L'Unità - anno VII - n.30 - 27 luglio 1918

. , 'fµnzione di tutti qu~i gruppi democratici, i quali banno il i,erilimento chiaro dell'~ficio di una au– tentica democrazia nel momento :attuale? , ' • Noi dobbiamo comiderarrl il Presidente Wil– eon come il ministro degli esteri della democra– zia internazionale contro qualunque ministro a ~ndenze nazione.liste dei nostri stessi governi. Noi dol1biamo formare in Europa il partito· di Wilson, battendoci. contro i nostri stessi governi. qualora questi non accettino i metodi di pensie– ro e di azione nostri ,e del !presidente Wilson. Noi do.bbiamo spingere risolutamente i nostri governi $olla nuova via, e trattenerli con intransigenza inero llalbile, cioè proporzionata alla nostra forza che abbiamo acquistata dopo il fallimento tota– le delle vecchie correnti localiste della politica estera di ciascuno Stato. Ma per compiere questi nuovi doveri, è necessa– t•io che i sruP'Pi democratici coscienti di Inghil– terra,- cli Francia, d'Italia coordinino i loro sfor– zi. adottino una tattica comune, aft>'.ba.iidonino o-· gni velleità di darsi a vicenùa lo sgambetto, imi– tando i diplomatici di carriera, nella, spera.nza di fare cusì l'interesse del p.rop;rio paese, nia col eolo result.ato di indebolire nella lotta contro le ' resist'enze nazionaliste ·1a intera democra.zìa in– ternazionale. E' neces..sario ~op,ratutto •a'Vere una fede chiara, salda, intransigente nella possibilità. di real'izzare integralmente tutto il nostro, ideale, in grazia di cii'costanze nella cui -determinazione noi non abbiamo avuto nesbun merito, ma cli cui sarebl>e in nOi .colpa im'p,erdonahile non sfrutta– re risolutamente l'efficacia. Perchè non si riunisce al più presto un Con– gresso interalleato dei seguaci, che il Ptesidente Vl'ilson conta nelle na~joni .antigermaniche di Eu– ropa? L'Unità. Fare e ·disfare A Trieste una compagnia teatrale éroata ha po. iulo dare rappresenta.iioni in croato nel teat.ro Ro. ioelli; e g;l'Ilnliani sony aÙrlali ad ap'plaudirJt agli ospiti. a\ Fiume ùna compagnia italiana I stata festeggiata in comune da: italiani e· croati In Dalmazia gl'msegnanti delle ,scuole !lledie slave protestano oontro U progetto di sostituire il tede-' sco all'italiano nelle loro scuole e dichiatano che l'insegnamento dell'it&liano deve essere insegnato , tper ragioni storiche, culturali e politiche.· . o osserverete che Cherso, Spalato, Almina, Senna, Curzola, Caltaro sono città in cui gli slavi son.o inferiori a un quarto della totalità. e perciò sono trascura.ti . A Sebenico ci sooo· bensì de.gli slavi. ma la ruaggioanza è italiana. È cosj di seguito. Guarda.te le leggende che accompagnano que– sta straordiuaria carta, ~ troverete tipeluta la menzogna .cht1 Cavow· voleva cpnquistare la Dal~ mazia., non si· ri.J)('lerà. la ignobile, mistificazione del Giomale d' ltalia, che cioè Mazzint· giudicas.~e i porti della Datmazi:t necessari all'Italia meri dionale, mentre Mazzini scrìs.,;e che ; porti della Dalmaoia sono necessani a11li slavi meridionali, ma. si -sopprjme nel passo del Mazzin· quel che riguarda la Dalmazia e zi Ii!>Toducono solamente le parole che riguardano l'lsLria. La nuova lattica è, insomma., questa: non con– trastare 'Più apertamente la correi,te, che vuole l'amicizia italo-sia.va ed è favorevqle al mavi– mento nazionale unitario jugoslavo; ma sal>olatla sistematicamente nell'alto di mostrarsene entu– siasti. Agli allacch,i fron\ali si sostituì cono altaccl1i laterali: esa.~perare gli slavi proclaman– dosene amici. Quale slavo, infatti. per quanto di– sposto ad accordarsi con. noi, <per quanto delibe– rato i'n cuor suo ad .al>bandonarci magari tutta la Dalmaz_ia.e ad accettare il 'Duca di Cesarò • come loro governatore delle f}ocche di Cablato, - quale slavo •potrebbe mai consentire a riconoscere che nella Dalmazia gli slavi sono una minoranza appena apprezzabilé, e nella Venezia Giulia sono addirittura inesistenti? Quanto agli effetti, che questa prdpaganda pro– duce ira quegli alleati e nt1u!.rali, che conoscono i primi elementi dell::i geografia adriatica, essi sono più rqvinosi di quelli· raggiunti dalla pro– paganda antica: perchè la p·rd])aganda. anticu: oi · faceva fare la figura 1i mentitori prepotenti; la nuova Q.ggiunge al disonore Jella menzogna <pre– poten.t.e·quello della ipocrisi:i. ~ della viltà.. • IJ guaio è che questa tattica sembra tncorag– giala da alcu.ni ·nostri 'circoli dirigenti, e che quindi non possiamo attribuire tutta la rosp,onsa-– bilità a; pochi speculatori delle lette italo-~lave. Questi circoli dirigenti credono di poter conci– liu.1\, -1~ ìTUJVG -.rpo:ti;tJ"C· ~-ta.