L'Unità - anno VI - n.36 - 6 settembre 1917

246 La Democrazia rus sa è un prodo tto , uno dei magg iol'i prodotti cji qu esta guerra; la cris.i cne la Ru ssia att ra versa deve esser e ri solut.a col con– solid ame n to di una grande democrazia ad oriMl– te; n oi dobbia mo sostener e tutti gli sforzi che la nostra alleat a comp ie per anivare a quel risul– tato; seg uendo i consi gH e gli int eressi del Papa potr emm o profittarr della debolezza present c: della Ru ssia pe,· condu dere la p ace a su.e spese; ]i,. democra zia mond iale commeU e1·ehbe un su i– cid io; un a delle mrg giori ga rew.ic della pace du – ratu..a e que<>laappunto: - che gli im per i Con n o.li sifmo tutto Intorn o llloccaU d li clemo~razi~ p arlamcnt a,•i. Noi respi ngere ogni a per ta o subdola proposta di 1>acc sepan ,ta a spe~o della Russ ia, nel dife 11- dero o. oltranza 1>< nost ra a llea i.a in qu este ore ditn cili della sua storia. noi prepari amo ore mi – gliori nlla nost ra sto ria di dom ani. :'-/oi siam o solidal i con la Hu~sia non solo 'J)er– chè abbìam 0 un t1·aUato ohe ce lo imp ,lne. ma perch è il. contenuto di questo trattato è più che ma i con form e al nostl'O interesse presente e pro – s.pettirn. Un altr o 11,unto rti soslan~iale <lissonso n= da un 11.ppa1·ent e consenso . E' ovvio che I~ questio n i .territo1'iali, che per ogni -singolo Stnto inte ressat o hanno un valcn·e gra ndissimo, ne al:!biam o uno seconqo.r io o non. ne a.bbiamo affatto per la Chi esa cat tolic a. Che impor la ad essa che I' Alsazifl,.Lorenn sien o tn ito All1tFrnnci a o alla Ge,·man ia? Ohe importa chr il Vescovado cli Tr ent o sia in terr a itnli.{lna c> in torr,\ auslria ca'/ Che importa che la Mace– doni a sia ~ gregnt alla Scl'i)ia o alla Bui garia' / Ed è pur vero che il P, ·esident e deg1i Stal:i Unili des idera che qn ste c11est ioni sian o asso – l uto con equit à rt'alle na zioni pii\ dir ettamente !.nteressate Ma mont,re il P re iclonte Wils on s i asp etta un a sc>luzione che pc,nga In libertà di tutte le nazion i grane\, e piccole a base della •pace futur a, il P apa inv ece v,uole la pa co per la pacP; o pur ' cli 11vc1la l'a ccetta a nche zoµpo.. ~ e ENSURA Non occorr e contestare .al Papa che l'equilibr io delle forze mi lita ri è un atti mo trans itorio; che la st asi militar e nata da ll o. cri si russa sarà ·risoluta dal ,·apido in terve nto americano; che l'inao ,gine de<lle i-esponsabiliaà della gue1Ta non pu ò essere soppressa dal Caipo rlella Cri stia ni tà e affogata nel fatt o b~:uto dell a reci'proca impo tenza mili– tare ; che b~tt :> ciò conduce alla pace germa ni ca ... Quel che più pre me ora ril eva re è l'altr o punto del discor so, che riguaTd a le garanzie della pace fut ma Il P apa pone nel di arm o general e e contem– por aneo la &_uprema gare nzia d ella !pace dur a– tura tra i popoli. Nessuno prima di lui aveiva ' posto H problem a in ter mini cosi logican1ent,e ri– gorosi. E bisogna ri conos ce.re che la Lega delle Nazi0n i, .J'a.tJJitrato inte rn az iona le, la libertà dei m ar i, la indipendenza dei po'J)oli, il diritte loro a dec idere dei propri desti ni. .. tutto dipende o pu ò esseTe, più facilmente risoluto se si ragiona sotto la pr emessa che gli eserc iti e le flotte cli tutti gli Stati d'Eur oJ:)a slen o ridotti alla tutela clell'orcllne >p.ulbblico e alla polizia dei ma ri. ul O e L'UNITA Se il disarmo dal camp o logico delle ipot esi passasse in quello politico dolio. realtà , esso sa– rebbe U primo passo sicur o verso qu ella ma ggio re 11nità politi ca che ~i chia merann o gli Si.