L'Unità - anno VI - n.51 - 20 dicembre 1917

' .. I responsabili della leggenda Cl) Certamente, nel loro complesso, le leggende sul– le atrocità aitri'buite ai belgi dai tedeschi hanno l'impronta dei prodotti della fantasia popolar~. Il meccanismo con cui si sono divulgate, .a,rricchi– te di particolari e poi fissate in alcune forme te– matiche, è chiaro e incontrovertibile. Tuttav!ia, dagli stessi elementi di fatto, traspare clùa,ramen– k un elcmenLo più intimo, intenzicmale, che pone nella sua giusta luce l'O'rigine e il valore morale di qm•ste leggende, e che si accorda a merav.iglia con tutti .i sistemi che i t.cdeschi hanno seguito, per principio, in questa. guenra ... e in tutte le gum•re precedenti Bisogna ricordare che tutte le peggiori atrocità compiute dai tedeschi sono state sempre prece– dute da accuse agli avversari, tali da fare aµpa ti re la condotta di guerra tedesca come una Je– g; tti ma· reazione, come una r81!)presaglia. Bisogna anche ricordare che i tedeschi hanno sempre la, • 1 pinionc putiblica in paTtil,ij. doppia; men– tre dà un canto hanno esaltato la violenza sotto ogni forma e deriso i sentimentalismi umanitari, dall'altro non hanno t.rascu·rato tutte quelle scu– se che ·potessero sfruttare appunto quest.i senti– menta!!~!. Esempio tipieo quello dei gas asfissianti. Due o t1·e giorni prima che i tedeschi usassero d'un col– po e su larga scala questo nuovo mezzo bellico, essi .accusarono~ i nenùC'i appunto di aver fatto uso di gas asfissianti. L'artifiziosità di questa difesa preve'lltiva non lpOtrebbe essere più eviden– te. L'uso dei gas asfissianti non s'improvvisa. Es– so ha ·.richiesto particolari studi tecnici e la Cl'ea– zione d'un complicato st.rumenta:rio, che i tede– schi tenevano pronto prima che scopp.iasse la guerra. Se gli eserciti dell'Intesa hanno voluto a. loro volta far uso di questo mezzo, a titolo di le– gittima raJppresaglia, hanno dovuto commciare dal !l'ilare ,per conto loro questi studi tecnici e non hanno potuto apJ'.l'lica.rli che pa,recchi mesi dopo. Dol Testo i tedeschi, seml}re in omaggio al loro doplp<iogiuoco, mentre accusa.vano gli avver– sari d'essere stati i primi, vantavano nelle loro ,gazi.ette il genio scientifico tedesco cosl' fecondo' di felici trovale; e l'Imperatore non esitava a con– ferire la Croce di ferro al pTOfessore W. Nernst, ai cui studi si doveva questa geniale applica– zione. Lo stesso è accaduto a riguardo del Belgio. Da Clasewitz in poi, i tedeschi hanno sempre a!fer– mato che non si 'l>UÒ e non si deve fare di~tinzfone tra la popolazione civile e l'esercito dei paesi ne– mici; e che una buona tecnica di guerra impone le stragi in massa degli abitanti e la devastazio– ne del paese. Ciò che, i tedeschi hanno fatto nel Belgio corr.is~ ndeva perciò ad un piano l[)II"esta– bilito. Tuttavia, all'occhlo dei neutri, poteva gio– vare una scusa, e questa si <Loveva ~rovare nel– la guerra dei franchi tiratori. L'invasione del Belgio faceva parte di tutti i piani di campagna. contro la !Francia. Orbème,. ment;re IBethman,n Hollweg si lasciava scaJJ'l)are elle « i trattati son pezzi di carta », il generale v. Emmich, inizian– do l'invasione, emanava un proc!ama al popolo belga, in cui diceva d'agire « sotto la forza di una necessità inevitabile, perchè la neutralità del Belgio era già stata violata da ufficiali francesi, che, travestiti, avevano traversato il territorio t,elga in automobile per penetrare in Germania ». Eoco la scusa tpei buoni neutri , Che o:rigine ha questa panzana timta fuori deJ. 'generale v. Emmich? Si dirà che essa è nata col meccanismo delle leggende popolari? O non è essa piutto to servita di tema a leggende di questo ge- 11ere? La Iùilnische Volkszeitung del 20 agosto 1914 riferì come vi fossero «persone in età, is•rui– t~, che pretendeva.no d'aver visto coi loro occhi dei francesi a Colonia, con 18 automobili blinda te!». O,·a, se è ammissibile che dei borghesi si suggestionino al punto da credere scioccl1ezze di tal falla e magari aver le traveggole, come ipo– trebbe un generale in capo ammettere sul seriJ la realtà di queste automobili militari ohe si inoltrano ta11to nel territorio nemico e poi sfu– mano nell'aria senza ohe se ne t.rovi più traccia? L'a.sserz.ione di v. Emmich è fatta in mala fede; è una menzogna vergognosa e $Ciocca che [a il CO paio con l'altra degli aeroplanl francesi che 11.