L'Unità - anno VI - n.52 - 27 dicembre 1917

o 330 Rinr,ovando così la Triplice nel dicembre 19.12, e prrparando nell'estate del 1913 una conven.llione militare, che avrebbe cominciato ad essere valida dopo 1'8 lug-lio 1914, Giolitti e Di San Giuliano, ~ i loro sooi De Martino, Bollati, Avarna, Pallio, Tittoni, ccc, -- non assumevano un impegr,o espli– cito ~ positivo di interpretare da ora in poi l'al– leanza con intenzioni ostili alla Triplice Intesa; nessun documento gl'Jmperi' centrali hanr,o potuto pubblicare contro il nostro paese, per dimostrare che il nostro Governo rosse·tenuto ad interpretare la Tili1>lice come ad essi -piaceva. La stessa con– venzione militare non solo era priva di vigore prima del 9 luglio 1914 - e perciò stricto ju,·e nor, contnwveniva all'impegno del 1902 tra Italia e Francia -, ma la sua fntrata in vigore era snbòrdinata sempre a una interpret~ione della alleanza, che cond!llcesse l'Italia alla guerr1t ac– cnnto ngl'Imperi centrali. Ma sta il fatto che col rinnovamento. del 1912 si ritornava nor, allo stato di cose del 1902 ma alle condiziO:'li anteriori al 1902, q11ando cioè era possibile dn pa1·te dell'Italia una interp'fetazionc e nnn pratica del!'alleanza ostile alla Francia; con f]lirsto ùi più grave, che mentre f.ra il 1882 e il ID12 si trovavA. esclusa ogni possibilità di· ir,ter– [l'rctazionc o&tilc o!l'Inghilte,-n-a, da.l 1912, in poi; anche questa interpretazione angloroba diventava ro.•sibil<!. 1.,sdmma- la Tri!)lice Inl~sa ateva TtM-– tivo di mettersi in sosr>etto contro di noi, e gl'Im– pni cent,•qli i?vevano motivo di sperare che sa– remmo sl.nli i loro manuler,goli in unn evenllrnle "'Fuz·gre~sionr contro i virini. ' Qnali vnntan-o;i si asnettassero Giolitti e Di San Giuliano (lq questa politica. nessuno lo ~aprà mni. nal Libro TM<o amtriaco del 19fi e dal T,ibrn ,,rrdc italiano, ris11lta rhe fm noi f rrli alleati nnn r'r•rnno yi~fi chinri i;:; 1 1 ne~snn.J dei punti po~~ihiJi rii cor,trasto fra noi e loro. Tenevamo le isole riel l'Ereo, e CMI y,reparavamo all'Austria nn nretMt, ner dire che essa intencleva fa1·c altrettanto in SPrhia, ·e che h sna orrn!)azione rlella Serbia 'a– , eva prn_dar,f alla no 0 tra nccupa7.ione del dodcc•a-· nèso. Stavamo a fìanro a f!anro coll'A11strin in ~ltionin: ma era nna o:nerra ilissimnlata. nilì che nn'"l7Ì"Tif' rnm11nr. ri c-nnArflmmn cla ::imici sirnri. cpmr, l'Jnqhilt"'rro:i 1~ FraP,..ia. l~ R11~~i:1. ma non orvPvamo nc<Ù:;nn1,!}romes~a rhi:"tra e· nn(:ith·::-i o: nP~~nn '?e'lPfl" dn ~1\rtp rlE?i IH>~tri ~neati. E nf'r L!illnf.1. C'i fPn<lPmmn ostili, ~PTI7f'I Rlrnn ennivfl– Jpnfe vanta<'-•io 1:\ Greci:, e h Serbi•. Nor, m• i, mm~ nell11 !'rimA metà del 1914. l'Ifolia si A [rn– \,nt, isnfota nel monrto. sMnettnla rla tutti !!li :tnfi,.hi nmiri. rljc:p~zntn p fnc:irliat~ <;-perl'llmrn– te clan-li al1°at;_ Oalln stesoo :,nnto di visto r1e11,, no1ifi~A· renli.~tn. rnr~ AP-Ji. llf'"'mini rome Di s~n ~inlinno_ h n,1,,v:, Triplic,. non . avevn nr.i~~nnn 1'.!iu~iifira.zi0'ir rli nP~f:.nn genere. P.ssc, si' spiegrt wlrrmenf P. ,nr, 1n .,rn,ililtì inn~la r cieca , ?