L'Unità - anno VII - n.35 - 31 agosto 1918

PROBLEMI DELLA VITA ITALIANA Dltettoti I ANTONIO DB vm DE MARCO e GAETANO SA.LVEMlNI t~"'''~· il Anooafoì:.rtrado:oc I Roma, ,..,.. Adda, •• - A~namento ordinario annuo LIH 5 ixr ;f RcVlO, per l'atao Uac JO ,t,. M.ocwirn,mt; sostccitorc aQ.nUO Lire 20; sarutralc: Lire IO; un numero C.:~twmi lO SI 1>tObblica U ubato a ROMA - Conto cxmentc: e,:,., la posta Anno VII - N. 35 " SOMMARIO .AUTODECISIONE E NON INTERVENTO - L'Unità, - LA POI.E-MICA SONN:NIANA - g. s. La /abbdca rf,.' di.cjat!t's1119 - La fdt'c:'tà dei neuwali. Autodecìsione e La teoria del Barone Buriau ell'exposé sulla polizia internazionale del– l'Au,,t,,iaelingheria, pubblicato dal barone Burian il 16 luglio scorso, c'è un passo, che non è stai.o preso w considerazione dai• giornali, anche demo– cratici, dell'Intesa, mentre merita un serio esa– me, perchè tocca uno dei punti centrali del vilup– po di questioni, da ci.i è sorta la guerra attuale, e da cui possono sorgere. nuo~ e guerre. li barone Burian ha scritto: ., La Monarchia re– « spinge qualunque ingerenza straniera, nelle sue « questioni interne, in <Jualunque forma, recisa– " mente. Noi non abbiamo mai prescritto ai nostri "nemici il progrl),mma secondo il quale debbono « trattare le loro questioni interne, E se tuttavj_a « dovemmo qualche volta ricordare. che non tutta. "la felicità e concordia sia nell'interno dei paesi "nemici, per es. in Irlanda, in Egitto, nell'In– " dia ecc., ciò avvenne solo co,me mònito, a titolo " di ~eciprocità, secondo il consiglio: spa;zate da- « vanti alla vostra porta ». A questa affermazione del buone Buria~ si può opporre in linea di fatto che la Germania e l'Au– stria non si sono limitate a fare dei mòni ti, a scopo di reciprocità: sj sono messe in relazione coi Sinnfeiners irlandesj per promuovere la rivol– ta in Irlanda; wno state in rapporto con l'e."<·ke– divè cl'E!!Jtto, sperando di fare insorgere l'Egitto; nanuo tet1\atc5 rli fait:: inoorgeri:I l'Indiél, e ili Orie11 te, che cosa fanno da un anno, se non intervenire negli affari interni della Rumania, dell'Ucraina, della Finlandia, della Lituania, della Russia bol– scevica? E se Austria e Germania vincessero la guerra, non esigerebbero forse un diritto di inter– venire negli a1fari interni dj tutti i paesi vjnti, an(l.]og 0 a quello che si sono attribuito in Ruma– nia? :--on si arrogherebbero, per es., un diritto di intervenire negli affari interni dell'Italia, costi– ·tuendo nuovi rapporti gin,ridjci fra noi e jJ Vati- cano? E poichè il barone Burian è un diplomatico, e i diplomatici amano - si sa - i precedenti storici, si può ricordargli che tutto. la storia della Mo– narchia austro-ungarica non è che nna storia di interventi negli affari interni di tutti gli Stati vj. cini. L'occupazione della Bosnia-Erzegovina nel 1878 fu giustificata con la necessità di intervenire negli affari interni della Tu~chio. per assjcurare l'ordine in una regione dell'impero turco, che con– flinavo. con~Austria-Ungheria. ~ spedizioni nellfl Stato romano del 1831 e 1849, e nel Napoletano e nel Piemonte del 1821, non furono che interventi negli affari interni di quegli Stati. Le tre dlTl!!loni o Bi lCO non intervento .della Polonia che altro fuTono se non intervento negli affari mterni della Polonia? E che cosa fecero la Prussia e l'AustJ•ia 11el 1792, se non intervenire negli affari interni della Francia, salvo a pren– derle di santa ragione? E nel 18.W non sarenne l'Austria intervenuta negli. affari interni dell'Ita– lia, se l\apoleone III non l'avesse incatenata nella teoria del non intervento, e se essa avesse avuto la forza cli rompere ·1a catena? Ma perché andare così lontano? L'ultimatum alla Serbia del luglio 1914 che altro fn se non l'affermazione della pre– tesa d'intervenire sistematicamente e nermanente– mente in tutti gli affari interni della Serbia: d~– l'ordinamento dell'esercito all'amministrazione della giusUzia, dalle scuole secondarie e superiori al regime delie associazioni politiche? La clitrerenza fra l'intervento, che durante que– sta guerra accenna a compiere l'Intesa negli af· fari interni clell'Austri!lc-Unp;heria. e l'intervento degl'Imperi centrali negli affari interni di tutti gli Stati dell'univer:so, è tutta qui: l'Intesa manifesta velleità cli intervento, ma non osa nè proclamarle apertamente, nè compierle risolutamente; la Ger– mania e l'Austria interv_engono a fondo, senza esi– tazioni, dovunque riescono a intervenire, ma rifiu– tano la teoria de]!' intervento, quando si tJ·atta de– gli affari dell'.