– vcrebbe.ro bombardato Norimberga. Altrettanta mala fede hanno dimostrato le au– torità militruri tedesche a p.roposito delle atrocità attribuite aàla pnpolaxione civile del Belgio. I !ranch i til'alori ci doVl-vano c,ssere come sousa a.Ile « ra1ppresaglie » wdeoohe. 1'utte le istruzioni erano date in mOdo da montare la fantasia dei soldati e, degli ufficiali, che difatti vedevan0 ag– guati dappertutto. E se pure le voci di sevizie . sui feriti nacquero e si diffusero in parte sponta– neamente, è anche certo che in gran parte fu– rono inventate di sana pirunta. L'autoi-ità mili– tare ad ogr,i modo non si curò di fare la minima. verifica - e poteva ·.benissimo farla Jsubito se ba 'J)Otuto frurla più tardi - con ri:1ul~ati negaMv, -; l'autorità mil.itare l:II'esedi peso le dicerie più fan– tastiche e ne fece il tema delle &"Ue intimazioni, dei comunicati alla stampa, del.le proteste presso i neutrail.i. Non solo l'agenzia Wolff, ma anche i geneu:ali ·v. Moltke e v. Bissing e lo stesso Lr:n– pe.rat<>re ,hanno p!j.rlato di atti di ferocia com– messi sui f,eriti, sulle ambulanze e 9Ui medici da "donne, fa:nciulli e 'Preti", senza che si posse– d~s.;e r:epoùr l'inizio d'una minima p:rO'Va, tanto' è vero eh~ pochi giorni dopo tutti i fatti s~• i.fi– cati •hanno dovuto essere smentiti come privi di qualsiasi ,fondamento. Ed è ma.i ammissibile che le massime autorità deH'esercito e dello Stato ab· i:>iano pa.rt, ato in base a dei. « si dice" come le cuoche al mercato? E' rilpugnante la lO'ro mala .fede; non meno ripugnante sarehbe, in caso con– trario, la loro leggerezza. •• Ma Ja Jeggerez"a non v'i fu ; vi fu delittuosa ·premedHazione. Mentre coll'aiuto della stampa. e con la conferma delle A'lltor:ità si diffondevano le, più sinistre voci, c'era già ohi metteva sull'av– visato, raccogliendo gli elementi per una cxitica demolitrice. ln un articolo del 19 agosto, la. Kol– niSche Vot/cs~eitung non solo poteva deplorare cbe s1 lasciass~ro corre.re notizie cosi gravi che non offrivano alcuna garanzia di writà, ma. af– fermava ,recisamente che molti racconti avevano •un'o:rigine manifestamente i10m~ina1,ia e « por– tavano il marchio dell'invenz.ione ». E quest'av– vertimento era dato ben veni.i giorni iprima che l'Imperatore impegnasse la sua parola nel mes– saggio a Wilson. Perchè l'autorità militare non ne tenne alcun conto? C'è di peggio. La Prank(urter Volkszeituno aveva ricevuto una lettera, in data 14 settembre, in cui si ;riferiva come appresa da un ufficiale là notizia della fucilazione d'un pret.e, che in se– guito era ~tal-0 riconòsci•uto jnnocente da una istruttoria della Corte superiore militare. E la letteira finiva: « Un<Lwie <Liese traurige Geschichte, so pas sieren ,;iele ". L'autorità "militare sapeva benissimo che le ef– feratezze attribuite :\i ,Belgi erano fantastiche; essa in mano gl4 elementi per smentirle; e.difatti le ha pO'tuto smentire prontamente quando le è parso 01>portuuo. Ma si serviva delle 'VOcifanta– stiche per esalta.re l'odio guer1:esco e iper sc•Jsa.re presso i neutri le st,ragi e le devastazioni che an– dava commettendo in conformità al suo delibe– rato programma. Soltanto quando s'accentuò minacciosamente il danno .imprevisto d"un movimento anticattolico, l'autorità militare credette opportuno di stringe– re i freni, minacciando sanzioni contro chi dif– fondeva le stesse notizie che nove giorni prima l'Imperatore _aveva 1proclamato vere in laccia al mondo. Soltanto allora acconsc,nU ad un'inchie– sta cl1e venne a distruggere dalle fondamenta tutto l'edifizio deila suggestione e della calunnia. E come mai avrebbe potuto acconciarsi l'autorità militare a questo brusco cambi.amento di pro– gramma, se non fosse stata con'Viinta già da un pezzo della falsità di tutte le accuse alla popola– zione ,belga? Non è evidente che essa aveva agito in perfetta mala fede permettendone e fomentan– <lone la diffusione ? Mala fede rprima e maia fede dopo. Perchè non è a dire che dal 17 settembre in poi l'autorità mi– litare sinceramente convinta del suo errore, si sia ~essa sul serio a Crepare ogni falsa diceria. J27 L'inchJesta milita.re sui quesiti ,post.i dalla so– cietà Pa.r servì a dare una certa e<>ddisfazione ai. cattolici e a calma.re la min.aociosa (JlnsiOIWldel.