L'Unità - anno VI - n.34 - 23 agosto 1917

sl' ftalia.ni , ottenendo che g\l'itaiUani mettessero nella loro lista due candii.dati tedeschi, fra cm on ufficiale ausbri:aco in ,pensione, che certo non lavorav.a contro le interizioni del Governo cen – trale . Il 1° marzo del 1914 cominciava ad uscire a Trieste l.a Triester Wochenpost, col program– ma di ,promuovere i' accordo fra italiani e tede– schi contro gli sla:vi. E quando scoppiò la guer– ra europea, , per alcuni ,giorni, gl'italiant di T•rie– Stfl accompagnano coll'inno di Garibaldi le par– tenze dei loro solda'tt contro la Russia e contro la ·Serbia. A tanto era giunto l'acce,camento cam– paniJi.sti'co antislavo! Vldilio durò poco. Dichiaratà la neutralità del· l'Ita1ia, 'l'inno di Gari 1 baldi non fu più ,permesso . Ma la mentalità tradi.zionale del municipalismo Irr edentista rimase immutat a. Quell,i. gente an· che oggi non vede a1tro nemico che lo slavo. Quando la: ,Ser,bia nell"-estate del 1915 fu disfatta, mcX]ti i:rr-edentii ,crecJlettero 'di avere ,toccato il cielo col dito: non capivano che q,.ia~to più gl i eserciti austr iaci penetravano in .Serbia, tanto 1Yiù Tri·este e iPola si -a:llontanavario dall'esercì to ita liano . ·E iJ loro prog1;amma è sem,pre quello della T1·iester Wochen,post : accordo fra ita lian i, tedeSchii e· magi,a.Ii. per sp artirsi le terre slave: . all'Italia la Venezia Giulia e la Dalmaz ia, all'Un– gheri a la Croazia e magari anche 'la Boemia; la Slovenia, secondo il signor Gino Scarpa, dovrE!bbe venir e all' Italia o. essere divisa tra l'It alia e l'Austria: e in ·base a quello che i tedeschi f.aran· no [Per stermina,re gli sloveni nella loro sfera di -azione, l'Italia - ammaestra il si,gnor Tamaro - «-apprenderà si-sterni ed eviterà errori ». li (Pericolo che l'AUBtria-Ungheria, cosl lasciata in piedi col nieglio delle sue forze, e, saldata più strettamente alla German;ia, attiri a sè la Serbia e il Monten egro, ,respinto verso di essa . dalla po– litica slavo foba dell'Italia, e riesca facilmente un he l giorno a !buttare l'Itali a a mare dalla Vené- 1,ia Ginlia e dalla ,Dalmazia, un pericolo di que– sto genere per i fanatici del municipalismo irre– denti sta non tè degno di co-m,idera:zione. La ven– cletta .,...."dicevano gli anti.chi - è la voluttà de– gli dei, Qt\e.sta razza di itaJ.ianissi mi ha eredita– to, i.~ psicologia dei. vecchi d·ei. E ,pm di ,gustare il dolce frutto delle vendette comunali. è pronta ad nJJ!batter.i l' albero della vita e dell'avv enke • cl 'Italia. ' g. .. Una -·.macchina per volare Do.po tre anni d{ guerra, l'on. Giolitti s'è avvi– sto nel discorso ,di Cuneo che qu esta guerra è la più grave c,i.tastrofe dopo il diluvio universale. Ma non ha detto una parola per spiega re in che moho l'ombr ellino della neutralità avrebbe protet– to l'Italia contro il diluv io. Viceversa ha chiesto che sia queBta l'ultima g.uerra nel mondo, ed ha affermat o che un gran passo verso la pace defi· nitiva sarebbe fatto, se si fondassèro in tutti j paesi ordinamenti interni cosi liberi che là sola ,volontà dei popoli, legalmente espressa, det ermi– na,sse la lin t1a di, cc,ndntta dei governi » - Ci VIUO· le una gran faccia tosta a p ar lare della volontà popolare legalmen te espressa, qu ando ci si chia ma Giovanni ,Giolitti, e si portano nel proprio ,pa:ssato le gesta elettorali del 1892, del 1904, del 1909, del 1913! • Dopo di avere accomodato il mondo, l'on. Gio litti è paSBato ad 'accomodare l'Italia. Alla quale afferma necessar io "il ri sorgime nto dell 'agr icol– tura, la ri costruzione di -una marina mercantile, l'utilizzazione di tutte le forze motri ci, ·e una azio– ne di governo che assicu ri lavoro alle classi ope– rnie ». Beninte so che si è guardato bene dal " co~cret ,a.re un ver o programma pratico », perchè gli mancano tropp.i ,dati, e u man ca anche la ne· ceSBaria se renità ». Mii. a noi non mancano i dati fondamenta.li ,per affermare con la massima sere– nità, che la r•ecessità più vitale dell'Itali a è di non essere più governata da un lazzarone, che dev'essere perfettamente noto all'on. Giolitti. L'on, Giolltti -vuole