L'Unità - anno VII - n.27 - 6 luglio 1918

.. L'IJNITA L~INTESA E L'AUSTRIA In uno Sta'<>èhe esisae da secoli, quale è l'Au- 11iria-Ungheria, inerii.a.bilmenie T'è un numero notevolissimo di persone, che ha grande in\erea– w alla conservazione dello Stato, non pl<r amore -cti·esso, ma. per la rete di interessi economici, ché si connettono alla sua esistenza. Burocrazia civile e miMare; impiegati dello Sial<>, in senso larghissimo, dai funzionari più alii giù giù sino agli addetti ed agenti più umili, guardie di finanza, gua,rdie di polizia, portalet– iere, piloti, ferrovieri (compresi i facchini, ecc. al servizio delle ferrovie) mae~tri e profeasori; !W<lerdoti: professionisti più ,o meno legati alla amministra1.ione dello Stato, come notai, me– dici, avvocati, ecc.; militari di ogni ordine e di ogni grado; pensionati di ogni specie; impiegati ed addetti di imprese sovvenzionate dallo Stato od a cui lo Stato è altrimenti interessato; ecc. ecc. Tali persone sono notevolm'3nte aumentate di numero per la durata della gu,·rra e per le sue caratteristiche; sussidi di ogni specie (partico– larmente alle_ famiglie dei richiamati ed ai pro, fughi); numerosissime pén!!!.oni di guerra (non ,c'è quasi famiglia a cui favore, in Austria-Un– gheria, con ci sia una formi. di pensione, agli invalidi od ai superstiti); le necessità statali d'altronde hanno fatto dappertutto, più o meno, di ogni cittadino, a cui siano attribuite cérte qualità, un collaboratore dello Stato. Grandi istituti, come banche, casse· di rispar– mio, compagnie di navigazio.:ie, compagnie di assicurazione, società anonime commerciali e in– dustriali; in certi luoghi anche i Comuni, le Ca– mere di commercio ed industria., le istituzioni di previdenza sociale ed in genere tutti gli enti autonomi; del pari le grandi aziende statizzate e ~unieipalizzate; e cosi pure 1 reggitori, ed i funzionari e addetti ·di tali infiniti enti che rap– presentano una forza immensa nell'economia e, nell'esistenzà stessa dello Stato, vedono per lo più nella conservazione dello Stato una garan– ua de!Ta loro prosperità, del loro avvenire, della loro posizione materiale, economica e morale, del rispetto ai loro diritii. Infinite persone poi, anche tra i privati, temo– no dallo sfacelo dello Stato gravissimi danni pa– irimoniali, persino la perdita c0mpleta delle so– etanze mobiliari, 'piccole o grandi; deprezza– mento della valuta; rendite di Stato e prestiti di guerra ridotti ad un valore minano o nullo; con– seguente « débacle > degli istituti di credito, del– le casso di risparmio, delle riserve degli istituii di assicurazioM e di quelli di previdenza sociale, ecc. ecc. l'reoccupazione che le leggi vigenti siano mo– dificate, che la organizzazione stessa della vita, il diritto pubblico e privato, ; sistemi esistenti da anni ed anni, e quindi divenuti consuetudine gradita ed acoetta, siano d'un tratto mutati. Preoccupazione che non si riconoscano talune conquiste relativamente moderne, quali la legi– elazione sociale, i diritti dei funzionari di ogni ordine e categoria, ecc. eco. Tale complesso dÌ" interessi, comprendendo naturalmente le famiglie, si estende - fatta ee– eeziohe per i centri urbani - a circa il 50 % del– la popolazione. Quindi necessità di una manifestazione d& parte dei Governi dell'Intesa, la quale,. assicu– rando al riguardo le popolazioni, consenta il ma– iurore della propaganda uar;ionale fra i popoli a noi runici. L'Intesa, insomma, in omaggio al principio che non si vogliono colpire i popoli nemici, ma i loro Governi reazionari, doneb.be proclamar?, alcuni principi fondamentali, quafl, i! rispetto dei diritti acquisiti (uffici, funzioni, stipendi, au– menti