L'Unità - anno VI - n.39 - 27 settembre 1917

. - !fon solta nto degli aguicolt ori, ma di indu stria li ' liell e industri.e di gue r ra , di servizi pubblic i f,uto– mo'biltstici, e per s-ino di funzi onar i e commissari governa tivi : tuLt{ cost1·ett.f all_'inatirvità, perchè la ben zina, pur essen do a loro di9'Posizion e, non poteva. esse r caric at a sui va gon i da dieci o rlodioi tonn e.l!ate, in fust.i da men ch e tr ecento chili. E allora il -Goveimo (Arm i e Miuni2lioni) ini ziò un crurte.ggio con sè stesso (Tr as p orti), affl.nchè il di – vieto ~asse tolto. Cioè Je lette re del carteggio, via via che rurriva,vruno al Manìt a rin ato dei Ta·as porti, dopo essm·e state debitam ente '!>oliate numerate e reg istrate, passaron o · giu gi , da:) C;po ,Se<rv4Zio competente, a l comp etente Capodivi sione; dal com– petent e Ca:pod.ivis.ione al con-pete nt e Caposezio ne ; e questo l' a ffi.:lò ad Uli seg,r eta ri'l p erchè p r,epa– n,sse la. ri spo sta. Dopo di che la minuta della ri– sposta perco rse a ri{roso , su, su, le · ste!se ta1,pe per la revis ione s uperior e, pea- t01'Ilare poi giù, giù, copia,ta, al segiretar io ohe la collaz ion asse. Dopo di che la lettéra collazion ata ri sàll sem'(>rc eon le stesse tap pe al Caiix, se rvizio, o addi!r\tt ura ' aJ Manda rin o pe r la fuma; e allo stess o modo ridi scese aJ seg,reta1io , che la p ass ò al l' arah i,vio per la spe dfaion e. E men tre le crurte giravanù, gi– ra van o, la ])o.,nzin a. continu ava a sta r ferma. ln conclusione do·po un mese gli. ag ricoltpri , in– dustriali, servizi '.l)ubblici e comm issa ri governa – tliv i aspettava no la benzin a, che forse pgtè esser e spedita quando più non p-0teva essere adoJ)<li-ata, .\fa nei protocolli burocra Mci tu tti 1 numeri appa– riv&llo .rego larmente scaricati; e si sar ebbe ·potu to llCcer ta.re ch e ·ae lettere e le r:ìsposte non av~va no n,ai sostato Diù di u n giorno per tappa. ' M ora.le. - Ammkate, o gi ovtl11etti, il ca •o, a,l. d1ri11ura miracoloso, di rapid1tà: mi giorno solo 1,er ta pp a ! I sottomarini italo=spagnuoli ' C' ingann àvam o scr iven do '(lei passat o ruumero dol l' Un ità ohe la not izia (lei due sotto mari111i cedu t, dal · nosi.ro Governo alla. Sp agn a clo-veva 1,ssere ,falsa . Sul Sole del 16 sette rn'bre 1917 leggiamo: " I sutto marin'i .per la Spagna costru iti in Italia " « PAR IGI, 14. - li corr isp ond ente madrileno ,, del New Yor k ll erald (ed. cli Parigi ·), telegrafa: " Il mini stro dell a Marina è prurt.ito pe,r Tarrago– " na pelr ispezionaJ'e i n,uovi sottomarin i sp agnuoli ,, -gim1n.ti di rece nte daill'It alia sotto scor ta del– " l''incroci.atore Estremadura. Il presi dente del Con siglio, Dato, diehi arò ch e questi sot tomarini « sono eccellenti e la Spagna contrasse un debito « di rico noscenza vers o l'Itali a. che ne assicurò « Ja cos tr uzion e i,n q;uest.i temp i. Il contratto er a " stato concl uso dur an te il tprimo Min iste r o Dato " e ava nti l'en trata dell 'Ital ia in g uerr a 11. Con tu tto q1Jesto, no i continui amo , vogliamo con1iinua .re [Cd esse r e con vinti , ch e il fatto, pO'ichè i' vero, deve avere qualche giustificazion