d' ,i.rl a finita con la politica estera a !base di trattati segreti. Benissimo! Ci CO L'UNITA spiegh i allora perchè ne) dicembr e del 1912 rinno vò la Triplice con diciotto mesi di anticipazione su lla scade nza, e perchè la rinnov ò dal luglio del t.914 al .luglio 1920. Quando si ,porta sulle spa lle un peso così gra– ve, può fare all6ai comodo affermare che il perio– do dei trattati segreti è definitivamente chiuso. :via non sono chiuse affatto le discussioni sull e responsabili tà di qne i trattati. .E J'on. Giolitti s'inga11na, i;e s'immagina di farle agevo lmente d1- menticair-e. Finalmeme, !'on. Giolitti ha scoper to che dopo questa guerra lo spirito pubblico, specialmente nelle class! popo la ri, si troverà profondamente mutato. E' s'immagina di pote re sfrutta re questo mut amento per -conto dei suoi figli, generi e suo ceri dei suoi · figli, parlando anc he lui di giustiz ia socia le e di solidarietà umanre, cioè offrendo ai deputati socialisti un posto competente al ,oan– chetto dell'affarismo tradizionale, ,-Ma fa male i" suoi conti. Il mut amen to è assai più profondo che egli non creda, e sopratutto 'si lè sviluppato in una direzione assai div 1 ersa da quella, in cui credo– no che sia avvenuto !'on. Gio}itti e !'on. Tur ati. La gente che toTnerà dalle trincee, non sarà più disposta a lasc iar si sfruttare e disonora re d a1 de– putati, senatori, direttori gene ra li, prefetti, che l'on. Giolitti ha nominati in tredici anni di dit– tatura; non sarà più disposta a la seiars i mangia– re le ~arni dalla ban da di affaristi, di cui ·Ja f<a– migl ia Giolit ti è stata ii centro e il puntello prin– cipale,. non saril, ,più dispos ta a \,i.sciarsi tradire da i ·'deputati ~ocialisti e canzonare dalle piccole leggine -socia li fatte ad uso dei soli elettori dei deputati socialisti. II discorso di Cuneo è la macéhina per · volare ... al Governo, che !'on. Giolitti ha tirato fucri dal aa,_iae, credendo che l'Òra sua stia per arrivare. S'inganna. Il motore è guasto . I.;a macchina o non volerà, o precipiterà. Il rapporto di Garroni Ecco di che si tratt;a. H 15 o 16 luglio 1914 l'am basciatore tedesco a Costant inop-oli, Wangenheim, tornato fre'sco fre– sco dalla Germania, comun ièò all'ambasciat _ore italiano, Garroni, ohe l'Austria invierà alla Ser– -bia un ultimatum tale da rendere inevitalbile la guerra. E ' una notizia di gra vità ecceziona le. L'amlbascia.tore ,italiano h a i.I dovelre di comuni– car la immediatamente al suo Governo: se J\On la comunica, si rende colpevole di un vero e pro · lpri,o ,reato di favorèggiamento verso il Govern.o l>ed'8Sco. · Questa comunicatL.ione fu fatta? L'on. ,SalandTa, che era nel lliklio del 1914 pre– sidente del Consiglio, non , ne ebbe' la minima in– formazione. Tornato Ga rroni a Rolllai e aV1Uta notizia della couversazione con Wangenhelm, l'on, ,Sal a'ndr.a r improverò l'amba sciatore di non ·ave re immediatamente rif (lr_ita la grave conver - · saziane e ,Jo mtse a 1-i,poso. 239 La prima parte del ,probl emà dovrebbe esseire · decisa dal registro delle lettere in partenza dal– l'amlbasciata d-i Costanti nopoli, se il registro esiste. Nel caso che il registro fosse sparito an– ch'esso , re_ste~el1be semp ,re lecito il dubbio sulla verità di q(llanto il Garroni afferma. .Anche se costui dicesse il nome del capitano italian o del 1 µiir()Scafo it aliano , a cui a.ffidò ,la va ligia di•plo– matica - ed 'è stirano che non ,a,bbia sentito il dovere cU dare q;ueste indicazioni ca:ratteristli – clre - sa rebbe sempre lecito dubitare se nella va– ligia c'era realm8illte il r8JI>porto. Ad ogm modo, non si capisce perclrè Garroni, -dopo avere mandato alla Consulta il rapporto riel 1uglio 1914, abbia sentito la necessità di man– dare la minuta alcuni mesi dopo, nel 1915. Que– sta minuta da chi gli fu chiesta? per qual mo– ti va? Su questo 1 punto Ga.rroni SOTV'O!a destra– mente. Ma dal momento che ha sentito il dovere di parla.re ·pe,r lillontanare da sè l'accus a dison o- · revole che lo 'ha colpito, perchè non sentè il do· vere di mettere in chiaro og;ni cosa? Ma potrebbe darsi che Ga,rroni non mentisse. In questo caso se ne dowebbe conchiudere che il ra-pporto iu soppresso al Ministero degli ester i, a Roma. · Da chi? iDall'on . Di San Giuli ,a.no? L'uomo era moralmente albbietto e ca'!