automatici, .pensioni, sussidi, eco. non s0- lo per le istituzioni di Stato, anche per le &mraj– nistrative, finanziarie, ecc.); la conserva:ione per un decennio nei nuovi Stati (eventual.rnente anche nelle parti annesse a Staii già esis~nt,ih .del~ le(lgi specialmente importanti; neuun atto· di persecui;ione di ra-,presaolia. (al caso garan– r.ie pariicolari, collegi di arbirn, eco.); aiuto dei grandi Stati dell'lnbesa al riaSletto finanziario dei nuoYi Stati, in modo che i cittadini di que– sle nuove organiz,;azioni sia.tali non siano espo– sti " perdiie, eco. Quale efficacia di propagand& non avrebbe l'antitesi fra quesle garanzie c.osì importanli, e la prospei"tiva del fallimento della organizzazio– ne statale. ed econo_mica dell'Austria-Ungheria.'! La valuta ridotta a zero, la rendila di Stato ed i prestiti di Staio del valore di ,;ero, se lo ~taio è conservato; la salvezza completa se, disfatk> lo Stato per opera dei pop:ili, intervengono i grandi Stati dell'Intesa a ricostituire il tutto. Nulla torrebbc il disfacimento nè ai popoli nè agli individui, anzi, conserverebbe tutti i diritti. e tutti i beni, dando di più la libertà, la pace, la tranquìllità contro il pericolo di nuove guer– re, un regime democratico, la fine dell'oppres– sione tedesco-magiara, la unificazione nazionale. Per chi conosce l'Austria e la sua organizza– ,;ione statale, la sua burocrazia, la sua ammi– nistrazione, non può esservi du hbio che una di-. chiarazione in questo senso dei Governi dell'In– te~a avrebibe conseguenze di primissimo ordine. Un fnoruscito slavo. La· croce al merito di guerra Il Governo aveva avuta una buona idea: quella di distinguere con una cc croce di guerra » coloro che hanno fatto la vera guerra, cioè la guerra cc a contatto col nemico », cc sotto l'azione positi– va normale dei mezzi di offensiva del nemico », rimanendo quotidianamente esposti a serio peri– colo », da coloro che hanno fatto la guerra ... in– termittente, stando presso gli alti e medi coman– di, o non l'hanno latta in nessun modo, stando a Bologna, a Roma o al Ironie di Siracusa. L'idea era, come abbiamo detto, ottima. Ma l'esecuzione è diventala pe~sima, immediatamen– te. Quando, infatti, si è venuto a determinare in • che cosa consiste il contatto norm.ale. e quoti- 1Liano col nemico, il Coinando Supremo ha tro– vato che devono considerarsi come vissuti a con– tatto col nemico « non solo i !llililari apparte– " n~nli a reparti im1>egnati in combattimento, cc ma anche a quelli addetti ai comandi delle « grandi unità e che abbiano esplicato il loro « servizio in azioni di combattimento, sia recan– " dosi sulle vrime linee durante la batta17lia, sia « rimanendo 71resso i comandi ili brigata, di di– " risione o di corpo d'armata sottoposti al tiro cc delle artiglierie nemiche. Devono quindi essere cc esclusi dalla concessione della Croce al merito cc di guerra - per il solo titolo ora accennato - cc gli ufficiali dei comandi superiori al corpo d'Ar– « mata, delle Intendenze, degli uffici e dei servi– " zi vari, fnttn eccezione 71er q11e!lj che per ra– " gioni di servi:io abbiano vrestato l'opera pro– " vria stLI cam7io lii battaglia nel senso sopra in– u ìticato u. li che è come dire che la croce di guerra sarà data .irnche a chi dal Comando Supremo o dai Co– mandi d'armala sarà. andato a dare qualche ca– patina, non diciamo nelle prime linee. ma sola– mente ·n quei luoghi dove può capitare la bomba di un areoplano o una granata matta nemica. Queste im~se \'enivano finora quasi sempre pre– miate con numerose medaglie al -valore, sebbene non rappresentassero in nessun modo uno sforzo equivalente a quello di chi sia in trincea conti– nuamente per giorni, settimane e mel!li. Per que– st'ultimo caso era stata latta la croce di gu~a. Affinchè la croce di guerra andasse solamente a chi ha fatto la guerra continuativa, sarebbe stato necessario limitarla a Chi avesse prestato servizio no11al di sopra dei Comandi di brigata ; tutto al più si poteva arrivare ai Comandi di di– visione. N1:>n oltre, a nessun patto. 