L'Unità - anno VI - n.52 - 27 dicembre 1917

L'UNITÀ LA CONCORDIA NAZIONALE C'li, anche in provincia di Bologna, una Com· missione provincitùe di agricoltura, nominata claJ Prefetto. E, com'è naturale, il Prefetto ha chia– mato a farne parte una quantità. di gente, che cii al!lricoltura 11011 ne sa un accider,le, ma che se nP intende mollo di politica socialista disfattista. La Commissione provinciale di Bologna è fo1·– ,nata da.I Prefetto, presidente; da un agricoltore autentico, da un professore di zoologia (!), da un inriegnere di città, da un catt.cd: ratico cli agricol– tura, da un sir,daco socialislit, da un organizza· tore clericale di mezzadri, da tre rappresent.ant, di leghe socia!igte ufficiali. Tutto questo in omaç,;– gio a.1111. concordia nazionale. Nello scorso luglio si discusse nella Commis– stvne il problcrna cle1Ja clist.ribuzione obbligatoria delle colture. Furono present.ate due proposte: una 1wima era quella di ordinare una rapida inchie– sfa de.Ile coLdizioni tecniche cli ogni proprietà. - • inchieata che si potrebbe condurre con grande rapidità. - e fissare quindi sui dati raccolti la percentuale di teneno che ognuno cl0\TJ'àcolliv::t· re a cereali, a foraggi e a piante industriali (ca– napa., bietola) ; una seconda, presentata dal· se– gretario de.Ila Federazione provinciale dei lavora– t.ori della tena, ern. di fissare subilo - seduta stante - per tutti i terrer,i indistintamente le ~e– guenti percentuali: 40 per cent.o frumento; li e mezzo per cento altri cercali alimentai:i o palale: 30 per cento foraggi, 12 e mezzo per cento pianlr· indu.striali (canapa, bietola). Quei/pochi membri della Commissione, che ave vano cognizioni intorno all'a:yfooltura, cosi di– versa e varia r,ella Provincin, s1 opposero a questa assurda proposta. I torreni coltivati della Provincia: si dividono in 111ontani, collinosi e di pianura, sicchè le condi– zioni di queste tre categorie sono fondamentalmen– te diverse, e richied0110 quindi ciascuna una ·Ji– versa regola per il mutamer,to delle colture. La oollina, ad esempio, ha mo!le proprietà, che nor– malmente coltivano il 50 per cento a frnmento, ~ che certo avrebbe potuto ancora aumentare tale coltura; ma ciò non si sarebbe ottenuto coll'appl\– cazione di una orclinan·za generale 11011 adattala alle speciali cor,dizioni. Inoltre fra i terreni colli– vati si devono distinguere i terreni condotti a mez– zadria e i terreni condotti in economia. I primi, che sono lavorati dalla famiglia ct'el mezzadro Q colono affittuario, si trovano sémpre in condizioni di sistemazione, di scolo e cli fertilità. (derivante quest'ultima dagli avvicendamenti e dalle cor,ci– mazioni) diversissime da quelle degli altri terreni della Provincia. Essi infatti negli ultimi anni &rano già coltivati in media per il 40 per cento o frumento, cioè con q11ella percentuale che si vo– levano mettere come regola indistinta• e uguale. Quitdi nel complesso delle terre a mezzadria del– la provincia di Bologna non si sarebbe ottenuto un aumento della coltivazione dei cercali. Si sa rebbe ridolla invece la coltivazione della canapn e della barbabietola, che date le condizioni dl'l merea lo italiano, non doveva diminuire irra1io nalmnte senza pregiudizio agli interessi del Pne çe. Per i terreni, poi condotti in economia si .,a· rcbbe verificalo assolutamente uno sconvol2;i nirnlo illogico della economia agricola. Tnlntti nelle vaste tenute della pianura, mancanti ,li a.bitaztoni e solo parzialmente botiflcate, è as ,nrdo !)Orre le stesse regole elle potrebbero essere giuete per altri terreni. Molt.e di esse sono per la massima parte coltivo.te a foraggio e a risaia: ·' non si poteva con profitto portare la loro coltil'a zione di frumento al -IO ver cento della comples siva e,stensione della prop.rietà, diminuendo al• 30 ~r cento quella del foraggio, mentre la collu ra foraggiera è più che mai utile oggi al Paesr, tanto pH le a 0 solut.e esigem,e