L'Unità - anno VI - n.44 - 1 novembre 1917

compresi e S\"alulati da un paese, con CLLi si vor– rebbe an.darl d'11ccordo: c'è stato il risenlimenlo ru,Ua minore, che aveva oramai 30 anni, e non in– tendeva essere più lraltata dalla sorella maggiore come una bambina di 10 anni, e reagiva più vi,a– mente contro una sgarberia di quella sorella, che contro offese assai maggiori di un estraneo. Come dice\"o, la guerra attuale ha corretto in Fraincia qU(lSti tradizionali stati d'animo. Ma sa– reb'l>e l:ene che gl'italiani aiutassero l'opera di cor– rezione generica prodotta dalla guerra, facendo co, noscere speci{ìcamente in Francia l'Italia, con una propaganda assennata, senza blu((, senza grancas– sat.e ili cattivo gusto, una propaganda, insomma, degna <lell'ltalia. d"oggi. LU. li..\ Pcrchè, ùopo avern riconosciuto quello che è il diletto fondamenta.le dell"op.inione pubblica fran– cese riguardo all'Italia: l'ignoranza dell'Italia, io chiedo mi sia permesso Cli indicare quello cbe è il difetto fondamentale dell'opinione ipu'bblica. ita– liana.: l'ignoranza ... del proprio paese. Se sono tanto pochi gl'ita.lian:i, che lavorano per far cono– sce.re in Francia l'Italia sollo la sua \"era, simpa– tica luce, e c•J n'è tanti che si aff,tticano per olle– nere speseo !"effetto opposto, che meraviglia se mol– li rra:ncesi sono male informali suH'Italia'' F. S. D. Le· meditazioni politiche di un neutralista Quando l'ltalia dichiarò la guerra all'Aust1;a, a.d onta delle objurgazioni del Principe di Bti– low, di Benrdelto XV e dell'on. Giolitti, il senato– ,se, professor~, commendatore Enrico Cocchia - che aveva partecipalo anche lui meglio che ave va potuto olle objurgazioni b(iJowiane - si sentì invl\so ,inohe lui dal fervore guerresco, e avrebbe voluto, anche lui, "prender le armi in sostegno delll\ santa e giusta causa I'· - Un brando, un brando! Procomberò sol'io! - ;\fa una incapacità fisica gli toglieva il libe,·o uso degli occhi. E "condannalo ad assistere come spettatore al truce 1ntL1·tirio », o come direbbe il Papa alla inutile stra~e., altro non potendo fa.re , si mise a raccogliere il frutto del li\ sua esperienza storici\ e sociale; e resultalo di queste raccolle fu una "Tri– Jogil\ intorno alla guerra, meditazioni storico-politi• che » le quali com-post.e nel lugJ.io-olt.oòre del 1915 sono uscile negli Atti della Reale Accademia di Archeologia, Lettere e l]etle Arti di Napoli del 1917. Sono 86 pagine di prosa lumacosa, saponacei\, vi~ida, ang11illesca ed cqui\"oca, in cui la sto– ria è falsa o spropositata, la politica è sciocca o malvagia; si fa le viste di non volern dire e in reiLltà i,i dic-c le la.zza.J"onatP più repugnanli SI> no formuJate i11 modo da permettere sempre di contestaie la interpretazione moralmente più ab– bietta, cht' i' però quella a cui , uole arri\-are lo scrittore. La disfatta dell'Intesa... Il risultalo della parte 1>0lilica delle meditazioni dell'illustre scnaL, 1:>erquanto costui protesti con linuamente di non voler "ricercare o prevedere in danno o a vantaggio di chi s,i risolverà il con– flitto" (1>. 32), e di non voler "tirare l'orosco1>0 » (p. 