L'Unità - anno VIII - n.2 - 11 gennaio 1919

J~'UNITA Intorno alla Società delle Nazioni Vie giuste e vie storte Ora che, contro tutte le profezie di rnloro che credev:mo nell' invincìbilit:ì dclln Genna• nia, nell'impossibilità di una vittoria assoluta. nel!' inevitabilità di un compromesso, ncll' im– potenza delle anni a decider checchcssi:1, le anni alleate h,mno approdato a.Ila massima tabula msa, di cui la !,:ttoriaabbi:t ~empio. e, a11a distruzione di tntte le autocrazie e di tutte le oppressioni di popoli, i compiti della ricostruzione s' impongono gi::\ con una m– genza, che fa spavento non meno di quanto ne facesse la potenza nemica in più d'un mo– mento della guerra. Per la prima voltn nella storia i vinti fanno appello al vincitore, pcrchè li soccorra di pane; e il vincitore s'è impegnato a provvc.. derli di quel pane e di trasportarlo con < 1 uelle navi, che essi fecero di tntto per distruggc~e e seppellire in fondo ai mari ! Mentre da taluni ancor si discute sulla ncccs– i-ir.\ o meno, e sulla probabilità o meno di 1ù1a J..eg:i delle Nazton: - mentre i più sono :mcor:i incJini a credere çhe lo scopo princi– p.. 1.le tlella Lega delle Nazioni sia quello di • impedire g•erre future, e che il problcm;'l principale della su:i forH1azione sia un pro– blema politico; - gi:\ la marcia fulminea degli eventi ci porta a farne un organo cli funzioni economiche e sociali. Le Commissioni interalleate dei trasporti e del vettovagliamento si trasfom1:1no in Com– missioni pel controllo dei trasporti e del vet– tO\•agliamento, non ~lo degli Alleati e dei Neutri, ma degli stessi paesi nemici d' ieri, nonchè di tante terre pur mo' liberate, nel– l'ex-Impero degli Absburgo, in Polonia, in Annenia, in Palestina, in Siria. Le armi hanno appena debellato il milita– rismo ; ed ecco s' Impone il compito di debel– lare la fame, cioè il fattore massimo cli anar– chia, un nemico che ha già nelle sue unghie due terzi d'Europa. L'eliminazione dei regimi irresponsabili e del problemi delle nazionalità pone in prima linea i problemi economico-sociali} e costringe gli organi di cooper..i.zione dcli' [ntcs.1 3 di– ventare organi di controllo delle risorse del mondo intero e del razionamento dcli' Eu– ropa. La realt1\ ci sospinge già. l>cn oltre le vi– sioni cicli;\ ,1J,1teleuro/J(I del Naumann e dello 7.ollvereù, sognato dai neoprotez'onisti dcli' In– tes.1 e <lei!'Impero Britannico. Essa e' impone il dilemma: o il controllo organico clcll'eco– nornia mondiale, a 1 meno pei servizi e pci prodotti più necessari, o il caos. ln un certo &enso ess.1 ci sospinge oltre le visioni degli stessi pensatori socialisti più immaginosi e più'" seri: C!!>-Si pensavano di arrivar~ al soc'alismo elintinando la borghesia ; cd ecco rhc sotto la pressione delle esigen1.e e degli effetti della guerra, si arrivava a una rcgolamenta1.ione crescente della produzione e degli scambi, a,·cntc per organi dei comitati, di cui fanno parte, come clementi tecnici, i magnati <lcl- 1'industria e dclln finan~ della borghesia \d'ogni p.. ,cse, cioè i cervèlli economici pt:r ect·ellenr.a di tutto il mondo civile, messi a funzionare nell'interesse non d'una rompagnin o d'una cla~c o d'una na1.ionc, ma d'un ,KrtlPI>-"" di nazioni e anzi di in CfÌ rontincnti. Fino a ieri le n,as.