L'Unità - anno VI - n.36 - 6 settembre 1917

• no formalm ent e al Govern o, ,pur pa rtecipando vi realmen te coll'ap1}()ggio che gli dà:nno. La cosa ,,,·u. cosi chiara, che verso la fine di giugn o e il prin cilpio di luglio, il C. D. O. S., chn ùra agiva non solta nto per iJ Consiglio di Pi etr ograd o, ma anche 11er la ConferMza Pan – Ru ssa, di tutti i C. D. O. S., ma,ndò qu attro de– legai.i a Stoccolma per accordar si delìnili vamente col Comitato s cand inavo-ola ndese. E in base a l– l'acco_rd o inler v~nuto fu lanciato, il 14 lu glio, un ter;o in vit o, l'ultimo e definit ivo... per ora . lJ pu nto esse nziale di c1uest'invito è li seguente: « l. a co11ferenzo sar à tenuta a Stoccolma il 15 agosto HH7, e n ei igiorni s uccessivi, cot seg uente programmn 1H·ovviso1·io: « 1. La r,uerr a rnonùiaJe e l'ln ternazi onale · « 2. 11 pro.gramm a dell a pa ce e l'l ntern azio'. uule; « 3. .Mozzi e metodi iper arrivar e a d ,un ac– cordo allo $Copo di vor fine prontameute alla gu ena. « Gli orgu11iua tori della conferen za sono con. vinti che l' Internazi onale dovi·ebbe indurr e tutti i partiti e t utte le org anizzazioni operai e a rifiu – ta re qualunq ue ,collabo razione a que.I Gover no, che ha rili ula to di chi a:rire i suoi SCOl)Ì di guer– ra, o ha indi cato che i suoi scopi sono impe ria– listi, ò ha rifiut ato a rinunziare a c1uesti fini ». Qu esto ultim o invito ru sso-oland ese-scandin avo diffetisce essenzialmente daJ ,p,recedente invit o ru sso : 1. il 1,rogra mm a non è iimilalo at solo 'punt o di romp ere i govern i cli coalizione ; 2. lu Confw enza deve ·elaJiorar e in dettaglio un pro– getto di pa ce ; 3. deve conside raJ·e tut.li i mezzi per finire la gue1Ta. · Non risulta esplioitamcnle che la Conferenza , ia imp egnai -iv.a, nel senso che J'accel~azio11e del– l'inv-ilo Involga l'obbligo di essere legat i a tutte le sue decisioni. Ma in lrna dichial'azionc Catia al « •Labou1· Lead e.r », i quattro delegati del C. D. O. $. dissero che « gli organ izzatori ,lei « Convegno espdmùJlo la coruvinzione che tutti 1 « u>al'l it,i ed organizz ~zion i inv itat e sono µrepa " rat e a pren dere l'im'pegno cli at t uar e se,nza esi– " t,nzione e senza alcun a deviaz ione le decisioni " della. Conferenza» . E òel resto è ovvio ch e un a Conferemsa sor ebbP. un inu tile $erpe :ro di temp0 e, d'i den a ro, se ,ciascun 1eon ven u.lo dov,esoo a, i,riori dichiaa-are che intende eseguire le dellbe razio11 i solo nel caso .che la Conferenza dia ra – gione solamente a lui. Con tutt o questo il P arli t~ del lavol'O in glese, · r•ell'adlLnanz a del 10 agosto, ha clelibera.to con U!46 .000 •voti contro 500.000 ctie col suo inter· vento all a Ccmfere nza non .int~nd e ass umere im – pe,,"1Ilà. E'V'ident.emente i sociali sti inglesi no,, hanno fidu cia nella lealtà dei tedeschi, e nell a loro capacità di esercitare · un peso nell'azion e òel loro Governo anche sé fOS$erO leali. Perciò 11ccettano di discuter e, e non altro . Ma è anc he evidente che è questo un mezzo termin e ingenu o fino allà f,a;nciullaggine: Je delillerazioni della Conferenza av.rebbero un peso morale eno rme sulla -opini one di tmt!Jii socialisti, anche se non ci fosse un vero e •proJ)rio impegno di eseguir~e. Questa è ,la Con ferenza, a cui i Governi hanno ' vietato ai loro sociali sti cli intervenire . In ques ta Conferenz a - pen sa il Reggior i - i sociali sti, in