't-0), 1w-rchè "è compito del Governo conoscere la sorte riser\"l\la all'Italia, e a nessuno compete di l\ltra1·e1-sarne i meditali disegni» (p. 45), - il risultato delle meditazioni è che l'Intesa non po– t.J"ebbc uscire "dulie strettezze, che l'affaticano"• ed è ridotta ormai - cioè era ridotti\ nella se– conda metà del 1915- a" confessare esplicitamen– te 1a disfl\lta" {p. 2"2).Oramai la gurrra è "giunta già quasi 1>resso ali!\ sua. fase di esa uri.mento o cl i stanchpzztt ,. (p:tg. 23). E sarebbe finita., se l"lng-hil· lcl"l"a non si op1>0nessc al desiderio di pace del Belgi.o, della Francia, <!ella Russia. (pag. 19-23) ;\la "lo. pace, invocl\ta <la ogni parte», sarà "pormta sulle ali del vento dalla lontana Ameri– co " (p 231. e noi speriamo - medita il senatore bùlo\'iMo che gli Stati Uniti portino all'Intesa " un nuovo coefficiente di forze vive, le quali fac cillno trnbocrnre la bill\ncia a fl\vore dell'Intesa, è a temere che riml\rremo delusi» (p. 33). Glì , tali l'niti S()JlO d'l\ccordo colla Germania contro l'lnghilt.crm nel ,·olere la libertà dei mari (p. 31), - -.ebbene si tratti di una "chimera» (p. 23), di <'lii "non s'intran•ede nè la portala, nè Il\ possi– bilitil <li un'a'[)plicazione pratica.» (p. 33). J)'o.1- lra parte in Ru~•ia" le dassi colle ,egliano sul Go , emo e gl'trnJ)ortn,rno 1\.11 'ora giusta le decisioni ritenute & 'l.lt, tnri e iml)rorogabili ", rioè gli im· porranno di smettere di preslarsi al "terribile e rninM"rioso i::1<'~0" dell"ln~hiltcrra. e di fare, no nostante il patto di Londra, una pace sepa.rata, che la Gem,nnia non solo "ru:corderà a favorc,·oli condizioni, rno. disernerà con uni\ larghezza eh> pot.rehbt> pt>rflno dar ra,'[ione alle aspirazioni se– colnri della Russil\ n (p !?1-?2) Nell'eslate-autun- no ,an no del 1915, dunque, il senatore Cocchia condivi– deva. le SJ,)Cra11ledella Gennania in un interven– to antii.nglese degU Stati Uniti, e faceva sapere che nel corso dell,~ guerra la Germania. avi·ebbe propo– sta alla Russia una pace separ!lla a buone condi– zioni, e che la Germanja poteva fa.re assegno.mento in Russi.a su Sti.iTmer, Prolopopof e Raspuline. Ciò posto, che cosa sarebbe avvenuto delll\ po– vera Italia, pa,tecipe di un sistema diplomatico e milill\re votato a sicura, imminente disfalla? ~ienle pa1n·a - meditava il senatore tedescan– te. " Noi 1>ossia_mocon buon fondamento spera.re. rl,e la guerra farà ragione piena ai nostri di ritti: ,po•,sinmo perciò, in un certo senso, godere della condizione privilegiata di chi assiste all1 tremendi\ bufera, senza la preoccupazione di su– birne lla ultimo le pericolose allo.lene" (p. 48); - " l'Italia uscirà dall'ardua prova col la.uro del suc– ce.sso" (1>-~); - "io ho fiducia in un favo1·evolc evento risolutirn, almeno per 110; » (p. 12). Non di!'])erar, lu vincerai lo. pro\'n. ... e il lauro del successo all'Italia Come tanto miracolo? Come mai l'Italia puo conseguire iJ lauro del successo, se gli Stati Unili Lnterverrl\nno contro l'Inghilterra e so lo. Hussin tradirà gli alleali? E' sem1>licissimo. " L'antico ·buon i;em,o itnJ1 co, s.ia che si chiami realismo pratico, sia inte ressato egoismo, ci aiuterà anche questa volto a salvarci" (p. 65). E tocca ai u veggenti» a, via re lo spi, ilo pubblico a quella visione dei proble mi della guerra, che deve sal\'are l'Italia (p. ~8). E Ira questi veggenti, c'è lui, il senatore Cocchia, nonostante la malattia d'occhi, che gli vieta dt snudare il brando. L'Italia deve anzitutto bada,- .. ,olamente a se stessa. Questa non è guerra n/' di demorrazia, ni' di nazionl\lità: "U principio di nazionruitil non soffro in quest'ora nessun!