L'Unità - anno VI - n.51 - 20 dicembre 1917

326 Invita il Parlamento Italiano a mettere tutLa la sua azione al servizio dei .bisogni dell'esercito cl1e combatte al fronte, e non degli interessi di color() che lavorano all'interno per disfare la. çompagir,e • nazionale della resistenza. militare e civile: Invita il Partito Radicale nel pa.eSI' e nella l..· mera a contrastare a viso aperto le bierhe ~ano– vre parlamentari, che ~ira.no a rompere la OO')l tinuità della politica. estera italiana ~ a. scuotere la fiducia degli Alleati nella nostra decisa volontà di mar.tenere gl'impegni cl1e pOrteranno alla. villo-' ria dell'Intesa e a.Ua conclusione di una giusta pace a beneficio di tutte le nazioni che amano la indipendenza del lòro paese: Ed invoca, infine, una. politica di guerra, cfl~ smessa la ge~rosa illusione della concordia dei partiti, rinvigorisca d'accordo con gli Alleati la lotta contro ti comune nemico interno, che è già ridotto ad una piccolissima minoranza in Inghil terra è combattuto vittoriosamente in Francia, e mina~cia di rifarsi e dilagare in Italia. ' 15 dicembre 1917. nruccoleri, Tarsia, 1,agari. , ' I \ ~t!l\,A neo L'UNITÀ I Caillauxd'Italia Per chi conosce un poco la storia. diplomatica Ji qucbli ultimi tempi, è ben noto che allorquando Jlanotaux reggeva il Ministero degli esteri della J?rancia, egli vagheggia,·a ur, ravvicinamento r'ranco-russo con la Germania contro l'Inghilterra. Per non stare a ricordarne altri, l'invio della flot– ta francese a Kiel, l'opposizione alla preparazione della spedizione di Fashoda, furono i fatti sinto· malici di cotesta politica. Il Caillaux è andato un pllShO piv in là, a giudicare da ciò che i gion,ali ntccontano ,ntorno alla. sua famosa visita di pro· 1)aganda in Italia: poichè egli patrocinava una politica italo-franco-germanica contro l'Inghilter– ra e la Russia. Senza voler discutere li valore di queste due politiche che hanno una stretta. parentela tra di loro e che probabilmente perciò ur, rrancese ..ti bt1on senso condannerebbe del pari, una cosa salta subito agli occhi di tutti, ra·ance i o non frnncesi: ed è l'indelicata inopportunità del momento scelto da Caillanx per comunicare e pro1mlare un simile programma e cercarvi appoggi all'estero. Il Hanotaux può aver pensato e agito male, ma questo a vver,nc a.I.lorchè il proprio paese non guorrcggiava. ed egli ne era. ministro degli este1:i. Ma la condotta sua, dal momento che In Francia è in guerra, non si può biasima.re . Il Caillaux, invece, mentre il suo paese sta com· battendo, si fa apostolo di una politica estera ,\i tradimento verso gli•-a.Ileati, in aperta rlhellione contro ogni patto stipulato. Questo resterà sempre nn mostruoso delitto morale, anche se Cnilioux dimostrerà di r,on avere operato d'accordo con lu Germania. Orbene Ii a.bbia o r,o Caillaux visi i di persomi, non esistono in Italia parecchi suoi fratelli spiri· tuali? Non vi sono in Italia uomini di Stato, am-. basciatori, senatori, deputati, giornalisti, uomini di banca, i quali hanno desiderato e· tuttora de· siderar,o, mentre il paese è in guerrn, cambiare orientamento a metà strada, dimenticare tutti <fii impegni, sottoscrivere a quella medesima.Politica italo-franco-germanica contro l'Inghilterra, di cui Caillaux era propagandista? Sarebbe logico che il paese nostro fos.se altrettanto severo con questi Cailla11x italiani quanto la Franèia è severa verso il Crtillaux più vero e maggiore. I " The· Round T able ,, The Round Table. Si radunano intorno a que· sta tavola rotonda., cavalieri dell'imperialismo rlc– rnocratico britannico, portando ogni quattro mesi un anonimo contributo - com'è la sua tradizione - intorno ai vari poeti di razzu e di influenza inglese cd ai loro problemi politici. Così 1,e l'Ulti– mo numero leggiamo artllcli su la genesi della 11resente situa:ione nel!' India; La parte de!l' Ame– rica nella guerra; libertd e unitd; Turchia, Russia e Islam; l'Impero britannico; il Canadd; L'Austra– lia; il 'ud Africa; la Nuova Zelanda. Dirle corri– spondenze sarebbe far loro torto, visto e considé· Taio ciw la parola. è comunemente usata per gli scritt.i, pe1· lo più cenciosi e preter.ziosi nello stesso tempo, dei nostri giornalistai all'estero. Sono di gente bene jnforma_ta e che ci pensa un po' su pri– ma di scrivere, che espone sobriamente e senza ghirigori e trine; pieni di notizie