L'Unità - anno VIII - n.3 - 18 gennaio 1919

L'UNITÀ 17 La Costituente J gruppi pili accentuati della democrazia italiana, qutm<l<lchiedono che una Co11tilucntc eia conYocata, in Italia, per compilare una nuova carta costituzionale dello Stato. SC!!uono un' an– tica. tradizione di pcn~iero, che risale alla guerra d' indipcndcn1,a americana e alla rivolmdonc fraucc~c. Inoltre, è implicita nella loro do– manda l'idea che la Costituente doneblx: t·o– minciarc con rabolire la monan.:hia e procla– mare la repubblica. F. !)Cnza dubbio la rivoluzione amcrican:t e la rivoluzione fr,mccsc rapprc,cntano due gran– di punti lumino:,i nella 1:>toria della democrazia. Ma molte notti ~ono oramai calate :,ui grandi eventi ~torid ùel 'i<lO. cd altre amore <lebbvno ancora. ~orgcrc apportatrici di più lare-he e<l eflìcad libertà. Xon dimentichiamo, -.o, il pa.:,.5ato: ma badiamo sopratutto ai no– ~tri bisogni presenti. Come 1 1 f.,i1ilcì ha gi{t o":,Cr\'ato. la riunione di una Costituente presuppone una rivoluzioue, che abbia giuridicamente fatto tabula rnst di tutte le precedenti istituzioni. E ~lppunto a dar un nuovo aS:)etto alla società sowertita mirava la Co<itituente fran– cese; e allo stcs'>Ofine mir.:h·a la Convenzione nord-americana, la quale. poi, doveva costruire di sana pianta anche la ind:pcndcnza politica de1Jc colonie ri\·oluzionarie contro l'Inghilterra. Jt questo il caso per l'Italia cfog-gi? Cre– diamo noi che sia proprio questo per l'Italia il momento di far tabula r1ua e ricominciare ti.a capo? _..,_ parte questa profonda differenza di si– tuazioni storiche e di necessità pratkhe fra l'Italia d'oggi e la Francia e le Colonie nord– a.mericano del '700. non hi:,ogua <limenticue che le Costituenti del Secolo XVIII, e quelle che dielro il loro esempio sono state via ,·ia convocate nel secolo XIX, si sono fondate tutte sul ~oncetto che la <1.. ragione ragionante » po:;:,a da un momento all'altro ricostruire tutto un mondo caduto. È la teoria del « contratto sociale». Un. bel giorno una assemblea ::.peciale - si chiamì essa Costi– tueote o Con,·enzione - annulla ufficialmente tutto quantQ esisteva, e riedifica, mediante una nuova « carta scritla », l'organismo politico, dando la sanzione forrn:i.lc -giuridica ad una ri,·oluzione, la quale nel ca...odcll' Italia d'oggi non sarebbe neanche avvenuta. Fu per rima– nere fedele a questa teoria di un • contratto » co,truito ex 1101,,0 dalla « ragione ragionante » 1 che il :?I ottobre 17<J1, un repubblicano degno del pili grande rispetto, dcll:l Convenzione francese, 1\!.r Barrère, salendo alla tribuna, proclamava cha la costituzione della repub– blica francese non poteva c:,gerc l'opera di spiriti singoli, dove,•a cs~erc ri'opera di tutto lo ~pirito umano: perciò chiunque nel mondo era capace di scrh·ere una costituzione, do– ,·eva essere membro nece:,:,;:irio del comitato incaricato di preparare la costitm:ione. e a tal uopo bisogna,•a invitarlo a presentare: i woi pensieri in proposito. La esperienr.a e la meditar.ione scientifica del secolo XLX hanno demolito queste illu– -sioni. E la democrazia farebbe bene a la– sciarle riposare nella tomba, pur riconoscendo che una ,·olta e~sc compirono una utile fun– zione storica. La vita dei popoli non è do .. minata da nes~uua « carta