L'Unità - anno VII - n.39 - 28 settembre 1918

- SI NARRA ... li Giornale del Popolo ha puhbiicato: « E' ·facile giungere sino a Parigi - una città. « di ollrefron.tiera, ci pare! - quando si sia ve– " ramente patrioti, come il signor Naldi! · « :\-la quando s'è giunti a._ Parigi possono anche « nascere dlficoltà per ripartirne. Clemenceau non « ra complimenti, ed è capace persino di rifiutare 1, i passaporLi! Ha le sue fisima, la vecchia tigre! « Sa che si corrano di questi pericoli in Francia, « il signor Naldi? E' capace di rispondere che no. « Egh nega, noi affermiamo - pari e patta! « :.fa noi sappiamo [)ure - e questo non a.l>bi- • sogna di conferma - che per andare in Francia ,. occorrono i passaporti italiani. Chi vorrà usarci « la fiorita cortesia d"indicarci l'autorità pruden– " tissima, che li ha rilasciati, mentre in Francia « dovevano nascere sel'ie difficoltà per il rim– cf patrio? )>. Che cosa c'è di vero in tutto ciòt Regnano i bo~sceviki f anche in Italia? lo sono contraria al « Voto delle donpe », per– chè credo éhe gli uomini sieno più pond~rati, _più logici, plù anliveggenti delle donne, e perchè ho &empre creduto che per governare ci volesse della ponderatezza. ).la a vedere come vanno !s =e in Italia, mi vien voglia, proprio di lanciarmi a capo- 11tto nel reminismo più ardel\te, sperando eh~ la cescienziosità della donna !basti a tarla nel reggi– mente della cosa pulbblica. sup~riore all'uomo. Ci vuol così poco! , Già da un anno l'on. Gaetano Mosca ha fatto osservare ohe l'Italia' na un sistema di alimenta– zione diverso dagli altri paesi, di cui i tesserator1 rwstrani dovreblbero tener éonto L"Italia in!attt eonsuma molt~ ri~ e molta farina di maiz e di pasta, sotto forma di risotto e di polent~ e di pa– eta. ln un Daese come il nostro, quindi, è oppol'• tuno la.sciar consumare una parte del riso e del maiz ~ del grano sotto questo. torma di mi11Pstra, anzichè aggiungere queste rarin~ al pane; è meglio diminuire di qualche decina di grammi la razione del pane, e non sopprimer~ una parte abituale del tlasto giornaliero, tanto piu che il riso e il maiz sono più nutrienti e più facilmente assorlbitl eotto forma di polenta e di risotto, che sotto fonna di pane. Tntto quM,to è cosi evidente, che... in 111olti Co– muni rurali si è soppressa addirittu,·o. In distri– buzione della pasta e del riso e della farina ,U polenta! o,·a, cqe ciò sj fosse fatto in quei ·comuni rurali, «ove i contadini hanno per conto proprio il gran– ~urco; che si fosse !atto nei comuni alpini, dove c'è o.b'bondanza cli past,ura e quindi di latte; che ~i rosse tatto in certi comuni di pianura, dove al>– bondano le frutta, 1 legumi, gli ortaggi, con cuf ~i può fare almeno il minestcone, pazi.cnzal Ma nossignore! Si è cominciato a sopprimere il riso . e la polenta e la pasta proprio qui, nel Chianti– giano, dove non c'è latte, dove non c'è granturco, dove per Ibere i contadini devono· andare a cercar l'acqua coi carri; e quindi non ci sono ortaggi, .e dove per soprapiù è •ancato ouasi completa– mente il raccolto dei ragiuoli e diii pomodori! fa a che mira quPsta soppressione? Alla rnp pressione forse per esaurimento delle dohne mi- 11:liori del nostro conto.do ! oppure è una migura imposta dalla Germania per fomentare il bolc 0 vi– chismo. miche da nof? Alle donne che parlano nei comizi, e che !al>– briéano i proiettili, importerà !orse poco che l Jlgl! o iJ marito mangino pane· invece che pa.sta: un fastidio di meno per loro·, che non hanno Il iempo di badare alla cucina! Ma ci sono le mam– me, vere, )e mamme chioccle, che non posson ras– eegnarsi a sopprimere l'unico piatto caldo, che ciavano alla famiglia.. « El>bene, fatevi la pasta », dicono a qu~te mamme le autorità! Fatevi la pasta! Ma per rar J.1no.sta bisogna intacrare la razione di farina, che dovrebbe senire esclusivamente pel pane; e biso– .