fondo, non av.rebbero fatto alt.ro cl,e proporre ·un progr amma di pa ce. Ma s' in– ganna. Gli ideailisti, •O ingenui, . o fan atici del so– cialismo sono convi nti di essere, ' ciascuno cli essi, uno per uno , deposita.rio del IJ)ensiero e della volont à del proletariato cli tutto il mond ò. Lui gi XIV diceva: « Lo Sta.lo sono io ». Il so– cialista, che si ri spett a, quanto più è ignorante , tanto !più è convinto di essere lui il pro letariato cli tutto iJ mondo, n on appena si ·trova riunito a Congresso con qualche altro centina.io di per– sona.ggi, che r.on va lgono né più n~ men o cli lui. Riunendosi insieme, questa brava gent e non s.i limilre.bbe a propo rr e un i.i soluzione ai Gover– ni ; pre tenderebbe di imporla senz'altro, in no– me del proletariato di l.)ltlo il mondo ; e assume– reb be irn11egni per un'azfone po lit ica determin a– ta. E m!llta rult~a brava ·gente, che non sente il dovere di pr endere sul serio il socialis ta ufficia- 1noBianco L ' L;;; 11A l,• A o il ociulista ufficia.le B, qua ndo parlano corno indi vidui , è pr onta a b utta rsi nel fu oco, se 0 1.1esti medesiini indi vidui le par lan o in nome di un Congresso i nternaz ional e. 0,ra, con qu el)a moltitu dine cli ideali sti , d'in– genui e cli fanatici che a ndr ebbe a Stoccolma., ci andr ebbe anche un'alt ra moltitudin e di comme– dianti e cli agent i e d i spioni au stro-tedeschi, non tli tt i t.eaeschi, capita nai.i ctrui Gen ossen Scheicle– mann e Alllcr, e .ma novranti nell 'int eresse àel Gcr· verno tedesco e del Go, erno a ustr iaco. 'elle Ji – scussioni ~ nelle votazioni pr ese in comun e con quest.a « feccia ~1iù vile dell'um anità », gli idea– lis ti, .gl'ingenui, i fanatici di tut t i i pa esi assunie– r ebbero deyl i im11egni e li mant err ebbero omw · quc. )l a in Germania qu esti sooiali sti sul seri o, sono pochi, e il Governo n e avrebbe p.resto r a– gione, da ta la pecor aggine nazion ale. Nei pa esi clell'lritcsa sono moltissimi , dato il maggiore no– st ro sv i,IUPJJOdemocratico; e creer ebbero ai loro Governi clifftcollà incomparabilm ent e maggiori . Quant o ai comm edianti e ag li age nti del Gove'r– no tedesco, e.ssi aiutere bbero gli inge:Rui e i fa– nat ici e gl'idealisti a manten ere i loro Ìmpeg1ni nei sol i paes i... dell 'In tesa. Ecco [Jerchè lu conferenza cli Stoccolm a è dlesi– clr:rat a claJ Gove,,no t,edesco. Ecco 1ierchè i socia – list i magg iorit ari tedeschi e au stri aci sono stati au tori zzati ad anda rvi: e nessu no afferm erà mai che i Governi della :-.rectieur opa sieno molto te– neri clena ln tern azion ale. in t,empo di guerra e In ·tempo cli IJ)ace ! La verità è che la Germ ama e l' Austri a sanno che ·in ··un Congr esso socialista intel'l1aziona 1e, ogg i, l1'i grid erebbe : 'Pace, pace, pace, « viva la lihe rt.à, siamo frat elli »; viva la ri vol uzione; viva la società delle nazioni , viva il licenziam ento 1we~ent ivo di t.ut: te le dinastie,; viva l'a ltuaz.ione p1·even!iva dAl reg ime '!