L'Unità - anno VI - n.37 - 13 settembre 1917

254 L'UNI1'A IL GOVERNO BUROCR 1 A TICO I . I La politica dei selvaggi. Negl i Anna li della R. Acca demia di agvicol– tura di Torino, il n ostr o amico Giu Sllppe Prat -i ri chiama l'att enzione su un o dei tanti provvedi · menti barbari ci, con cui una buroc ,razia inett a e im~)reviclJente, ùn.magin and osi d i t)rovveder e a.i bisogni dello. gu ~rr a, va illstru ggend o tulle le ri · sorse economi che dell'Italia per il tempo di gueTra e 1>er il tempo di pace. Un decreto luogoten enziale del 10 mag gio 1917, diretto - Mce lui - o. " inten sifica re la produ– zione ag ricola », presCll'ive che, ad aumentare la produz ione de ' cerea li, venga so.spesa , per la du– rata dello. guerra, la ,validit à dei lpatt,i contrat– tuali imponenti a.i conduttori il ri spetto di deter– minat .e Jorm e di coltur e, e segnatamente sia Ioni ratto lecito di dissoda1·e i !Pascoli ed i prati asciut – ti, dandone semp lice avviso al pr oprietar io. Il ma gg iO'f raccolto cosi rièavato ve rrà poi requi· sito a prezz i di favo re a esclusivo 'benefic io del conduttore. ' · Con questo pr ov'v,edimcnto, dunque, i fllta,blli di terre a l}a.scolo sono autorizzo.ti o. distruggere i pascol ,i. Oro. lo. dist r uzrion e dei pasco!i, per chi unque si int enda di agr icoltura, è in molti casi un atten– tato sacrilego non solo 3.la 1>rodultività delle ter– re me sse a. grano, mn. d'intere regioni agrico le ci rcosta n t.i. " Se i Jmroc ralic i e i cattedratici - scrive il Prato - , che ad ogni mutar di vento discor rono giocondam ente rl,i 01·ientam enti nuovi da impri– mersi all'agricoltura d'un pa ese , e che ieri predi– cavano l'!llbbando no ei,temporaneeo della cereali– coltura a pro degli allevamenti, come oggi ne 1·accuma ndanc, lo subitanea estensione, prevdo sterminio defili animali, non hanno la più 1Pallida idea del'la somma di capital i e d i energie, della dose di ,cost anz a e di p1tzienza, delle circosta nze, di temiPo e di ,for tuna che occorrono rpe,rchè l'Qpe · razione, in aJpparenza così semp.lice, nel fat to ta nto aleatori a , della •riduz ione d'un ca mpo in p.ra to possa dirs i ottenuta, dovreljbe a lmeno sug – ,gerirn~ loro il sospetto la dUfercnza ,con sid~revo – ns sima (di rirca li3) di yaloire venale che lo sta– bile acq.uista, a tra.sformazi one, definitiv a men te coon.piu ta. " La veri tà 1è che, l)Cl' la notOil'ia inferiorità dei foraggi ricav abib da erbai temporanei, la pre fe- 1jb ilit/J. d'un podere, rugli ef,fetti degli affit to.menti tt delle vend ile, si misura corren temente, nelle regioni ind icate, da lla quota di prateirie che ipro– porzion alment e esso con liene; e che uno degli in– dici più caratte ristic i del progresso agrico lo de– gl,i ultim i ann i fu il graduale estende rsi delle terre for agg iere, fino a superare, in mo lti caai , quel ra.pporto di 1/3 a 1/2 sul tota le, che già a i tempi di Arturo YQun g si giu dicava desiderab ile ideale d'u n fecondo equ ilibrio . I « Con un tra tto impera tivo di !penna, il dec.ret'l del 10 maggio tend e a distru g,gere in pochi mesi la fa ticosa 0pera di .migliorlìa. a cui, con lun gi– mirante spirito di op>portu nità, inte na'evan da t,empo gli agro nom i più ill um inati, i men disposti ad attoodere e mendicar e la salvezza dal! 'in defi– nit o penpel 11aTsi de.I pr otezionismo cer ea1ico. Pe· ro cch è ,è diffic ile imma.ginare un meccan ismo le – gisl ati'vo che con ,più infallibil e certezza conduca all'a ut oma.bica distruzione dei risu ltali lab ol'iosa- ment e e costosa mente rnggiunti ». iV!a i burocratici e cattedratici rpossono dire che in mom enti come questi la preoccupaz ione dell a pl'odiuzione imm.erliata deve ,prevalere su ogni allt'a considerazio ne. Non si di<stru ggo n o forr– se le migli ori nostre f01reste per soJl'J)er ire · alla ma.ncata importaz ione di legname? Necessità non ha legge. E cosi s'Ìa: Ma c'è un enorme ma. Secon<l{>l'ultimo " Bollettin o di statistica agra– ria » del'l'Istituto int ernaziona le d' agr icoltura, la superficie seminata in Italia si ,è ~·idotta da ettar i 4-.726.000 nel 1916 ,i 4.300.000 nel 191.7. La media del quinquennfo 1910-15 era stata di 4.815.000. E' ragio n evole - domand