L'Unità - anno VII - n.39 - 28 settembre 1918

• • 194 Potrebb·e darsi anche il ca.so che la Germa.nia, ridotta a mal partito, si meltesse d'accordo con l'Aµst.ria per offrire la pace per proprio conto, proponendo ai nostri alleati di a.bbandonarci sol\ ecntro l'Austria. I nostri alleai.i, certamente, ri– luterebbem. E la guerra continuerebbe solamente per causa nostra. C'è, fra i noiit.ri governanti, della gent.e capace di capire in qua.le sit"Uazione difficile si trove.-ebbe l'Italia, dato che si avverasse questa ipotesi? In tutti i casi, la sconfttta della Germania, 9uando non foue accompagnata dall rr scon(ttta ,lelL'Austria, obbligherebbe l'Intesa a trattare col guanti l'Austria: le si strapperebbe qualche terri– klrio periferico, si otterrebbe qualche promesea di « rifo1me " inteme a favore delle nazionalità oppresse. Ma l'Impero austro-ungarico rimarrebbe in piedi. Perchè non si può mica chiedere all'Im– r-eralore Carlo che abclichi senza essere stalo bal– luto. La conclusione sarebbe che la Germania por– lerehbe a salvamento l'Impero 'tUSlro-ungarico. Perdere l'Alsazia-Lorena e la slessa Posnanla. earebbe certamente dolorosissimo per l'amor pro• i,rio tedesco; ma non sarebbe un, colpo mortale per la Germania. Un colpo mortale sarebbe sola– rient.e lo sfasciamento dell'Austria. E questo non , può avvenire in forza di un trattato, flnchè l'e– eercito austriaco non sia battuto. L'UNITA Dunque, se si vuole davvero lo sfasciamento de!!' Austria, iii deve volere che l'esercito aust1ia.co sia battuto insieme con l'esercito tedesco. E l'e– sercito austriaco non può essere battuto in Francia. Ma l'Italia non ha le forze per battere senza aiuti estranei l'esercito austriaco; dunque è neces– sario, se si 1,uole davvero lo sfasciamento dell'Au– stria, che questi aiuti estranei vengano senza ri• tardo. Il problema di impiegarli col migliore ren– dimento è un problema second,~rio: a questo pro– posito noi ripetiamo ancora una volta che l'eser– cito austriaco n.on si p,uò battere assalendolo so-. lame,nte sul fronte del Pia.ve, o inseguendolo a.I d; là dell'Isonzo: bisogna assalirlo speciaLmentll in Albania e in Dalmazia. :\fa quel che import,i è che le forze destinate a balte!'e l'Austria stand ,t1pcriori a quelle, di cui cti,pone ,,g~i l'Ttnlia. CENSUl!A ,!Unitl. LA MANO NERA Carlo Scarfoglio, sulla .VazioM, il giornale fio– •·entino, la cui redazione nel periQdo clella neu– \ralità. lu troppo frequentai.a dal console tedesco Ostwald, scopre cbc « dobbiamo preoccuparci di • quello che l'Austria può fare nel campo poli– " tico, a11che a sostegno di una eventuale azione • militare. E' indubbio che il prossimo movimento ,, del Govemo austriaco sa,•à u,: avl'icinamento " più stretto, se è possibile, all'elemento slavo, " I).6r parecchie ragioni. Anzitutto perchè dopo la u nuova affermazione delle aspirazioni italiane, " faLta in Limine belli - intendiamo dire, sul– " l'orlo della nuova, e definitiva, ripresa clella. " guerra - vi ha luogo per il Governo austl'iacò « a concessioni all'elemento slavo, e particolar– " mente croato, specialmente 1>er quello che ri– u guarda j porli dell'Adriatico Superiore. In se- • condo luogo, pe'réhè la politica di Carlo I verso l'interno si atteggia. e non da ora, a due linee " principali, interrotte, spezzale e dissimulale, ma ,, abbastanza continuative: 1>acifismo e slavofilia. « E 'impossibile di farsi un'idea p,·ecisa del risul– u tato proba.bile di queste trattative alla riuscita ~ delle quali si oppongono oltre alla re~istenza ·• tedesca-e magiara anche Ie·pretese slave "· Essendo incerto il resultato, è n~turale che a facilitare le manovre slavofile del Governo •au– striaco lavorino accanitamente colla loro campa– gna slavofoba tutti i giornali italiani iscritti alla Mano Nera. Il Governo austriaco ha bisogno che gli Sia.Vi çlel sud sentano in Italia una oslilit.