>ace di questo e di ben altro. Dopo la morte dell'on . ,Di San Giuliano? E allora da ohi? • E in tutti i casi, occorre domand .a:re nell'inter esse del paese: - Com'è possibi le che un rapporto di– ',plomatico sparisca dall' ArchiVio deJ Ministe ro de- · gli esteri? Non esiste alla Consu lta un registrò delle lettere in alTivo? Non esiste un protocollo dei docum ent4 più iffi!l)ortanti - e il ra!pporto Garroni sarebbe stato importantissimo -, il qua– l~ protocollo permetta ad ogni ministiro nuovo di ricer.ca •re, coi suoi occhi e colla sua testa, i docu– menti più gra,vi, senza dQIVerricorrere ai lumi del segretairio gen er.ale? A q:ueste domande l'on. Sonnino dovr8bbe esi· gere risposte ,perentorie dal co=. >DeMartino. PercM nell'affare Garroni, tre sono i possilbili rèsponsrubili : o Garroni, o Di San Giuliano, o De ì\tarttno. Di San Giuliano è morto. Garroni è vi– vo, ma è sotto accusa. De Martino deve, sapere come sono v.nd at e le cose. O accusa Garroni, o .acct1sa :Di San Gi'lliiano, o accusa sè• stesso: e deve documentare le accuse, perch'è '!>Uòdocu• mentarìe . L'Unità. , C'era una volta ... ai temp i in cui non · erano state a ncora inventate le monarchie, e perciò tutti i ministri erano re- 1>ubblicanl, una guerra fra la Cocin·cina e il Siam. l n questa guerra , come sempre succede , chi !pote– va cercava di scansar e la fanteria e di entrare nel– le armi dotte , nelle quali i disagi e i !Pericoli era– no minori. Cosi avvenne che d,i. un ultimo ,cors o per ufficiali 'di art iglieria e genio, essendo nume– rosi ssime le domande cU ammissione, dovettero es– sere esclu si molti che a,vevano minori titoli, ~ ri- Garroni, do:po due a nni, dichiara sulla Stampa che riferi immediatamente alla Consulta la con– versazione ,per mezzo di un a·àpporto cifrato, che chiuse nella v.aligi.a diplomatica affidata al capi– tano italian o di un 'Piroscafo italiano: u alla Consul ta dove,~ano trovarsi e l'originale · spedito nel luglio del 1914 al marchese di San Giuliano, a.llora ministro degli ooteri, e la minuta S!}edita nel 1915, quando già alla Consulta · era insediato !'on . Sonnino · " : l'esistenza del ra,l}porto risulta dal registro delle partenze dell'a.mJlasciator e di Costantinopoli, Cihe f'u dep ,uta.to !presso l'amha – sciata amer icana, quando Ga.rroni lasciò Costan– tinopo li aHo scoppi o della guerra tra Turchia e It alia: u quest'incidente dimostra che il Presi· dente del ' Consiglio Salandra ignòrava l' esisten– Zll, di documenti importanti "· .• ver.sati in fante~ Ciò posto i problemi da riso lvere !!ODO· i se– guenti: 1°) Garroni mentisce o dice il vero, quan– do afferma ohe all a Consulta dovrel>bero trovarsi l'origin ale e la minuta del rapporto? 2°) nel ca– so che Garroni dica il vero, quell'originale e quel– la minuta esistono tuttora.? 3") nel caso che non esistesser o ,più , a chi si de:ve attribuire la re– sponsabilità della soppressione? Quand'ecco, all'ultimo momento, vennero eccet– tu ati da siffatta .... decadenza .gli ex-volontari di un anno. Perchè proprio gli ex-volontari di unno? quale speciale attitu dine per l'artiglieria dimo– strav ·a l'essere ex-volontario di un anno, perché i soli ex-volont ari di un anno dvessero essere (l . priori assegnati all'artiglieria? li mistero fu•presto spiegato, non a,ppena si ' se– guì il metodo del cui prodest. Allora si capi che· l'attitudine sp'eciale degli ex-volontari di un a nno non era un a priori, ma un a posteriori. Ecco come era andata la biso gna. Avre'lfue dovuto andare in fanter ia il figlio di µn'Eccellenza. Il !Papà Eccellenza, per evitare il guaio, iscrisse di sua iniziativa il figlio - all'in– saputa di costui, elle era un br avo e buon giova– ne - come volont ario di un anno; e il giorno do– po uscì il decreto, che lasciav,i. in artiglieria gli ex-volonta ri di un anno. E poi si dice che la mon ar chia è un reiiime di privilegio ...

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