scritta » a prion: Sono le forze reali, in continuo mutamento, di un popolo, che condizionano giorno per giorno il fun;donamento delle istituzioni po!iti<.;he.Una << carta scritta » è sempre il prodotto della co– sciCJ11.a politica di un popolo in un dato mo– mento dtlla storia. Pa::.sato quel momento, la coscienza si rimette in movimento, mentre la « carta ·scritta» resta immobile. La carla non impedisce il mo\·imcnto ; e il movimento nou .si preoccupa della carta. Caso tipico, è quello dCllo statuto ·alUer– tino: il quale non prevedeva per nulla nei suoi articoli il :)istema parlamentare, avendo YOlutocostituire semplicemente una monarchia. costituzionale, in cui il Re sceglieS!.e i mini– stri senza essere condizionato nella scelta dallu. volontà della tmaggioranzà parlamentare: ma quando si venne ad applicare lo statuto, Carlo Alberto dO\·è scegliere il primo ministero Balbo prccbamcnt8 in ba.se alle de~ignazioni, che gli venivano dalla compo~iiionc della maggioranza p.1rlamenta.rc! C:lso :tncora pili tipicO, qncllo della Costituente, <la cui è u:,1.:ita l'attuale re– pubblica france~c. I..: \..,..,cml,le:t)iazivnale. che ))Ì riunì a Bordeaux nei primi del c8;r. aHebbc dovuto. nel pensiero ,li quei repubblicani. che dopo !:>cclanabolirono in Francia l'impero na– poleonico, proclamar(' la rcpubblic.:a. hwece l' Asc;emblea naziona!e Mci formata in larghis– sime proporzioni di monarchici. T.a maggio• ranr.a. <lopo avere e, italo per due me::-idi ar– frontarc la questione delh fornw di governo. decise finalmente di ... aggiornarla. E le leggi costituzionali, che formano :• odierna Carta francese, non compan 1 cro che quattro anui chpo, e cioè nel 187,5! Frattanto non vi era. formalmente. nè repuhl,lic;a. nè monarchia: e !:,OlO pel famoso ememlamento \\"allon, che in– dicav:11pc-r la prirna ,·olta, il capo dello :,tato / francese col titolo di presidente della rej>ub– blica. solo il 25 febbraio J8i5 la Francia si costituì ufliciatmente in repubLlica, con Jj3 voti contro 351 ! \.i sono costituzioni scritte (non ocuipia– moci neppure, pc·r un solo istante. della co– stituzione, non scritt~, inglese), che prevedono la possibilità di mutamenti: e tali mutamenti, costituzionalmente, sono introdo,ti peli opera dei normali organi legislativi. Ma anche queste norme non sempre sono state osser– vate. Per es.. nelle costituzioni nord-ameri– cana e francese. viene richiesta, per la re– visione compiuta, la ~anzione popol:lre: ciù in pratica non è stato oss~rvatt.>; chè, anzi, le più importanti re,+;;;ioni e, diciamolo pure, i mutamenti più radicali (e ,·eramcnte sower– titori), sono stati introdotti nelle co::.tituzioni repubblicane stesse ))Clli<l I' os.sen·anza della sanzione popolare e pur !Jenza l'os;:9rv.:mza di speciali clausole formali, pre\·edutc taSl>ati,·a– meute. Di ciò fa fede pure le &tessa costitu– zion federale germanica, contravvenuta e:-sa stessa dal potere legislativo ordinario. E troppo lunga, anzi intermioabile, sarebbe la citazione di tutti i gravissimi attentati (in senso giuri– dico) commessi alla santit:'1, alla immutabilitù, alla imprescrittibi!it:\ delle Carte scritte, senza. bisogno di speciali as~mblee costituenti. Ammettiamo che, o;,rg:i,in Italia :,i,l con– vocata una Costituente. Che cosa farebbe, ))e