àt.i Uniti d"E uro pa, in cui molti problemi territ oriali, che ogg i hanno una irriduc ibil e import anza politica e militar e d;venter ebbero pr oblemi prevalent;l– mente amm in i tra tivi. Ora· noi non diciamo pun to che il disa rm o sia una utopia, couie afferman o e vogliono i giornali che dif endono gli int eressi delle classi, delle caste e delle industr ie che al ime11tano ·1a discordia in tern azional e, percnp da qu è te traggo no-i loro profitti. I Governi ' dell' l ntes a non pa rlarono di disarmo nell a 'o ta sui fini dellu guerra e sull e co1dizio1Li de:lla pa ce; ma è un fatto che es i erano t utti pratic amente disarmati qu and o fur o– no agg rediti idalla {'/ermo.nia, che all'a umento delle spese rnilit.àri eran o stati tra scina li Il ma– lincuo re dall"esempio fatale della Germani a, che non cre devano all a pos sil>ilit.à di q,iesta g :ne.na . che non la , olevanò e ctw- ogg i la conside rano come un mezzo necessa ri o per ab bat tere il mili ta– "rismo prussia no. Sta pu1·e in fatto cho le demo– ci R1,ie dell'In tesa nei loro pro g1·ammi compren – -dono il disa rmo com e un raposalclo della pace; a sta in fatto che il P residente Wilson l'ha com- 1p.reso nel suo me sagg io come una necessar ia ga renzìa della 1mce giu sta e du ratura, li P apa. i• il bm1 venut o nella fos a dei leoni. l\[a mentrn egli invita le due part i bellige1•anti a disarma re, come se entrambe, e non un o. soltan to, fossero contrari e al d isarmo, è lecito chied er e se, pri ma d, seminare spera 11ze cli' pace in m07,zo ai popoli soffe,~,n1i, egli ab bia :soncl-atc le at tuali inten – zioni della Go, ma.ni ,i: poichè n oi ricordi amo che il Kaiser ri$\Jonclenclo alla nota di Wilson aveva dichiara to cli es er e disposto al disarmo gener ale soltanto dopo la conc l11siono della pace.. . ger– man ica ' li P l'Osiclenté degli Stati Uniti ~a che il Governo militar e della Germani a, non vuole il clisan no, e che, se in qu esto momento lo promet tesse « noi non pot remm o accettarne la pa rola ». P erciò\ri – ma di conclu dere trattati con la GeTmani o.'vuol e gar enzie; e le aspett a da una rivolu zione in terna, rhe abbatt a il Govern o asso lu to della casta mili – tar e. E' più 1yrobabile che il pop olo tede sco non sia mal.ur o per la rivolu zione; o almen o non lo sia i,rim a che la sconfitt,a militare gli a'bbia tolta ogni fiduci a .s ulla :n vi~cib ili tà dell 'esercito . Ep– [lerò in pr atica la risposta del Wil son signi fica gue rra s ino alla scruiiìlt.u. ~ompl ela della Ger – man ia. Pu ò Benedetto XV dar e un ·aJtra ga renzia che l>i Germa nia voglia since ram ente il di sa rmo ? Na– tu ralmente non basta.no le fra si e le prom esse verbRl.i; nè gli impegni scritt i. li disa rmo dove alme no con sistere nel sot tra JTe la 1 competenza dell.J)spese milit a ri e d egli armamenti di torr ::i e di mare a i si ngoli Govern i nazional i per affi– dar le ad un a Commis ione in ternazion al e. Se sì, iJ gua appello alla pace non sa rebb.i stato invan o. Se no, egli non può ferm arsi a mezza via; ma de,·e seguire quella già tracc iat o. e pe rcorsa dal pre side nt e \\'il son, il q ual e di fronte at rifiuto degli l m'peri Centra li, è u cito dalla neutralità per impo1-re con lo. guerra la pace giusta e duratur a a lla Germania . ' Il Papa non può f::ire la guerr a; ma il suo Clero pot rebbe da ogp;i inna nzi smette re la pr o– pag anda della gue r ra senza vittori a, per r a ffor– zar e inve ce la resistenz a morJtlc dei 'J)opoli, i cui i,oldati combatto no contro il m ilitar ismo 1>1·us– sia.no . Fuo ri di quEc>sta lin ea di cond otta la Lettera di Benedetto XV e 1111 atto di politi ca int erna , · tend en te a giu stificare e act in coraggiare la pro– pag anda deprim ente, Cosi in br llve tempo han .no ri cevuta degna se– poltu ra il tenta tivo rlella « 1p11,ce. socialista» e il tPntativo della « pace papale ». l.n ess i Par>ato e Socia lismo ufficia le hann o pa.