L'Unità - anno VII - n.39 - 28 settembre 1918

PROBLEMI DELLA V!TA ITALIANA l>ùdtotl I ANTONIO DE VITI DE MARCO • GAET ANC, SAI. VDIJNl Di:.a_. i ~,iooc t Roma, ... A.4da, ._ - I lillonamento oadinario amiae U. i per il Ree-a., ,- ,..._ LIII • ~to amtllniton annoo Litt 20; ac:mmrak Lire t()i - - Ccataimi Hl Sé --~ il ubato a ROMA - Conto conune - la .,..._ Anno VII N. 39 SOMMARIO PER UNA PIÙ INTIMA INTESA - Ernesto Lugaro, - L']TALIA E LA GUERRA - L'Unità. - LA MANO.NERA - INTORNO AL CASO ·GUALTER\O - g. s. Si narra .... - Regnano i bolsceviki anclie in ItaHa - Gli Stati Uniti e i nostri soldati - P,)jta delt' Unità. Per una più 1.a · lentezza e l'incoordinazione rhe l'Intesa bi. most.rato ancora una volta di fronte all'ultima of. iensiva cli pa::e - come del reato di fronti' ad avvenimenti assai più gravj. - ha fatto nascere varie proposte nl!l senso di uno. collaborazione d.i– plomatica permanente, di un « comando unico di– plomatico » secondo l'Humanité, di una « Ve1·– ,ailles diplomatica » secondo il Times. Se qualcosa si farà, sarà ben fatto; e meglio tardi &Ile mai. Mo. sarebbe anche l'ora di mettersi, una. volta. por sempre, ,sulla via che conveniva. pren– uere sin dal principio: la sola che possa. condurre ad una. lega. veramente organica e durevole fro. i popoli che si difendono dalrags, essione a.ustro– germanica. Di questa « lega » si parla da un pezzo; e c'è •l•i vuole gli « Statj Uniti d'Europa », chi una " Lega anglo-latina. », chi una « Società del,e Na– m1oni ». Non è il momento di far discussioni acca– demiche quando la storia si va formando sotto gl'I occhi con una successio~ meravigliosa di avveni– ■1en1i. Bisogna volore secondo u11'idea, ma. anche vivere nella realtà; e mettersi ben11in mente cbe la w Sociotà delle nazioni , non deve uscire di getto da una Confere,'tza post•l>ellica, ma formarsi durante la guerra. Anzi, in embrione, è già for- 111ata. Aveva ben ragione Lloyd George nel dire ohe la. Società. delle no.zioni esist? già, e che anzi ne eslst.on. ) due: l'Impero britannico e la grande Allea.nzl).contro le Potenze centro.ii. Quel che .bisogna è che quest'embrione si, svi– luppi, occorre che 9i vada.no formando tutti i suoi organi: organi di coordinazione, che esprimano la volontà. collettiva. superiore alla cc sovranità • delle singole nazioni, organi destina.ti a rimanere. in funzione anche a gµerra. finita. Il meglio che si possa !are, è di ascellare i bi– ~ogni a mL"llra che si sentono, provvedendo subi– t.o, rÌ"Olutamente. Giusto a.desso siamo entrati in un periodo nuovo dello. guerra, che deve dar molto da. pensare a. questo riguardo. Il moylmento d'espansione 10111· tare della. Germania ò finito; ora. è la volta dc,gll Alleati, che vanno ricuperando miiltarmante i ter– ritorl conttòi. A questl territor1 bisogna.. dare al più presto poSS!bile l'assetto definitivo, quale è nel programma nostro, so si vuole che vl si ria.tlivt I.i vita economie.a.; e ciò è necessario ed urgente, rer non aggravare ancora più la. dipendenza., già çavissim'.l, della nostra alimentazione dal paesi d"oltre oceano. Sarebbe un grav-i erro~ rimandare tutte le qu&– ~tioni, che possono sorgere in questo riassetto gra– duale, ad una Conrerenza. della. pace. ATvleT'e per qllesti problemi ciò eh• aTI"iene per tanti altri, che 81 o intima intesa si dicono del " dopo-guerra. i, e sono invece della più urgente attualità. Per quanto è posSibile, i problemi vanno risolti a misura che si presentano, e le soluzioni attuate immediatamente. La. Germania non ta post.o tempo in mezzo a 1·ea.lizzare, fin dov'era possibile, jl suo programma. R dal ~uo punto di vista ha fatto benissimo. La Medieuropa, dal lato militare, diventò un fatto compiuto dopo pochi mesi di guerra. L'unione do– ganale è·già iniziata. La distribuzione territr>riale è attiva.mente discussa. Sono sorte difficoltà gravi, com'è naturale, trovandosi alle p1ese quattro im· 1>erialismi diversi; ma siccome, tra tutti, quello della Germania è di gran lunga il più forte, la Ge,·ma.nia. - se fosse vHtorio&a. - flr.irehbe col– l'imporre la. sua volontà, e giungerebl>e a.Ila pace con una Medieuropa già organi,zata fln nei mini,. mi particolari, e per giunta circondatn da una corona di Stati vassalli formati durante la guerra per volontà sua. L'Intesa sinora. è stata tutta assorta nel còmpit.o difensivo. Ora comincia il periodo della rlorga- 1iizzazione. Ma per quanto ci sia una certa unità dl vedute a. granùi linee, manca •· che si sappia. - un programma particolareggiato; o