e, che sfugg e a n oi· mise ri morta li. E' forse broppa p resunzion\l ch iedere al Governo ehe faccia conosc er e quest e giustifl cazioJl!i a ffln . chè il pa ese si ass ictu•i· che l'I ta lia h a un Governo dJ gu er ra e.. TlOD un Gove rno ... neutrale? E se il Gover no con tinu erà a far l'indi ano, come conti11Ua a fr,rlo per il rn.ppo rto dell' ex-amb asc ia– t.ore Gru'ro n.i, è forse troJYpa inge nu ità augurare rhe un gr,uppo di cleputàti indipen dent i pori.i i r.ln~ inc identi alla . Camera? LA GUERRA PER LA PACE L' a rtico lo esc ito con qu esto titol o nel pen:iJtim ù num ero dell 'U-iiità è della scri ttri ce fra ncese M&ri-a Lemé ru , aut r ice cle! bellissimo d1r amm a L es af(ra n – clti s. Il nom e fiu omesso in fondo all'rurtico lo per uno di qu esti in for tuni 1ipografl ci, contro cui non riuscia mo ad ong.anizzare u na su fficiente difes a. o o Quan do le ambiz ioni elettorali sono in ,;iuoco, Jt, vie dei paesi e clei villaggi, si tappezzano di n o– mi e di bug ie. . ~ tre anni è in gimOCj l' es.istenza d'Ital ia , e non è fac ile vedere un ma.nif e.sto, un 'iIJust razinn e, che spiegh in o la guerra a chi' n on sa . \[a , si con1inua .a par lare di pr opaga n da di ~11err a : e si è crea ,to un ufficio ad hoc. neo ► • 1.'l .1-il'L\ 263 P R .OPAGAN DA Nel!e' colonne dell'Unità ed aHr ove si è pa 1·Ja10 g ià , aJie volte della p,ropag8Jlda · all'estero (affi, oata a!Je cur e dell'on. Scial oi,a), che molto non potrebl>e ,rend ere , anche se fosse fatta meglio; ma ùi quella all ' in terne, (alfida ta - cl:i·cono - alle cu– rn dell'on. Comandini ), che· con minore >Pesa, molto di più '.Potr ebbe r ender e, se &uJ serio si fa, cesse, non si par la quasi da n essuno. E, pr ima di butto, c'era e c'è bisogno che il go– ve~·no s'occupi di essa? Ecco : in qualunque ·alùro paese, divers o da l nostr o, dove fosse più vigHe e atttiva l'azione pr~vata dei cittam x. , i.I govem 0 r-on a,vrreb'.be da pensarci; ma crui, dove ta llti ti– rano a disi nter e;,sars i del !bene pubblico , solleciti del la propria quiete e della propria economia, Io inte:nvento del govern o è indi spensabil e, · pe·rchè occorre chi stimo li , a iuti, in di-rizz i 8Jlche ciò che spette r ebbe alla libera iniziativa dei lpri,vati. 11 governo - a dir e iJ v<l!ro - s'è acco rt o assa i tardi dehla necessità della propaganda all'in terno per sorr eggll're la res istenza delle masse stanche e pm· oppor si alla deletert ,a influ enza d 'a ltre •pr o– pag8Jlde occulte -0 palesi, cont,rrurie al!le ragion i s1es-se della ,nostra esistenza nazio n ale; ma ora eh-e - a qiuan to p are - se ne è accorto , conver– r ebbe che dim ostra sse d'esser ·sene ~.ccorto dav ve– r o, '(>Tbmovendo sollecitam en'le e snggiam ente l'o– pern trasc ura ta per oltre due a.nni ; in modo eh-il nel mome nto del maggior bi sogno 0ssa ri esca un antid oto a n cora effica ce contro - i U'Qp 1 p,i •veleni ch e intanto si SOJ10 lascia.t i ino culaire in tropp e vene. Di qu ali mezzi e di q;uaJi form e cloV1·ebhe ser vir– si la pt·op aganda d1 cui qui si discorre? E' evidente che i buo ni ar1icoli dei giorn ali in– terve ntisti , le in t-~ressrunti Q)il'oiezioni