dell'esercito quar, to per il mantenimento del capitale zootecnico nazionale, il cui valore, come riserva alimentare, è oggi centuplicato di fronte al perdlàl'are della guerra. In qunnlo alla rimia., che in talune pla· ghe è assai este~o, sarebbe stato dannoso ridurn~ l'estensior,e a 'vantaggio di colture assai meno adatt11 e meno produttive. Finalmente, una lerrn o B1 neo I divisione clei letTcni si clol'eva fa.re in base alla costituzione dei terreni stessi ed alla loro polenia di 1>roduzione. Vi sono terreni sabbiosi e quaai incoltivabili, paduli, terre clte si prestano ad· una data col– tura, e terre che non darebber~ r,essun rsultalo se coltivale nello stesso modo. Di queste elemen– t.aris,;ime no,ioni non tene,a alcun conto la pro– posta dei socialisti disfattisti, ponendo le stesse inva.1·iubili vcrcentuali e giungendo così nor, solo a non aumentare la produ:ione, ma a rovinare la procluttività dei terreni prr molti e molti anni avvenire. Come si poteva esigere che tulti coltivassero il 17 e mezzo per cento a potale e cereali alimenlari (escluso il grano), quando, per esempio, vi erano località. ove la palata produce pochissimo, men– tre ve ne erano altre dove già la si coltivava nel 30 per cento dellu. estensione dei 1,vdel'i? E come potevano gli agricoltori delle vaste tenute appe– na bonificate dissodare tutti i terreni necessari per portare al iO per cento fa coltura cli quelle pi<J.nte che anebbero [lvuto bisog~o di aratura? Cor.tro queste argomenta,ioni di evidente buon ·senrn, nulla J,otè essere opposto nella discussione che si Ieee n, Ila Commissione. ~la quando si ven– ne a;( voli, la maggioranza socialista votò la pro– posta socialista. Jt cui sropo non era quello di aumentare la 11rodu:ion,, ma diminuirla ed esa– s11erure la inquietudine degli agricoltori. Qlfesli, inlu.Ui, no1c1avrebbero potuto tutti, per le sue– sposte ragioni, obbedire agli ordini della Com– misgione provinciale: i capilega, quindi, i quali in Provincia di Hologn11 sono stati in gran nu– mem esonerati dal servizio militare, avrebbero avuto buon giuoco per der.unciare i p:roprie·t.ari -come ingordi sr>eculalori, che si rifiutano di pro– durre il cibo necessario alla povera gente, e que– sto mentre le cligposizioni della Commissione pro– vinciale eran,J dirette in realtà a sabotare la pro– duzione! ♦ ♦ l tedMchi cc,ntinuano a rar propaganda trn i nostri soldati, gettando in trincea dagli aeroplani manifesti e opuscolelti illustrati, nei q11alisi ripete in ogni forma che l'Italia è di,·entata una colonia inglese, che i soldati inglesi hanno a..ssunlo 1a poli. zia delle grandi citi~, che vi spadroneggiano sof– focando nel s,in!'(ue le immaginarie rivolle della popolazione ci\ ile rhe ,uole la p,1ce. l'utlo ciò, l.ien lo sappianw, ,,o,,tilui~ce ur. grot l(•scù insieme ùi l'idicole invcnzio1,i; ma crediamo nondimeno che il Governo d-,vrebbe pubblicare sitratti manire•ti ed opuscoli 11clle grandi citi\, alfinchè le famiglie dei soldati possano smen· tirle ai mari(j, ai rrat.elli, ai figli che sono in trin– cea e più temor,o della vita e del benessere dei lorn ,·ari, che non della vita e del benessere lon J)roprio. Da parte 1:ost1a vogliamo rileva.re , che le acrus,• rhe oggi i tedeschi inventano contro gli ingl •.si rappresentano esattamente ciò che essi vorrebbero continua1e a fare dell'Italia, che hanno conside– ralo e sfruttala rome una color,ia popolata ,;a raz,e inferiori, e ripropucono net.tnmcnte ciò che hanno 11roticato nel Belgio e in [,'rancia e s1 apprestano a praticare in Ruggia, dove s'impa– droniranno della polizia e rimetteranno ordiri• col haslor,e e con la mitragliatrice. E,1 cero perchè le atrocità che inventano contro ino:lcsi e francesi non attestano della fervidlt im– m,10:inazionc tedel'Ca, ma sono solt.anlo la spont:i– ne:i cspregsione del desiderio concer,trato, che co– ,·ano da lungo tempo contro le nostre p!lpola2ionl e 1,, nostre grandi città. 