L'Unità - anno VII - n.35 - 31 agosto 1918

I L'UNITÀ La pòlemi_ca ,, " sonn1n1ana è stata una specie di ei-uzione vulcanica, la quale ha sr.onvolto a un tratto il giornalismo italiano con cener~, l11pilli, lava, boati, emissioni solforose. !-a discus,ione presto rin'hscerà, petch~ non i) di quelle che yossano finire, come sembra sia.oggi f11111a,ncll equivoco. Ed in vista di siffat.ta non lontana ripresa, l'esame critico delle posizioni dei conten<1enti, quali si sono rh-elate in questa prima fase della polemira, è 01,1>orlunissimo. Solamen– te. non si pote,·a lare mentre la polemica era. in pieno svolgimento; e non tentiamo di farlo neam•he in questo numero clell"l:nità, mentre non tutti i resultati del primo scontro appaiono abba– :8tanza .chiari. Al !)l'OSSimonumero,· dm1que. Fmt– tanto. qualche 1>rima osservazione ,preparatoria non sarà. inopportuna. J. D ~ns(ero degli ir~enti Sotto questo titolo sono state puol>licat.e manifestazioni del gruppo « adriatico ,. degli ir– redenti. Or è dovere di esattezza notare che il grupJ)O dei « trentini » non si è a.ffalto· as– sociato àlle manifestazioni contro 'il Patto di Ro– ma. r-;e1 suo organo « La Libe1·tà » di Milano pos.si !,mo infatli leggere (3, 10 agosto 1918) un fer\"ido articolo per l'accordo fra le nazionà.lit11.– opprel>Se, nel quale si dice: « L'Italia, riunendo nella ~ua capitale i rappresentanti dei popoli op– pressi, continuò una delle sue ,più belle tradizioni politiche, chiudendo e concretando il più accarez– zato sogno della mente di ~iazzini, e per di più provò, dimo@trandolo con l'azione prati~, che -essa non rombalte una guerra imperialistico. .chiusa entro i rigidi limiti ciel « sacro egoismo », ma ChP, è scesa in campo anche J>er offrirQ, con mrt~rno amore, In sua spada alla causa dl liber– tà e d: vita, Innanzi' tutto de;' suoi· figli diletti e, per latina conseguenza, di tutti coloro che soffro– no del med°è.!.imo strazio "· Secondo Il gi<i0:tale di .Milano spetta agli imide-nli italiani la funzione di guidare e di indlriz1.are tutte le nazionalità op– presse al rovescfamento dell'Austria-. Agglungiatno che queste direttive sono pure so– stemJte da Quel gn1ppo di irredenti, do-.e ~i trova– no anche parecchi " adriatici ", che è organizza– to, nella società " Democrazia socjale irredenta ", comè aP]lare dal i,,.10 organo " li grido degli oppressi " e dalla composizione del Comitato rii Parigi fra popol1 oppressi, dove, accanto a tre italiani, stanno anche tre jugoslavi "L'unanimità degli \rredenti contro coloro che hanno l"oluto il Pntto di Roma è dunque lungi daJl'esistere: e ciò ,·a messo in chiaro, perchè li pubbliro Italiano non si lasci h'ascinare da titoli inesatti e da perorazioni .a.ffettlve, le quali ra,lp– presentano il pensiero soltanto di una 1>a1tedegli italinni sMfe1·enti sotto il giogo dell'Austria. 2. 11 pudore dd " Giornale d'Italia ,, Per chi non lo credesse, c'è un limite anche per il Giornale d'Italia. Questo foglio, che non arretra • dayanti a nessuna macab~a od oocena ojlerazione di crona.ca, destinata a fargli ,·rndere più ,copie tra Il! serve e fe cinematoimfoie di noma, q,urn– do clrvr ritnre in ,ostegno di Sonnino il Tempo, si inipen$iPrlsce, arrossisce, titubaL e dice-: Gu– bello :\!emmoli ...• , A pl'OpO$ito. è\fel marzo passato, il Giornale d'I– talia ipu1:,blirò una pagina di Mazzini, In cui si lc~evo, " Sect> a,rin _è, J:Jstria all'Italia, com~ sono necessari i forti della Dalmazia all'Italia merldlonal "· Noi dimostrammo che it testo au– tentico del :\lazzini dice· " come sono neceasa.ri i porti della 0:i.lmazia agli slavi meridionali "· E imitnmmo il direttore ciel Giorn.al.e Il' Italia a In– dicare eh; gli uveva fornito il te$to coel falsifi– cato. Il giornale sonnlnia.no non ha mai .risposto nlla domanda.. Dunque la re;:ponsa.bilità tiella !'CXlllCiafals!flcazione è della rt!dazione del glot- Dale. ~,•• ' . . '"a.. .', ~'-..:..