135 U gua.io è che se ei foyero limita.te le croci di guerra a quei soli militari cba hanno fatto la Tera guerra, si sarebbe ben presto visto la grande sproporzione fra le medaglie al valore assegnate a chi fa la vera guerra, e quelle assegnate a chi ata presso gli alti Comandi a dormire nel suo letto e mangiare comodamente alla me'nsa, an– che se corre qualche rischio di essere bombardato anche lui, come lo corrono, del resto, tutti i civili che dimorano nella zona di operazioni. II legname di Stato Lo Stato - ooll' S maiuscola - cioè un capo– sezione qualunque di chi sa quale ministero, do po avere raccolto nel pasticcio le firme di 'Unpaio di dozzine di altri solenni personaggi, che ne sa– pevano quanto lui, - lo Stato, dunque,.ha con– cesso in appalto a ditte private l'impresa del taglio della legna, che deve servire all'e~ercito o– perante. Le condizioni sono le seguenti: - diritti dell'impresa: L. 1 per quintale con– segnato al Comitato Legname di Vicenza; - doveri dell'impresa: rifusione allo-Stato rii L. 2.25 sui tre primi quintali di produzione gior– naliera individuale (spese di mantenimento del soldato che lavora); L. 0.40 di premio al soldato su ogni quintale successivo. La produzione media giornaliéra di questi ulti mi mesi è stata di circa 10 quintali al giorno per soldato. Pren~amo il caso di una impresa, per cui la– vorano circa 100 soldati. Si hanno queste citrc mensili: Produzione quintali 1000; al giorno. giornaliera: quintali 10 x 100 = dànno alla. ditta L. 1000 d'entrata Uscita: 100 = pagamento allo Stato L. 2.25 x Premio ai soldati L 2.80 x 100 = L. 225 " 280 Ent,ata giornaliera Uscita giornaliera L. 1000 505 utile netto giornaliero L~ 495 per ogni cento soldati. , Riduciamo pure questa cifra di tutte le even– tuali perdile. Cerlo è che l'utile netto dell'impre– sa non può essere valutato per 100 soldati lavo– ratori - a meno di L. 120,0000 all'anno. Siccome le compagnie di boscaioli sono parecchie centi– naia, si può calcolare che è circa un centinaio di milioni che lo lato regala sul quel legname. La sorveglianza sul lavoro dei soldati viene fatta dai graduati e ufficiali della Compagnia. Il trasporlo e la consegna e la pesatura, pure ven– gono eseguite da soldati; i mezzi di trasporto (carri, buoi, muli, ecc.) &onoforniti dal Comitato legname (Intendenza). L'impresa la. questo soltanto: riceve le cifre della pesatura; in base ad esse paga i privati e i soldati, e riscuote il prezzo di appalto dallo Stato. Nè corre alcun rischio: finch~ la legna tagliata 1·imane sul terreno è a rischio dei proprietari; ap– pena caricata viene pesata e poi consegnata al magazzino: dopo di che il rischio per furti, calo naturale, ecc:); è a carico dello Stato. Perchè lo Stato non fa queste semplici opera- zioni ad economia? Mistero! Pa~ria e umanità : -·t n'one generai" in~egnanti, Ccmitat.o km– !>• ,.,,'l (('ni,nsith B-0,,ccni, Mi!ano), ha pubb!i- _-r~to cd fi:do « l'otri~. e Umnnità li du:, st-rie e.iic11rl0line, cootenenti pensieri di Giu~eppe ll1Az. zini, :perfettamen\e appropriati ai fatti d'oggi. , E' una forma di propaganda assai utile, che la. raccomandiamo caldamenie ai noslri runici. Ogni 11eriedi 12 oarliOline cosia una lira. Il profitto dell'impresa andrà " to~ beneficio della, lana per i oombaitenbi .

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