L'Unità - anno VI - n.50 - 13 dicembre 1917

. mo inferiori a tutte le nazioni civili. Niuno vi ,pone in dubbio che le scienze, le lettere, l'inùu stria, U cpmmercio, l'istruzione, la discipJina, la energia nel lavoro sono ir. Italia assai inferiori a quel che sono in Francia, in Germania, in In• ghilterra, n~lla Svizzera, nel Belgio, in Olanda, "inAmerica. Ma qu~ndo poi si viene a tirare la SOt:'.l· ma, v'è sempre un11-certa. cosa, per cui ,voglia.in ) persuaderci di essere supériori a.gli altri. Ehllene questa certa cosa o non c'è, o bisogna dimostrarla co'i fatti, se vogliamo ~e il mondo ci oreda o eh,• noi possiamo riscattarne i vantaggi. Se poi d,'· vesse solo 'servirci di ,pretesto, per non fare gli sforzi ir,finiti, e durare le grandi fatiche che le , altre nazioni durarono per rendersi civili, allora sarebbe ass'l.i meglio non aver questo dono tunesùi e misterioso. ' La questione .della burocrazia è per noi d'in, porta._nza capitale. La burocraz!a ha in mano J·o– pra .maggiore del governo; essa muove la gran macchina· dello Stato, lo amministra, ed indiretta– mente elabora, più spesso che non si creda, anche i progetti di legge.' Le assemblee legislàti.vP. ~on buone a deliberare, J1 ,sindfoare, a dare puhbll oità al governo, a det,erminarne l'indirizzo; ma incapacissime ad amministrare, riescono spess,., impoter.ti ancoo-a a: totmulare .e discutere le leggi, in quei mille particolari che le rendono efficaci, e che vengono suggeriti solo da quella lunga e minuta esperienza, che è la qualità principale di una buona burocrazia. Chi dun,que ci ha fatto la sciare ùna parte cosi importan_te dello Stato in un disordine permaner.te e forse anche progressivo? E ,se prendessimo, ad una ad una, tutt,e le isti– tuzioni, che hanno bisogno di riforma, noi trove ._ I t.'UNI11A rem11'0 sempre che il primo passo si riduceva n trovar modo d'introdurvi· maggiore intelligenza e uomini più capaei. Il resto verrà poi assai facil– mente e quasi da sè. Così lè che nel fondo di tulle le nostre riforme, vè n'è una che è la ibase di tutte le altre, ed è quella i:Iel pubblico insegna– mento. Bisogna che l'Italia cominci col persuadersi, che v'è nel seno ,della nazione stessa 1JI1 neroic, più potente dell'Austria, ed è la nostra colos~ab ignoranza, sono le moltitudini analf!Lbete, i bllro– cratici macchina, i proressori ignoranti, I politki bambini, i diplomatici impossibili, i generali in– capaci, l'operaio inesperto, l'agrlo1t9re patriar– cale, e lo. retorica che ci rode le ossa. Gli errori manifesti d,i tutti i pa~titi posson:> servire a riordinarli sopra una nuova base. Og1s1 la domanda. è una sola, e si ode da ogn.i lato ri· petere: - Come riordinW,·e U paese? - Ed è st•. questo terreno ehe debbono ricom'inciare le lotto, politiche. Ma ,guai se il paese e il governo restan 1 ancora inerti, e lasciano passare quest'ora di con fessior.e generale! n rimedio è uno solo: mOde– stia, volontà e lavoro. ,I fatti parleranno poi. Il siegreto è ur.o, ed è tutto nella volontà che ci e mancata., nella inerzia che ci ha dominati, in qun. sto inneggiarci continuo sen:lia regola e senza mi– sura, in questa Tettorica politica che ci affoga, in questa nuova specie di sciroppo Pagliano, che o . gnuno aspetta: e ogtiuno crede di aiver trovato per rig~nerarc :I paese senza stenti e sudo,;i. Pasquale Villari, 1866. ' .Reticenze per .-1 proletari L'Avanti del 6 dicembre 1917 pubblica in prima pagina, col titolo in grar..di lettere: Le condi::.iu– ni alle qua!i l'Austria è disposta a fàre la pace, i! diiscorso del ministto degli EsteI'i austro-unga– rico alla delP.gazione ungherese. Ma dJI messag– gio di Wilson dello steSSQ giorno al Congress•) degli Sta!