\ vero. oppressione cli\ da parte della Germani!\» (p. 53). Questi\ è guerra di interessi economici fra Inghilterra e Germl\nill, in rui gli alt,·i Stati dell'Intesa hanno commesso lo ~proposito o la colpa rii las<'iarsi trascinare rlallo abilità inglese. .\la l'Italia, per fortuna. - ricordiamo sempre che le rnedilozioni del senatore risl\lgono al lu– gHo-ottob1c l!Jl5 - l'llalia non ha ne.ssun lega– me coll"Intesa, non avendo firmato il p<' \t.lo di Londra. Es'!3. deve considerare la sul\ guerra co me una <.emplice Jite locale fra lei e l'Aust.r1.a, del tutto indipendente dalla guerra fra l'Intesa e il blocco -aust.ro -germanico. "La parola augu– sta del Re basi a IVI assicurare che la. guerra no– .ttra fu nffronlala. soltanto per la sicurezza dei nostri confini e non piglierà mni la. pericolosa di– rettiva, a cui i J>Opoh e i governi dell'Intesa si s udiano a volto I\ volta di sospingerci. La stessa .1it11a:ione 11g11ardosa, in cui ci siamo collocati <li frontr alla Germania, ci assicura ch.;) questo runto di vista non sard forse mai superato ,, (pag. 7). Bisogr.a che l'Italia si guardi tiene dli.I ., con\"erlire in alleama la presente solidari et./\ d'armi" (1xig.7). Isolato. co~l la guerra it.alo-1.ustriaca dalla guerra generale, birogna che la nostra a.tione militare i ~,iluppi con u celerità ne.I conseguii mento di effetti utili e tangibili"• cioè per u il raggiungimento saldo e immediato di un forte punto d1 appoggio sulla linea dell'Isonzo, il qua– le può ol'frirci il modo di oltenere, anche nella 291 eventualità. di una pace collettiva o parziale, li\ ce.ssione del Trentino non ancora conquistato" (pa.g. %5). Ra.ggiunlo quesl'obhieltivo, su cui non è stato possibile mettersi d'a.ccòrdo pacifica.mente eol- 1'Austria, la guerra nostra eoll 'Austrja non avreb– be pjù motivo di continuare. In compenso del triangolo polacco, conquistato dall'Aus!Jio e dal. li\ Germania, l'Austria potrebbe bene concederci quel che non ci concedeva nell'apriJe del 1915. Perchè, in fendo, la impossibilità. di accordarsi nella 1p,rimavera de-I 1915, nacque " non dBilla mala lede delle parti " - il senalo1'e tedesco met– te I!.ilia e Aust.ria. sullo stesso livello di mala lede: ci ha pensalo poi Tisza a con!onderlo, co– me si merita ,·a! - ma dal f!lllo " che a noi con– veniva l'adempimento immediato dei p!llti; al– l'Ausll"ia il diffc.rimento cli es~i fino alfa conclusione !ione della pace" (pa.g. 2-\). Avendo noi eseguilo colle armi l'ade,npimr11to i111mediato, la causa della c:onlesa sarebbe ,s\'a.nila. E allora potremmo ,·idi,·entarP runici tanto del l"Aust, ia, quanto della Germania, come se la Tci– pJice Allea11?.I\-avesse sempre continua.lo ad esi– stere. Bisognc.rebbe solamente a questo SCOt>O: 1' riconoscere che l'Italia " non ha interesse