-réf!..'4, cOn...Je;t.;ittica della difesa intran.si 1 ente di tutte le posizioni della famigerata convenzione di Londra; e perciò incoraggiano pul,blicazioni come questà di cui parliamo. E rwn si avvedono: 1) che queila poli– tica e quella lattica sono inconciliabili; 2) che cer– cando cli conciliare gl'i1,conciliabih dànnt l'im– pressione di perenne politica a pari.ila doppia, alla nuova p<>litica es:.era clelrltalia. g. s. La mano segreta Fatti cli quislo genere sarebbero stali impensa bili dieci mesi or sono. Dimostrano che gli ila• Jiani e gli stavi ell'Austria orientale hanno com– preso i nuovi doveri degli uni e degli a.Itri verso le rispetti ve n-azioÌli, e si sono emancjpati da chi è vissuto finora specul!lnd<Ysu le loro lotte pour le Roi de Prusse. ' Ma queste lezioni che vengono dai più diretta– mente interei;sati, non sono state ancora com– prese. Per esem<pio, in questi giorni è stato larga– mente distribuito un opuscolo intitolatò « I po– poli oppressi della •Monarchia austro-ungarica». In queste pa,gine non troviamo più _gli slavi del sud dichiarati in blocco tutti austriacanti; non ,>iù si sudano quattro camicie per dimostrare im– possibile la unione nazionale ·fra serbi, croati e sloveni; non più dichiarazioni di eterna guerra fra italiani e slavi. Bensl il riconoscimenio che la unificazione nazionale antiaustriaca è voluto. dal -popolo jugoslavo, e uon ò.ev' esse-te cont.rastata <dall'Italia, e dichiarazioni melÙfluc di amicizia E' tempo di Msere sinceri: è l.fmpo di combat– tere questo strano fenomeno d'una politica este– ra a due faccie, ·a dÙe tendenze, che <;i veri.fica og– . gi in Italia e che si riverbera. fatalmente nella · ptopaganda, nell'esercito, nella stampa, in tutti gli organismi della no~tra vita 'pubhlica, scredi- tandoci ingiustamente all'estei"o: è tempo di ri– solvere, di fronte :i.I - precipitare di eventi che hanno una portala mondiate: l'aswrdità cli due politiche contrastanti, elaborate, peMate da due uomini dello stesso Governo: Orlando e Sonnino. sviscerata, eterna. · Ma quando si viene a discutere del pr®lema adriatico, allora viene fuori, intatta, tutta la yecchia tattica· di provocazioni e di menzogne, con cui si vuole aJl'PUilto renderle impossibile ogni ami ,cizia italo-slava pour le Roi de Prusse. Guardate la prima delle carte geografiche an· nesse all'opuscolo e ;;roverete; tutto il terntorio alle spalle di ·Gorizia che di Trieste, d,i Pola, fino al confine rivendicato dnlla convenzione di Londra, • completa.mente italiano, nè più nè meno della Toscana e di Roma. Quanto alla Dalmazia, a.oche essa, fino ad Antivari, non tporla traccia della esi– .atani.a di el&Ti. Guardate, poi, la &econda carta. ano Ancor oggi, dopo più di tre anni di guel"ra, sui moduli, sui quali i prigionieri devono denuncia.re le proprie generalità, le naziona.lilà dell'Impero absburghooe sono così distinte: :a) boema; b)°au· stria.ca ; e) ungherese; d) dalmata; e) bosniaca; f) el>rèa? Qual'è il fine di ·questa voluta ignoran– za? Ancor c,ggi, dopo lo splendido esemlpio delle truppe czeco-slo~)lcch,i, coloro che si sono offerti volontari pe1· arftiolarsi negli eserciti che si bat– teranno accanto al nostro, sono trattali come tut– ti .gli altri prigionieri tedesco-magiari, ai quali spesso sono conce..oSemaggiori l~ber(4. Una mano segreta conduce qua.sta -politica ten– dente ad esagpera'.re i più devoti alla nostra cau– sa, e avrebbe cltenuto l'effetto, se la guerra fosse finita oggi, di ·far tornare in patria trasfotmali in tanti nemici d'Italia, molti 0"'.8.Sich'erano corsi a battersi al suo flancc,. . (Dalla Vo" dei popoli, 11. 