~ime imprese economi– d1e, a cui l'evoluzione industri:ilc era :ini– vata, erano i lrusls in!cm· zion:ili r 1 cl grano, del petrolio, della carne. aventi i loro quar– tieri gener:ili negli SL1ti Uniti. Ed ecco che: oggi sorge. in \'irtuale antagonismo con essi. il Comitato delle N:'\Zioni, il lru.st cieli' Uma– nil:Ì. Sen1.a che nessuno se ne si:l. accorto, men– tre per molti la politica economie-a è !'.l:noora tutta cornp~CS..'\ nel dibattito tr.i prote1.ionbmo e libero scamLio, !ti sono venuti ,co~titncndo fra le N:lzioni organi analoghi, :1<1 es., a que– gli uffici centrali dell'amministrazione britan– nk:t! i quali nelle Indie provvedono al'a C"are– stia e ai dis...'lstrilocali col far :ilflnire le rbor'\C delle regioni non colpite ,·erso quelle colpite dalle r:1t:1strofi. S'aggiunga che la guerra ha creato ·pro– blemi finanzi:ni 1 industriali,, sociali, :1naloghi in tutti i paesi. E si vedr:'t che noi stiamo per cnti·are in un periodo cli attii,it:t, dal quale usciremo bene, solo nella misura in cui la vittoria conseguita con la cooperazione mi– litare di tutti sar:\ co1l.1tiderata dalla vittoria conseguita con la cooperazione economica di tutti, contro I particohri mi, non solo di classi, ma di nazioni. Noi tocchiamo qui il fondo del problema tlella creazione della Lega delle Na,:ioni. li dire che css.., h:.i per fine di pre\'enirc le guèrre, è concepirne il compito stilo in ter– mini negativi. L'eliminazione della autocrazia e dei problemi di na:don:1Ht:\ è la eliminazione di alcune, non cli tutte le cause possibili di guerra. Quando si vedono. in -paesi. c,·ohit7', -scnppiarescio'i:>eri dovuti a dissensi tra tnu/es- : mu'o11s rivali nella stess.1.industria; - quando produzione, e dopo la rcstaura1.ione dei paJpi.i devastati dalla guerra. Ciò che urge è il di– stinguere tfa le loro runzioni temporanee e le I crrnancnti. Ad es. può essere conveniente affidare loro l'ufficio permanente di ,·igilare sull'atti\'it:\ dei trusls, cd eventualmente im·c• stirli dell'esercizio di servizi e produzioni, che altrimenti diverrebbero fonti di redditi mono– polistici internazionali. Può, .inche, apparire utile l'esistenza di Commissioni intemaz:onali per lo studio dei problemi cieli' igiene e~ilizin, del 111ù1ù1111111 di co11/orl domestico in case ope– raie decenti, per l'unifom1it:\ nelle istituzioni cli :lita cultura, nei metodi di promuo,•erla e misurarln, per lo stndio dei rnpporti fra rn1.zc europee e colorate nell'educazione, nell' indu– stria, nel commercio, ecc., per lo studio- delle r:,use e dei modi di prcvcnziQne delle epide– mie, per la r.oordina1.ionc delln legislazione delle fabbriche nei vari paesi, ccc .• con l'uf– ficio di preparare reln1.ioni da sottoporsi alle Conferen1.e periodiche intcrparl:lmentari fr.1 dcpntati dei vari Parlamenti della Lega, pcr– chè ne emergano progetti di legge che le Conferen1.c pcriod iche dei vari Co\'erni éon– vcnga~o di rar adottare dai Parlamenti cli tutte le nazlonL La cooperazione a fini eon– e-reti determinati, di persone d'ogni paese, che già. hanno dalle loro abitudini di studio rice– ~•uta una comune mentalità scientifica, avrebbe per effetto di creare uno spirito supernazionale comune alle é/,ìes politiche dei vari paesi, che da. esse in ogni paese irradierebbe al resto dei loro concittadini. si vedono scioperi dovuti .i. rifiuto di accetta– zione di verdetti .irbitrali; - quando si pensa che vi sono in America