– l'ira popolare. Passato il J>e!"icolo, si lasciò. cor– rer l'acqua per la. sua china. Eccetto qualche se– questro di cartoline illustrate, non 'V'è esempio d'alcun intervento repressivo dell'aut.oJità. La ca– lunnia sei·vtva ancora, specialmente p~-esso i neutra.li, e conveniva chiud~~e un occhio. A questo basso servizio si sono p1restati ben volontieTi gl'intelleltuali tedeschi. Tutt'è due le circolari famose parlano dei delitti della popo– lazione belga, ed è un miracolo se non riferi– scono anch"esse l'episoclio del ragazzo che d'oc– chi strajl'pali ne a:veva piena un seoc.hio. Dice la circolare dei professori bavaresi: « i nostri nemici... si mei ·av.iglia.no che i nostri sol– dati puniscano que1te ,belve umane, che non si accontentano di ucciderli a tradimento, ma che brandiscono le loro armi ignobili perfino contro medici, contro ambu½,nze, contro fe.ri ti.. :Moltis– simi (non singoli!) aibitanti di Lovauio, eviden– temente stimolati da un sentimento rubominevole, o,ggredirono, a tradimento, le nostre truppe, ohe pe:i· difendersi dovettero distri,ggere quelle case, dalle quali si spana,va incessantemente "· E i 93 rincalzano: « Non ~ vero che i nostri soldati .a.il >– bia.no attentalo alla vita e agli averi sia IPUll" di un unico cittadino belga, senza che a ciò Ji aibbia. indotti la più stringente legittima difesa. Mal– grado le .reitera.te ammon1iiioni, la pç,polazione belga proseguì a sparare dai suoi nascondigli contro di essi, mutilò i feriti, assassinò i medici nell'esercizio delia lol"O opera samarlitana. Noa v'è falsificazione ,più vile che tacere gli <atti in– fami di questi deliquenti, e far aplpar1re poi co– me un delitto ,la punizione giusta che dovettero loro infl~ggere i Tedeschi "· La circola.re dei professori bava.resi 'J)Orta l.a data « settembre 1914" ; e a Monaco di BavieNJ. no'n $i po\eva ignorare, \·energica campagna in· t1·a1)resa dal giornali cattolici sin dalla metà di agosto. La circolare dei 93 è in data 8 ottobre, e dunque ,posteriore di due settimane all'ordi– r.anza per frenare la propa.lazione di voci false. E si aggiu,nga cl1e queste ci11colal'i continuarono ad essere difluse con insistenza marteLlante PeT mesi e mesi, anche quando ai fatti addebitati alla popolazione belga erano venule le più recis~· smentite. E' vero che le circolari del comando militare it:Jlbiv,ano di diffondere le notizie che of!endevand « l'onore del clero enttolico ", « i sentimenti re– ligioBi della popolazione cattolica" e minaccia– vano "la ,pace confessionale del popol'& tedesco ». E' anche ~ro ,che la società Pax, formulando i quesiti •per l'inchiesta, d'altro non si curò che di mettere in luce l'innocenza. dei preti. E i l"' :, so1i tedeschi potrebbero cosi con una restrizione mema.le assolversi da sè dell'accusa d'essersi fat– ti pr~palatori ·di calunnie: essi non parlano di preti. Ma questa scawatoia non seirve. Come pro– va luminosamer.te nel suo libro von La.ngenhove, la distinzione ohe l'associazione Pax, cli nu!l'a.1- tro tenera che dei suoi intere.ss ·i clericali, cercò d"introdurre nell'inchiesta era arbitraria ed inu– tile: le smentite travolsero ugualmente tutte :e ac– cuse sia ch'esse si riferissero a preti, sia che si rifer'issero .a civili. E la 'Prudenza degli « intel Jettua.li,, nel circoscrivere le loro accuse non fa che documentare meglio l'intenzione di calun– niare quanto più era possibile ... nei limiti con– cessi dall'ruulorità ! Più sfacciato di tutti è poi il prof. A. Moll, presidente della Società di psicologia di Berlino. Non contento di ripetere le solite infamie a scu, sa delle soldatesche germaniche, egli vorrebhe la,r credere che le atrocità che queste commis&o dav– vero, che sono state mille volte confermate, e che continuano a,r1.co1,a. tutti i gio 1 ni, sono un frutto della fantasia morbosa dei Belgi, isterici ed allucinali, tenuti per decenni inte:n in uno stato di « i•pnotismo nazionale " dal governo, dal clero e dalla starn1ia. « Questi scia.gurati Belgi han no avuto un terribile risveglio.. I Tedeschi hanno loro insegnato ciò che significa educazio– ne. F. la lezione non la dimenticheranno troppo presto"· Sicuro! Non dimenticheranno davvero troppo presto cosa vuol dire l'educazi~n_e tede– sca. n ricordo delle sevi7Je tinenarrab1li, delle

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