>ile tli Gio~il/i r n; <;''In r.;,,ziann v,rsn la Germanin • l' A u.,tria, . · Nell'nttohre riel 1!l13 - e non nell'ao:o,oto. com~ ,Jisse l'on. Ginliffi alla r:amera tlfl ilicemb1·e del rn1~- gli 0 11e•li lenlnron_n nn !)rimo '1.SSO!à(Jli<l. rlnm~ncianrto ~l;i.G::,vf'\Tr1n·..,.ttnt BP note\ì"nno faT•? nsser,na.mento sull'intervento dell'Italia in !me-rr~ ril lnl'o fìan"n, c:r AvPsst:1oro nssalita lR Srl'bin. -Gio– litti e n; C:.nriGh11iano. invece ili ris.r>ondere che un::, t?11P1-rri rl n11P~tn 17e'l,,ore Pra rontrarin alJ'ar– ticolo VII rlelln. Triplice. ,e y,erciò avrebbero de– nnnrhf n J'allc::inzH rlirhi~'J",qror,o rhe in fnrza del trottalo art. IV. l'Jt,ilia si sarebbe dirhiarata nentrnle. Co,ì imbnllitllif/rono l'ltnlfo nelln neu– frnNfrì. F. rrl'TmnPri rPnft•ali. ~icuri che l'Ttnlia c;a- 1·rhl1rrim:-istri n1meno nentrale, ~i lanri~rnno l'an– nr'l rlnnn r,Plln ,r11rrra. Non !)rP-vf'\òevano rhe. dPi loro ro,leli in Ttalin. Pnllio sn'l'cbbe mnrt0 nel lu– l'lin rn11o ni C:.nnGinlinno" sarehhe morto nell'ot– lobrP, P Gi,1litfi non avrr;bbe potuto ritornare <ti cmvrrnn. m1'lnrlo Ad e~c:i fA.cevn cornorlo. E co~l tott:i In loro illnsione italiana ,,; sfasciò. Ma è in– nPIJ'nhilt'\ rh,:, n i1Jn<le1•si furonn autori:r.zati nor, • rlnl :,onol-o ilnlinno. a r1\i fu fatto credere r.he Jr. nuova Tri;tlirr non rlifferiva dall'antica; non daI 1• 0 to srriftn ilo! trnltnto òi alleanza, che rendeva nn.~~ihi1e. m,, n0n 11f'CPS}t<!Tia, Ja interpretazione, rhf'\ "nceva r0mo<l" n lorn: CE 'SURA E non ((l'!m!)eri centrali hanno il di- l L'UNITA ritte di accu~are di tradimento l'Italia; bensì sia– mo r.oj italiani, che abbiamo il diritto di accu– sare Giovanni Giolitti e i suoi complici di avere mentilo nel dicembre 1912, e di avere messo a re– pentaglio con la loro politica Cq11ivoca l'onc>re e l'avvenire dell'Italia. Ma comunque si voglia gi1Jdicare quella politica estera - questo è sicuro: che ne) dicembre· 1912, l'on. Giolit~i, affe,rmando che lA. Triplice er:,. rin– novata ;enza muta.menti, ingannava la Camera e· la nazione con runa restrizione mentale degna dei p,iù spregiudicati fra i seguaci di Loiola. Dopo !}recedenti di questo genere, la parola ,1elt'on. Giolitti nor, avrebbe corso neanche se fos- se chiara. Immaginarsi che credito può avere, quando è per giunta equivoca. L'on. Giolitti, co– munque voglia attenuare o svia;re i suoi connotati, rnol dire, in Italia, oggi: « ritorno A. una. poli– tica di servilismo verso la Germania ,._ li suo 1·itorno al governo darebbe ragione a Bismarck, s-ecor.do il quale l'Italia sarebbe un cane che si rimangia il prdpl'io vomito. G, Salvemini. -,---- (1) Non si tien conto, naturalmente, dello stato di completa ineftlcienza in cui era tenuto l'eserci– to italiano, e ciò in perletta rispondenza alla p•· litica estera di aseervimento,verso la (;le-rmania. ... Cronaca Parlamenta.rè In M~uito alla disfatta di Caporetto, gloria e vanto delta propaganda disfA.ltist:i (1-), la schiera. del neutralismo italiano era accorsa, alla Camer;,,. rresciuia <li baldanza, di nume1·0 e cli condottieri Credendo, more ge1"1nanico, ohe. l'abbattimento patriottico dc•gli italiani fosse abbattimento <li i,iJ– tà, sfo uri della vittoria, smascher:»rono troppo p1·estò il -piano dell~--;b~ttag!ia. Essi si _p,roponeva– n-0 &i"'m.nc1al't!