\ irriducibile e implacabile contro di loro. :Messi cosi fra l'uscio e il muro, preferiranno la vittoria del– l'Austria a una vittoria dell'Italia, che farebbe clella loro pat1ia una nuova miserabile Polonia in Europa. Rafforzatosi cosi col consenso degli Slavi del Sud, il Governo austriaco' potrà tentare, in migliori condizioni, una eventuale azione mili– '1!re contro l'Italia. A.facilitare questa eventuale azione militare la– Tora la Mano Nera italiana. Il TPmpo di Filippo Naldi è divenuto l'organo, , olieia.m cQsl, ufficioso della consorteria Mayer, Pi– \acco e C.i L'organo ufficiale è il Giornale d'Italia. Motivo per mi, 1>roprio sul Tempo di Filippo Nal– di, il prof. Gino Saraval pubblica un articolo inti• \olato Trialismo e federali,mo i?t Austria per dl– riostrare che l'Austria è in fermentazione e che • con la torma dualistica l'Austria non può du– rare ». Che fare, allora! Lo sfasciamento dell'Austriii. non rientra, a que-1 .tle sembra, nel campo delle possibilità. Il pro– fessor Saraval rìon ne parla neanche per sentito dire. Il. cli,tacco della Galizia dall'Austria e la sua unione alla l;'olonia, non trovano il consenso della Germania. La Glrmania prefe,risce che la Gii.J!zla, autonoma o no, rimanga sempre con l'AÙStria, e cl1e la Polonia stessll, diventi zona d'influenza ger– manica. La soluzione più probabile è la semplice autonomia galiziana: « Dal solo distac~ <%ella ,, Galizia, provincia immensa di oltre 8 milioni di « abitanti, tutti slavi, i tedeschi a.ustriaci avreb– " belo un grande, vantaggio, perché, eliminati ctal « Parlamento viennese i deputati galiziani, i te– " deschi, con la ru-esenle distribuzione dei man– " dati, vi avrebber'!f una sicura maggioranza ». Il trialismo, cioè la riunione di tutte le terre slave del sud in uno Stato equiparato all'Au~trio. e; all'Ungheria nell'impero absburghese, incontra la opposizione. dei. Magiari, anzitutto per<:hè per– derebbero ògni controllo nella Croazia, e poi per– chè con là ripartizione dell'Impero non potrebbero conservare nella politica generale dello Stato l'in– fluenza, che oggi vi hanno. La soluzione federalista, cioè la divisione della monarchia in 5 Stati (tedesco, magiaro, czeco, ju– goslavo, polacco) non sarebbe accetta nè agli cze,. chi nè ai magiari. Nella federazione, intatti, sa– reobero staccati da.Ila Boemià i distretti settentrio– r.a.li ~ occidentali popolati i_nparte da tedeschi, e in MoravJa sarelibero assegnali ai 1.edeschi anche terri lori czechi. Quanto ai magiari, essi non ri nun– ziano nè ai territori slovacchi·nè al controllo ffillla Croazia. Resta il cosi detto subdualismo: unire cioè la Dalmazia e la Bosnia-Erzegovina alla Croazia, che già gode di una relativa autonomia, formando in tale modo uno Stato quasi esclusivamente croato di circà cinque milioni e mezzo di abitanti. · Questa rflorma - spiega gentilmente il profes– s(lr Sara.val - u sarebbe la più semplice, e meno mutereblbe la presente costituzione dello Stato "· Di essa « sarebbero soddisfatti indubbiamente i " magiari. Neppure i tedeschi sarebbero contrari ·.•1>erchè vedrebbero eliminati dal ·Parla.mento dl « Vienna gli 11 deputati croati diilla Dalmazia. " Ma rìmaTrebbero completamente sacrificati an– " zitutto gli italiani della Dalmazia, che, sareb– " Ibero uniti ad uno Stato prettamente slavo, ove ,, sarebbero facilmente soverchiati e condannali « alla -slavizzazione. Vittime ne sarellbero inoltre ·• gli sloveni, che, separaµ dai croati, resterebbero in uno Stato prevalentemente tedesco, e più di f– " ficilment.e potrebbero opporsi alla razza ge.rma,. u nica. n. Quest'ultima soluzione può essere ~ccettata dal– l'Italia, a patto beninteso che l'Austria sgombri la Yene:tia Giulia , la Dalm11,zia.. Il prof Saraval ~ dice chiaramente, ma lo fa capire. ~ relazione alla sorte degli sloveni - spiega • il prnf. .Saraval non sa.ra inopportuno di ri- « cordare il parere recentemente espresso da.I se– " natore Alfredo Escher, ricco commerciante te– " ctesco ctimorante a Trielte. Questi è deU'avviso « che per i paesi tedeschi è iudispe.usabile il pos " sesso e la diretta comunicazione con Trieste, « unico grande porto dello Stato e naturale sboçco « dei prodotti industriali delle pmvincie tedesche. ,. Egli afferma, perciò, che il « corridoio sloveno " « deve 1im~ere aperto ai tedeschi, e che questt « ultimi sarebbero disposti a tendere la mano a11lt « italiani neUa Vene:ia Giulia e a rafforzarne La « posizione politica, purchè naturalmente rinun– " cino a qualunque velleità irredentistica. E que– " sto, biso11na riconoscerlo, fu talvolta l'indirizzo. ,, della politica tedesca in Austria. 