4, p&g. 21, 1'2, ~). t51 La moda· ' delle costruzioni navalt · Da qualche fempo a. questa parte si nota una tendenza fèricolosa ad estendere i nostri cantielli navali. L-µngo le spiaggie dello Stato è un conti– nuu impi~nlo di scali, mentre IWOVi prr;g•W per ampliamento o costruzione·di cantieti 50110 in co1·50di stt~dio. C'è ~hi si consola di questa· atti– vità e ci Vrlde i segni '\ del progresso industria.le della terza l!alia ,., io non Ci vedo che un grave 11ericolo per tutta l'indusl.ria delle costruzioni !la vali ed un nuovo serio attentato alla sana costi– tuziohe dellé forze e dell'attività· economica del P;wse. Cerchiamo di intenderci. Se tutti questi nuovi impianti servisòero •per la gue-e-ra, poco male, nell'elevato costo delle navi costruite troverebbero <li che ammortizzar3i. :via. la ma$Sima parte di essi conta cli lav~rare &olo quando. a guerra finita, sarà possibile avere a buone condizioni qvelle benedette materie prims che il sottosuolo italiano, con grande •dispetto •:lei·nostri protczionfsti, ~i cs1ina a negarci. Ed ecco il bluff: le cost1uzioni navalt del JGpo· guérral C'è dappertutto una !?tand~ :nontatura creata dall'attuale deficienza Ji tonn.ella.,;gio e tutti cre– dono che appena firmata •la pace per anni ed an– ni no11 si debba fare che costrpire navi, ,en,ia pensare che il fatto stesso della pace, aumenterà enormemente le disponibilità. di tonnellaggio. Pa: r•, che i costrutto1i non pen-~ino che il piu colos– sale cantiere navale dell'immediato dopo gu<>rra sarà ... la pace! • Vediamo, infatti, chr. cosa succederà: r ·cessata la gue-rra dei sommergibili, si •potra riprende.re la navigazione per rotta diretta. At– tualmente _le navi per raggi.ungere la loro desti– nazione segupno delle rotte che importano un pt·1,lm,gàrnento della duraLa del viaggio' del dop- 1>ioe forse pÌù del teni<ponormale. Dunque, cr5- sala questa i·agione, i: materiale <potrà usarsi in modo da dare un rendimento qoppi~ o poco meno. 2' Col finire delle ostilità cesserà il trasporto di lut.to u' material~ da guerra che oggi viene dall'America, e le navi attualmente destinatevi polranno tra.spol'tare invece quelle lati mate1ie prime e quei prodotti che ci occorrol)o per la ri– presa economica e che tutli temono non possano essere trasportati per deficienza di tonnellaggio. Di queste mate i-i e 'Pfime gli .slocks di riserve s!l.- -1'fnno esauriti· quasi rappe,tutto e perciò bisogn~– r,à attendere che la natura e l'incwstria estrattiva c 1 r li preparino. E' strano che J.)roprio coloro che alimentano il bluff, ,;iano gli steesi che temono che nell'accapar.ramento delle mat.erie •p1ime noi si debba arrivare.un po' tardi! Non è vero, perciò, che a guerra finita ce ne del>bono essere tante che 1~ navi non hasl'lranno a trasportarle!. .. 3' Noi aedia.mo alla serietA dei comunicati ufficiali e ci è stato de1to ripetutamente da mini– stri inglesi e americani che le nucve costruzioni superano già" gli affondamenti operali dai ~om– mergibili. Si è i;>erciòraggiunta una <polenziali{à di costruzioni che a guerra finita in poco tempo, ,·enendo meno la distri,zione operata dai ommer– gibili, la massa del tonnellaggio disponibile si ac– crescerà. notevolmente. 4' A guerra ·finita la burocrazia dovrà, volente o nolente, lasciarci in pace con la sua invadenza. e quando· le nf!.vi saranno ritornate nelle mani di coloro che ne sanno portare n.l massimo il rendi– men_to, il risultato definitivo sa.r.à un nuovo au– mento di tonnellaggio. 5' Co1f la ri1>resa della navigazione in tutti i rnari, i ri!orniinenti di ma~rie prime si torne– ranno a fare nei mere.ali più vicini e la rnioore durala del viaggio, consentendo una piùtntensa utilizzazione delle navi,' si risolverà anch'essa in~ aumento di tonnellaggio. G· Mano mano l'he rientrt!ranno in P.a.t.ria i va– ri corpi di spedizione, e que~t'operazione non sa– rà fatta tutta in una volta es.3endo conn,essa alla I

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