solide, rog1u– mente collegate, che ti fanno respirare in ogr,i riga un'aria di onestà e di serietà consoiante e rarissima. Non si può qui riassumere nemmeno uno di questi articoli. Manca lo spazio. Ma. sarebbe utile per i nostri italiani abituati a vivere nella loro gabbietta di polJi e a credere d'aver dato fondo a l'universo quando dopo aver messo la testa fuori di clue assicelle la ritirano dentro me· ravigliali di lutto il mondo che hanno visto e lan· ciano un bel chicch irichì I)er vantare la grande avventura. Si sente, in questa rivista, che viviamo in tempi di grandi formazioni imperiali. La lotta non è, nel mondo, fra le 1>iccolc nazior.alit.à e i grandi Stati, ma fra grandi Stati la cni conce· zione è differente: da un lato quella unila.ria, ac– centrati va, oppressiva, dei tédeschi; dall'alltra. quella federativa, discentraliva, educatrice delle energie e delle autonomie, dogli inglesi. Quella meravigliosa mistura di praticità e di ideale, di disciplina e di rispetto p,rofondo per l'ir,dividu&, di dura affermazione terrestro e di delicato riser· bo verso la concezione religiosa. d'ogni persona, che è la civiltà ingleSI', si afferma. in questa rivi– sta di persone veramente intelligenti in modo me.· gniflco. Io son solito a chiedere, a. coloro che ven· gono da.i paesi stranieri, che cosa avviei,e in fatto cli manifestazioni spirituali. Chiesi ad un brave giovane che tornava da l'Inghilterra due mesi 'a e mi disse: il gruppo migliore è quello della. Round Table. Oggi cor,fenno ed avallo, per qua.o· lo ne so. Tlte Round i{abte costa. 10 scellini all'a.n· no cd è pubblicata dall'editore Macmillan (St. Mar– tini.s Street, W. C., London). Chi r,on può asso– ciarsi, faccia associare la biblioteca del suo ci r· colo o della sua città. Si spendono tanti soldi per comprare libroni di professori e di giorno.listoni nostrani che non ci fanno vedere nemmeno una.· decima parte dell'orizzonte mondiale che si ~copre da questa rivista! Fra i soldati Il soldato, clle è ,I,en nutrito e ben diret:o, ai Latte sempre, bene, anche se non è LID eroe per temperamento. Ogni soldato ha un suo li'hretto personale, i• fondo al quale vi sono estratti dei regola.menti. di disciplina. Perchè non si consegna, ad ogui sol– dato, nn lib~etto, ché• con parole facili e piane, iii! dica perch.è la nazione gli chiede la vita.? Ogni giomo, i,n ogni reggimento esce l'ordine àel gior<no che. vjene affisso rftlll'atrio della ca.aer– ma. Pe~chè non si aftlggono illustrazioni e brevi fogli di rpropaganda? La propaganda tra i soldati va fatta colf una enorme delicatezza. Parlare ad essi, schierati sul– l'attenti, in resenza al colonnello e all'ufficiali· tà, della « bellezza. della guerra », di " morte glo- 1 iosa "; di " vittoria finale », sul " secolare ne– mico », non porta ad alcun risultalo, se pure non porta. a un resultato contrario. Bisogna parlar loro alla buona, senza retorfoa, senza astrazioni: spiE\ga.rgli i danni '!)rodotti dallo « sciopero " di Caporetto, la impossibilità d'i fa.re la pace finchè i tedeschi sieno resi prepotenti di!lla vittoria lo– ro e élalla debolezza nost.rà, i danni e i J)i:ricoli per la stessa povera gente di una pace frettolosa. ·e mal sicura. Meglio ancora che conferenze settimanali, di propaganda, servono fra i soldR.ti le conveTsazio– n, occasionali, elle fanno con ,e&si nelle camerate, durante gli esercizi in un momento di sosta., nel– la cantina del reggimento, gli ufficiali che si rendono conto del loro dover~ di direzione mora– le dei loro uomini. Meglio che la propaganda degli ufficiali riesci· rebbe quella dei soldati semplici. Il soldato e dif– fidente. Diffida anche di un caporale. Le ingiustizie seminano sempre odio. Ne se minano di '!)iù nella 'Vita militare, pojchè gli ani· mi sono ·irrequieti di nostalgie, di timori, di spe– ranze. Un soldato itali.a.no giudica un generale come giuclicherebbe un commilitone. Il nostro soldato sopporterebbe volentieri qua– lLIDque disagio, qualunque peri<'olo, se gli si fa– cesse autore,·olmente sperare che si fa questa guerra afflnchè non ci siano più guerre. Il 11over· • no austriaco ha capito ciò, ed ha parlato anche della necessità del disarmo. Il nostro Governo, a.I solito, non l'ha ca,pito ancora: è destinato ad ar– rivare sempre con un anno e un'idea in ritardo. a. s. ...

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