e altrove lmde-,mitms awerse all'immigrazione cli mano d'opera asia– tica, mentre la popolazione a.,iatica cresce <li gran lunga più rapìdame11tc della popolazione ra1.za europea e preme per sbocchi in tutti gli altri continenti. laddove la popolazione di raz1.a europea riduce la sua 11atalità ; - quando si osscn·a tutlo questo, se ne cle\'e dedurre che esistono cause d'attrito, che ac– cennano :i prendere in awenire il posto di quella or ora ~iiminata, se non si studiano in tempo le soluzioni anche n questi problemi. Credere che basti ridurre gli armamenti e costituire il controllo reciproco per e,·itare nuove guerre, t: cadere vittime d'un' illusione grossolana. Tr:l bre, 1 c la produ1.ione degli aefoplani e forse dei sottomarini a fini connnerciali comin– ced a prendere dimensioni enormi. F. chi non vede che lo stesso neroplano può essere domani usato a bombarcl:'1.re1egioni industriali d'a'tri pae~i? Dobbiamo fare un passo innanzi, \'CTSO un concetto positivo del fine della Lega. Dob– biamo, cioè, alla r'nera preven1.ione delle guerre sostituire la funzione cli garantire il regno della legge, il rispetto al diritto pubblico delle nazioni, sia pur <."OI boicQttaggio e con );t forza contro chi lo violi. Ma ognun \'ecle che anche _questo concetto è troppo .tstratto. Un tale diritto pubblico non è ancor c.o– dificato. - Su mo'.ti punti non tutti sono d'accordo. - Non tutti i paesi sono allo ste!'.S,1 stadio <I' e\'olu,:ione politica, sociale, economica, morale: l·hi vorrebbe porre In. Sviz1.cra nllo stesso livello del Messico o del Nicamgua? - Differen:r.a rli arca, di popol:1- 1.ione, di 1>0sizionegeografica, di storin, influi– scono immensamente nel determinare varietà di grado e di punto di vistn nel mode in cui ogni nazione considera gli interessi delle al– tre: ad es. la questione della libcrt~1dei mari è_ sentita divers;'lmentc da popoli continentali e da popoli insulari. - Non tutti i r•acsi hanno la stessa fiducia in ogni altro; e si sa rhe il sentimento della sicurezza ha due coefficienti: In buona clis~i1.ione frn due paesi a non nuocersi, e la rapacit:\ di un d'es..,i a rgetter raltro nel!' impossibilit:\ di nuocergli : il pro– blema è di ridurre il sccbnclo e accrescere il primo coefficiente, anmcntnnclo le cause di so<lcli~f:l.zione èhninuen<lo quelle di malcon– tento. - fn ultima istanza, il problema della prcven1.ionc delle guerre si risolve in quello di S\ ·ilupp3.rc 1111:i san;t opinione pnbblic3. po– litica e sociale. Venendo :ti conc-rcto, il problcm:t. è dop– pio: istitu1.ionalc e J)Cd:lgogico. Dopo a\'er create in tutti i paesi istituzioni dcmocr:uichc, e dopo avere, come or s'è fatto e si sta fa– cendo, create istituzioni di co1 Jpcr:1.zioncinter– n!tzionale, si tratta di ~\·ilupparle mantenen– dole :1tth·e e impedendo che tli\'entino inat– tive. Sarebbe, a parer nostro 1 errore capitale il credere e il desiderare che gli attu:tli organi di <.'\,operazione intera\lentn e di azione cco– nomicn intema,:ionale debbano scomparire rol passare delle :lttuali urgu1ti questioni. col ri– tQmo all'abbondanza cti rnnnellaggin e di Se111.a \'Oler detrarre dall' importan1.. 