~ustria. Perchè allora il barone Burian invoca il prin– cipio del non intervento contro la politica dei Go- 1 e1O1delr Iuii,sa? · Lo invoca perchè nei partiti democratici d 'Eu- , ropa e d'America questo principio del non inter– vento è un dogma accettato dai più senza discus– sione. La teoria della autodecisione dei popoli, proclamata dai bolscevichi, non è, jn fondo, che la formulazione positiva della teoria negativa del non intervento. E la polHica dell'alleanzà fra l'Intesa e le nazionalità slave e latine dell'Au– stria-"ungheria viene vivamente combattuta dai pacifisti inglesi e americani e dru ,socialisti paci– fisti francesi e italiani, anche in nome del princi– pio del non interventi>, che è considerato come un punto fisso della politica della democrazia. Il ministro Burian sfrutta questo stato d'animo del pacifismo e del socialismo bolscevico. Predica bene per poter raz-zolare male con maggiore co– modità. Il non intervento e la democrazia Ma è proprio vero che la teoria del non inter– vento sia una teoria democratica.? Tutta la storta, da che mondo è mondo, s1 è sviluppata a base di interventi di uno o più Stati negli affari degli altii Stati. Le etesse gnerre, 1n 3 J Agosto J 9 J 8 fondo, non sono state che interventi del vinci1,0Te negli affari .interni del vini.o, che ha dovuto ab– bandonare delle provincie all'amministrazione al– trui, pagare indennità, accettare determinati r6- · gimi d'.lgam;li, su1'ir ,_e,·ii contrQlli snlla sua o~ ganizzazione militare, ecc. Che serietà avrebbe una democrazia, il cui ideale politico andasse alla ro– vescia di tutta la esperienza storica? Non basta. La pratica della democrazia è stata una pratica continua d'interventi. Le guerre della rivoluziùne francese non furono che un continuo intervento dei rivoluzionari negli affari interni dj tutti ì paesi vicini. dooo che l'intervento delle vecchie monarchie negli alfari interni della Fran– cia giacobina !11 spezzato: la formula auerra al.Le reggie e pace alle capanne fu la negazione della formula bOlscevica dell'autodecisione dei popoli. La democrazia rivoluzionaria francese, nella prima metà del secolo XIX, ha condannato siste– maticamente tutti i gornrni dello. Francia non so– lo per ragioni di politica Interna, ma anche pere~ quei governi rifiutavano la teoria dell'intervento rivoluzionario in Belgio, in Germania, in Polonia. in Italia.. La guerra civile fra i cantoni protestanti e radi– cali e i cantoni cattolici e conserv>ttori della Sdz– zera del 1847, da cui usci l'attuale costituzione ul– t radernocratica della Svizzera, non ebbe altro scopo se non quello di realizzare un diritto di intervento continuo dell'autorità federale negli affari interni dei singoli cantoni, che fino a quel momento ave– vano considerata la loro politica in.terna ed eccle– siastica come del tutto sottratta a 'quàlunque con- trollo degli altri ~n!ederaU. • ' La spedizi9ne dej Mille, la quale è bene una gloria della democrazia italiana, che altro fu 118 non un intervento negli affari interni del Regno delle Due Sicilie? E la guerra civile ame1icana non fu un intèr– v~nto ann~to degli Sta~ settentrionali negli Stati--. mericlional, per abolirvi la schiavitù? e non tu essa uno dei più grandi trionfi dell'ideale demo– cratico? Se si ricerca in che modo la teoria dQI non inter– vento abbia potuto essere considerata come teoria democratica, bisogna risalire agl'interventi che la Santa Alleanza compì, durante la prima metà del secolo XIX in Italia, in Spagna, in Germania, per assicurarvi i! mantenimento delle vecchie iHìtu– :ioni assolutiste. A questa pratica della Santa Alleanza, i tpa.rtiti rivoluzionari opposero speaso la teoria del non _intervento, che poteva essere più facilmente accettata auche dai liberali moderati, perchè assicurava a ciascun popolo il djritt.o di 1ivoltarsi contro il proprio governo senza minac– ciare l'Europa d'una crisi generale ad ogni muta.. mento un po' brusco, che avvenisse in ciascuno Stato. Ma la teoria del non lntenenlo, comodissima, • in detenninati momenti, per impedire al'interve1,1,– ti reazionari, ha sempre suscitato crH!che e OpJk> sizioni nei teonci della democrazia. Basterà n– cordare le Invettive roventi di Giuseppe Mazzini eontro il contenut-0 conservatore, oltre .che codar-

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