono let– tori e consenzienti. E co~ì, è facile irumagi– n<1-~e, in ogni città e in ogni centro. Chi strilla e si fa sentire, in buona e i• mala fede, son• i prussiani. Io ne ho rintronate le orecchie ogni momento, anche a scuola, fra collea■i e anche fra scolari. Ora, a fronteggiare costoro, che s 1 in61- trano da per tutto e strillano da per tutto, I! necessario per prima cosa che gli amici dcl– i' Umlà ~i conoscano e si ritrovino. Bisogna. che dovunque sono, abbonati lettori amici, sl trovino insieme e si accordino in qualche modo. Se non altro, se sono pochi, si accor– dino in questo, a promuovere la diffusione ·del giornale ; se di più, posson fare di più ; se parecchi 1 molto di più. Ma il da fare si vedr~ caso per caso, luogo per luogo. Intanto bisogna costituire sòbito in opi centro tante sezioni di unitari • antinaziona– listi o wilsoniani, come volete, li nome ■o■ importa. In ogni centro un cittadino di buona volontà dia il suo nome e il sue indirizzo. Io comincio qui dalla Spezia. Prego gli a– mici del giornale che sono qui, cli farsi con•• sccre subito. E questi diversi nuclei così co– stituiti potranno poi cooperare più attiva• mente e con più sicura conoscenza <lella loro for1.a al convcino, dovunque sia e quandQ che sia. MANARA VALGIIUGf.I. xx. Zona di guerra, 30 gennaio 1919. Sono concorde coll'opinione di vari ade– renti, nel lasciare alla Direzione la scelta della sede del Convegno. Riguardo alla data, pur riconoscendo l'utilità che sia fissata il più presto possibile, non vedo come si possa ra– dunarci tutti od almeno in gran maggioranza, prima della smobilitazione. La maggior parte di noi non potrebbe muoversi dalla linea di armistizio e di confinè. Certo che vi sono problemi urgenti da studiare, discutere e ri– solvere; ma non mi pare indispensabile atten– dere la riunione per trattarli : fino da ora. possiamo affrontarli sulle colonne della nbstra. Unilà e fin d'ora tracciare il cammino d'a– zione da seguirsi. Un argomento urgentissimo, che non puè essere rimandato sin& di& alla riunione del Conyegno, è quello delle elezioni. Dal modo con il quale queste verranno fatte, dal resul– tato di esse dipenderà la vita italiana di do– mani. Poi verranno gli altri problemi: coltura. delle classi dirigenti e del popolo, riforaa.

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