1 delle Corti arbitrali e dei Comitati di Conciliar.ione per preveni1'e e risolvere le dispute di cnrattere non ancora giuridico, è chiaro che la loro efficacia dipende in gran p.,rte dall'esistenza della 1 disposizione a non precipitar conflitti, a non rifiutar di discutere e ad ammettere che un'opinione, che è passata per molti stadi di elaborar.ione, è presumibilmente più equa cli una che è passata solo per quegli spiriti delle due parti immediatamente in conflitto. [I regno della legge sostenuto dall'o1>inionc organb:inta dell'um:init:'1 1 di cui \Vilson ha • parlato come del fine supremo della Lega, implica la formazione cli quest'opinione orga- 11iz :z.1.tn, o~sia di un animo comune, analogo a quello che esiste fra i membri cli una stessa na1.ione. L'orrore della guerra, che testè s'è con– clusa, può certo bastare a creare quest'animo per qualche ventennio e fin che l'attuale ge– nerazione sia il centro d'irradiazione della for1.e politiche operanti ; m:\ cli per sè ~olo esso non può bastare a cre:l.re un tale a11i- 11111s per le generazioni, che non saranno pas– sate per queste annate terribili, e che ne sen– tiranno solo p,1rlarc. -'li problema è cli creare abitucliui irresisti– bili di cooperazione politica e sociale fra le opinioni pubbliche dei vari paesi, che com– pensino l'assen1.a di tale esperienza diretta. Queste os.,;ervazioni possono parere mere generalit:ì. Ma è ovvio che e' è un grande pericolo che l' idc3 dcli:\ Lega delle Na1.ioni sia una emozione pili che un'idea; ed è certo che moltii.simi concentrano troppo esclu~i\Pa– mente la loro attenzione sul lato istituzionale a scapito del problema di sviluppare ora e per l'avvenire le forze motrici delle istitu– zioni. li senso elci pericolo, durante la guerra, d ha fatto fare passi innanzi in questa dire– zione; sl tratt:1 ora cli sviluppare energie di propulsione, che ne siano gli equh•alenti e ne continuino l'oper.1 in tempo di pace. I.:i. conclusio:1e del trattato ,li pace potrà gettare la prima pietra della Lega delle Na– v.ioni; ma l'intero edificio non potrà. che c~– scre l'opera cli più generazioni cousacranti a tale idea con devozione religiosa tutte le loro forze miKliori e trasformanti l'idea della pace, da mero concetto negativo - nega1.ion~ e ces.s..,zionccli ostilità - in concetto positivo: un ordine di vita ùegno di richiedere tutti i nostri entusiasmi, come sui campi di battaglia li seppe fin qui richiedere il patriolliimO na- 1.ionaleJ A!'i'GEI.O CRPSPJ. 9 ~• opera d'oggi Noi siamo pienamente concordi con !'.. miro Crespi nella opinione che non « basta ridur– (< re gli armamenti e costituire il controllo << rcciproc~ per evitare nuove guerre »: che « la eliminazione dei J>Oteri autocratici e dei « problemi di nnzionalità non elimina tutte le << c:luse possibili di guerre»: che i conflitti economici, anche fra operai, possono di\'entare came cli nuovi attriti e di nuove guerre, se non si studiano in tem1>0le soluzioni anche cli questi problemi: che senza una maggiore so– lidarietà economica, intellettuale, morale fra i popoli, nessun oongegno di esclusive istitu1.ioni giuridiche potrebbe pre\Penire le nuove guerre, ~\Onappena siano sbiaditi nella memoria degli nomini i' patimenti di questa guerra ; che è necessario creare e sviluppare il maggior 1mmcro possibile di legami di tutti i generi fra i popoli, affinchè nel momento di nuove crisi !ti trovino In funzione contro la minaccia di guerra abitudini di cooperazione politica e morale, superiori :ille forze disintegratrid; che quindi non dobbiamo concentrare escluaiva– mente la nostra attenzione sui soli problemi politici degli armamenti e degli arbitrati, nè illuderci che li proswimo trattato di pace assi– curi per sempre la pace; che l'opera deve es• sere contìnuata lungamente e religiosamente col criterio che .non bast:l negare la guerra, ma occorre continua.mente, creare e perfezionare nella pnce un òrcline internazionale, che sia degno cli cs.