– recchi 'Punti di sonn glian za. Entr ambi si affer– mano potenze spi ritua li e anazionali ; entramb i vogliono la pa ce ,pe1· lo. pac e e combattono •la guerra per la guer,,a; entrambi si ,riten gono neu • tra li tra i bellig eranti e \>retendono di e&sere imp arz iali; entrambi ran n o pi:opag anda per la pace senza vittori à; entrambi clepr imono cosl la resiste nza morale delle tpopolazi oni dell'Int esa : entramb i san no che questo effetto è 'j)iù int en so P deleterio in It alia dove la ma gg ior anza . dei cle- . rica li e dei sociali st i fu e resta c'entrar la alla nost ra guerr a. Ma nè l'uno f\è l'alt,ro hanno il diritto cti' pa r– lare in nome della umanità e della gi ust izia. L'a sserto re dei pri ncipt mora li e di giustiz ia ' inter naziona le in qu esta g uerr a non è il Ca.po della Chi esa, catto lica, non sono i sociali sti neu– trali sti , ma è il Presidente della Democrazia americana . Observer. - La conferenza· di. -Stocolma L"articolo di « Observe r "• pubblicato nell'ul – ti mo mimero dell'Unità 1 non to(Jlie nulla all'tn – teresse della ·lettera, che qui 1mbblic hiamo, e alla cppor tunità della discussione, a cui essa ci in – vi ta . Cara « Unità», Ti doma nd o una breve noti cina sulla Conferen– za di Stoccolm a, e sull a proib izione di pa rtecipar– vi fatta ai S(.cialisti dai Gover ni dell' In tesa . Que– sta proib izion e ha gettato un certo turb amento nell'a nimo di molti fra noi, i quali riconoscia'llo la necessità della guerr a presente come guen a di liberaz ione dei popo li e per la costit uzione della Società delle Nazioni. I motivi della pro ibizione non ci convin cono. S.i è detto che il governo russo è contr ar io alla, con ferenza; ma l'af fermazione non sembra fon– data, e ad ogn i modo c1 lasc ia indiff erenti. Il secondo motivo non è più valid o del .primo. l governi di cono: « Le co1Ìclizioni di pa ce non devo– no esse re di scusse eia un partito, ma dalla n a– zion e, ossia dai governi ch e sono la sola legale rapprese nta nza della na zione ». Or o. noi sem'.bra non solo ingiusto, ma addir ittura imp ossibile, im– pedir la discu ssione delle condi zioni di pace. Un a simile discus &ione è cli tu tti i giorn i. E' gius to che soltanto i Governi a<tottino certe condi zioni di pace. Ma la Confere fu a cli Stoccolma che alt ro po- • trellbe I.a.re all 'infuoti di proporr e una soluz ·ione del conflitto? I Governi ascolteranno e giudich e– ran .no. Ma non possono rifiut are nessuna collal)o – raz ione alla soluzione di problemi, che interessa– no le n azioni in gue rra, come interessano l'um a– nità. Do. ultimo, si trova rip rovevole ogni con tatto col nemi co. .Ma: noi non faccio.mo , com e la Ger– mani a, la gue rr a oltre che aUo Stato nemico, ai popoli dello Stato nemico. Non vi è m otivo di ri – pro vaz ione in una ùiscus sione 7nibb l.ica , ap erta, contr olla tu, fra mdditi di Stati nemici. Bisogne – r ebbe ch iudere .allo1 8.le fronti ere ai pellegrini di Zimm erw.ùd , di Kientha l, e ma ·ga ri a tutti i mes– si papa li, citta dini it aliani, che si recano ad osse – quiar e p rin cipi e l'C nemi ci. Si perm etto no, fl,n– aendo d'ignorarl'i, gli inco ntri subd oli e clande– stini, e si grida allo sca nd alo per un convegno or– ga nizzato sotto gli occhi del mon do. Questi ~cino i motivi conf essat-i ciel divieto : Non avendo essi alcun valore, non devono egsere i veri. Cerchi amone degli o.Itri. · Temo no forse i governi da questa in iziativa cli pa ce 111! ind ebolimento delle Jor.ze di resistenza naziona le? Ma oggi per sos tenere la resist enza bisogna dim ostrar e che si desidera di ,OJ'rivare al– la pa ce vurchè non sia pa:c.e tedesca. . Tu t.to ciò che avvalo ra l'ipotes i di qu esto desiderio dà len a per la sforzo 6\lpr emo.

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