><>litico delle lib01'là e nelle a.utonomie nazion ali. Ma, fi. r:ita la sbornia dei discorsi, i socialisti •leclescni continu erelibero a votar e i crediti milH.ari, men– t,re i min chioni degli alt ri pae si si mette rebbero col fi l della sch.iena a lav orare per at tua.re sola– m ent e a casr1 loro, i dehb erat i della conferenza. di Stoccolm a. A dim oslrar e che il pcri col~ è grave , basta un rat to solo: dopo aver accusato per tre a nni Scheidemann ò i tr adimento, i nostri socialisti so· no pronti a discutere e t,ratla re con lu i, conside– l'Cl11do/o an ,:ora come sociaUsta. O hanno fatto la commedi a n ei tr e an ni passali , quando iro clama– van o Scheictemann trad ito.re del socialismo. O fa,1- ll:'l la comm edia oggi. O erano ciuchi a llora, Ò ciuchi oggi. Queste essend o le sole conseguenze r 98ionev-ol– mente pr evedibili della confer enza di Stoccolma, è perfettament e natura le e legittimo che i nosiri Governi non i:ie vogliano sapere. Non è 1Iecito ablba:ndonare un raso io i.n ma.no a un ba mbino o a. un ulibriaco. Una con ferenza int ern azionale socialista sa rebbe oggi un rasoio, che le S'pie austro-tedesche mett.eTebbero in mano dei sociali sti nostr an i, •bambini e ubbria chi, pe.r– chè se ne servissero contro di noi. II 11osti·o am ico nnn vuol dubitare dell'effica– cia delle idee di onest à e di giustizia, e non puÒ credere che a qu esto mond o la ciar lana te.iia deb– ba vincere sulla verità. F., a lungo and ar e e in con dizi oni 1w 1·mali, ha rag ione. Ma, in temp o di anerra , chi ani va a ing an nar e per un ·m om ent o solo l' avversar·io, ,pnò conqui stare posizioni peri– colosissime e.,tener.seie poi per secoli. Gli Schei– demann tedeschi e non tedeschi conoscono ben e questa verit à, e si sforzano di afferr are un mo– ment o buon o per s uscitar e divisioni e difficoltà in casa altr ui e arri va re così alla loro pace . Ir~ tempi men civili e più feroci, chi avesse osa– to pr opors i di and are a prepa ra r la pace con agen ti ric ouoociut i, come Scheidemann e Adler, del Govern o tedesco e del Governo austri aco, sa– rnbbe sta.lo r ivoluzion ariamenl e e democr atica– mente ghigliottin atò. Og.gi i Governi dell'In tesa s ; sono limit at i a negare i P'assaport i. Compia.c– ciamooi del prog resso dei tempi. Ma fermiamoci ,, questo pu nto. l!'Unl tà. L'odissea del grano L'Unite! ha fal 10 qu alche cenn o degli as surdi, che avvengo no nel co.mruerc io del »;rano dopo che è stato burocratiz zato. :\la su qu est'a l·gomen to ci sareb be da scr ivere un volwn el Mi sia concesso di scri vere qu alcosa su quel che avvi ene in pro– vincia cli Bari. Questo è l'a mbi ente, ch e conosco, e cli al tr o non oserei .parlar e. Tu tto il grnn o, comunqu e provveduto per la pro– dn cia , deve allluire n el ca.poluogo, sia per ·mare, sia vei· terra . ~lotivo per cui i molini , che non si trova no nel capoluogo, rJ!a stanno sulla lin ea fer ra ta o in citt à fornit e an ch'esse di porti, ve– dono pa ssa re a pochi metri il g ran o senza po– terlo af1er rare. Debbono vedel'lo pr oseguir e fino a Bari, e_poi da Bari aspett a re che sia r~spedito nei cenln rn1nor 1, agg rav ato del magg ior nolo ler– roviai·io, dei dir itti cli rappr esen tan za., soste, ecc. Ep pur e bas terebbe, lun go la linea ferrov iaria, di– stacca re via via dalle tr adott e tanti vagoni quanti ne sono destin ali ai molini di ciascun Comune! A Bttri, il consorzio grana rio si è proposto 11 pr ogramma di fa r servir e la gu erra a sviJuppa re , molini ciel cap oluogo ascri tti alla camorra del consorzio, soffocando i mulini delle citt à minori. Così abuiamo che i sudde tti mulini a scr itti a,lla camorra lavo rano giorno e Dotte, ment re"'i mulini dei pa esi vicin i res ta no ino1:ierosi per int ere set- · Limane. Le tasse , però, compre si