( Uniti d'America neanehe l'ombra ài una parola, salvo la notizia schematica che Wil • son ha chiesto al Congresso di dichiarare gucr~•• all'Austria-Ungheria. Jr.fame d'UD!Wilson, cht\ ' vuol dichi; ra.re la guerra a:lla ,povera Austri.i. mentre questa è disposta a fare la pace! Nel discorso riportato da11'Avanti con cos\ re– ligioso rispetto, il Ministro Cze1nin disse questo precise parole: «. Guidata da gruppi politici che certo non rappresentano la volontà della maggi,, rai:iza del paese, l'Ztali.a passò realmente fra i nostri nemici il gior1Jronel quale emanò la dichia razione di 11 eutralità. Con ciò ci tradi 7!0n s'o"' formalmente, non mantenendo il dovere dell'al leanza second<f il trattato, ma anche material– mente mercè 1 notevoli vantaggi politici e mili tari cli.,ene aetivavano ai nostri nemici "· Data la grande importanza, che l'Aoo1iti di\ aT discorso del ministro austro-ungarico, sareb– be il caso di credere che l'Avanti abbia pubbli– cato in vrima pagina anche queste importa;nti parole col titolo: L'Austria considerava cume tradimento la semplice neutralità deU' Itali.a . .Ma una IiOtizia di questo genere avrebbe disturbato il gioco l)Olitiço dell'Avanti! . .Ed ecco l'Avanti' a •sopprimerle senz'altro! Funzionano insomma nell'Avanti! due diverse, censure: una oensura imposta dal di fuori, cioè l'Italiana; e una censura accettata liberamente dal di dentro, cloè la tedesca. E bisogr.a ricc,no scere che la censura più intelligeRte non è l'ila liana. L'Avanti! ho. sentito, finalmente, il bisogno d1 spiegare per quali motivi ha preso l'abitu~inc di sopprimere tutte quelle notizie austro-germa niche le quali potrebbero rar nascere nei suoi lettori l'idea che i socialisti tedeschi e i governi della Germar.ia e dell'Austria non hanno ancou rinunziato a nessuna delle polli.ziQnl del 1914., e a o quindi è da .sciocchi o da spie tedesche rinunzia re a lottare contro di essi. .~ Noi abbiamo doapndato: , « Perchè nel luglio passato l'Avanti/ evitò di « ro.r sapire ai suoi lettori che i dep4tati socia– « listi tedeschi avevano vota;o ancora una volta "· i crediti di guerra? ,,. E l'A:vanti! risponde: « E a chi può passar& « per la testa che i socialisti tedesc.h.i maggiori· « t~ri non votino i credili militari? ». - Ma que– sto, non è rispondere, è rare gl'imbecilli per noo 1>~gal'eil dazio. Nel luglio scorso, l'Avanti! si do– mandava: « O;ra vedremo se i socialisti tradur• ranno in atto la minaccia fatta, quando dissen che il futuro voto dei crediti di guerra dipenderà dalla accettazior.e del parlamentarismo ». E que· sta domanda la faceva proprio nello stesso gio1- no, in cui tutti gli .altri giornali davano la noti– zia che i socialisti tedeschi - e si ~pisce che si ◄ tratta dei maggioritari, perchè gli altri non con– tano - avevano votato i credfti proprio dopo che il Governo tedesco aveva .rifiutato il parlamenta– rismo. L'Avanti!, dunque, non solamente nasco se la notizia; ma volle fa:r credere di aspettare quel che i Genossen avrebbero fatto, quasi che costoro non avessero fatt.q proprio quel ç~e •l'A vanti! aspettava di vederei Nè questo trucco grç>& salru10 l'Avanti./ può giustificarlo con la conside– razione che i suoi lettori sanno già. che i socia– listi tedèschi sono quel che sono, é non c'è quindi bisogno di tenerli inforll\ati giorno per giornr, delle loro cattive azioni. •L'Avanti! sa benissimo , che ·1e nozini astratte cadono ben presto drlln memoria, se non sono vivificate continuumcnte do.Ile prove concrete. L'Avanti!, nel suo desiderio di discreditare i socia.listi maggiorit::u·i di .Fra.n· cio, e d'lnghillefl'a e i governi dell'Intesa, uti· lizza giorno per giorno ogni occasione o pretestl concreto; nè sopprime questi .possibili capi d'ac· cusa, visto e considerato che già. i suoi lettori sanno .quello wthe sanno. Per il governo tedesco e austriaco e per i Genossen di tedescheria, in vece, !'A.vanti! si contenta che i suoi lettori ne abibiano ur.a nozione generica, e sopprime tutto ciò che può ... vivificarla. Questo è il punto. E di· nanz, a questo punto l'Avanti! non deve cerca,re d! sgattaiolare con pett.egolezi.i formali. 