cinemat Qgra. fiche , ,e eloqu&nti con feJ·cnze, i bei ve,•si b en de1ti o declamat i e, tan t; men o, i libri e i ·gro~ opu – scoli di materia storica o poli llca tion servo no a.I– l•) scopo. Non se,·vono cioè per l'infin ita gente. ch e n,on legge gior nan , ,non frequenta cinemato– gr aifi e confer enze, non intend e i versi, non si cu– rn di libr i o di girossi O'!)uscoli ; non seiwon o so– prat ,utto per i borg hi e le ca mpa g;ne, dove quei mezzi di propa ga nda - se '!)ur p otessero giovl;lrvi - non a1t1~vano. _ Occor rono dunque mezz.ie !onne di propa gan da· · Ulatto di versi. Occom·e - e no n soltan to n ei bor – ghi e 'nelle campa gn e, ma anch e nelle città - c,he la p ropagand a, peÌ' ben p enetrare, si 'i acc ia . mo dest a,. e •piccina. Bando ailla lette r at ura e an – che alla lin gua., se ha da es ere ostacolo a 'a.Tci compr enclere, a per suadCll'e.P erchè (jllle.sto s~ a– tutto imp or ta : pers uadere, convi.ncere chi non sa , chi non pensa, chi no n r>uò levar si molt'alto , p . es., che la gu err a c'ò - pur tTo'J)po - ma c'è .:ome ca,pi ta no i tenremoti , le inond az ion i, la gra– gnuola, e se qu rilcuno ne h a col-pa, Th a chi ha scatenato il f!age llo ; che la guerra non si poteva da noi, ~)e,r tant e e ta rite r ag ioni, evitar la; che T~ n eutralit à non ci a~'l'eblle rispairmi a to ne&Sun,o dei clisa,gi di cmi soffri amo, 3111zi li <3/.vr ebbe ac– cr esciuLi; che è lec ito bensi a u gurars i che la guer- 1·a fini sca presto, 110n p er ò a pi-ofitto di coloro che l'ha nno mal vagia mente voluta; che la pace è pegg ior danno della guerr a se deve portare çli– s0nor e e rovina: ogni r ovina, 1ier tut ti , per i ri c– chi e per i p overi, r più. per questi. for se .:h.e 7:er qn ell i (J11este s<':npJi,;i sacros an te ver ità .:ne t,is ·,. gna clif!,md ere, :1cn sta nca rsi cli ripe tere e corro bora.re dei più avvii ar gome.nli dovunqu e, tra la gent e mi111uta. ; a cui persone (li bu on a volontà , uomini e donn e (le donn e parti cola rmen te), ca– pac i di scrive re e di par la.re '!)iano, capaci d 'umil – tà e d i pazie nza, possono fare un gran bene - ohe saril. bene della pat ri a - disot ten ebrand one le me nti e Je coscienze. li buon sens o c'è sul fondo della nostra razza; é una pr opag an da che principal mente ad esso si rivo lgesse n on ta rderebbe a !)I'odurr e buoni effet– ti ,e a neutr alizz.are !e maligne S'Uggestio ni Ji cui tanta povera gen te è rima sta o pot rà i.rovars i in balì a . Postilla Le cose, che dice il nos tro coJfabor a.tore, sono grns bissime. Il massi.mo degli err ori delle n ost re class i diri genti è stat o sempr e c~ue!Jo di cons ide– rare le no s1-re cla ssi popola:ri come ma,teria pa s– siva della loro poli tica, La ri strettezza del suffra– gio, ohe fino al 1912 comprend eva ap pena un terzo della popolaz ione m aschile maggiorenne ·ital iana, Je aiut .ava a r in;urnere nella loro illusione. E fu !.Juest a gli'e.rra. han no continu ato a J>•·ns are •j 'a.d agire come aJ solit.o. Se un po' di prop -aga nda po– µolare è stata fa tta . pe.r h r comp r end ere la, guer– r a e le sue n ecess!ità, essa si dei:'e ag l'interve utisti democ r at ici, che h ann o l'a.lliti,d'i.o.e della J)'ropa– ganda ora.ie ne i comizi, o a. giova ni di n eSS/U.n parti to, che non banno nulla di vedere coi bar– ba ssori lbenpen s,anti imp ad)'onitisi qu asi ovunque dei Comit ati cli as sistenza civile. Int hjlto sociali– sLi uffic1ah e pi-e1i fa.cevano la loro propa ga nda ... 