-na agstullgeni anche delle OTa: le oTa, preziOlla o L UNITA ultima risorsa dellii borse femminili, tanto pro– vate! Fatevi la pMta! Come se lo. donna contadina non avesse niente da. farli, dì questi tempi, che le sto!fii 3000 cosi ca.re, e bisogna rammendare ~ rattop– ;>are fino all'estremo per tE!nere in vita gli a.lbili vecchi. Proprio di questi tempi, c'ne. bisogna la– vare a furia di gomito, visto che il aè.pone è così · caro! Fatevi la pasta! Come se la donna non avesse niente da lare, ora che i lavori urgono in cam– pagna. vèrtiginosi l'uno ~ull'altro. 195 1 d~cret.i si fanno pel pubblico delle città. e no,n per ohi lavora sul !Orio sulle campagne li pub– blico delle città. vede l'aumentata. razione dì panP, e·non sa della diminuita razione <li minestra. nelle campagne. Nelle città e nei !borghi non è stata soppressa la. pasta; ma dei contadini non ci &i dà. C\lra., perché non fanno paura. Cosi si crea. a,rli– ftcialmente un antagonismo, che può diventar fa– 'tale, tra città. a campagna, tacendo credere ai cit– tadini che i contadini stan megiio, e la.sciando vedére ai contaòini che stan meglio j cittadini. Gino Lombroso. Intorno al caso Guai terio Lo slliamiamo il « caso GualteriG » e non il ca~o « ron c:onvinto entusiasmo fin dai 1irimi tempi, e Silva », perchè per noi è accusato non di anlipa- « di cui son prova luminosa la fervida opera 11 trioitismo il Silva, ma di diffamazione (vogliamo " pro1mgandn, i piraia al più puro amor di 1i.1- credere in buona fede) il senatorn, marchese. ex « tria, che ha svolto e continua a svolgere con ,,,. Yice-ammiraglio, Gualterio. • • • ticolt. su giornali e riviste e con conferenze ,11 Dunque, il Guai terio aveva presentato al l1ini , beneficenza. stro della Marina una interrogazione contfo il « :S:ella scuola, però, il prof. Si-Iva non solo ,, Si!va, che, secondo il sudòetto GualtÙio « impar- « lllnntiene in ogni occasione estraneo •alle con,- « lisce A.i snoi allievi i.nsegnamenti improntati a " pctizion, politiche, ma la sua ,parola fu sem1H•' « dottrine da lui pro<Cessatenon confonpi a verità « serena e patriottica, come hanno di.chian ,,. « storica e non consentanee alle aspirazioni na- « concordemente i suoi colleghi, che insieme a~li « zionali e ai fini, che l'Italia s'è proposti di rag- « allievi lo circondano di tutta la considerazione « giungere nel dichiarare guerra all'Austria ». « e simpatia per lo. sna opera di studioso, d'inse- A questa interrogazione-diffamazione il }fim- « gnante e di cittadino ». ~tro della :\larina ha risposto: 1 prussiani dell'Idea .Ya;ionale non sono riJ11,t- « Gli argomenti trattali dall'insegnante di skl- sti soddisfatti della ,;sposta. Per essi chi insegna « ria navale alla R. Accademia di Livorno pro- storia deve essere _nazionalista, pe1· poterla i1ht– " fessor Pietro Silva, al quale allude l'onore-role gnare bene; il Silva non è rn,zionalista: eroo non " interrogante, nelle lezioni impartite in t.utti gli deve insegnare storia. ,, sborsi anni scolastici, escludono la possibilità Da ora ·in poi, dunque. metteremo nelle scuolr ., di acc~nni, sia pure indiretti, ai fini della no- pubbliche Tomaso Sillani a insegnare il latinù, " stra guerra, alle aspirazioni nazionali, e in ge- affinchè spjeghi 'che " domus partorum " si llA– " nere agli argomenti rpolitici. che sono stati og- duce " casa delle partorienti " o " clinica gin, so– " getto di discussione negli ultimi tempi. . logica »; Fili1}po Carli a in!;egnare la geogra··,a, « .l.d ogni modo si può affermare in modo asso• per far sapere che il cautsciù nasce nelle for<'slc " luto che consimili accenni non vi furono, ed ag. d; Vallombrosa, 0 a insegnare la meccanica, da " giungere che, s'e vi foss.ero stati, non sarebbero cui si apprende che nel parallelogramma. delle for– « sicuramente·sfuggiti alla assidua vigilanza dc•l ze, qua11do due forze contrarie sono perfettamente ., Comando della R. Accademia navale e del Mi- eguali, la resultante è una linea mediana, la quale nistero. non avrà alcuna deviazione nè da w1a pa.l'te nè. ., . epimre nel corso litogqtfato di storia, che dall'altra: il greco lo insegnerà. Attilio Tamaro, ., il prof. Silva. ha pubblicato pei• uso dei suoi falsificando i testi di Giuliano l'Apostatia per far ., alunni, si trovano allusioni. nemmeno fuggevoli. di re a Giuliano chElnelle Alpi Giulie c'era un murd, ., a questioni poiitiche del giorno. mentre Giulio.no dice che non era un muro. In- " Del resto, ammesso, per semplice ipotesi, che somma, ai futuri insegnanti si .domanderà anzi– " il prof. Silva a 1 vesse impartito nella scuola in- tutto se sono nazionalisti, mentitori e asini; dopo segnamenti non consentanei alle aspirazio!)i na- di che sarà preterito pet' l'insegnamento colui che " zionali, prima ancora che fossero intervenuti il sarà più nazionalista, più mentitore e più asino. « Coniando dell'Accademia e il ).1inistero avreb- I prussiani dell'Idea l\'azionale non solamente ac– " be reagito il •enlimento patriottico degli allievi. cusano il Silva di non essere nazionalista, menti– " i quali hanno sempre seguito le l~zioni del loro tore ed asino, ma lo accusano anche di un delitto " pro'fessore con vivo intèresse, e gli hanno sem- atroce: di essere -nost,·o ::unico. Perciò lo rendono « pre dimostrata la più affettuoso. deferenza. responsabile di tutto ciò che noi scriviamo. Sareblbè " Ciò posto, è eia ~tenere che la interrogazione corno se noi accusassimo gli scrittori dell'Idea " non sia che lleco lontana d'una polemica gior- na;ionale di essere pa-gati da Bolo Po.scià, percb~ " na.listica, completamente estranea alla scuola, fra i oollal>oratori del loro giornale ci è stato il " svoltasi nel febbraio 1917. in seguito non alle giornalista Hanau, condannato in . Francia. per " le-,ioni, ma ad una conferenza tenuta dal pro- a,er preso denari da Bolo Pascià.. « fessor Silva all'{jni\·ersità Popolare di Livorno. Di ciò che noi scriviamo intendiamo essere ro- La conferenza taceva parte di un ciclo di lezioni ~ponsabili noi soli. · « dal titolo complessivo « Genesi dei grandi Stati Solamente vori-emmo che i prussiani dell'Idea « e delle questioni internazionali u, per iI quale Na;ionale ci vituperassrro jn base al lo idee, che u il Silva chiese e, per la fiducia che ispira, o.I- noi al:lbiamo, e non a quelle che essi trovano co- " tenne l'autorizzazione del Comando dell'Acca- modo attribuirci. · « demia. Il tema della lezione controversa ero.: Per es. scrivono che noi u fummo contrari all"oc- " La questione delia Dalmazia ». cupazione della Tripolltania »? con questo sanno u La polemica cominciò con un vivo.ce attacco dl mentire. Noi fUmmo contrari alln. impresa libica « mogso a.1 conferenziere, per le idee da lui espo- nell'estate del 1911, per due mot1vi: t· perchè tutto u ste, da un giornale di Roma, ed ebbe seguito su ciò che si diceva clélla ricchezza. della Libia e della u vari .g>eriodlci. 1a.oilità della conquista era una mistificazione in- " IÌ .Ministero. rpur essendo convinto che le 111- decoro~a, messa su coi denari del Banco di Roma· u tenzioni del prof. Silva erano sincere ed oneste, 2· perchè prevedevamo che la impresa libico., fatt~ u non mancò di fargli notare la poca opportunità" "in quei modo bestiale in cui. fu f()lta, a.prilv'a la· « della scelta di un argomento cosi delicato, che porta a una crisi generale nel momento stesso In nel momento presente e data lo. sua qualità di cui indeboliva militarmente l'Italia. E siamo statf u docente in un istituto militare, la prudenza a- purtroppo profeti, mentre i prussiani dell'Idea u vreòbe dovuto scohsigliargli dì trattare per noi\ .\'a;iona/e garantivano che, secondo loro personali dare occa.~ione a discussioni Incresciose. informazioni, l'Austria non aveva nessuna inten- " Ma, a parte questo rilievo, è debito di lealtà zione dt attentare allo statu quo balc«nir.o. Comln– " riconoscere che non possono essere messi 11• ciata la guerrl). lilblco., ci rendemmo conto - e lt> u dubbio il senso dj patriottica disciplina del pr.p- scrivemmo ·- che oro.mai l'Italia a,·eva assunto " fassor Sllva e la sincerità del suo atteggiamento •n Impegno, che doveva mantenere; ma predica.m– • a favore della nostra guerra da lui dimostrali Ilio che occorreTa. limitarsi a.d occupare i punU

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