• •. • • f. • -a 3. Le colonne di Sonnino Non mancava cl,~ il senatore Frassati. Anche ''.'i si i> voluto aggiµngcre al coro dei Tempo, Na– :,011e, f'erserern11=a e degli altri giomali della stessa risma. E' evidente. Dopo averci mollo pen– sato, il desiderio che la guerra finisca maìe è stato più 101 te nel senatore· di Portogl"Uaro dell'odio per 'onnino. Tutto dire: Frassati odia d'Italia più di Sonnino ... 4. Agenzie bene intenziònat; l.'Agen;ia nc,:ionale della stampa ha annun– ziato che Trumbic avevb. dichiaratv di essei· stato a Londra~ a Parigi, do,•è gli avevano risposto di tornarsene a. Roma e intende1•si prima con l'f– .talia. Bastava leggere la notizia pe,· capire che era falsa. Anche se !'on. Tl'lm1bic non rosse Trumbic <'ioè, come dicono i suoi avvcr· s.at' i, un volpone: sarebbe poi l'ultim~ corbello del mondo se. dv– po al"el'e avuto una simile lezione, fo56e nnche andato a raccontarla. Venne 1nfatti, la smentita. Allora l'Agen:ia n.a:ionale della stampa ha an– nunziato che l'on. Tn1mbic aveva chiesto un''II· dienza n S. E. , Sonnino, che l'aveva conces.~a cc breve u. Non passavano molte ore che In notizia era smentita. rn compenso l'Agen:ia confermal"a, che vera– inente alljpn, Trumbic era stato impost.'1 da Lon– dra e Parigj di Intendersi con Roma. Ancora non c'è la smP.ntita. Forse verrà forse non ~-errà. Ma tutte questa notizie. che una .4 gen:ia, per altro cliretta da per~one oneste, dà con ~idente intenzione di mettere _in cattiva luce una ~rsonu che è nostro ospite, invitato dagli 1ta1Ian1, e col quale è hene intendersi amichevol– mente - e rennamente - sui nostri reciproci in– teressi, ria chi sono in,-pirate• per qnali fini? 5. Propaganda jugoslava ' Sempre dalla ~tessa agenzia, ci pare, è stata di- i-amuta ·1a trad1:Jzione di alcuni passi di un llb.ro di prop"8anda iugoslava (del sig. Vuk Primorec) che offendono l'l talia .. Conoscevamo da tempo que– ~to libro e altri ne conosciamo. Sono deplorevoli falsificatori ; e gli jugoslavi fanno maltsshµ~• " dilfonclerli• Se con ciò credono di giovare alla loro causa, si sbagliano. :\'on persuaderanno mai gli alleati c_he il J>opoloche si batte sul Graµ– Pll e sul Piuve è 1111 popolo di briganti. e si alle– neranno con ciò l'animo di quegli italiani che con grande pazie!1za e per il loro senso di g1usti– z1a hanno sempre difeso l'amicizia italo-slava Però, per dovere cli verità, dobbiamo ricono~ce– re prima di tutto che sono 1>ubblicati antetionnen,. te al ~tlo di Roma, e poi che rom,ano li perfetto pendant di quelli dei Tamaro e dei Dudan, dove i clolmati slavi ,·engono trattali eia morlacchi, d.a bruti, da contadinacci, e i croati sono veduti an– rora atlrA\'erso i pregiudizl quaruntotteschi come creature be8liali, ignobili e crudeli. E dall'altra parte, in Austria, le a~nzie ufftCJose procurano ai gioma.li sud!llavi delle grazio~e antologie ,fo. )!li epiteti lanciali dai Dudan e Tamaro con.tre Ja razza ,slava .... 5\lmpre per la fratellanza con i tedeschi I 6, " La Perseveranza ,, è oggi. forse il lliù accanito dei giornali clalma– lomani e alovofobi. ~lllla fine del luglio del 1914proclama.va: 11 L'I– talia deve tener fede al trattali; non c'è dubbio " (27 luglio): Il ~he voleva dire che dC>vevas.cendere in campo a fianco d'ella Germania e dell'Austria. E pubblicava articoli militari ditirambici Sll la prepondetanza genna.nica, dovuti alla bene ispi– rata pen114, saipet.e di chi?, dt Giorgio Molli (:1!8 luglio, 31 luglio, 1. agosto). Proclamatn dal Go– verno Italiano la ni:utralltà., la Perseverarua vi ~ ad!