-;ereconser\'ato. Se la Societ,\ delle Nazioni clove:i:se solamente proporsi di impedire la guerra, , 11ie111, altro, c?me pensa il \Vells, C!'!"Sa nnscerebbc morta o per lo meno destinata a morire al primo urto di nuove realt:\ inter– nazionali o de'le 1ealtà antiche, a cui la Societ:\ delle Nazioni non avesse saputo dare una si– stemazione '!tctcguata. Ma noi non vorremmo che il sistema di idee dell'amico Crespi implicasse una tendenza dia– metralmente opposta a quella del Wells, quella, cioè, di trascurare troppo, magari di negare, h necessità cli creare la maggior quantità pos– sibile di organi politici di prevenzione contro la guerra {limlt:tzione degli armamenti, diVieto della fabbricar.ione privata delle anni, arbi– trato obbligatorio, ecc.). Noi non escludiamo, am;i ,ùtmosdafltOrsp/1'– ritamtttte, che questi organi non potrebbero fun- 1.ionare in maniera davvero efficace, qualora non si sviluppassero incessantemente nelle Na– zioni associate le più larghe poSBiblllabitudini di cooperazione economica e intel'etluale e di !iOlidarlct:\ sociale e morale. E evidente che essi, ,Insisot,: non basterebbero in nessun modo ad impedire la guerra, il giorno in cui un nuo\'O ~:ntcnnmcnto cli stolte1.z.'\e di mah•agit:\. spin– gesse quakhe Stato a r:tcntare la pr0\'.l, che non è riuscita oggi alla Germania, D'accordo. ~fa basterebbero forse, da ù sol,: ad evitare la guerra gli organi posith i della cooperar.ione economica, intellettuale, sociale? Nulla ò suffi– ciente, tutto è necessario. Fra tutto ciò che è ncces..11ariocostruire, affinchè possa fun1.ionare efficacemente la Socict:\ delle Nazioni, occorre, poi, dist.in – guere ciò che si de\'C fare oggi, da ciò c. he po– trchl?c benis.,imo essere fatto anche eh.mani. Oggi, noi cl troviamo in queste condizioni: che l'umnniL\, avendo troppo lcggcnnente giocato coli' idea della guerra, non essendosi preoccu– pata abbastanza di Incatenare la inintelligem:a e la brutalità <lei suoi istinti inferiori, è stata trnvolta per quattro anni In un turbine atroce di dolore e di morte. Jl stata una orribile espe– rienza, che a.vendo colpito - per la prima volta nella storia! - tutte le na1.·oni civili In tutte ht lor~ clns.--i\ha r~tto c~n~pren<lerealln gr_an<le maggioranza degh uomini che la guerra si può subirla, anzi si deve affrontarli\, qunndo ~i è 3:ssaliti, ed è n<:ccssario dlfondere la propria li– bertà e il proprio onore; ma ini.r.iarl3 è pa: z1.ia, oltre c' e delitto 1 an,/Je se si /Ja la cuteua tiella v1ìloria, perchè neanche il vincitore pu'ò sperare vantaggi propouionati ai sacrifici, che deve in– correre per la. vittoria. Partendo da questo dato empirico, imme– diato, deUa rivolta, che T1el presente momento storico è vivissima negli spiriti contro li fatto e rontro l'idea della guerra, uoi dobbia~o chia– mare a raccolta i11 ~ tulio mo111e11lo tutta la lntelligem.a e tutta la bont~ che preesiste,·ano

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