a .il P rato - gping ere a disi;odare ter.11e nuove qu ando si abb an dona no G1 o neo quelle già adibite a cult.ur e cereal icole? Non sa– rf:ib c 1>iù logico cttrare elle ai att enuino le impos · slbilità m ateri ali - e forse anche le sfa,vor evoli disposizion i mora li - che prov oca n o la restri· zione, u·egola11do meglio, fra l'a ltr o, il tu rn o dell e licenze e degli esoneri, non cond ann and0 all' ozio per st agioni int.iere n ei q,uar tieri e negli ospedali cittadi ni fala ngi di r ichiam a li a.nzian i, e procu · randa ch e i -permess i '!)Or determin ati lavori n on g iun gan o · rego larmen te a)lorch è qu esti son da mesi ultima i.i, come ancora sta avvenendo nel– l' att uaJe peri od o di mieti tura , per la quale gli ag ri coltori furono invit nti a far rich iesta di mano d'opera q11a ndo gi à le messi biond eggiava no nei campi; salvo a sentirsi ri spond ere parec chi giorni dpo, allor chè sollecito.J'Onol'adempimento dell 'im– pe gno, che i mietitori sa,rebbero f orse assegna.t i, allorchè fossea·o ,e-iunti... dall a Sru·dei:na ? Le _stalle d'Augia ln occasion e delle disc uss ioni susc.ilate dalla concessio ne fai.a all 'ing. Zunin i delle 1orze idi•au– lìche der ivabili da.i tonenli Dolo e Dragon e, è resultaio il si;guenLe fatto , che sarebbe incr ea.ibile, s~ non fosse siato l'iconos DiUto ver o dallo stesso a ut 01re di esso, comm . Cagl,i, sulla Tri buna. l'l 19 gennaio 1917 il P1·eietto di Modena concede la derivaz ione . : et Consig lio p1·0,vincia le dJi Mo– dena alc uni consig lieri p,rotes tano. li Pr~etto di- • chiara. di avere fatta la concessione pei· solleci– ta:zioni avute da l .Ministro dei lav or i pubblici coi telegrammi del 15 e 1H genna io. Ma !'on. Bonomi sa di non avere nè spediti nè autorizzati i due tele grammi. Ordina una . inda– gine. E ne risulta che " il luntionario aUor.a in– caricato di •reggere l'ufhcio speciale delle acque , per aderi11e alle insi~ tenti pr emure di ·un depu– tato rlellp re gion e e ~·itenendo tratta'l'si d•i una [)ratica regolarm ent e istru ita e non suscettilbil e ù1 opposi zioni, li a veva spediti a f irrna del mini– st.ro, senza chied ere ed ottenere l'au torizzazione riel minis tro stesso. Dopo di che , il minis'tro Bo– nomi voll e .::h e il Lunzionario tornasse nel campo della su a precedente attività, esonerando lo con suo decreto dalla direzione tem'poranea dell'uf – ficio specia le delle acq ue ». Il dC1Putato è Jon. Ruini. li funziona .ri o è Al comm Cagli. iL'on. ,Ruini ha :,piegato su l Giorna le d' Itali a il suo inte1,vento " nell 'interesse del suo collegio e della reg ione non solo, ma anche della elett rifi – cazione fes,rov iaria , cli cui f,u sempre fervi d o so– stenitore »: l'ing. Zuni ni, evident emen te, è un uomo nato colla camicia, se nel dislY.rigodei suo i affa ri elettric i ,si è inco nt ra to con un d elputato, che o.ffye la sua opera onnipo tente •e gra tuita a chi chiede concessioni elettri che per solo e pruro entu siasmo dottrinario _. Quanto al ,comm. Cagli , questo signore ha sp ie– gato ne lla 1'ribuna il telegr amma ftronato senza a utorizzaa;ione col noi:re dei! minist ro, con la st raordinar ia u·ivelaz ione che « così si usa fa re in casi analoghi ». Cioè quando un a.f.fare è so 1 lecitato da un de– putato del calibro dell'on. Huini, il quale , graz ie alle sue ader enze :IJO!ltiohe, è nel Ministe r o dei la – vor i [}Uhblici ,una specie d.i ministro in pa rti bus, g,Ji impi egat i, sente ndosi le SJ}ale copru·te dal deputato , la fanno addirittu ra da min isrtri, e il m inistro ~ ridott o a:Ua funzion e di mazza. di sco– lpa. E d1fatti, « come si usa in cas i analog hi », il funzi ona rio non è stat o destitu ito per questo inaudito abuso di potere. L'on . Bonomi si è li– mi lab a r esti.tuirlo alla sua prec eden te attività, privando lo de.Ila ind ennità di missione . Se l'o n o– revole Bonom i !IJVessevoLuto compieve il suo do· vere, a \Orebbe a, ,uto da j are i con!Ji con !'on . Rui ni, e quindi con l'on. Sacr hi , e quindi con tutta la orga nizzazi on e della r ad ica.naglia gioltttiana . IJ co,rnm. Cai.li aveva le spal le sicure... I LIBERO-SC AMB IST I AMERI CAN I 11a11no pres ent.al o n el m.ngoi o pa/ssato ci min is