~!f?tlir~i-01!tali' a fontlo contro Sonnino e conh:o__ t)'aa'orna, e cli fa;re una manovr.1. aggirante verso,1'6n. Orlar.do; con che pensavano di impadronirsi subito della Consulta e del Co– ma)1do Supr~mo, cioè dei due centri n~rvosi del• la politica della guer,:a, tenendo prigioniero di fatto il :\1ini~tero e rimandare all'ulteriore 5vi– luppo delle operazioni la sorte della Presidenza del Consiglio. Di rro.nte al peI'icolo alo1rni pochi pubblicisti e cleput.ati ad<Jttarono il J)iano della controffensiva, che consisteva nel concentrare le Ione interven– tiste nazior,ali per ributtare gli attacchi frontali e per dar '110do all'on. ,Orlanilo di sottrarsi all'ag– gil·amento e cli decidere sotto Ja sua responsabili- 1.11. l'esito flnal,,e cotclusivo della bat_taglia. L'atteggiamento del Governo av1·ebbc poi deci so la condotta dei deputa.ti interventisti al mo· mento del voto politico. A scan~o di equivocl1e interpretazioni, i depu– tati interventisti nors hanno assunto la difesa èle- -gli errori commessi dal generale Cadorna ne)la condotta della guerra, nè quelli dell'on.lfli/,mnin'J nella condotta della politica estera. 'el!l!P'ÌiattJ.– glia parlamenta.re Cadorna e Sonr,ino hanno rappresentato due -posiziòni strategiche, le posi– zioni della guerra contro la Germania in intima unione con l'Jnghilterr_a e coN la Franria. · Allo stesso modo i critici della noliticn militare e della polit.ica estera _rnirava'no ; colpire, a tra– verM _gli errori tecr,ici deg,li uomini, le ragioni e i fini nntitedeschi della guer~a italiana. Nelle prime riunioni si era in pochi; e bisogna ,·ilevan-ela. circosta'ihe, mentre l'elemento par- lamentare. dominat. all'ambi~r,te delln Camera, dove fl ,giolMtisntti l>ol gi01>anta n,umerica, si mo- strava perolesso, sfiduciato, l'eleménto invece cli coloro che vfvono più a contati.o con l'opinion,, pnbblica e le organizzazioni dei· pa'rti\i popolari, si mostrava deciso all'azione, aspettando l'esilo della battaglia dalla energia dell'a,zione sless,1 più· ·che dai calcoli preventivi delle votazior,i par· lamef!tari. '-· Fu deciso d'impegnatsi a ,fondo nel Parlamento e neJ PA.ese, e i deputati si costituirono in « Fa– scio p,arlamentare i,. - J.a campagna era staia iniziata subdolamente dallA. partr giolittiana ~on la rirhiest., delle Com·. missioni parlament.a,ri. che dovevano ror,trollai·e l'on. Sonnino ei! eliminarlo; e s,i Clra noi concre– tata, in via di compromesso col Pre~idente .:lel Consiulio, nel Comitato Scgret.o. Tl ff1talr' rlovern dar moi!o ai vari zelanti gioliltiani, di parte radi– ca1e. di attaccare !'on. Sonnir,o nor esaltare i meriti bellici e prebellici rlell'on. Giolitti, ,:o!– trnendC\si :il controllo /!ella stampa e nlln indi– gnazione dell'opinione pubblica. Di ronseg1/enza il « Fascio » iniziò la lot~ par·– lamentare OJ'Y,Onendosi, con le dichiornziord ll'e rlerzoni e <li Cesarò, al Comitato Segreto. Fu bai tuta pu l'inltrvento del Presidente del Conslglh che sl ricordò probabilmente dell'impeg11e assur.