non confermare la monarchia? Tutt':ll più ~b– sisteremmo a lunghe logomachie sul concetto di sovrano, sul dove debba risiedere la sovra– nità, su chi si<t il sovrano e il so~euo e l'og– getto della SO\'ranit:'l: e questo ~opo che è bastato il pollice verso di ,vilson - un presi– dente di repubblica - per mandare a picco - senza bisogno di Co:,tituente - tutte le teo– rie fabbricate dai giuri~ti tedeschi a : ,erviz.io di Guglielmo II sul Caesarvi11e j,11-e! E varrebbe proprio la pena, per un reju!– tato di questo genere, <limettere in movimento una macchina come quella di una Carnera espressamente eletta per riformare la costitu– zione? Tutto lo sforzo, che ~arebbc necessario per dare questo colpo nel ,·uoto, non varrebLe solamente a distrarre l'attenzione del nostro paese da problemi più urgenti e dalla cui soluzione è assai meno lontan~, la coscienza nazionale dell'Italia. d'oggi? Uno di questi problemi i:. quello del modo di eleggere i deputati. 111\'ecedi chiedere la Costituente, come non veder~ che è. a-.sai pii1 nece,;,sario e urgente esigere un ~istcma elet– torale pili rispondente alle esigenze politiche dell'ora clic attraversiamo? f'unzionando il regime parlamentare, rin~ sangua.to questo col sistema della rappresen– tanza proporzionale, e sia pure, cogli istituti del refcrendm_n e dell' iniziativa, quale biso– gno cvvi di far una rivoluzione e di nominare una Costituente per proclamar la repubLlica? Oggi, e semplicemente per via legislativa ordinaria, è certo assai pili facile e agevole abolire il diritto ereditario del Ca~ dello stato, e una Corona, che non sia stato, a mo' d'esempio, a suo tempo, ìl passaggio dal regime rappresentativo pure, al regime parlamentare. Introducendo la riforma del regime elet– torale, molte altre riforme, tranquillamente e spontaneamente, potr;mno veder la luce. G. Il. KLEIX Quanti sono gli italiani di Dalmazia? Il censimento austriaco del 1910. Se i c.:en·iimentiaustriaci fossero fatti one• S'<tmente, il C'Cm,irnento degli abitanti della Dalmazia !ICcc,ndo la « lingua. di conserva– zione»- darebbe. in fonna abba.-.tan:ra esatta. la propor;,;ionc fra italiani e slavi in Dalmazia. lnfatii, se è \·ero c:h~ per« lingua di convtr– :,azionc ~ ~i pu,\ nelle ()per.11.ioni del censi– mento inlcnclerc, non la liniua della nazione, a cui la persona 1..cnsitaappartiene, ma quella del lnogo, in cui ~:,a abita e nella cui lingua è costretta a far~i intendere, anche se la pro– pria « lingua materna » è di\·ersa, - è anche vern che in un paese di lotte nazionali ardenti, come è stata la Dalmazia negli ultimi cin– quanta anni. ciascuno nel dichiarare la propria « lingua di conservazione• :,ente di fare un'ar– fermazione di sentimento nazionale, e mette appunto questa intet;zione nel dichiarare la propria lingua. li cen:,imento delle << lingue di corwer~azionc ~>. quindi, diventa un censi• mento delle n<.1zionalitù 1 li guaio è <:he, appunto nei paesi di lotte nazionali ardenti, le maggioranze si sforzano in tutti i mo<li di sopprimere le minorJnze : e cominci.mo dal sopprimerle nei cen.simenti: ciuè le amministrazioni conHm<tli, che presie– dono alle operazioni del cen::.imento, fanno tutte le pos:,:ibili pressioni per co:,triugere i cittadini a dichiarare come « lirrg:ua cli