'L governo nòn è nè p;ù n.è me.no che un fram– men to della classe dirig ent e àlalian a con tu tte le sue atonie, con tutti i suo.i pregiud izi e con tutte le sue in capa cità. · Ed èoco perohè n oi non a boiamo nessun a fidu – cia n el Governq - qualunq 11e nsso si.a - nè •peT 1a pr opaa nda all' estero, nè per quella a,1.J'interno. Questo lavoro devon o fa,rlo ; cit ta dini privati, igno rando il Governo e chl edeindogli solamen te di non. seccare il pros simo. Si costitu isca n o, dovunqu e è possib ile, . g ruppi ,-ibe,·i cli prO'.l)aga ndi st!i, ch e vadan o ogni dome., ca a lar e <la gior nali pa,rla .,Ùi p er· la camp ag na. comme n t.anclo il fa tto de.Ila settimana , ba,tten do e riibatte nd o il chiodo deHà nece ssità e della eertez . Z>', della 'V'ito.ria. E ' questo il solo metodo che ci sia pe,•..fa,re la pro'(>aga nd a.. Ri, ,olgers i al Governo è fiato sprec ato: tutt 'al · più srurà incoraggiarlo ,a sperp er are dena ro p~ ma.oda.re ' in gir o a spese clello Stato dei pa ra ssiti m a,gari. .. neutra,JisU. La risposta della Germ an ia--e d ell 'Austri a al la nota di Bene– detto XV rifiut a qual un que ri sposta con creta sui pa tti della pace. In compen so ci fa sa.pere che la German ia e l'Austria consen1ono a par tecipa.re alla dim inuz ione ,gener ale degli ar mam enti e a i patt i int ern azion ali opportuni per ga rent.ire la fu– tur a pace. Fra il rifiu 1o e il con senso n on sono in contra d– d izione . -r'utt'alt ro. I patti della p ace la Ger ma • nia e l'Aus tria sper ano di dettarl,i coi:i la sJ3ada alla mano, 'senza che il Papa ci abb ia nulla oa ·vedere. D010 ave re vinto e dopo aver e accom o– dat o l 'Europ a e il mond o a modo loro a llora Ja Germania e l'Austria avranno ogni i; teresse aCi assicur ar e la p ace, cioè il predom ini o d a esse conqui stato con la· guerra. Allor a accette r ann o un a riduzi one degli armame nti, p roporzionata a l– la popolazione cli ciasc una P oten za, Ol'dina m cioè in modo che la nuov a German ia con se rvi l'egemoni a militar e senza b isogn o di esa ur irsi economi cam en te in un nuov a corsa ag li arma – ment i. Allora la Germ an ia e l' Austr ia acce tte- 1' ann o l'a rbi!.rato obbl igato ri o, per ga rantir e il nuovo ass ett o int ern azio n aìe, ~ esse che nell'as– settò a n tico •fu rono semp r e ad ' ogn i a rbitrat o con trar i!'. German ia cd Austri a, insomma , dico no :,,J Pa – pa: prim a. la sciatec i siste mare il mondo come •piace a noi , e po i sare te il. be nvenut o se vorrete unirvi a noi per ga ren tke coll a riduzione degli armame nti e coll'arbitralo obbligatori o il nuoTo ordtna ment o in tern azi,on ale, che noi avr emo cr ea – to a nos1Jro va.nt ~gio . E l 'Osserva tore Romano si di chi rura soddisfatto della Tisposta. Sapevamce lo che Papa e Imp era– tori era n o d'accordo ! .J •

RkJQdWJsaXNoZXIy