331 Prendiamo atto come direbbe I 'on. Giolitti, della dichiarazione dell'Avanti!, elle esso sopprime o mutila i discorsi dei minisiri tedeschi ed ·austriaci, pcrchè « a.Ilo « htesso modo che tutti i giorr,ali fanno la loro « politica e ;'adoprano a lavorare il pubblico al « prop1·io intento, l'Avanti! deve fare Ja sua poli– " tica ed a.1>pronlare per quanto gli è possibile •I « controveleno socialista al veleno del gio1nali « smo 1.>01·ghese ». li çpntroveleno socialista, dunque, Gonsiste nel mutilare e nascondere i docume,,li ufficiali, che possono dimostrare il ca:rat.lere imperialista e an– tidemocratico della polizia dei gornrni alle ,ti del· l'Avanti!, cioè della •Germania e dell'Austria, e nel seconda.re la politica di conquista e di smembra mento nazionale della Germania nel BPlgio, m~– diante la pubblica,ione di articoli, di cui l'Avanti! non può dimostra,·e una 1,rovenienza conlessabilP, e che quindi possiamo oramai definitivamente ri tenere che gli sieno rornit.i da agenti della pro- paganda tedesca. · Manovre' Il Tefaps ciel 14 dicembre pubblica un articolo del dottor :.\,ta,·kovic, direttore della Se,-bie di Gi nevra, in cui c'è una interessante notizia di re· troscena diplomatico. u li conte Ciernin - scrive il dottor :.\1arkovic - d'accordo col conte Bércblolcl, 1>rimo consigliere intimo del giovane imperatore d'Austria, ha in via.lo in Svizzera ur,o dei suoi confidenti, un fa– migerato giornalista; Czenek Slepanek, con la missione di p.Tenclere conlalto coi Serbi e proporre loro una riconciliazione colla monarchia. Il no minato Slepanek, che già Jlrima della guerra a,eva una missione speciale ir. Serbia, ha mostralo •i quei Serbi, a cui ha avuto il coraggio di avvici– narsi, delle lettere autografe del conte Berchtold per convincerli della serietà della sua mis~ione. · Il conte Czernin faceYa dire ai Serbi che l'Au 3lria. sarebbe vronla a riparare i danni causati alla Serbia, che cederebbe la Bosnia-Erzegovina alla Serbia e accorderebbe al nostro paese uno sbocco al mare, che non si sarebbe 011posta nem– meno all'uniOne della Serbia col Montenegro, che non avrebbe appoggialo le· pretese bulgare non essendo legata ai Bulgari da alcun trattalo spe• eia.le. Per tutto questo non domandava alla Serbia che una cosa: che i Serbi esigessero la pace. L'of rerta del signor Slepanek ricevette la rispo~la che si meritava; dopo di che quest'agente austriaco h.a trovalo preferibile abbandonare Ginevra e 'ln– darsene a Berna, dove si trova attualmente a disposizione dell'ambasciata austriaca. per un nuovo intrigo n. L'A!7en:ia Stefani del signor Friedliinder e Jel comm. De Martino si è guardala bene dal comu– r,icare ai giornali il~.liani 'rucst.a rivelazione. Essa• infatti, può aiutare' a c~mprendere quanto è sta.la stupida e malvagia la campagna, che in questa estate hanno fatto certi giornali clericali e giolit· liani contro la unione fra la Serbia e il l\lontr– negro e in difesa dei « diritti sacrnsanU » del " veneror,do » Re Nicola. Questo, in fondo, Pra a.flore che non ci riguardava, ma prendendo una posizione ostile al partito narionale slavo in que– st'affare interno della Serbia e del '.\olontenegro, i detti giornali clericali e gioliltiani secondavano la manovra attstriara di apvrorcio verso i serbi di w;foevra: la irritazione prodotta in essi dalla cam· pagna di qu 0 i nostri giornali poteva spingerli dd accettare le offerte austriache di r>oce sepa:rata. Naturalmente, se i Serbi cli Ginevra avessero abboccato all'amo, allora subito il loro consenso nlla manovra austriaca sarebbe stato ~ivelato. E allora è sicuro che l'Aoen:ia Stefani del si~or Fricclliinder e del comm. Oe '.\olartino si sarebbe affrett'lla a strombanare ai quattro venti In grnn– de notizia; e la Stampa non avrebbe avuto ni1) hiso1rno di pubblicare documenti falsi per dimJ– slrare rhc gli iugoilavi di Ginevra sono d'accordo roll'Allij(l'iO.. g. S,

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