çvll– vers;1zionc» quella della 11azionalità, che è padrona del comune; e dove le pressioni di– rette sugl'intere1JSati non riescono. si fanno le pres..icini nelle schede degl' interessati, r.d,;ifi– canclolc senr.'altro. In Dalmazia si può et~re .sicuri che gli slavi. padroni di tutte le a 11ministrazioni c.:o– munali, meno quella di Zara, hanno fatto questo lavoro di falsificazione a danno degli italiani. PerciO, quando troviamo nel ccn,;;;i-, mento <lei r910 che in Dalmazia i serbo•croati sono 610 mila, e gl' italiani sono 18 mila. pos:,iamo affermare " pri'ori che queta cifra degli italiani è inferiore al la realtà. Le cifre date dagl'itallani. Nel 1895 1Craziadio A:,eoli, goriziano, uomo di somma. autorità scientifica e di iadiscuS!ia probit~t, calcola.va che i dalmati parlanti ita– liano fossero intorno a 40 mila, oltre circa 10 mila italoslavi o bilingui .: uomini d.i mare». (Gl'irretk111t: nella « Nuova Antolo– gia » del 1 ° luglio 1895, 4J). E a 40 mila calcolava gl'italiani. nel 189j, il Samminia– telli, attuale vicc-presiden e della « Dante Alighieri» (.\-1toz:aA11tologir1, 10 giugno r89i), escluJendo, a quel che sembra, dal novero i zo 1 000 bilingui dell'Ascoli. Anche Pa:;'luale Villari, inaugurando nel I9?:? a Sie1u il Con– grco.;!)(.) della « Dante Alighieri )) 1 calcolava gli ital ani di Dalmr1.zia a « poco meno di 40 mila» {V1LI.~\RJ, Dicussiimi crili'd1e, Bologna, Zanichelli, hJV5 pag. 538). In un opuscolo La !Jalmaziu, lit H1, si 11(1 e il suo marlinO, scritto - si badi bene - da un dalmata irredentista, e pubblicato - :,j badi bene - a cura del!' As~ciazione Xazionale « Trento e Trieste» lVerona, Stab. tip. l\f. Bet– tinelli e C., r911) 1 J~.-!iitaliani di Dalmazia è attribuito esplicitamente il 5 01 0 della popola– zione, agli slavi il 95 °/"' (pag . .38): poco più di 30 mila italiani, dunque, :,;u 618 mila abitanti. Sull'ftlea .\0;,'ona/e del 1,5agosto 1912, una corri-:,pondenza dalla Dalmazia, critica.ndoilccn– .simento del lC)IO, diceva: <<Se nel censimento ::ii « fos:-;e fatta una forma di controllo assidua e più « \·igile, il censimento ci avrebbe.~ridato per « lo meno i 20,000 che d erano riconosciuti « nel r861. Ma assai facilmente con un po' « di buona volontà e di energia, si potrebbe <' provare c_·he g/'ilatia11i ù, JJalma=iasono al– « meno 30.ono, o da una tal cifra poco di– « stanti ». E ancora nel dicembre del 1914, Gualtiero Castellini affermava che gl' italiani di Dalmazia sono 30 mila. ( Tre11/o e Trieste, nei « Quaderni dellag:uerra •, Milano, Treves, 191-1, pagg. r 1.119, 12:?, I1i, 128,131). Ma questo, del Castellini, è statt.> 1 fra i na.zionalbti, C!>Cmpiosingolare di probità. Nelle polemiche fra nazionalisti slavi e na- zionalisti italiani, dal 1914 in poi, mentre i primi rimane,·ano fLI mi al dato ufficiale austriaco, C( mc -.e fos'ie il \'ange~o, i secondi hanno elevato il numero degl'itdliani a 50 mila (T1UIARO. nel Secolo, 14 nov. r914); a f.x> mila (Ot:JHS', f..a J/Qnarchia fbtfi A.bs !mrgc, Roma, Hontempclli, 191,5, L 1o6; JJal Bre11- 1uro alle Alpi D1i1andu, pag. 2iO• 1 J; a So mila (DAIS-t-LLI. Quanti smw gi'ilaliìmi ùi .Da/111a::1ir, e Ri\ista Geografi}a », marzo aprile 191;, pag, q6), a cifre .... incalcolabili. (T.uu.xo, ltalia11i e Slavi11dl'.Uri·lito, Roma, Atherucum, i91,5, pag. 3~i)- },•fa si tratta di affermazioni, alle qu:tli manca ogni solida. bao,e. La cifra di 80 mila italiani. La cifra di So mila, che i:. di\'entata il cavallo di battaglia del Popol; d'Italia, è !