\ttlJ obtortoco//o, considerandola come un 171 meno peggio provvisorio, destinato a prepara.re l'intervento a fianco della Germania e dell'A.u– stria nel momento o~rtuno. In Gel'lilania. - scriveva la Persei:eran:a nel numero dell'S ago– sto 19H - si rendono conto dei " van.ta, ggi, che offre in date con ti ngenze la neutra I ità dell •Italia, forse più utile d'un aiuto materiale "· E nel nu– mero del 27 agosto 1914 pubblicava. un articolo di Scipione Gemma, in cui spiegava come nual– mente l'aggressione contro le due alleate svalu– te-reiblbc l'lt.alia mol·almeote per sempre »; la gue,·– i;a " ci darebbe, forse, il Trentino, ma ci darebbe o.nche un'Austria irreconci lia.bilmente nemica, fl'&– mente di ,·endetta, con.t.ro la quale ctc>vrrmmo pre- 1>arare una nuova guena a breve scadenza. Ma vi è poi una considerazione fondamentale e deci– siva, que..~ta: che non è nel nostro interesse con– !J·ibuire all'indebolimento dlii due lm1>eri alleati e ~rt.icolarmente dell'Austria "· E uel numero dei 2 settembre spiegava come qual mente « la. via per il raggiungimento dei nostri ,·oli deve consl– slere Ilei far coincidere l'interesse nostro di ria,. ve.re le nostre ultime terre, con lo stesso interesse austriaco di abbandonarci i pochi itali ani per ri-. 1prende1-e_ ener,gicainente ~teUa politica orientale, che e ])Ili consona a.Ila missione storica dell'Au– stna. ~ nostra linea politica non rle,·e contrasta– re ma favorire l'inorienta.mtlnlo con l'assicura, zione dei dovuti compensi "· E' il 17 settembre 1914 spiega che « l'indifferenza. e il disprezzo 90no le accoglienze degne dei novissimi patrioti", che vo– leva.nq la guerra all'Au~tria e alla Gewiania.-E nel numePO del 30 setlembre spiegava quali f088l?– ro le ultime ter,-e italiane sogg-et~ all'AusU'la.: 11 La cessione del Trentino all'Ìtalia sa.retlbe da pa.Tte dell'Austria una ~a misura i)Olitica. I– talia e Austria dovei>bero inoltre Intendersi pe1 trattamento da fare a Trieste e all'Istria e per COl'l'eggei;e anche il èontlne all'leonzo ». Niente OaJmazial Va da aè che nel 'mll88io del 1915 la Pe-r1~er111l– za Si contentò del parecchio giolittiano, il quale si riduceva nell'Adriatico all'isolotto di Pelagoea e, . sparò I~ sue cartucce ,per la neutralità bi.i.lo – viana. Ma cominciata la guerra, la Pe1·severa11,;a fu presa a un tratto da una furibonda furia dalma– tica- E sj capisce: esigere la Dalmazia signtrlcava e signtlica spingere t.utti gli Slavi a stringersi in– torno a. Casa d'Austria per difendersi dalla con'– quL:!ta dell'rtalia; significava e significa rafforzare l'Austria nella guerra. E l'Interesse dell'ltalta non è tor~ quel!o di evitare l'Indebolimento dègl.l Imperi alleali e particolarmente dell'Austria, Non è 1forse quello di conservarsj al fianco un'Austria irrimediabilmente n~mlca, f-remente di vendetta? Della stessa opinione erMo Bolo Pascià, Garcee. direttore del Bastone, Pomarlcl direttore delta· l"Utoria, e il. comm. Cava,Iflini. Sal,Ute e tigli maschi I 7. L' on, Pitacco • deputalo di Trieste a.Ila Carnera di Vienna, am– mette che non si può non riconoscere il dirt~to a.Ila unificazione nazionale della Boenla, Erzego– vina, Croazia, Slavonia, Serbia; ma per tutto il resto c'è un antagonismo non facilmente supera– bile Ira le necessità italiane e le a.spirazioni sia.ve. L'on. Pitacco evi1a di ~numerare nelle regioni jugoslave, non solamente lo. Venezia. Giulia e la Dnlmazia, ma anche "il Alo11tenegro e la lol'e11,ia. Lo Slovenia è stata risolutamente negata anche due mesi or sono alla futura Jugoslavia dal mini– sh·o Seidler: e la divisione fra !Montenegro e Ser– bia è stato sempre uno dei punti tenni del pro– gramma'balcanico dell'Austria. L'on. Pilacco, dus1- que, trova che le necesf'ilà dell'Ila.Ila coincidono colle l)Ocessit!J.dcll'A'Ustria, o meglio dei tedeschi e dei magiari del!' Austria. I.'on. Pi tacco è sempre l'uomo, rhe alla. Camera di Vienna dlce-.a nella seduta del 21 maggio 1913: " Non si può negare che gli slo-.eni e i 'oroati non fanno più alcun mistero di queste loro 'ten– denze slavizzalrlct di Trieste, e dichiarano eo• voce sempre ,più alla nèlle loro adunanze, che esst tendono, a Trieste perchè questo porto è per essi di assoluta necessità. .. M essi, nglt prediletti dello Stato, tro- .a.no alleato fedele ed operoso i'a

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