011de tanto « maggiore fu il merito degli italiani detia Yene.ia ,,- Giuliu che se1npre ·rifìutaro11,> tali 11roposte e " anteposero - e.spon,enctosi a vessazioni d'ogni « sorta e a dtminu.ioni del loro patrfownfo nazio– " nate - l'amore all'Italia e l'ardente desiderio « di unirsi ai fratelli del Regno a una vita tran. « quiUa nel !oro paese e a una posizione egemo– " nica netie Loro tene "· Conclusione, non esp1'essa, ma sottintesa: i le-, deschi lascino ,gl'italiani unirsi ai ,fratelli del Re– gno, e gl'italiani· riconosceranno di buon grado la. teol'ia dell'ottimo senatore Ledesco-triestino Escher, e dell'ex. Presidente del Consiglio austriaco, f.ei – dler, e di tutti i pangermanisti, che cioè il corri. doio sloueno d!ve rim,anere aperto <ti tedeschf. ~1a,. di grazia, quando il corridoio sloveno re.su aperto ai tedeschi, rimanendo la porta di Trieste in mano dell'Italia, chi imJ>edirà ai tedeschi di sfondare anche questa porta, e di diventare. cosl padroni di tutta la strada? L'Italiu. potrà opporre forze sufficienti alla pressione dei tedeschi del- 1'.\usiria, sostenuti dalla Germania? A questa domanda il prof. Sara.val non risponde. .'<on che la risposta non ci si~: l'It.alia. offri!'ebbe alla Ge.rmapia di rientra.re nella Triplice, a patto che la Germania la la.sciasse tranquilla a Trieste; l'I 11,lia ruruione,·ebbe a Trieste r.u,,., guaràa;por– t11nedella Gennan'ia. ~la una risposta fil questo geoere scoptirebbe il gioco e susciterebbe la indi– gnazione di tutta l'Italia., men.o che del 1'e,npo dl Filippo i\"aldi, e del Giornale d'lta/ia. Perciò bi– sogna scantonare. Il Te,npo d_i Filippo Naldi pÙbblica una scdi– èent.e corrispondenza proprio da Zurigo, ehe ,-i~e– versa è un comunicato, cbe tutti 1 giornali hanno avuto dalla Stefani. La pseudo corrispondenza è intitolata « Sintomatici discorSi alla Camera au– striaca di rappresentanti italiani, czechi e polac– chi "· Sono discorsi di vivace e anche di violenta 0J)posizion~ dei deputati Conci, italiano, Stransky'. czecoslovacco, Globinski, polacco, Manca la rap. presentanza degli jugosl8/vi. Noi1 che sia man.cata alla Camera di Vienna, no. li:tsieme col Conci, collo Stransky, coi♦ Glo– binski, ha parlalo contro il Governo il Koresevz jugoslavo, H quo.le ha detto: ' « .Le persecuzioni non SOnù ti uscite a piegare lo « spi1ito del popolo jugoslavo, ma hanno raffor– " zato la sua resistenza, ,-i.alzato il suo coraggio « e aumentato l'ardore del suo desiderio. Bisogna riconoscere che, contrariamente ad alcune ma– " levoli dicerie, l'idea dell'unione degli sloveno– " serbo-croati sulla ba.se dell'autodecisione in uno « Stato indipendente, si è propagata in tutti gli st.rati del nostro popolo. In questa occasione mi « associo alla di_chiarazione dei nostri compagni della dieta di Croazia. Ringrazio ancbe i serbi, ·• i croati e i mussulmani della Bosr,.ia-Erzeg9vina, « che nonostante la soppressa costituzione, le sof– ,, fernnze incalcolabili e la fort.e pressione, con la " quale Budapest tenta piegarli, hanno perseve– " rato ·nell'idea cbe il popolo unilo agli sloveni " senbi e croati deve ottenere una vita statale pro'. u pr1a u. Ma Filippo Naldi ha bisogno che i suoi lettori non sappiano che c'è una, opposizione jugoslava. Perciò nel Tempo è stato soppresso netto il discorso .di !Coresevz. Cosi sii.rà , alla. prima 0<·casione. facile ,i, Gubetlo Memmoli ripetere a.ncora una volta che i polacchi, gl'itallani, gli r,zechl, quelli si che sono contro il GO'Yern,oii.ustrlaco, ma gli jugoslavi no, sono \utti anime venclut~ <1ell'Au~t.ii.1.! .

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