>tat;, dedotta dalla cifra di 55 mila italiani contro 384 mila slavi, che rcsulterebbe da un • cen– siocento • del 1865. Considerando che nel r86j la lotta fra italiani e slavi era in Dal– mazia appec.a agl'inizi, e percit', i dati di quel f.. cen.simeuto ~ pos:,0110 ritener:,i sinceri; e ritenendo, com'è assai probabile, che italiani e slavi fra il 1805 e il 1915 si sieno moltiplicati. secondo un eguale coeficiente; - il Dainelli ha ccinchiuso che, :te nel 1865 gl'italiani erano 5.i rni <l in una popolazione di -J.40mila abi– tanti, oggi ~si de,•oao ~re So mila su un t0talc <li 628 mila, e.i.X: il u.5 •,., anzi che il :?,8 °,'u. :\la il ragionamento pecca nella base; ,m u,uùnento ugola1e ,Id/e na.:io11alitàprima dd 1880 11011 è nu1i esistilo. Lo Statistisc/,es /ahrb11d1 des 0~!1. .lloua,-chie/17r dttsJahr 1865 non con– tiene nessuna divisione della por)Olazione per nazionalità, come può accertarsi chiunque vada a jtudiarlo nella copia della Biblioteca Univer– sitaria di PadO\a, che noi abbiamo potuto consultare. li primo censimento au:,triaco, in cui si sia tenuto conto delle nazionalità. è del 1880. Prima di questa data, gli uffici di jtatistica di Yienna o gli studiosi pri\'ati pubblicavano notizie sulla costituzione etnica. . di ciascuna regione dcli' Austria; ma si trat– tava sempre di ipotesi. che non a\evano aes– ~una sicura attendibilità {SALAT\ 1 Le .,~a.:::1<J,- 11alità ù, -A1,s/ri:z.U11gkeria, nella « Nuova Antologia •, lj ago::.to 1903, pag. 5&J).· I rcsultati, infatti, di queste, chiamiamole così, inchieste burecratiche o personali, sa– rebtero i seguenti {RECLUS, Glògr. universelle, Il[, 168; BARTOLI, !Jas .Dalmati'sche~ I, :Zlb; l'REZZOLU.J, La .D,tlmt1:ia, Firenze, Libreria della Voce, 1915, pagg. 42-3: TOlllTCH, f...a 11ah<Jna/iti de la Da/malie, nella S~rbie, Q -.et– tcmbre 1917): ScrLo-,·ro:lli Italiani 1833 360.000 16.000 18+4 400.000 16.000 1850 3Q5.ooo q.ooo 1857 3;8.000 13.700 ,~62 36').000 20,000 186,; ,;84.000 55.000 18;0 3"11.000 56.000 tS;,, \ .i.;v.ooo z;.900 I 400.000 40.000 tSij 408.000 62..300 Siamo, 1 evidentemente, su un terreno in– quinato dall'arbitrio individuale. n solo dato attendibile, che noi abbiamo per il periodo, che si a.ggira intorno al 1865 1 è quello tra– smes::.ocidal Tommaseo, che nel 1862, difen– dendo gl' italiani contro gli slavi, affermava che gli italiani erano 20 mila, e non 1 5 mila, :,u una popola1.ione totale di 4::0 mila abitanti (Il seri'o11d/rue/0 1 pag. 313, .315. 316, .363, 368). Assumere a.Itri clementi a base di cal– coli e di proporzioni, ::.ignifica \'Oler costruire sulla sabbia. Ora partl!ndo dai 20 mila italiani su 410 abitanti, affermati dal Tommaseo uel 1861, e :,.1gfonan<locol1o ))teS::oometodo, con cui dai 55 mila. italiani dell'inesistente «censimento» del .1865 il Dainelli è arrivati agli 80 mila del 1910 1 - si arriva a conchiudere che gl'italiani di D.1lmazia debbono essere poco più, poco m·.no di 30 mila: c.:osicome dicevano l'autore delJ1opuscolo La /J11/,11a~ nel 19r1, P/tka 1V11-

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