se c'è, è frutto di accordi remoti e parziali, cui gli ultimi alleati sono rimasti estranei. Sarebbe questo · il momtn t.o di st1ingere le file in un:uniona più ser– rata, di ribadire quest'unione creando un org..no comu~c, che abbia potere d\ dircutere e rieolvert ogni questione particolare, che si vada presentando. Tutti siamo d'accordo né! ritenere cbe a guerra finita l'unione fra gli Alleati d'oggi dev'essere con– servata e resa più orga.nic,i. Tutti slamo -convinll che soltanto così si potrà togliere alla Germania. - o a qualunque altro Stato che ne volesse adot– tare i principi e i metodi - ogni velleità d'impe– rialismo. Tutti abbiamo visto cc.1 entusiasmo l'en– tro.la in guerra degli Stati Uniti, ed abbiamo ac– cettato come formule ideali della volontà collelr ti\ a - prirl')a.inespressa o imperfettamente espre~ sa - le condizioni di pace annunziate da. Wilson nel suo messaggio del gennaio scorso. Orbene, pcrchè non si invitano gli Sta.li Uniti a 'ondo.nt ·$in d'ora con noi nel modo più esplicito la Società delle nazioni sullo. base dei principt accetto.Il da. tutti'! Perr.hè non ,si pen~a a. costituire al più presto l'prgano supernazionale, cho deve affrontare e decidere le questioni capaci di caglo· na.re dissensi finali fra gli Alleati, risolvendoie se– condo i principi accettati da. tutti; lor1rnno che più lordi do.rà garanzia di stabilità a.Ile soluzioni Btesse? Comunque si traccino le delimitazioni territoriali fra le nazioni esistenti, e quelle che la guerrftve 28 Settembre J 9 J 8 wnsacrare coi tatti, è certo che si »vranno sempr1 11ua e là pa.reccbi nuclei inclusi di no.zjonalità .de- • rogenee. Il caso della Dalmazia e dell'Istria è a.ssat 111enoSQabroso di quello, ari esempio, della. Boe– mia o della Transilvania o della Macedonia. B' inevitabile che in un modo o nell'altro restino unif.l gruppi nazionali differenti. C'è ùn modo solo di. superare le ~.:.ntese nazionali in questi pl\Csi: l'a– dozione sincera di un regime liberale e democra.– tico, il solo che.possa d11retutte le garanzie volut_e dalle minoranze. Ora la Società delle nazioni, oltre che ad l!ppla· nare le questioni territoriali, servirà anche a ren– dere sicure le garanzie per le minoranze nazionali e al tempo stesso a conrermare rindirizzo· liberali e democratico delle nazioni Se i singoli Stati cggi uniti in alleanza sa.ranno ostinatamente gelosi della. loro « sovranità " nel senso tradizionale, Sllle questioni spinose verranno schivate per l'imanda.rle all'ultim'ora., e trattarle poi come conte&, particolari, in cui la Società delle .r,azioni non deve mettere il be:co. questa tanto auspica.la Società non potrà essere che un vuote 1:ome, e i possibili benefizi cli questa guerra a• dranno in massima parte dispersi. · Ernesto Lugaro. L' l talia e la guerra Vin via cbe si sviluppa la oflenstva antitedeeea in Francia, è naturale che cr~a in ltalla il n•– mero di coloro, che domandano: e noi che fa. ciamo'I Siamo d'accordo ella le vittorie ùei nostri alleati 111 · Francia sono vittorie nostre, come la nostra felice resiste11za sul Piave fu una vittoria. anche dei nostri : ::..ati. Ma. resta sempre U tatto cht una sconfl,tta della Germrmia non ~ar~bbe la s.c.o•– (ltta dell'Austria, e viceversa.. Se le cose continuano ad andare come sono an– date in ·questi ultimi due mesi - cioè sconfltt. della Germania., inerzia sul fronte austro-italiano -- arriverà un momento, in cui i ncstrj alleati in Francia sarapno in territorio tedesco, mentre noi aaremo sempre sul Pia.,·e: arriverà, cioè, un mo– mento in cui la. Germania., vinta !u Francia, do– manderà lo. pace, ma l'Ausria, vincitrice in I!Al!a, - : :.rchè sarà vincitrice, finchè rimarrà sul Pian - potrà continuare a lolla.re contro d! not. In flUel giorno - ne siamo sicuri - i nostri alleati dichiarerebbero di non poter 'are la pace, colla sola· Germania, ed esigerebbero che ancl:>e l'Austria. accettasse le condizioni, che l'Intesa le imporrebbe, e vorrehbero che la Germa.nia...costrtn– gesse la. sua alleata nel a.ccett.arle. Allora. l' Au~tria ah~a.ndonerebbe la linea del Pil>ve, e quella. del– l'Isonzo, e Trento e Trieste, se volesse la. pace. D'accordo. Ma, di grazia, quale sarebbe nel mondo l'effetto mora.le di questo avv~niment.o? Non si direbbe che nel 1866 con~ttarruno il Veneto per essere 11tatl hattull a. Custoza e a Lissa, e nel 1919 abbiamo c'.lnqutstato Trento e Trieste w essere .stati re- 1,pinli dall'Isonzo al Piave? •

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