aJl'indebolimcnlo della Germania » (pag. Z6); 2° l'iconoscere ('!ie " la questione p-itì ur gente della sicu.rez.za del confine orientale deve essere risoluta con spii,ilo di equità. e con la coscienza del limite " (ipag. 46): e il limite è g,ià indicalo da.I senatore: il territorio di Gorizia e il Trentino; 3" riconoscere che l'Austria-Ungliel"ia è neceti– saria all'equilibrio europeo; e cbe con essa. la pace de\'e " segnare il principio stabile di buon vici :,ato » (pag. 46); che di irredentismo non si deve parlar più (pag. 16), togliendosi per sempre dalla lesta Trieste e !'I.stria; che la soluzione !.ria.lista del problema austriaco sarebbe una gran bella festa per l'Italia (PI\S- 27); 4' essere moderati .anche con la Turchia, con– tentandoci di ottenere definitivamente il dodeea-· neso " (pag. 28): dO\JOtutto, l;,1Turrhia ha il di· ritto anch'essa di vivere, secondo il 'Principio di... 11azionalità. diventa huono .~olnn"irnte quando i tedeschi possono utilizzarlo a servizio dei turchi. " Trovando così nell "inna.to C'quilibrio la mi– sw·n delle nostre pretese " (pag-. 66), noi evite– remmo di creare " 11 n od io sccoll\re " ('l)ag. 9) fra noi e l'Austria, 11eres.qaria all'equilibrio eu– ropeo contro ,, l'audace olt.rncotan,.1t del coloS60 slavo " (po.g. 17); e fatta con l'Austria e con la Germania la pace sulla l.>asedel " parecchio " del– l'onorevole Giolitti, avremmo le mo.ni }ibere per ri~olvere gli aJt.ri problemi urgenti, non quanto Quelli dell'Austria, ma u••gentii anch'esai: i pro– blemi del Mediterraneo. Oioè polremmc, chiedere alla Francia e all"Jnghiltcrra " la rettiflca del conflne occidentale, e le due aimendici insulari dell'Ionio (Malta) e del Tirreno (< :orsi.ca :), che an cbe più di Tunisi c0stiLuiscono per noi un lrisl~ documento di ingiuriosa servitù " (pag. 28). Non si capisce bene che cosa intendi\ per retti– fica del confine orienta le: Nizza? Savoia? o tutte e due? Nè si capi.sce se Tunisi Ja prende o la. ll\– scia ... alla Germania. Ad ogni modo la caratteri– stica delle mrditazioni del senl\tore bùlowiano è la facile contentatura qul\nclo tratta con l'Au– stria, e l'!lJYI>etitopa.ntagruellco quando ha. da fa re con l'Intesa. Questa contradclizione enlra neglt occhi <finoa farli scoppiare, quando si tratta dolla erbia, della quale il senl\lOre Cocchìa hl\ uni. grande pl\ura, e proclami\ che i confini d'Italia sono minaccia.ti , non do.ll 'Ausltfa, ma dfl8li el'edi pre~nntivi dell'Austril\ (pag. G:J), r ~1 ,.,eoccupa, assai che la .Da!m(l,7,i:J. e r I.stria e Trieste possa.no essere conquistai.e dal.la Serbia (lx.lgg. 42, 67). Le rivendica forse all'Italia? Oibò! Abbiamo vi– ~lo che le lascia all'Austria triruìsla. Le rllfende, dunque, per l' \ustria. Austria e lt.al.ia . non sono forse alleate? :-/on lult.i gli slavofobi illlliani sono auslril\c.ant.i perchè molli non sanno quello che tanno; ma t.ut li gli nustril\canti sono ~1avofob1, perch.è tul!.i sanno quello cbe 11\nno. Come il tedeqco6Jo non osa dirsi tale, ma si dice anglofobo, cosi rhi la– vora 1\1 salvataggio dell'Austria. invoca fulmiut contro la Serbi'l. per vin della OaJma.zia, Mlvo

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