•. lo verso l radico-giolittiani. Nel Paese i nostri amici iniziarono il movimen to, chiamando a raecolta le f.orze dell'Interventi– smo nabionalc del maggio 1915, che risposero ma· gnifìcamente all'appello. Lo stomachevole andamentq, della discussione in Comitato SegEeto lavoravo: giornalmente per 'a J,uortn causa, acCl'escenclo il disguslo e lo sgo– mento dei,_deputati che portavano dalle provincie il dolore del pc;polo italiano per In disfatta patita e la sua fede •nella rivincita, e questo dolore e quo– ==tnfc-Oe veçt-eYano in contrasto con i volgari hr· rivisti, cP.n i mefistofelici disfattisti, coi caporioni · di sette g-errrr,noflle, che sn llc ,·ovine cl 'Tta lia ci - nicameJ)te. fatbricava.no i castelli delle 101·0s;ie- .culazioni affaristiche delle loro misere ambizioni ) personali. Così giornalme'nte'cresceva il r.mnero degli ade– renÙ •al « Fascio •Parlamentare ». Lo stesso, ma anoora più rapidamente avveniva ne] paese, à!meno nei grandi éent.ri politici come Roma, Milano, Ge,nova. I discor§i disfattisti del Comitato segre'to ripe– tuti e duscussi nelle riunioni segrete e ,pubbliche drl1e organizza,ior,i politiche, producevano vee– menti propositi di reazione. I partiti interventisti ilei maggio 1915 si ritrovarono uniti e pronti al– l'azione. Si c;rede_vanomorti; ed eran9 più vivi eh~ mai. Così tornava a delinearsi la l;ituazione politica delle Giornato di maggio, con questa migliorata differenza, - che nel maggio 1915 i partiti ir,ter– ventisti operarono fuori e contro .n Parlnmentl), ed ora al moto del paese J:lspoT]deva il moto para.I lelo di un forte nucleo parlamentare, che. d,a quel– lo prendeva forza, e a que!Ìo dava la via costitu· zionale dell'esito vittorioso. Ed è basfoto il ricnr– ilo vivo delle giornate di maggio per risolvere, ;)O– me allora fu risoluto, la -situazione politico-parla· monta.re . TJ !antasma di quei giorni è bastato per tntti. E' bastato ai distattisti per battere in ritimta e per votare in· favore del Ministero Orlando e di nn'a ene.rgica politica bellica' df resislte.nza, all11 • stesso· modo come nel maggio 1915 votarono per il ~1inislero Sr,landra e per la guerra, ch·e non vo- levano~ ' E' bastato al Governo per.,-riprendere la via ,Ji 11M rettilinea -politica di strenua difesa intel"nA. contro il disfattismo degli ir,dividul e dei partiti; disfattismo che sarà trattato come· reato -rispetta ni singoli deputati e come « a•so'ciazlone a delin– m1ede " rispetto ai partiti, che lo ;po-atlcheranno. Q11esta è la dichiMat~ politica del President~ del f.onsiglio. Egli h 4 ],romesso al Poaese ciò ohe il Paese gli ha chiesto a mezzo d~l « Fascio Parla– mentare». E queito' h.a votato per il Governo. {;Ji elettori hanno ragione /li chioilere rnerenz11 di voti e chia•rezza di condotta politica ai nromo– tori della recente tentata insnrrezior,e pairlamen- 1.arc, ai molteplici Cocco Ortu, Tedesco, Oredaro, iclessio, Ruini (e chiedo ~CUSA. ai molti altri che forse dimentico di ricordare) che hanno ii.,·uto 11 coraggio seg.reto della oritica e la paura pubblib del voto Observer. (1) Lo ha. rfaffermato il Preside11te del C<>uirli@ n~l suo rnente diee•'r~• alla € -a.me.ra .

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