31,9 Noi abbiamo anche domandato: « Perchè nel· « l'agosto 1917 evita di !ar conoscere ai suoi leL· u tori le dichiarazioni, con cui i ministri austn· « ungarici, Seidler ed Esterha&y, negarono di ri· « conoscere ai popoli dell 'Austrio. il diritto di de· cidere dei loro destini? - Perchè nel setteru· « .br.e 1917 mutilò le nuove dichiarazioni del mi· « nistro austriaco Seidler, in gueÙa parte in cui " rifiutavano ogni democratizzazior,e federale « dell'Austria, e aboll tutto un discorso del Can– " celliere teùesco Michaelis, da cui risultava 'che « il Governo te.desco ..rifiutò ogni dichlarazionP. • nel suo i,rc,gramma di pace? 'T Le dornailJ~, « che prec~dono, si possono riassumere In una « domanda sola: chi è colui che ne,lla I'edazione « del.I.' Avanti/ compie l'urflcio di censore per con– " to dell'Austria e della Germania? », E l'Avanli! ·risponde: « Nol non crediamo • « priori alla notizie sempre tendenziose cbe di « questi tempi poco' sereni ci vengono ammani– " te dalle Agenzie ufficiose. Onde ci riserviamo « anche il diritto di sopprimerle quar,do ci palo· « n~ incomplete, arteratle o addirittura non c.:r· « .rispondenti al vero, in modo speciale se non « abbtamo mezzo di ,controllarle noi $tessi "· Secondo l'Avanti!, dunque, si dividono i discor– si dei ministri austro-tedeschi in due categoria: quelli, che dimostrano la volontà di pace della Germania e dell'Auskia, sono autentici, e perc,o sono da riprodurre; - quelli, invece, da cui può · l'isultaré che la Germanio. e l'Austria si rifiuta.· no di pulJblicare le condizioni di pace, o rifiut-'\– no ogni pri11cipio di democrazia, e questi sonv falsificati dalle agenzie ufficiose, e .perciò devouc essere soppressi. Anzi n;ello stesso [discorso, da'to dalla s,tesH agenzia ufficiosa, per l'ultimo di Czernin, la par· te in cui si dice .ehe l'Austria vuole la· pace. • autentica, e si può pubblico.re; la parte, d!i ow risulta che l'Austria considerava come un tr' .l.di · mento la neutralità italiana cara all'Avantii e all'on. Giolitt( è falsa, e va sopp,ressa. E nell'ul· timo messaggio di Wilson, la -notizia che Wilsun dichiara 18< guerira alla feroce A,ustria, è auteu tica; le spiegazioni, con cui Wilson accompagno., la dichiara?ion~ di guerre., sono inventate, a l lettori dell'Avanti! non devor.o saperne neanche la esistenza. Abbiamo, cioè, capito. L'Avanti! pubblica o sopprime non ciò che è utile o oon è utile a rer,– dere simpatici in Italia i governi di Germania e d'Austria, ma ciò che gli sembra aul.entico o non autentico. },fa è a priori autentico quel che 1a co· modo alla Gt.imania e all'Austria; ed è a p,r10Ii falso ciò che non conduce a quello scopo. Se oon è zuppa, è pan ib,agnato. Noi ab'biamo anche d1,mandato: ' « E citi è colui che nell'ottobre sco'rso ha -,r,u « "malo nell'Ava;til un vecchio articoJo dell'or,. « Destrée, per rendere con 'quella: esumazione un « opportuno servizio alla Germania? - In quale « biblioteca italiana, p,resso quale studioso ita.. " liana si r.rova la rivista, a cui fu attinto l'nrU « colo del Dtstrée? ». E l'Avanti! risponde: « Colui <è ur. amico del sigr.or .Oestrée c?',e .tO· " nosce. la JJOlitica da lui .seguita il'. t1elgio pri• • ma dell'invasione e conosce anche quella cho. « segui nei primi tempi del suo « breve » viaggio • in Ìlalia e q,.1ella che segue ora ». Ma qui la finta imbecillità supera ogni limite di possibilità. Di grazia, questo « runico deI si· gnor Destrée n conos<:I)Corse a memoria l'artico!.> pubbl~ato da Destrée del Bélgio nel 1912, per aver 1JOtutoriprodurlo ad literam sull'Avanti? E se non lo ric<\'da a memoria, deve averlo copiato dalla rivista del 1912. Ora questa rivista. dove si tro1a? Jr. Italia o ir.·.,.. Germania? In al– tre pa,·ole, l' « amico del signor Desirée » si tro– va in Italia o in Germanta o nella Svizzera te– desca? Per òime:slrare che quella comunicatrone non gli è pervenuta da una 1onte inconressabtle, l'Avanti! non ha che da dire queste sole parole, La rivista, da cui « l'amico del sigr.or Destrée n ha estratto l'articolo da noi riprodotto, si trova nella tale biblioteea italiana, oppure nella ci:fà tale, stra.da tal°' numero tale, presso Il signo· tale dei tali. E' chiaro? ..

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