t r i ,l. J. Bal f our e René 1'iv i ani, pr esidenti d ell e Miss ioni in gl ese e fr<m cese, il seguen te illdiriz;o : Ci p,rendi amo la libertà di indir izza.rei a Voi, elle rappr esentate la :\'azion e ~ladr e e la RepuobU cu sorella del nostro P aese; e lo fa cciamo per con to di assoc iazion i e d i cittadi ni, che difendon o la ca usa d ella lihertà del comm ercio e della liber tà dei ma ri, nella persua ione che la vos tra missio– ne in Ame rica sia a nnunziatri c~ di una più Ia.rga e inti ma uni one tra lutti i p opoli. Noi credia mo che, tt'a: le molt eplici cau so che hanno port ato alla pr esente gu er ra mondial e, pri – meggi jl conflitto ti·a la 'politi ca della egoisti ca e restri itl va cosl eletta "pr otezion e » dogan ale, o la politi ca della liber tà degli scamb i. Se la Ger– :.Oania a, ·esse aclottat o, come fece l'In ghilt erra, 1, pa rola d'ordin e di Cobden " pa ce in terra, e buo– na volont à tr a gli uomin i » anz i che la " econo – mia nazi onale » d i Li.szt e il suo g rid o " da Be:·– lino a Ba,gdad », iJ Governo im periaJe tedesco no n avrebbe p.-obn.bilmente gett a lo qu el popolo nell' on ore e n ella miser ia attuale . Noi onoriamo l'In ghilter ra p er la larga politi – ca econ om ica., ch e fece dei suoi lib eri porti i cen– tri comm er ciali del mondo, e gen erosa mente rese ,poss i,bilP. lo ,s,·ilur:1podella !!'rande flotta comme 1r – c'iale dello. Germ ania, ch e oggi invece la guerra dalln. Germania J)rovoca ta h a s1>azzat o via d a i mari. Noi on oriamo la Fran cia per la llbera litì1 con cui h a fa tto della sua capit ale una scuola per gli arti sti cli tutte le nazioni e di tutt e le rJa ssl, grazie &Ila educazione rhe viene dat a liberam en– te da chiun que la cer~hi , senza dist inzion e di nazionalit:ì.. Noi d eplor iamo elle la nostra n azio– ne, che è ·pure la patria dell a libertà politica, a... bia neg ato a l suo popo lo i benefici della piena li– bertà econom ica , ed abb ia visto scemar a poco a poco la sua p 1iesenza sui mari e il suo posto tra le nazioni commer ciant i, a misura che si moltipli – cava no le leggi r estr itt ive. Abbiamo appreso con dolore che vi h a qualch e int enzion e, dopo la frne di <fllesta guerra, d i in · gagg iare tra gli attuali belligeranti la guer ra economi ca. Una tale cont e$a, a nostro avviso , non potrebbe che pr0durre nuov i catac lismi, più g,ran · cli di qu ello che h a già cumulato ml ie spa lJe delle fu ture gen eraz ioni oneri di impo ste e di dolon già ins oppo rtabili. Noi -pensiamc ch e se il mondo vuol rest a re 1,n •pace , deve adottare e mant enere la pac e econo– m ica bas a:ta sull.a libertà del commercio e su lla libertà dei mari; lpensi,amo che questo sia il so l0 fond amento sicuro e dur at uro per una Lega pa ci– fica tra le Nazioni, per il disarmo , per la riduzion e dei pe si che gravano sui popoli, per una vera e J>rospera democrazia nel· mondo . \ I laburisti inglesi e il protezionismo L'J::co della Stampa mi dà notizia cli varie cri – tiche mo ssem: per gli a rtico li che ho pubb licati sull 'Uni tà, su lla n ess un a pr obab ilità d i successo del n eo-pr,:,tezioni smo ing lese. Al solito, esse si Ji. mi ta no a cita re ordini del giorno, proposte, pro– gett i, lam Jnt ele d 'industrie pa,rti colari; non ve n'è una sola ch e cerch i di confutare le argomenta– zioni con le quali ho cercato 1, di.rhostra re com e, sia dal 1mn,to di vis ta: economico , come da quello politi co, un ritorn o ·aJ protezion ismo, oltr e a non risolvere i pr oblemi,, per cui viene invo cato , urt e– reb be contr o le stesse fondam ent ali esigenze di con ser vazioJ1e dell 'Imp ero a3ritannioo e delia sua p rosper ilà . · Viceversa v'è .un fatto importantis simo , che è 'Ve– nu to in questi giorni a suff ragare la mia tes i. n Manifesto formulant e i fini di guerra del Part ilo Labourista ingl ese, che comprende i t,,000,000 di membri delle Trad e Union s, si è pro nnnci ato con– tro la cosi detta g uerr a economica dopo la gue1:ra militare e contro la introduz ion e di daz i pro tettor i. Questo vuol dire che le classi lavorat rici in glesi hanno già. seppe llito il neo-protezionismo. Ma que-

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