i so1>raprolìtt.i di g uerra, le paga no ta nto quelli che lavorano Mrn– pre, qu anto q uelli che la voran o solame nte quando la cam orra di Bari si degna di lasciar cader& qual che bri ciol a. dalla sua laut a mensa. E tutto questo viene giustilìcato con .la speciosa cons iderazion e che ii\ Prefetto, in caso di_bisqgn o, deve avere sempr e a portata di mano la fa rina eia spe dir e nei centri bisognosi. Quas i che per te– legrafo_ non poi.l'ebbe appunt o fare spedi re, in caso dr biso gno, ra,·ma da Ba:rlett.a, anzichè da Ba ri . a Tr ani o ad Andria! E molte volle u. Co· munì, che hanno dei mulini, e che chiedono gr ano per fa rlo 'm3:cina re localmente, il Pr efetto manda farin a, spesso di pess ima qualit à , pro veniente o da Ba ri o da Napoli o finanche da lle Marche. "Nel luglio scorso il Comun e di Molfet~. su 6000 quintali cli fabbisogno mensile, ne ha ottenuti -soli 2000 qu inta li io grano; 4000 sono stati dati in fa– rin a, ment re i molini locali rimanevano inop eros i, e 1 tr eni andava no.avanti e indi etro per la staz ione di Molfetta -ca ri chi cli 1 gr ano. Il pretesto che s1 dava ai molini, ohe chiedevano grano, 'era che ~on c'e_rano vagoni pel traspo rto del grano. Ma 1_vagom c'erano per tr aspo rtar e il gra no ai molini et,. Ban, e ritrasporta rl o poi sfarinato a Molfetta . E i vagoni non mancano per far venir e grano dal ' .Ra v~nnate, mentrn nel ta,voliere di Pu glia i pro– dutton _sono 1mpaz1ent i cli vendere per realizzare senza ntarclo 1 loro cap itali ! · " .:\'lentre i mulini delle pro vincie gra nif ere (Fog-– g(a) e que llt dei luoghi di rif ornimento (Nap oli e· d111torn1) lavora no con tutta la loro efficienza anche di notte, e si lament ano di essere sovr acca – richi di farine, pa.ste, semole, che non possono esportare fuor i prov incia, i comun i minori della. prov i_nci_a di Ba_,·i hanno spesso i molini ·e i pa – shflc 1 mopero s1 per man canza di grano e di . semola. Per il peso viene inesora bilmente riconos ciuto quelilo dichiar ato in pa r tenza e qualunq_ue man– canza si verifichi al l'arri vo non viene affatto ri– conos ciuta. E da chi è contro llato il peso--in pa r– ten1,a? Da un a Comm1ss1one di requisizion e che spesso sempl ificand osi va a ridur si ad un sergente o ad un fun ere. 1 molini hanno fotto doma nda d·i gode1:e .aìm eno .doel controllo della pe satu ra alla staz ione é1 a rrivo. Il Prefetto ha risposto che a nulla gioverebbe il controllo, percbè il peso cteve esser e qu ello dichiaralo in part enza: e cosi s1 è '.1vuto il cas o di un vagone perv enuto a Molfetta ti 13 agosto dal -Ravenna te, sul cui peso dich ia– rato di quint ali 131 si è verificato un ammanco d1 q.!i 5.47 : che è st.ato necessar io pagare, ~ome~ se esistessero. Cou qu esti e con altri •pasticc i, sui qu ali· n on è· il caso cli fcrma1·si, per chè possono essere com– pr esi solam ente da i pra tici del mestiere non so– lament e si dann egg iano e si esasp era nd gl'indu– stri al i,, ml!- _si dis organizza, come bene ha spie– gato l Unita , la procluzìone e la circo lazione del grano e ·della :Carina; il Governo si decid·e a fare lui n· mestier e del Governo e a lasciar far e ai mugna; il n1estie re ciel mugn aio. Un mugnaio, Gerente respons-abile: ERN~TOFIIATONI . Oll1FIG:tiNA POLIGRAFICA ITALIANA< ROMA - Via della Guardiola , N. 1!2 - R01MAi '

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